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OJM, un altro flop. Ruzzolone a Trento


simon89

L'Openjobmetis ruzzola nel modo peggiore sul primo gradino dell'auspicata scalata alla Coppa Italia. La truppa di Moretti fallisce malamente il test verità sul campo di Trento, schiantata dalla voglia di riscatto di una Dolomiti Energia che rompe un digiuno casalingo di quasi 2 mesi "sbranando" la tenerissima Varese con una partenza travolgente.

La formazione di Busca-glia aggredisce ogni pallone vagante e manda in tilt i meccanismi ospiti con una difesa ruvida che costa 11 palle perse nel solo primo quarto (saranno 23 alla fine) alla svaporata manovra di Cavaliero e soci. Il travolgente parziale di 23-4 a suon di contropiede e rimbalzi d'attacco che fa decollare l'Aquila sul 28-13 spacca il match già dopo 12' ; e la partita della svolta dopo l'aggiunta di Dominique Johnson ribadisce invece i mali profondi di una Openjobmetis che nel giro di 4 giorni ripone nel cassetto il secondo obiettivo stagionale dopo i playoff di Champions. Il fuciliere ex Alba Berlino conferma le sue qualità balistiche, ma un finalizzatore non modifica - anzi per certi versi acuisce - la strutturalità dei problemi tecnici della squadra di Moretti, di nuovo costretta a "tirare il collo" a Maynor come unico creatore di gioco.

La pesante sconfitta di Trento nasce prima di tutto a livello mentale: l'approccio molle e leggero è stato un errore imperdonabile contro un'avversaria affamata e senza stelle come la Dolomiti Energia, che grazie alla partenza a razzo ha preso fiducia trovando canestri impossibili da Flaccadori (8 in fila per il 46-31 del 19' dopo che Varese aveva ricucito sul 36-28 del 17'). Così l'OJM, che riaccendendo la luce sull'asse Maynor-Anosike e trovando qualche dardo di Johnson si era avvicinata sul 63-55 del 30', è stata più volte punita sui cambi difensivi anche a metà campo, finendo travolta dall'uragano Lighty (ripresa da 21 punti e 3/3 da 3) per l'81-61 del 38'. Solite criticità della Varese formato esportazione, acuite dall'aver totalmente rinnegato l'anima italiana (11' totali "tricolori" pur contando l'indisponibilità di Campani e Ferrero) utile lo scorso anno per superare i momenti più critici, che alimentano un senso di frustrazione e scoramento. E mentre i tifosi al seguito (un centinaio tra Arditi, "Il Basket Siamo Noi" e il settore giovanile) si rifugiano nell'ironia amara («Ce ne andiamo a Chalon» e «Tutti all'Hollywood» i cori a fine gara), sembra evidente la necessità di una svolta per uscire da un trend negativo che costringe Varese a pensare alla salvezza e non certo ai playoff, ultimo possibile obiettivo residuo dopo i primi due fallmenti per Coppa Italia e Champions League.

La società ha ribadito anche dopo ieri sera che Paolo Moretti non è in discussione; ma non intervenire in maniera decisa dopo l'inaccettabile prova senza nerbo di ieri sarebbe la peggior "non-scelta" possibile, lasciando sulla graticola il coach toscano fino a quando (ultima chance il 27 dicembre con Venezia?) non ci saranno alternative al cambio di rotta. Se si crede ancora in Moretti, lo si supporti e lo si aiuti ora nel cercare le strade - e non sul mercato - per invertire la rotta. Altrimenti è meglio staccare subito la spina: al di là del discorso economico, se si trattasse di accanimento terapeutico, c'è rischio di estremizzare i problemi sul piano mentale in un gruppo che ha manifestato segnali di nervosismo e assuefazione alla sconfitta. D'altra parte il bilancio è in profondo rosso (7 vittorie in 23 gare tra campionato e coppa), e il conto degli ultimi due mesi aumenta a 14 stop in 17 gare...

Giuseppe Sciascia 


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