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VareseFansBasketNews

  • simon89
    La Pallacanestro Varese ritorna in Europa. Il board di FIBA Europe ha ufficializzato l’ammissione della società del presidente Bulgheroni all’edizione 2023/24 della Basketball Champions League. Accolta dunque la richiesta di wild card che l’a.d. Luis Scola aveva sottoposto al commissioner Patrick Comninos in occasione delle Final Four della stagione 2022/23 disputate a Malaga. Varese rigiocherà la massima competizione FIBA che aveva già disputato nel 2016/17, e si riaffaccerà alle coppe europee dopo l’esperienza del 2018/19 (eliminata in semifinale di FIBA Europe Cup dai tedeschi del Wurzburg).
    LE SQUADRE AMMESSE
    Questa la lista delle ammesse ai preliminari di BCL in ordine alfabetico: Bakken Bears (DEN), BG Gottingen (GER), Caledonia Gladiators (GBR), Cholet Basket (FRA), CSM CSU Oradea (ROU), FMP Soccerbet (SRB), Happy Casa Brindisi (ITA), Heroes Den Bosch (NED), Ironi Hay Motors Ness Ziona (ISR), Jonava CBet (LTU), Kalev/Cramo (EST), Karhu Basket (FIN), Legia Warszawa (POL), Monbus Obradoiro (ESP), Mornar Barsko Zlato (MNE), Norrkoping Dolphins (SWE), Pallacanestro Varese (ITA), Patrioti Levice (SVK), Peja (KOS), Petrolina AEK (CYP), Telenet Giants Antwerp (BEL), TSU Tbilisi (GEO), SIG Strasbourg (FRA), SL Benfica (POR).
    ISTRUZIONI PER L’USO
    Basketball Champions League, istruzioni per l’uso a partire dai turni preliminari dai quali dovrà passare l’OJM per ottenere il pass di accesso. I biancorossi sono una delle 24 società ammesse - c’è anche l’Happy Casa Brindisi - ai turni preliminari, ma i posti disponibili per completare la regular season da 32 squadre sono soltanto tre. Dunque il pertugio è veramente molto stretto... A oggi il format delle qualificazioni non è ancora definitivo: sarà annunciato il 5 luglio, data del sorteggio dei gironi della prima fase e del Qualification Round. Ma con ogni probabilità, prevederà tre gruppi da 8 squadre con 3 gare ad eliminazione diretta – quarti, semifinali e finalissima – per esprimere i verdetti dal 25 settembre all’1 ottobre. In questo caso, Varese presenterà certamente la sua candidatura per ospitare uno dei concentramenti anche per avere il vantaggio del fattore campo. Se l’OJM conquisterà il pass per la stagione regolare, entrerà in uno degli 8 gironi eliminatori da 4 squadre sorteggiati già la prossima settimana: previste 6 partite di andata e ritorno a partire dal 17 ottobre. La prima classificata accederà direttamente alle Top 16, seconda e terza giocheranno un “play-in” al meglio di tre partite per completare la seconda fase con 4 gironi da 4 squadre. Altre sei partite in programma nella seconda fase da gennaio a marzo 2023; le prime due ai quarti di finale al meglio di tre gare, per stabilire le qualificate alle Final Four di maggio. La vincente incasserà un “jackpot” da 1 milione di euro.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’Openjobmetis fa la prima mossa nei confronti di Giancarlo Ferrero. La società biancorossa ha esercitato l’opzione di uscita dal contratto con il capitano: la mossa, già ipotizzata nei giorni scorsi su queste colonne, apre una nuova fase di negoziazione tra le parti per dare continuità a un rapporto al quale Luis Scola ha dedicato un’ampia riflessione nel suo colloquio con la stampa di mercoledì.
    ATTO DOVUTO VERSO UN NUOVO ACCORDO?
    Il club biancorosso ha operato entro il termine del 30 giugno previsto dal vecchio contratto 2+1 stipulato nell’estate del 2021 sulla base di una situazione molto simile a quella attuale. L’ala mancina aveva un accordo 2+1 stipulato nel 2019: nella corsa a tre per un solo posto con altri due italiani sotto contratto come Strautins e De Vico, la società optò per la conferma del capitano, esercitando l’uscita per stipulare un nuovo accordo a lungo termine in modalità “allunga-e-spalma”. La rescissione con Ferrero non presuppone in alcun modo la chiusura del rapporto, anzi: in tal senso sono state lapidarie le parole del “General” relative all’apprezzamento nei confronti del “Gianca”. E della volontà di trasformarlo in uomo-simbolo per Varese, ventilando un ruolo futuro extra basket per l’attuale bandiera dell’OJM.
    LA PROPOSTA E LA “MAGLIA CUCITA”
    Nessun dubbio sul fatto che Varese sottoporrà una proposta di rinnovo a Ferrero: toccherà direttamente a Luis Scola, del quale l’ala mancina è stato capitano nella stagione 2020/21 trascorsa nello stesso spogliatoio, illustrare i termini dell’offerta, che potrebbe contenere anche le prospettive per il post-carriera da giocatore. «Sento questa maglia cucita sulla pelle, dopo 8 anni sono mezzo giocatore e mezzo tifoso: da qui non me ne vado» aveva chiosato il “Gianca” alla vigilia dell’ultima trasferta del 2022/23 sul campo della Virtus Bologna. Messaggio eloquente di un giocatore entrato nel cuore dei tifosi per il suo mix di dedizione al lavoro, grinta e abnegazione, che nelle sue 237 gare in maglia OJM ne conta anche una da “allenatore-giocatore” (il 16 aprile 2022 a Casale Monferrato, dopo l’esonero di Roijakkers in attesa del tesseramento di Seravalli). Ma quali sono i termini di un possibile nuovo accordo?
    LE POSIZIONI DA CONFRONTARE
    L’uscita della società ha motivazioni puramente economiche: l’ultima annualità di un triennale “a salire” è stata considerata troppo elevata per un giocatore che nel 2022/23 ha prodotto 3,5 punti e 1,0 rimbalzi in 9,9 minuti di media. Fatturato suddiviso tra un’andata con buoni spunti balistici e un ritorno spesso in... naftalina, rispondendo però presente in caso di necessità (vedi la Coppa Italia a Torino e la partita-salvezza con Scafati). Ma il contributo più importante del “Gianca” non è quello che va sul foglio delle statistiche: è la capacità di fungere da collante del gruppo e “cicerone” per l’ambientamento rapido degli stranieri nella realtà di Varese. Quale ruolo tecnico e quale offerta economica potrà proporre l’OJM a Ferrero? L’orologio biologico corre - le prossime candeline saranno 35 il prossimo 29 agosto - ma l’ala mancina non si sente ancora pronto a un ruolo da “capitano non giocatore” come d’abitudine nel tennis. E nell’A2 che verrà, sfruttando anche la fiscalità agevolata per i dilettanti rispetto al professionismo, ci sarebbero club disposti ad offrire cifre molto più alte (anche il 50% in più?) rispetto al salario considerato troppo elevato dal club biancorosso. Insomma, le condizioni per allungare il rapporto ci sono tutte. A patto che entrambe le parti siano soddisfatte...
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Luis Scola non ama parlare e – da quando è seduto a una scrivania – insiste su un punto: «Qui dentro tutti noi dobbiamo lavorare e fare sì che ogni giorno i nostri giocatori possano avere un piccolo vantaggio in più per fare bene sul campo. Sono loro che devono comparire, al limite gli allenatori. Noi no». Però Luis Scola qualche volta parla, per fare il punto della situazione, e allora resta a discutere per 75′ con la stampa locale toccando – o meglio, sfiorando – un po’ tutti quei “dossier sul tavolo” di cui abbiamo scritto ieri.
    Prima di affrontarli però, le parole del “General” in chiusura di chiacchierata: «Io sono molto fiducioso, non vedo perché dovremo fare meno bene dell’anno scorso. Sappiamo che nello sport ogni stagione è diversa dalla precedente, può essere più o meno buona, ma l’obiettivo è quello di migliorare».
    “FELICI PER MIKE” – Chiaramente la notizia calda è l’addio inatteso di Michael Arcieri, il gm che ha lasciato Varese per andare a dirigere Trieste in A2. Scola legge la situazione guardandola in modo più alto: «Michael è andato via e siamo felici per lui:  voleva portare avanti un suo progetto e a Trieste lo potrà fare, così come ho fatto io al mio arrivo a Varese. Qui avevo la possibilità di seguire una mia idea: sarei ipocrita se non capissi questa sua visione. E siamo anche felici perché se altre squadre cercano di prendere le persone che lavorano qui è perché il nostro programma è piaciuto. Parlo di Mike ma anche di Galbiati o di Caruso (ormai a Milano ndr) così cito tutte le aree: dirigenziale, tecnica e sportiva. Qui continuiamo a lavorare con allegria e tranquillità perché se va via una persona, il progetto e il viaggio non cambiano: non c’è nessun panico, nessuna paura. Io qui ho un ruolo che in NBA non potrei ricoprire e questo vale per tutti: la nostra società è questa, un posto che dà delle opportunità che altrove non ci sarebbero».
    A chi gli chiede se il modello adottato sia troppo incentrato sulla sua persona, Scola risponde così: «Io credo sia l’opposto: evito il più possibile di mettere il mio nome negli interventi fatte dalle diverse aree. Qui c’è la massima orizzontalità possibile, dentro alla quale a un certo punto c’è una verticalità perché qualcuno deve prendere la decisione finale. Ma Michael, così come Max Ferraiuolo o Matteo Jemoli hanno spazio nelle loro aree di competenza e inoltre tutte le decisioni prese qui dentro sono condivise. Nessuna scelta è figlia di una sola persona ma di una discussione collettiva. Detto questo, nessuna persona è indispensabile: un progetto unipersonale sarebbe un progetto piccolo, è logico che un professionista possa cambiare. Le uniche cose che sopravvivono qui sono la Pallacanestro Varese e Toto Bulgheroni».
    LA FORZA DEL GRUPPO – Per il momento quindi, non è imminente l’aggiunta di un general manager esterno un po’ perché queste figure non si possono trovare e inserire nel giro di pochi giorni, un po’ perché lo sviluppo interno non deve riguardare solo i giocatori ma anche le altre figure presenti in società. «Abbiamo risorse interne che permettono di proseguire nel nostro lavoro; nel tempo valuteremo se c’è bisogno di una persona nuova o se possiamo rimodellare la struttura con chi è presente. Se sarà il caso  cercheremo qualcuno da inserire».
    SQUADRA DI SVILUPPO – Scola considera la Pallacanestro Varese attuale una “squadra di sviluppo” ma lo fa con un’accezione positiva e anche ambiziosa. «Questa secondo noi è la maniera migliore per far funzionare un’azienda sportiva: lo sviluppo è un pilastro fondamentale ma dobbiamo e vogliamo vincere come tutti. Smetteremo di essere una squadra di sviluppo quando un giocatore penserà che questo è il posto massimo dove arrivare, ma fino a che ci sono la NBA e la Eurolega a inviti questa condizione non cambierà. Potremo salire di livello e avere meno posti sopra di noi ma è normale che un professionista ambisca a crescere»
    “BRASE NOSTRO ALLENATORE. MA NON PREVEDO IL FUTURO” – Da qui al 30 giugno c’è – come noto – la possibilità che Matt Brase possa esercitare l’opzione che gli permette di uscire dal contratto in caso di chiamata dalla NBA. «Brase è il nostro allenatore – spiega Scola Ma non posso parlare di quello che non controllo, come il mercato. Al momento non abbiamo informazioni differenti su di lui che quindi è il nostro coach; di certo non resterà qui 10 anni e siamo preparati perché, come accaduto per Arcieri, tutti possono andare via. Se ci lasciasse per la NBA saremo felici per averlo aiutato a crescere».
    PELLIGRA, ACCORDO FATTO – Altro dossier caldo è quello sull’accordo con il Pelligra Group che Scola dà, forse per la prima volta in via ufficiale, per cosa fatta. «L’accordo con il Gruppo Pelligra è già formalizzato – spiega el General – I tempi burocratici in Italia sono lunghi: pensavo potessimo chiudere prima ma non è stato possibile per via di tante situazioni che hanno fanno dilatare la cosa. Non posso dire quando tutto sarà ufficiale ma spero sia una cosa imminente: intanto è già firmata una prima sponsorizzazione. E anche Openjobmetis ci ha detto che rimarrà anche se, come sempre, firmeremo in estate per via delle loro necessità. Sarà il decimo anno di sponsorizzazione e sicuramente faremo qualcosa di bello per celebrare questa ricorrenza».
    LA CARTA PALAZZETTO – Proprio il Gruppo Pelligra potrebbe dare il nome al palasport di Masnago dopo che è sfumata una trattativa in tal senso. «Però stiamo valutando diverse opzioni – spiega Scola – Il palazzetto è un asset strategico per Pallacanestro Varese e quindi cerchiamo partner che diano un valore aggiunto alla struttura. Questo è uno dei punti che si possono fortificare: ripartiremo le risorse in nostro possesso nel modo che pensiamo sia utile anche a medio termine. E il palasport rientra in questo discorso». Intanto, per parlare di futuro, Varese ha inviato la richiesta per essere ammessa alla Basketball Champions League: «Riteniamo che i nostri risultati dell’anno scorso e la nostra organizzazione meriti una chiamata in questa coppa». Tra poco più di una settimana Fiba Europe ne parlerà: a fine mese il verdetto diventerà ufficiale.
    FERRERO TRA CAMPO E SCRIVANIA – Scola ha evitato di parlare di giocatori anche perché tutti quelli in rosa (esclusi Librizzi e Woldetensae) scadono al 30 giugno e di fatto si liberano. Luis ha fatto una parziale eccezione su Giancarlo Ferrero: «Decideremo che cosa fare sapendo che “il tempo vince sempre”: non so quando smetterà di giocare e dove lo farà, di certo siamo molto interessati per un futuro all’interno della società perché è una persona molto stimata da tutti, me compreso che ho potuto giocare insieme a lui». Ma non è detto che il suo contratto sarà rinnovato.
    PENALIZZAZIONE? DISPIACE MA GUARDIAMO AVANTI – Vale poi la pena tornare su quella maledetta penalizzazione di 11 punti che ha tolto Varese dalla griglia playoff. «Crediamo che sia stata esagerata (ma non voglio usare una parola “lesiva”), crediamo che gli errori amministrativi vadano penalizzati in modo amministrativo ma il nostro ruolo non è quello di cambiare le regole. Il risultato del ricorso non era quello che speravamo ma comunque è stato migliore del primo grado; lo abbiamo accettato e sistemato le cose al nostro interno. Voltiamo pagina e andiamo avanti». Sul ricorso personale portato avanti dall’ex presidente Marco Vittorelli, Scola spiega: «Ne abbiamo parlato ma il nostro discorso deve restare privato. Mi pare giusto sottolineare che l’inibizione non colpisce Marco Vittorelli in quanto persona ma in quanto presidente, perché questa è la regola e l’inibizione non poteva colpire altri. Sia chiaro che il cambio di CdA non c’entra con le sentenze: era stato deciso da mesi e prevede tre uomini che fanno capo alla mia proprietà, tre che arriveranno dal Pelligra Group e un presidente indipendente che è Toto Bulgheroni».
    SODDISFAZIONE GENERAL – A quasi due anni dal proprio insediamento, infine, Scola non può che dirsi soddisfatto dei passi avanti compiuti. «Sono felice di quello che sto facendo. Quattro mesi dopo il mio arrivo da dirigente tutti volevano lasciare Varese: abbiamo perso diversi giocatori, cambiato allenatore e non c’era un settore giovanile interno. Oggi la situazione molto diversa: ci sono tanti giovani di prospetto, altri che vorrebbero venire qui, tanti professionisti che si propongono (anche stranieri), un allenatore che in futuro diventerà capo allenatore in NBA, un altro che è andato in Eurocup. Abbiamo ottenuto prestissimo la salvezza matematica (senza penalità), siamo arrivati a pari merito con la quarta in classifica, abbiamo fatto 12 sold out di fila e via dicendo. Ci sono tanti segnali che indicano che Varese sta andando nella direzione giusta».
    Damiano Franzetti
     

  • simon89
    Varese inaugura il mercato estivo con la firma di Vincent Shahid. Il 25enne playmaker nativo del Minnesota, laureato in psicologia alla North Dakota State University nel 2020, sarà il primo straniero dell’Openjobmetis 2023/24. Confermata, dunque, l’anticipazione di Prealpina. “Vinnie” è una scommessa intrigante nel rapporto costo-rendimento: il capocannoniere della lega islandese con la maglia del Thor Thorlasfhon (28,6 punti e 8,9 assist di media col 41% da 3) sbarcherà per la prima volta in una lega europea di vertice dopo le esperienze precedenti in Lussemburgo, Francia-3 e nel paese dei geysers.
    Shahid, che ha chiuso da poco il rapporto con i canadesi di Niagara, è un play realizzatore con caratteristiche non dissimili da Colbey Ross. Il giocatore del 1998 era seguito da qualche mese su segnalazione di Matteo Jemoli: lo scout lavenese che ha scoperto l’MVP della serie A 2022/23 avrà trovato un’altra perla nascosta con il giocatore di Minneapolis? Come per Ross, si tratta di un elemento che aveva ottenuto riscontri positivi a livello NCAA: al suo arrivo nel campionato universitario non aveva ricevuto offerte a livello di Division I, ripiegando sugli Junior College per due anni. Poi nel 2018 la proposta di North Dakota State, e una crescita costante fino a portare i Bisons al torneo NCAA, segnando 20 punti contro la corazzata Duke della leggenda Mike Kryzewski e guadagnandosi gli elogi dello storico coach tre volte campione olimpico con Team USA.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Sul mercato americano si osserva, si guarda, si cerca. E magari si firma? Radio mercato segnala forte interesse per Vincent Shahid, 25enne playmaker statunitense che nella stagione 2022/23 ha capeggiato la classifica dei marcatori e degli assist nel campionato islandese con la maglia del Thor Thorlaksofhn. Non esattamente in cima al ranking del valore delle leghe europee, così come le tappe precedenti della carriera internazionale del prodotto di North Dakota State, dove si era messo in evidenza vincendo da MVP i due tornei finali della Summit League (anche in questo caso non certo la Conference NCAA più prestigiosa della Division I).
    Esordio da professionista in Lussemburgo, tappa in National Metropolitain 1 Francese - il terzo campionato transalpino - seguita dallo sbarco in Islanda nell’estate 2022 e la recente firma nella lega estiva canadese CEBL con i Niagara River Lions. Gli esperti delle leghe minori del Vecchio Continente lo considerano un giocatore interessante per qualità atletiche e capacità realizzative: Shahid sa attaccare il ferro e colpire dall’arco (41% da 3 quest’anno in Islanda), ha fisicità a dispetto della statura (86 chili per 180 centimetri), con caratteristiche simili rispetto a Colbey Ross (leggermente meno handler e leggermente più tiratore).
    Ma quanto varrebbero, al cambio della serie A italiana, i 28,5 punti e 9,3 assist di media fatturati nel paese dei vulcani che offre un campionato con un livello di fisicità e di preparazione tattica delle difese quantomeno modesto? Se l’operazione verrà portata a termine e, a quanto traspare nelle ultime ore ci sarebbero elevate possibilità, lo scopriremo fra qualche mese quando si presenterà al raduno dell’OJM versione 2023/24. Sarebbe eventualmente una pesca in un “sottobosco” ancora più nascosto rispetto a Colbey Ross, che comunque aveva già tastato il livello della Basketball Champions League FIBA al Nymburk. E nel caso di fumata bianca, sarebbe una operazione “postuma” legata ancora alla gestione dell’area tecnica a cura di Mike Arcieri.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Michael Arcieri era in scadenza di contratto con la Pallacanestro Varese. E ha scelto di non rinnovare, preferendo un approdo diverso per il prosieguo della sua carriera.
    Questa l’unica verità dietro alla notizia - riportata sull’edizione cartacea di Prealpina - che ha stupito l’ambiente biancorosso questa mattina. Il general manager americano lascia la Città Giardino per la Pallacanestro Trieste: con i giuliani avrebbe già firmato il nuovo accordo.
    I fatti. Nessuno lo sapeva, ma Arcieri era da settimane in trattativa con l’amministratore delegato Luis Scola per prolungare la sua permanenza sotto al Sacro Monte, allo stato attuale in scadenza. Nel corso delle negoziazioni sarebbe emersa una diversità di vedute sulla durata del nuovo contratto e questo avrebbe portato a un allontanamento fra le parti e a far balenare almeno l’ipotesi di un addio da parte del dirigente newyorkese. 
    In società però non ci si aspettava davvero, almeno secondo le informazioni dai noi raccolte, la notizia uscita poche ore fa. Negli ultimi giorni sulla questione era calato il silenzio, anche in ragione del fatto che sia Arcieri che Scola non fossero presenti in città: il primo è partito per gli Stati Uniti, per un breve ritorno a casa già programmato; il secondo è in Messico, a seguire i Mondiali under 16. E, nel momento in cui scriviamo, non ci sarebbe stata alcuna telefonata di addio: Pallacanestro Varese non considerava chiusa la trattativa, anzi contava di poter convincere il suo ormai ex gm a rimanere, non immaginando minimamente quantomeno una conclusione così cruda e rapida.
    Arcieri lascia Varese per una proposta che ha evidentemente considerato migliore, sia in termini economici che temporali. L’estate biancorossa ora proseguirà senza “drammi”, com’è nello stile dei personaggi che la guidano: è plausibile che la conduzione del mercato venga ora presa in mano dallo stesso Scola, con l’ausilio delle risorse interne, in attesa di un “sostituto”.
    In queste prime ore, però, non si può nascondere dalle parti di piazzale Gramsci una certa sorpresa e un pizzico di umana delusione.
     Fabio Gandini

  • simon89
    Guglielmo Caruso e Olimpia Milano, questo matrimonio s’ha da fare. Anzi, ormai si è già fatto: ultimi dettagli definiti per il passaggio del 23enne lungo campano da Varese all’EA7, con l’avvistamento nella giornata di martedì 30 maggio del giocatore del 1999 ad Assago a dare la conferma definitiva dell’accordo raggiunto.
    Il cestista, che nella stagione 2022/23 ha prodotto 9,2 punti e 3,8 rimbalzi di media in maglia OJM, firmerà un accordo a lungo termine (si parla di quinquennale garantito per le prime tre stagioni) con l’EA7, che lo inserirà nel suo parco italiani - verosimilmente confermato in blocco con l’eccezione di Alviti, a parte l’operazione Darius Thompson che è comunque avanzata - lavorando su una sua “conversione” da pivot ad ala forte (ruolo peraltro ricoperto anche ai tempi dell’università di Santa Clara) per farne un vice Melli.
    Esclusa dunque l’ipotesi di un prestito “di ritorno” a Varese, ora con Toto Bulgheroni alla guida della società, per un’ulteriore stagione in biancorosso: l’Olimpia eserciterà l’escape prevista dal contratto per chiamate da club militanti in competizioni internazionali (la clausola rescissoria è però limitata, dovrebbe aggirarsi sui 20mila euro).
    Varese dovrà ripensare il suo parco italiani, almeno nel ruolo di cambio dei lunghi. L’opzione iniziale Momo Diouf pare al momento impercorribile: l’azzurro in scadenza a Reggio Emilia si metterà in vetrina all’Eurocamp di Treviso (9-11 giugno) in cerca di acquirenti dall’estero. Tastata la pista Jordan Bayehe, ma tra ingaggio e clausola rescissoria il giocatore sotto contratto con Brindisi viaggia su costi molto più elevati rispetto a Caruso.
    E Gora Camara? Il 22enne pivot senegalese di formazione italiana sembra piacere, ma bisognerebbe capire quali saranno le intenzioni della Virtus Bologna che ne controlla i diritti contrattuali fino al 2025. L’alternativa è aprirsi anche a giocatori con doti più perimetrali: tra i cestisti con esperienza NCAA piaceva - già lo scorso anno - il 24enne Federico Poser, attualmente in A2 a Torino, e con la retrocessione di Trieste si svincola il 25enne Alessandro Lever. Si tratta però di ali forti con qualità frontali e non di uomini d’area.
    Ma negli incastri dei passaporti è percorribile anche l’opzione di modificare le caratteristiche degli stranieri da ingaggiare in funzione del pacchetto italiani. E quindi inserire un italiano con ruolo e caratteristiche diverse da Caruso - eventualmente anche un esterno - per puntare poi su due pivot stranieri.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    È iniziata una nuova era in casa Pallacanestro Varese: il principale sodalizio cestistico cittadino - che ad agosto compirà 78 anni - parlerà tre lingue, sarà consistentemente meno varesino rispetto al passato (pur contando su un simbolo assoluto della varesinità applicata al basket, Toto Bulgheroni) e aprirà almeno potenzialmente la porta, tramite alcuni dei i suoi amministratori entranti, a mondi finora inesplorati.
    Da ieri in sella a piazzale Gramsci c’è un neonato consiglio d’amministrazione, seppur ancora da completare: Luis Scola amministratore delegato, Bulgheroni presidente, Paolo Perego vice-presidente e Mario Vernazza consigliere. 
    Il risultato, cioè un nuovo cda, era atteso e scontato, almeno da quando si è palesata la volontà di aprire la compagine sociale ad altri investitori (il Pelligra Group, peraltro ancora sulla soglia): il “caso Tepic”, tuttavia, ha accelerato i tempi, cambiato i termini nonché gli attori protagonisti e rivoluzionato sensibilmente la linearità degli avvenimenti.
     
    Chiudere tutto e subito
    Chiaro l’obiettivo di Luis Scola nel condurre le danze: dopo il terremoto che ha sconvolto i destini agonistici della squadra guidata da Matt Brase e messo Varese sotto l’attenzione non certo positiva di tutto il movimento cestistico italiano, la ferma intenzione del deus ex machina argentino è stata quella di arrivare a presentare al mondo un nuovo organo di comando il prima possibile. 
    Quanto “il prima possibile”? Prima dell’effettivo avvento della cordata “aussie”, certamente, ma anche prima dell’iscrizione al prossimo campionato. 
    Al di là di tutte le esigenze pratiche contingenti, derivanti dall’assenza di un presidente (vista l’inibizione per tre anni di Marco Vittorelli), lo si può ben leggere anche come un modo per comunicare all’esterno una vera presa di coscienza sulla questione penalizzazione e di un contegno societario non certo “privo di errori”, pur senza sconfessare la posizione originaria del club riguardo all’entità considerata sproporzionata dei provvedimenti comminati. 
    Il testo che ieri ha presentato “urbi et orbi” le contemporanee dimissioni di tutto il precedente apparato - ovvero i già citati Scola, Bulgheroni e Perego, ma anche e soprattutto, visto che non rientreranno, di Marco Vittorelli, del vice-presidente Giuseppe Boggio e del consigliere Thomas Valentino - non ha potuto né voluto spiegare la reale complessità degli avvenimenti.
    Ovvero che le dimissioni dei singoli sono in verità avvenute con tempistiche e meccanismi diversi (leggi per esempio QUI), solo alla fine ricongiunti. Ovvero che ci sono state trattative sulle uscite (alcune di prassi, come le manleve da future azioni di responsabilità) diverse. Ovvero che anche le stesse posizioni e responsabilità all’interno del vecchio Cda sui fatti accaduti negli ultimi mesi sono state diverse, e per alcuni avrebbero meritato dei distinguo, delle sottolineature e dei passaggi pubblici individuali che non sono avvenuti, ancora di più alla luce di quanto ribadito oggi dalle motivazioni della sentenza della Corte Federale d’Appello.
    Le parole ufficiali utilizzate, invece, hanno reso evidente il fine unico di chiudere l'epoca. Senza rilevare differenze tra le persone che ne hanno fatto parte.
     
    Due uscite (su tre) non scontate
    Sui nuovi amministratori, scelti come prescrive il codice civile dall’assemblea dei soci (quindi, allo stato attuale, da Luis Scola, da Varese nel Cuore e da Il Basket Siamo Noi), torneremo fra qualche riga. Prima parrebbe proficuo e onesto non dimenticare il fato di chi ha dovuto prendere la porta senza poter rientrare dalla finestra. Si tratta di due personaggi che hanno caratterizzato - tra gli altri - un’era in cui l’unico traguardo è stato il portare a casa la pelle alla chiusura del bilancio, il resistere, l’esistere. 
    Giuseppe Boggio, CEO della Lasi di Gallarate, vice-presidente di Varese Nel Cuore, uomo di fiducia di Alberto Castelli, rappresentazione plastica del Consorzio nella stanza dei bottoni e “operaio” silenzioso ma imprescindibile della stessa.
    E Thomas Valentino, presidente di Esse Solar, entrato nel cda in uno dei momenti più duri del sodalizio, quello caratterizzato dalle casse mezze vuote del Covid, e collettore (fra sponsorizzazioni e soldi propri) di un’apertura verso le aziende del sud della provincia decisiva - insieme a tutti gli altri noti perni - per la società per restare letteralmente in piedi. Non solo: non è un mistero che lo stesso Valentino abbia dichiarato ai giornali qualche settimana fa di essere in procinto di ampliare il bouquet di sostenitori a lui riconducibili (vedi QUI l’intervista video), cioè da lui cercati ed effettivamente trovati.
    Dove finiranno queste professionalità? Che fine faranno queste nuove risorse, per anni “sudate” e che avrebbero potuto cumularsi a quelle “straniere”? Pare legittimo domandarselo.
    Forse la risposta sta anch’essa nel comunicato di ieri, ovvero nei ringraziamenti finali e in quel “continueranno ad avere un ruolo fondamentale per il continuo sviluppo del club”. La soluzione potrebbe quindi essere la creazione di un organismo operativo snello e senza responsabilità formali, nel quale raggruppare queste e altre figure, come per esempio quelle afferenti a Il Basket Siamo Noi, imprescindibile nel continuare l’opera di restyling societario nell’ambito della responsabilità sociale e nell’essere un collante dalle mille idee con la tifoseria.
    Per due uscite tutt’altro che scontate, una invece lo è stata: non avrebbe potuto avere altro destino l’ex presidente Marco Vittorelli, non fosse altro a causa del provvedimento che lo ha inibito tre anni. 
    Se nella proprietà, anche una volta imbarcato Ross Pelligra, “Varese” rimarrà con un peso del 10% (5% Consorzio, 5% Trust), nell’organo di vertice “Varese” sarà solo ed esclusivamente Toto Bulgheroni, che a ben vedere è anche socio fondatore de Il Basket Siamo Noi e pure consorziato. Sarà quindi lui l’ultimo baluardo della tradizione, il legame con il passato, la garanzia davanti all’azione di investitori che - pur animati da grandiose intenzioni - non hanno alcun “legame di sangue” con questa città e con questa storia. Per questo la svolta è epocale.
     
    I due super manager
    Sulla sua indicazione per il ruolo di presidente non c’è stato bisogno di alcuna discussione nell’assemblea dei soci: promotore Scola (che chiese la sua disponibilità ben prima dello scoppiare del caso Tepic), d’accordo il Consorzio, d’accordo il Trust, d’accordo gli australiani. 
    Attesa anche la nomina di Paolo Perego, peraltro già effettivo del consiglio d’amministrazione da mesi (e infatti anch’egli ha dovuto dimettersi nei giorni scorsi), la cui precedente entrata non era tuttavia mai stata ufficialmente comunicata (e continuiamo a domandarci perché, senza risposta…). 
    Perego ha una storia manageriale che “parla” da sola: 5 anni in Irca, azienda gallaratese leader italiano nella produzione di cioccolato, creme ed ingredienti specializzati per pasticceria artigianale, panificazione e gelateria, prima come Advisor poi come CEO (lo ha sostituito Massimo Garavaglia ad agosto 2022). In precedenza le esperienze in Bacardi e Campari Group. Non va dimenticato il contributo de Il Basket Siamo Noi nel coinvolgerlo e nell’appassionarlo alla causa prealpina: tutto in fondo iniziò davvero due anni fa, quando proprio in Irca si tenne una serata che vide salire sul palco Scola e Javier Zanetti.
    Mario Vernazza è invece un’autentica sorpresa. E va conosciuto meglio. Socio di Celtic Asset Management - società di gestione patrimoniale immobiliare indipendente, partner operativo e consulente strategico di player internazionali - prima di acquisire la stessa ha collezionato ruoli in altre imprese di gestione della ricchezza per conto terzi, tra cui Ernst & Young e Pirelli Real Estate. Vernazza è però anche sport and performance coach, con tanto di Master di 4 anni in Psicologia dello Sport, ed è in quest’ambito che nella stagione uscente ha già collaborato con Pallacanestro Varese. All’indicazione del suo nome si sarebbe arrivati per volere sia di Luis Scola che di Toto Bulgheroni.
    Quando infine diventerà ufficiale la nuova compagine societaria e la conseguente nuova distribuzione delle quote (45% Luis Scola, 45% Pelligra Group e 10% (5+5) “Varese”) ai neo-nominati amministratori se ne aggiungeranno altri 3 indicati proprio dagli australiani. Il cda definitivo sarà infatti di sette componenti e dovrebbe quindi contare anche su Giovanni Caniglia e probabilmente sullo stesso Ross Pelligra, più un terzo uomo ancora da loro designato.
    Ciò avverrà certamente dopo la scadenza dei termini per il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni (cui la “nuova” Varese non adirà), vera cesura tra il prima e il dopo. Oggi ancora di più.
    Fabio Gandini

  • simon89
    Confermata l’afflittività della pena per frode e illecito sportivo, rimodulando l’entità della penalizzazione per evitare una sostanziale “reformatio in pejus” rispetto alla decisione del Tribunale Federale della FIP.
    Così la Corte Federale d’Appello ha motivato la riduzione da 16 a 11 punti della pena per il caso Tepic: oggi, venerdì 26 maggio, sono state pubblicate le motivazioni della decisione che ha tolto i playoff dall’Openjonmetis, avvicinandola però all’obiettivo salvezza (5 punti in meno uguale 4 posizioni in più, con la permanenza in serie A conquistata grazie alla vittoria del 30 aprile contro Scafati).
    All’atto pratico la Corte Federale conferma la sostanza della sentenza di primo grado, rimodulando la penalizzazione in funzione della classifica del campionato al 26 aprile anziché al 13: i 4 punti ottenuti sul campo dall’OJM battendo Trieste e Brindisi hanno dato la possibilità ai giudici di ridurre il peso della condanna. L’afflittività della pena nell’escludere Varese dai playoff resta alla luce della gravità delle accuse; gli 11 punti irrogati bastano allo scopo, “ad evitare che essa si risolva in una sostanziale reformatio in pejus”, ossia una condanna più grave rispetto al primo grado.
    All’atto pratico il meno 16 avrebbe fatto retrocedere Varese (che con la conferma del primo verdetto avrebbe chiuso la stagione a 18 punti all’ultimo posto), il meno 11 le ha tolto i playoff ma evitato casi peggiori, dato che sia in primo che in secondo grado i giudici FIP avevano rigettato la richiesta della Procura di penalizzare l’OJM di 24 punti, condannandola alla retrocesione aritmetica in A2.
    Esattamente 30 giorni dopo il «tiro da 5 punti» messo a segno dal collegio difensivo Capellini, Bianchi, Falasca e Terzaghi, si entra maggiormente nel merito della sentenza. Inutilizzabile ai fini processuali l’accantonamento prudenziale da 70mila euro per il debito residuo con Milenko Tepic del quale due membri del vecchio CdA avevano dato conto tra la sentenza di primo e secondo grado: la difesa in occasione del dibattimento al Tribunale Federale aveva sostenuto infatti che la Pallacanestro Varese fosse all’oscuro del lodo FIBA intentato dall’ex giocatore visto per due mesi in biancorosso nel 2018/19.
    Tesi peraltro contraddetta nei fatti dalla comunicazione effettuata dalla società il 6 maggio 2022 al Tribunale FIBA di Ginevra, nella quale chiedeva una proroga per costituirsi come controparte nel’arbitrato: evidente come la società biancorossa fosse a conoscenza dell’istanza presentata da Tepic (se poi a conoscenza ne fossero tutti i dirigenti o i membri del CdA è un discorso diverso, ed è stato oggetto dell’indagine interna effettuata nelle scorse settimane). Pertanto in secondo grado il team legale, non potendo sconfessare la precedente versione resa in primo grado dall’ex presidente Marco Vittorelli, ha dovuto puntare su questioni interpretative del manuale delle licenze e sul fatto che anche col debito nei confronti di Tepic, l’Ojm sarebbe rientrata nei parametri economici necessari per l’iscrizione al campionato.
    Anche queste tesi difensive però non hanno convinto la Corte Federale, che ha confermato la condanna per frode ed illecito sportivo per la falsa dichiarazione attestante l’assenza di debiti nei confronti di tesserati con possibili lodi FIBA. Secondo la Corte Federale, per essere ammessa alla serie A 2022/23, Varese avrebbe dovuto pagare Tepic prima del rilascio della licenza (dunque entro i primi di luglio); non essersi costituita presso il tribunale FIBA è stata una sorta di “tattica dilatoria” per ritardare il pagamento di un debito esistente anche se ancora non scaduto (la sentenza favorevole all’ex giocatore serbo è del 25 ottobre 2022).
    Le motivazioni spiegano anche il tanto contestato passaggio sul “danno di immagine” creato dal comportamento della Pall.Varese: “Nel determinare la sanzione, il Tribunale ha applicato l’aggravante della lesione all’immagine al movimento cestistico nazionale, certamente riscontrabile nella fattispecie oggetto di procedimento nella quale una delle più prestigiose società di Serie A, conosciuta anche all’estero per le sue partecipazioni alle Coppe europee, ha ottenuto artificiosamente, con dichiarazione inveridica, il rilascio della licenza per la stagione 2022/2023, nonchè l’aggravante della gravità del fatto chiaramente emergente dalla ricostruzione dei comportamenti tenuti dalla società”.
    Perchè la sentenza attuale passi defnitivamente in giudicato senza ulteriori ricorsi – presentabili da Pallacanestro Varese, che ha deciso di rinunciare ad ogni ulteriore passo giudiziario dopo la salvezza, o dalla Procura Federale che non sembra averne l’intenzione – bisognerà attendere 30 giorni dalla pubblicazione delle motivazioni (la data che fa fede è quella dell’8 maggio, quando la società biancorossa aveva ricevuto il documento disponibile da oggi sul sito della Fip). Una volta archiviato definitivamente il caso, si potrà provvedere alla ratifica formale degli accordi già definiti nelle scorse settimane con il Pelligra Group.
    Giuseppe Sciascia

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