
L’Openjobmetis più brutta dell’anno si offre come vittima sacrificale alla capolista Brescia. Pesantissimo tonfo casalingo (77-118) per Varese nell’anticipo contro una Germani padrona del campo per 40 minuti per la peggior sconfitta interna dell’era Scola. Ancora più pesante rispetto al meno 39 dell’ottobre 2021 contro Reggio Emilia che portò alle dimissioni di Andrea Conti.
BRUTTI SEGNALI
L’unico che esce da Masnago tra gli applausi è Giancarlo Ferrero, che segna anche due triple nel quarto periodo modello garbage-time. Se per evitare i blackout dei terzi quarti non bisogna giocare neppure i primi due, la soluzione non sembra delle più azzeccate... battute a parte, la squadra di Mandole non è semplicemente esistita, giocando una partita agonisticamente vuota davanti ai 4507 presenti all’Itelyum Arena. Non si apra neppure il capitolo tecnica e tattica – con il pitturato biancorosso terra di conquista per lo spauracchio Bilan ma anche Ndour – se prima non si capisce il motivo per il quale Varese è scesa in campo senza energia.
Certo, Brescia ha preparato la partita con lucidità, togliendo i riferimenti Hands e Johnson (in panchina per tutto il quarto periodo dopo prestazioni di totale inconsistenza), e attaccando il cuore della difesa (vabbè!) OJM con chirurgica precisione. Ma l’OJM ha messo in campo un campionario di imbarazzante pochezza, acuita da cattivi segnali nel “linguaggio del corpo” corale. Tanti individualismi, pochi passaggi, rientri difensivi quantomeno pigri: un cocktail preoccupante per una squadra che sembra aver fatto mille passi indietro dopo il disastroso secondo tempo di Pistoia.
Domenica 2 febbraio a Milano tornerà Keifer Sykes, ma la riflessione necessaria dopo una non-prestazione del genere è ben più profonda: questa squadra crede ancora in quello che fa (Hands, e Johnson, è per voi!)? Se neppure il fattore Masnago basta più per dare la carica alla squadra, allora c’è da preoccuparsi, e tanto, per il no-show fotografato al meglio dal 63-173 di valutazione statistica. L’unico sorriso della serata arriva dalla festa per il ritorno di Giancarlo Ferrero: tre minuti di applausi con cori e striscioni degli Arditi per la prima da ex del capitano e bandiera dal 2015 al 2023 premiato da Toto Bulgheroni con una foto simbolo dei suoi 8 anni a Varese. Meritatissimo l’affetto per l’ex capitano, ma è l’unico sorriso in una notte buia, che riapre i pensieri sul suo valore da uomo-spogliatoio al quale si rinunciò nel 2023 in favore di una diversa filosofia basata sul singolo e non sul gruppo. Se i risultati sono questi, però...
IL MATCH
Subito Bilan dominante in post basso ma soprattutto Varese poco efficace nel costruire vantaggi offensivi con gli ospiti che prendono il comando (8-16 al 5’). L’OJM fatica a correre e quando attacca a metà campo il croato è fattore anche nella protezione del ferro; effimeri due assalti vincenti di Bradford con la squadra di Mandole che non protegge il suo pitturato e non scalfisce quello avversario (17-27 al 9’). Eloquente il 6-13 del primo quarto a rimbalzo col 4/5 da 3 degli ospiti a fronte dell’1/5 da 3 dell’OJM che vale il 19-30 del 10’. Precipizio senza protezione con Hands respinto più volte nelle sue scorribande al ferro e Brescia micidiale in campo aperto fino al 23-42 del 13’. Scossa firmata Librizzi che segna due triple difficili più una “zingarata” al ferro; ma ogni errore costa e il possibile meno 10 fallito da Tyus ridà l’inerzia alla Germani (34-51 al 17’). A metà gara il gap è consequenziale delle prestazioni dei giocatori cardine: Hands 2 con 1/7 dal campo, Johnson a zero con 0/3 da 3, Bilan invece è già in doppia doppia (11 più 10 rimbalzi). E il tabellone è eloquente: 40-58 per la capolista. Terzo quarto ancora Bilan-centrico e partita che non camhia inerzia, anche se il quarto fallo di Librizzi infiamma Masnago il gap pro-Brescia rimane oceanico (49-71 al 24’). Varese sfiduciata e Germani chirurgica: lo scarto vola fino al 51-80 del 27’ e l’Itelyum Arena fischia. Ma la deriva non si ferma, la doppietta dall’arco di Dowe e il dardo sulla terza sirena di Cournooh valgono il 58-93 del 30’ (record stagionale eguagliato rispetto all’andata dagli ospiti). Alla fine il bottino della Germani è analogo, ma tra il 37-66 del secondo tempo di Pistoia e i 40’ di stasera il complessivo bottino degli ultimi 6 quarti OJM è meno 70. O si trova una quadra tutti insieme, o si continua a sprofondare in questa versione “ognun per sé”.
Giuseppe Sciascia
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