Milano si affaccia da anni come enorme favorita per la vittoria dello scudetto ma forse mai come in questa occasione appare davvero di un altro pianeta rispetto alle contendenti, almeno per quanto si è visto contro Varese (70-96 il risultato finale) che, ovviamente, gioca per obiettivi ben più terra-terra e che non ha potuto opporre granché alla AX Exchange allenata da Ettore Messina.
Davvero troppo il divario tecnico e fisico messo in campo dalle due formazioni nonostante il turnover obbligato dell’Olimpia che deve ogni volta rinunciare a tre uomini del gruppo straniero oltre a un Brooks malconcio. A Masnago – il vecchio “Lino Oldrini” oggi ha compiuto 56 anni – la resistenza varesina dura meno di un quarto d’ora: nella seconda parte del secondo periodo infatti, gli ospiti usano due armi per prendere il largo. Prima la potenza di Tarczewski sotto i tabelloni sfianca la Openjobmetis, poi è una strepitosa serie di triple (Shields, Punter e Datome) ad allargare irrimediabilmente il solco come mostra il 32-55 della pausa lunga.
Da lì in poi la partita non c’è più: ci sono due formazioni che galoppano in quello che è un allenamento di alto livello, perché Milano non ha l’abitudine di distrarsi e non lo fa nemmeno questa volta, lasciando qualche spazio alle iniziative dei biancorossi di casa ma mantenendo sempre stretto il bastone del comando. La Openjobmetis, va detto, non manca di impegno: manca però di spessore in troppi uomini e non è un caso se i due superveterani Scola e Douglas siano i migliori insieme a un sempre vivace Strautins.
Sul resto c’è poco da salvare per questa volta a livello individuale, perché l’avversaria di turno appare oggettivamente di un’altra categoria per i vari Ruzzier e Andersson, De Nicolao e Morse. Di buono, in casa biancorossa, c’è il rientro di De Vico che gioca sì male – 0/4 al tiro – ma mette chilometri di rodaggio dopo il lungo stop: tornerà buono domenica prossima contro la sua ex Reggio Emilia, squadra che sta viaggiando a ritmi interessanti ma che per la Openjobmetis dovrà essere preda. Perdere con Milano era ovviamente messo in conto, ma altri stop interni non devono essere contemplati se si vuole rimanere lontani dalla zona rossa della classifica.
PALLA A DUE
C’è finalmente un Niccolò De Vico abile e non solo arruolato sulla panchina di Varese ad allungare le rotazioni per Bulleri. Ancora niente da fare invece per Ferrero, neppure a referto; il quintetto è quello solito, con Andersson in “4” accanto a Scola. Il turnover di Ettore Messina in campionato ha davvero pochi eguali in Europa. L’allenatore di Milano lascia fuori Rodriguez (infortunato), Delaney e il pivot titolare Hines e ha Brooks con una mano malconcia. Il posto sottocanestro è dunque di Tarczewski mentre Cinciarini e Punter occupano le prime due posizioni, con Datome ala piccola.
LA PARTITA
Q1 – Varese costruisce ma non sfrutta qualche occasione e si trova subito a rincorrere (0-8) anche se il tiro pesante – Scola, Strautins, Douglas – inizia a fatturare riportando in alto la OJM che riesce anche a pareggiare a quota 18. A causare una discrepanza sulla prima sirena sono quindi due punti di Moraschini, mentre De Nicolao spreca allo scadere.
Q2 – La difesa di Bulleri, prova a reggere anche nel secondo quarto ma l’impatto di Tarczewski sotto i tabelloni è tostissimo, e quando i biancorossi provano a chiudere da quelle parti l’Olimpia inizia a martellare da lontano. E non sbaglia mai, con Shields, Datome e soprattutto Punter autore di due bombe da lontanissimo. Il punteggio si impenna ma solo da una parte, perché Varese tolti i soliti noti non riesce a incidere, e comunque non può tenere un ritmo che porta Milano a chiudere sul 32-55 all’intervallo con 8/10 da 3 con bomba di Micov allo scadere.
Q3 – Punter si segnala anche quando Douglas monta difesa vera su di lui: l’americano di Varese, insieme a Scola, ingaggia però almeno un duello di alto profilo tecnico con i rivali e non è un caso se siano i due veterani (7 punti a testa) a tenere botta con il tabellone che alla mezz’ora segna 50-77.
IL FINALE
L’ultimo periodo è addirittura vinto da una Openjobmetis nel quale non manca qualche esperimento come i tre piccoli con Morse da pivot (serata dura oggi per il lungo americano). Come in precedenza, anche Strautins fa vedere cose buone, usando senza paura il fisico per attaccare il canestro o lavorare a rimbalzo. Tra i compagni di Arturs però nessuno spicca per davvero (a parte i due veterani) e quindi da Ruzzier (1/7), Andersson (2 liberi), De Nicolao, De Vico (doppia virgola) e Jakovics arrivano solo le briciole. Milano non si scompone, concede l’onore delle armi e imbocca la A8 con un solido 70-96 a favore.
Damiano Franzetti
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