Miracolo a Varese. Vien da citare il mitico cronista Natale Cogliati per inquadrare la vittoria colta dalla Openjobmetis a Masnago ai danni della Virtus Bologna, arrivata da capolista imbattuta e ripartita con le ossa rotte, spezzate dai ritmi, dalle percentuali, dall’energia sprigionata dalla squadra di Mandole. Il 104-95 rappresenta, per mille motivi, uno dei risultati più inattesi che ci si ricordi da queste parti: Varese non batteva le Vu Nere dal 2018, non lo faceva a Masnago da quasi 10 anni e ci è riuscita in una serata in cui i padroni di casa hanno vinto il confronto a rimbalzo e tenuto gli avversari sotto quota 100.
Un successo maturato in emergenza, senza più Mannion, senza l’infortunato Gray e con Brown sull’uscio. Ma in attesa dei prossimi equilibri (con Tyus e Sykes) ci hanno pensato gli altri a raddrizzare la rotta. Matteo Librizzi prima di tutto, a spiegare ai fuggiaschi come si comporta un capitano di Varese: 28 punti, 9 assist, 40 di valutazione per sbriciolare anche il (giustamente) celebrato Pajola. E per prendersi l’abbraccio della gente che lo adora fin da quando era solo una speranza. E poi Nino Johnson, strepitoso sui due lati del campo e via via tutti gli altri, imperfetti certo ma anche decisi a non ripetere la magra di Trieste o la delusione di altre partite giocate e perse sul più bello.
Con questa volontà (e contro una Virtus un po’ stanca, che non è riuscita a trovare stabilità al di fuori del duo Belinelli-Shengelia) la squadra di Mandole ha scalato la montagna a mani nude. Undici rimbalzi d’attacco, 31-29 sotto i tabelloni, una sola palla rubata dai bianconeri: segnali sparsi lungo la partita a dire che sì, questa volta si poteva sperare di finire in gloria. Ed è la prima volta che un’avversaria d’Eurolega cade contro Varese da quando c’è Scola alla guida: altro segnale notevole.
E ora? Ora i punti in classifica salgono a 4 ma sono ugualmente troppo pochi. Quel che abbonda stasera è però la fiducia che non deve trasformarsi in sicumera visto che sabato prossimo si andrà a Scafati in una sfida che odora di lotta salvezza. Servirà la stessa squadra, su un campo infuocato, perché il miracolo con la Segafredo non rimanga un fiore isolato nel deserto. Intanto però si torna a casa con un sorriso a tutta bocca e come tutte le cose rare, va assaporato per bene.
ALLA A DUE
Palazzetto pieno ma meno ruggente di altre volte. La folla si scalda al momento della premiazione di Kristjan Kangur, ospite d’onore della serata. Ai “piani alti” invece sfilata di autorità per l’apertura dei nuovi “skybox”. In campo, con Gray a referto per onor di firma e i due nuovi acquisti attesi in settimana, c’è ancora Librizzi titolare accanto ad Hands; l’ala è Alviti. Banchi sceglie subito Pajola e l’ex Polonara per iniziare il match: lo straniero in tribuna è Cordinier.
LA PARTITA
Q1 – L’avvio di gara della Openjobmetis sembra già una resa: Bologna segna quasi senza opposizione, sopratutto con Zizic, e il timeout di Mandole sul 3-11 sembra già disperato. La mira da 3 di Nino Johnson e, in seguito, di Alviti, però dà la scossa ai biancorossi che iniziano a capitalizzare qualcosa anche in difesa: la Virtus si blocca a quota 14 e i biancorossi con la spinta di Librizzi sorpassano tenendo il minimo vantaggio sino alla pausa (24-22) dopo un antisportivo di Clyburn sul play varesino.
Q2 – Dopo il mini intervallo le cose si complicano: gli arbitri fischiano 3 falli in 24” contro Varese e per Harris arriva la terza penalità. C’è così un attimo di sbandamento (e anche l’unico squillo di Brown) ma la Virtus non ne approfitta nonostante l’ingresso di Hackett, con Librizzi ancora caldo. E poi c’è Hands – invisibile e pasticcione fino a quel momento – che trova finalmente la via del canestro (12 punti nel quarto). Una schiacciata pazzesca di Jaron Johnson dà alla OJM il coraggio di allungare sino al 51-44 di metà gara.
Q3 – L’asse Librizzi-Johnson è ancora letale per la difesa bolognese; non così Hands che sbaglia a ripetizione e viene panchinato a muso duro da Mandole che rimanda nella mischia Harris. Jordan trova la tripla e Varese tocca addirittura il +10, anche se Shengelia rimette presto la Segafredo in scia ai padroni di casa. Si accende Belinelli che in un amen ristabilisce la parità anche se viene attaccato in difesa e battuto da Assui. Poi, sulla sirena, una zampata di Kao vale il 76-74.
IL FINALE
Bologna prova ad azzannare la partita e si spinge sino al +4 in avvio (77-81) quando la OJM appare in debito di ossigeno (soprattutto Alviti) e a corto di idee. Due triple di Librizzi e una di Harris spiegano ai 4mila di Masnago che c’è ancora tanto da fare: Varese torna in testa ma deve fare i conti con il solito Belinelli, implacabile. Tra lui e Librizzi è sfida rovente ma forse la svolta arriva quando è Alviti a rispondere da 3 all’ex San Antonio. A quel punto la Virtus tentenna e dal traffico rispunta Hands con una rubata trasformata in contropiede vincente. Tra le due “imbarcazioni” si apre un po’ di luce, Bologna è costretta ad affrettare i tempi e a fallire un paio di tiri: Libro è glaciale anche in lunetta (104-95) e per Masnago la serata si trasforma in festa.
Damiano Franzetti
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