L'Openjobmetis sbatte contro il ferro anche di fronte al Groningen. Mani nuovamente fredde per la formazione di Attilio Caja nella chiusura casalinga della seconda fase delle Top 16 di FIBA Europe Cup: fatale l'8/28 da 3 contro il 14/38 degli olandesi, anche se il tecnico pavese vede il bicchiere mezzo pieno nella sconfitta indolore contro un'avversaria motivata dalla necessità di vincere per superare il turno come lucky loser. «Abbiamo visto all'opera tutti i giocatori: Salumu ci ha dato ottime risposte, Ferrero ha avuto un buon rientro, poi le prodezze individuali di Jeter sulle quali c'è poco da imputare alla difesa hanno permesso a Groningen di portare via il risultato».
Il problema dell' attacco però è costante; Varese costruisce tanto ma realizza poco, e solo quando Salumu e Natali danno un pizzico di ritmo dall'arco (6/13 a metà gara) l'OJM guadagna un piccolo vantaggio (35-31 al 20') che implementa in avvio di ripresa (43-36 al 23 ' ) con l'energia di Scrubb. Ma l'attacco di casa si pianta tra errori al tiro e letture confuse, e il Donar ne approfitta con Jeter e Cunningham che piazzano uno 0-12 (43-48 al 27' ). L'arbitraggio irritante prova a scaldare la platea, ma Groningen prende fiducia dall'arco e allunga a suon di triple (48-56 al 30'). Varese alza il volume in difesa e ricuce sul 59-60 del 35' con 7 punti di Avramovic; applicazione vera nel finale punita da una magia da 8 metri di Jeter a meno 14" (65-68), ma all'OJM riesce il trick plav Avramovic-Cain (primo libero a segno, secondo sbagliato di giustezza per il rimbalzo d'attacco del pareggio convertito dal centro statunitense).
Nell'overtime però Varese gira di nuovo a vuoto e Groningen vince con merito, anche alla luce del nuovo fuorigiri offensivo di Moore: «Continua il momento non facilissimo di Ronnie: dopo Pesaro aveva il 38% da 3, da allora sta tirando col 10% e i suoi punti ci mancano tantissimo - spiega Caja -i motivi? Ce li chiediamo anche noi, è sorridente e positivo e dice che si tratta solo di un momento che passerà, lo aspettiamo con fiducia ma abbiamo bisogno di lui come di tutti. Dietro teniamo sempre botta, davanti non abbiamo elementi che risolvano da soli e se un titolare fatica ne risentiamo tutti».
Giuseppe Sciascia
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