Se questa doveva essere la partita giusta – dopo i due confronti impossibili con Virtus e Milano – per mostrare il vero volto della Openjobmetis, siamo fritti. A Cremona, come già al PalaDozza, la squadra di Vertemati esce con le ossa rotte e quel che è peggio non lascia neppure spazio a giudizi positivi. Dominata dal primo minuto, burrosa in difesa (il colabrodo è la madre di tutti i problemi), Varese è anche un minestrone insipido in attacco: organizzazione farraginosa, iniziative personali isolate (e forzate), percentuali orrende dall’arco dei 3 punti e via discorrendo.
Tutte cose che poi, dicevamo, si riflettono anche in retroguardia perché le palle perse generano azioni rapide degli avversari, perché chi non tocca boccia in avanti non è invogliato a sbucciarsi le ginocchia a guardia del canestro, perché quando nulla funziona – questa è l’impressione – c’è poco da fare. Ne esce un disastroso 94-78, terza sconfitta consecutiva che spazza via pure le belle sensazioni che il popolo biancorosso aveva avvertito sette giorni fa, con la sconfitta in volata contro l’Olimpia. E lancia ombre sinistre sulla squadra, già sul fondo della classifica dopo appena quattro giornate, con all’orizzonte il fantasma di Attilio Caja che farà visita a Masnago tra una settimana.
Al PalaRadi -dove tra l’altro non ha giocato Peppe Poeta, leader della Vanoli – non c’è davvero nulla da salvare: i bottini personali che leggete nel tabellino (Gentile 18, Jones 14) sono stati costruiti a partita persa, i lampi di classe mostrati da Kell con l’Armani restano stavolta impigliati tra palle perse e tiri sbilenchi ma, appunto, prima di giudicare l’impatto dei singoli ci preme sottolineare come questa Varese non abbia dato l’impressione di sapere giocare di squadra. E come a Cremona è mancato del tutto anche l’orgoglio: possibile che la OJM abbia preso 29 punti (ventinove!) sia nel primo sia nel terzo periodo? E se sbagliare l’approccio al 1′ può anche succedere, è imperdonabile che la stessa cosa accada a metà gara, dopo aver già preso sculacciate dagli avversari. Dopo una rumba del genere, fa quasi tenerezza doversi occupare di Wilson: la guardia ha combinato qualcosina, ma resta ampiamente inadeguata a questo livello, e lì si potrebbe agire per migliorare la squadra. Ma il Profeta Elijah rischia di essere una foglia di fico, visto il rendimento dei compagni e il non gioco messo in campo dall’allenatore. I campanelli d’allarme, risuonano molto forte.
PALLA A DUE
Adriano Vertemati prova a variare il quintetto base: c’è Kell dal 1′ dopo la bella prova con Milano e c’è pure Beane che scalza il deludente Wilson tra i titolari confermando poi il trio Gentile-Jones-Egbunu. Dalla parte opposta, Galbiati deve fare fronte alla pesante assenza di Poeta: la regia è affidata a Spagnolo che disputerà una partita maiuscola. Con rotazioni ridotte, il coach Vanoli schiera Harris e Cournooh tenendo di rincorsa Miller. Sotto i tabelloni c’è McNeace a sfidare Egbunu.
LA PARTITA
Q1 – Ale Gentile risponde da post basso ai primi punti cremonesi ma bastano 3-4 minuti alla Vanoli per scavare il primo solco. Ci pensa Harris a colpire, con la complicità di una difesa che salta per aria al primo blocco avversario. Vertemati ruota il quintetto, trova un briciolo di intensità da De Nicolao ma è poca roba anche perché dall’arco Varese non segna proprio mai (0/7) e in attacco è una forzatura unica. Quando la sirena suona, il tabellone dice 29-18 con il terribile presentimento che il copione sarà quello.
Q2 – Nell’arco dei secondi 10′, la OJM rosicchia qualche punto e per un momento scende anche al di sotto della doppia cifra di svantaggio. Ma probabilmente ciò accade più per le forzature e gli errori di Miller che per meriti a tinte biancorosse. Tre liberi di Beane danno un minimo di speranza verso il finale del periodo che termina sul 43-33: dieci punti che paiono un buon viatico visto quel che Varese ha mostrato in campo.
Q3 – Ma dopo l’intervallo, si rivede una Cremona al galoppo e una Varese zoppa. Il periodo è dominato da un 18enne di lusso, Matteo Spagnolo, che il Real Madrid ha prestato alla Vanoli. Il giovane talento pugliese le indovina tutte, abbinando spettacolo e concretezza. Cose che Varese non trova mai (degne di nota le prime due triple della serata, firmate Gentile, dopo il 25′) e così il divario torna ad allargarsi sino al 72-53 della terza sirena.
IL FINALE
Poco da scrivere nell’ultimo quarto: quand’anche Varese trova qualche guizzo con Beane, Jones e Gentile (che ingaggia battaglia con il pubblico dopo un tecnico per proteste), dall’altra parte Cremona restituisce colpo su colpo. Si va verso l’archiviazione senza sussulti, senza rimonte, senza neppure afflosciamenti dei padroni di casa che, anzi, gasati per l’andamento della partita non mollano mai, come è giusto che sia. Finisce 94-78: per Varese la notte è davvero nera.
Damiano Franzetti
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