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L'Openjobmetis naufraga nel Baltico


simon89

L'Openjobmetis subisce un pesantissimo ceffone all'esordio esterno in Champions League. Sulle rive del Baltico, la squadra di Moretti cola a picco contro l'esperienza e la solidità del Neptunas che spegne subito le velleità biancorosse aggredendo sul perimetro (malissimo Maynor e Johnson) una Varese piccola piccola e col serbatoio delle energie in palese riserva. Evidente che le fatiche fisiche e mentali dell'over-time di Brindisi, unite al viaggio di quasi 7 ore di lunedì e all'assenza di Kangur (coscienza critica del gruppo, ma soprattutto unico veterano di caratura internazionale della squadra), abbiano prodotto un cortocircuito complessivo evidenziato soprattutto dalla costante sofferenza a rimbalzo (solo 25 contro i 50 del Neptunas), punto di forza biancorosso nelle precedenti vittorie.

Una Openjobmetis irriconoscibile, prima di tutto per la quantità infinitesima di benzina in corpo in una partita che ha però evidenziato le difficoltà dei molti debuttanti bianco-rossi ad adeguarsi al livello d'intensità concessa alle difese modello Champions League. Così Varese ha concesso di tutto e di più agli attaccanti lituani, che hanno trovato soluzioni interne con Grant e Klimavicius e costruito buoni tiri dal perimetro per lo specialista Baron. Al contrario, l'attacco biancorosso ha stabilmente balbettato, pagando l'assenza totale di un giocatore in grado di saltare l'uomo, con Ma-ynor (in campo soltanto 11' nel primo tempo) mai in grado di tener testa a Drew, Avramovic incisivo solamente dall'arco (3/7 ma 0/3 da 2 oltre che impreciso in lunetta con un 6/10 totale) ed Eyenga più volte respinto nelle sue giocate in post basso. In più, con Anosike e Pelle totalmente improduttivi in attacco (tre tiri in due in 36'...) e stavolta mai incisivi a rimbalzo, l'OJM ha trovato solo qualche sprazzo interno da Campani (5/12 dal campo) che a sua volta ha "ballato" da ala forte in difesa.

Evidentemente le due vittorie col brivido contro Villeurbanne e Brindisi avevano nascosto i problemi di messa a punto che Varese si porta dietro ormai da un mese: l'attenuante delle due partite ravvicinatissime e lo scotto del noviziato pagato contro lo zoccolo duro di un Neptunas che nella scorsa annata si era misurato al massimo livello europeo sono dati oggettivi. Ma alcune problematiche - la tenuta difensiva di Maynor e Johnson, il gioco interno di Anosike e Pelle, l'impatto offensivo di Eyenga contro difese organizzate - sembrano ripetersi al di là delle difficoltà contingenti di ieri sera. C'è margine di crescita sin da domenica a Pistoia mettendo a frutto la lezione di Klaipeda per una versione esportazione più convincente, oppure si tratta di limiti strutturali su cui riflettere in maniera più profonda?

Di certo in Lituania s'è visto un altro avvio ad handicap (9-0 al 3' e 13-5 al 5'), con la reazione generata dalla panchina (17-14 all'8' grazie a due triple di Cavaliero) che non ha trovato continuità in un secondo quarto nel quale il Neptunas ha soverchiato Varese a rimbalzo (13-2 per il 24-12 del 20'), e il vantaggio dei padroni di casa è rapidamente lievitato (35-22 al 13', 42-25 al 17' e 51-27 al 18'). Effìmero pure il tentativo di limitare i danni della ripresa con lo sforzo bianco-rosso esauritosi sul 61-45 del 27'. La scarica di 5 triple di Baron ha dilatato il gap fino all'amplissimo scarto finale che potrebbe pesare in caso di arrivi in volata in una competizione in cui pesano anche le differenze canestri.

Giuseppe Sciascia


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