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VareseFansBasketNews

  • simon89
    Sarà con ogni probabilità Keifer Sykes il sostituto di Nico Mannion nel ruolo di playmaker dell’Openjobmetis. Il club biancorosso è vicinissimo ad un colpo di alto livello con un giocatore che ha trascorsi tra NBA ed Eurolega, sfruttando i buoni uffici di Luis Scola col 31enne playmaker nativo di Chicago, che era stato suo compagno nel 2019/20 all’Olimpia Milano.
    Per Sykes, attualmente inattivo, è pronto un investimento importante, reinvestendo una bella fetta del “tesoretto” liberato con la cessione del Red Mamba: il regista di classe 1993, attaccante elettrico ed esplosivo con garretti d’acciaio a dispetto della taglia normale (180 centimetri per 77 chili), avrebbe una intesa di massima con la società varesina.
    Sykes esplose in Italia nella stagione 2018/19 con la maglia di Avellino, chiudendo a 17,2 punti e 4,1 assist di media; dopo una tappa in Cina, a fine 2019 firmò all’Olimpia nella stagione sospesa a marzo 2020 per il Covid, facendo la conoscenza di Luis Scola che ha riaperto i contatti negli ultimi giorni. Al suo attivo ci sono anche 32 gare NBA con la maglia degli Indiana Pacers (5,6 punti e 1,9 assist nel 2021/22).
    Nelle ultime due stagioni Sykes ha giocato in G-League (8,2 punti e 3,2 assist di media nel 2023/24 tra Long Island Nets e Windy City Bulls), anche a causa di un contenzioso legale con la precedente agenzia che ne aveva bloccato il tesseramento nell’area FIBA. Sbloccato quel problema burocratico, le parti sarebbero ultimando i dettagli di un accordo che in caso di fumata bianca potrebbe portare Sykes a Varese la prossima settimana.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’Openjobmetis aspettava il sì di Alex Tyus per rinforzarsi sotto i tabelloni. Ed è arrivato nella serata di oggi, martedì 5 novembre. Il 36enne centro statunitense con passaporto israeliano, veterano di lunghissimo corso in Eurolega, ha chiuso la trattativa con il club biancorosso.
    Il veterano di classe 1988 ha un pédigrèe di altissimo livello con trascorsi al Real Madrid e all’Efes Istanbul. Nel suo pàlmarés personale ci sono 3 titoli in Israele col Maccabi Tel Aviv, dove vinse anche l’Eurolega nel 2013/14, più una Coppa di Francia a Villeurbanne. E una Supercoppa italiana nel 2012/13 a Cantù. I chilometri nel motore sono decisamente tanti per il giocatore inattivo da maggio 2024, che nell’ultima stagione ha prodotto 7,8 punti, 4,8 rimbalzi e 1,3 stoppate in 21 minuti di media al Runa Mosca della VTB League, e poi concluso l’annata in Israele giocando l’ultimo scorcio e i playoff all’Hapoel Gerusalemme.
    Ma una Varese in cerca di leadership ed esperienza per dare consistenza anche mentale ad un gruppo “slabbrato” ha deciso di puntare sulla sua esperienza, anche come tutor di Kaodirichi Akobundu-Ehiogu che non verrebbe chiuso completamente dall’eventuale arrivo di Tyus. Oggi, l’auspicata fumata bianca in attesa di individuare anche il playmaker straniero che rimpiazzerà Nico Mannion.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    IL COMMENTO DI FABIO GANDINI
    Inadeguati. Dal punto di vista tecnico innanzitutto, perché su un parquet la prima cosa da dimostrare è saper reggere il confronto nel gioco.
    Ma quale confronto? Oggi Trieste è parsa i Lakers dello Showtime, divertente e divertita contro un'avversaria di alta B nazionale... Non c’è difesa e non c’è possibilità di reggere a rimbalzo, ma questo lo sapevamo. La cattiva nuova del PalaTrieste è stata l’attacco: la debacle - contro una squadra che è tutto tranne che una compagine di mastini in retroguardia (poi i vari Brown, Brooks e compagnia cantante sanno anche difendere, quando vogliono…) - ci ha consegnato una manovra di una sterilità al limite dell’imbarazzo, un’imprecisione immanente sia da sotto che da fuori, la mancanza di regia, una messe di palle perse che hanno plastificato il concetto di confusione, lo scollamento tra gli uomini, l’incapacità di trovare un qualsivoglia vantaggio dai movimenti, dai passaggi, da ogni traccia seguita.
    La prestazione offensiva peggiore degli ultimi tre campionati.
    Inadeguati. Dal punto di vista mentale, pure: e questo è ancora più grave. Librizzi e compagni sono stati spazzati via dal campo in tre minuti, sono stati scherzati dagli avversari con passaggi dietro la schiena e sotto le gambe, hanno subito la goleada senza colpo ferire, sono apparsi inermi, depressi, sopraffatti dentro, spenti di un buio profondo, forse inguaribile. 
    «Coach, una parola che può definire la nostra gara? Vergogna». Lo ha detto Herman Mandole, poco fa, nella conferenza stampa post-gara. E non ci sarebbe nulla di altro da aggiungere. Se non che forse, ad ammettere la cruda ma semplice verità, e a spiegarla, soprattutto, dovrebbero essere prima altri.
    Perché la sconfitta contro la Trieste di Ross, Brown (Markel), Reyes e Arcieri suona ancora più crudele delle altre nel sottolineare un concetto che in questi anni si è perso pericolosamente per strada nella Varese del basket. Il seguente: molto più dell’idea, a contare sono gli uomini.
    La Pallacanestro Varese dell’era Scola, finora, ha invece dimostrato di credere all’esatto contrario.
    E i risultati - sempre più disastrosi - si stanno vedendo...
    Fabio Gandini

  • simon89
    L’Openjobmetis crolla sotto il peso delle sue molteplici inadeguatezze nella sfida contro gli ex in forza a Trieste. La peggior Varese della stagione inaugura con una sconfitta pesantissima l’era post-Nico Mannion. Dopo due gare gagliarde all’Itelyum Arena senza il suo capitano, la truppa di Mandole viene travolta dalla marea atletica dei giuliani, che mettono a nudo i limiti di una squadra attualmente senza capo né coda. Differenza solare tra la seconda forza Trieste e una Varese che deve assolutamente trovare due rinforzi di spessore sul perimetro e sotto canestro per non sprofondare in serie A2: l’OJM del PalaRubini è nettamente la peggior squadra tra le 16 del campionato, nella serata in cui non trova ritmo perimetrale (8/33 da 3 contro il 16/31 dei padroni di casa) non regge il campo contro un’avversaria solida e completa (eloquente il 75-134 in termini di valutazione statistica). E se l’attacco non funziona, con difesa e rimbalzi “more solito” senza nerbo, si sprofonda malamente con un atteggiamento di preoccupante mollezza...
    MAI IN PARTITA
    Partita sostanzialmente mai iniziata col 17-2 a cavallo fra il primo e il secondo quarto a lanciare già a più 21 i padroni di casa. La prima uscita col 6+6, riportando a referto un Gabe Brown offensivamente tonico ma difensivamente ectoplasmatico more solito, è un disastro senza se e senza ma. Difesa inconsistente, presenza a rimbalzo inesistente, e mani gelide dall’arco: un cocktail velenoso per una OJM che incassa un ceffone durissimo davanti agli occhi dell’ex capitano Giancarlo Ferrero (doppio ex vista la promozione conquistata nel 2023/24 in terra giuliana). Rinforzi necesse est per dare una spina dorsale a una squadra che senza la spinta di Masnago viene spazzata via come un fuscello nella tempesta: leggera di corpo, di gambe e di testa, con il neocapitano Librizzi che prova almeno a salvare la faccia in una partita assolutamente totalmente vuota sul piano agonistico.
    GAP NETTISSIMO
    Troppo netto il gap di qualità nei confronti di una Trieste che domina sin dall’avvio con l’ex Markel Brown e Valentine (16-6 al 4’); il sussulto di Gabe Brown (produzione di punti che non pesano) vale il 19-15 del 7’, ma Hands e Harris combinano solo pasticci con la palla in mano. E sul 38-17 del 13’ la gara si può già considerare conclusa: poi è monologo casalingo, col 50-32 di metà gara e una progressione che raggiunge il più 25 in avvio del quarto periodo. Peggio di così, oggettivamente, non è possibile: domenica a Masnago arriverà la Virtus Bologna, o arriva una scossa decisa – non solo dal mercato, che difficilmente porterà rinforzi in tempo – o sarà meglio preparare il pallottoliere...
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’Openjobmetis ha ceduto Nico Mannion all’Olimpia Milano. Accordo raggiunto nella notte di giovedì 31 ottobre tra Varese e i campioni d’Italia in carica: prima della partenza di Luis Scola per l’Argentina, la società biancorossa e l’EA7 hanno trovato la quadra nella lunga telenovela per il trasferimento del Red Mamba. Il punto di caduta economica per il buyout sarebbe stato raggiunto a metà tra i 200mila euro della prima offerta di Milano ed i 600mila della prima richiesta di Varese. Dopo le schermaglie dei giorni scorsi, si è raggiunto un accordo che accontenta tutti: l’Olimpia che voleva un play italiano per l’oggi e il domani (contratto lungo, fino al 2028?), Mannion desideroso di tornare in Eurolega, e l’OJM che riceve un buyout importante da reinvestire ora sul pivot straniero da ingaggiare. E sull’inevitabile passaggio al format 6+6, con l’arrivo di un play straniero per rimpiazzare il suo capitano. Il giocatore del 2001 non è presente al Campus stamattina, venerdì 1 novembre, all’allenamento dell’OJM: il trasferimento sarà formalmente operativo da lunedì 4 novembre, con Mannion al debutto in Eurolega in occasione del match del 7 novembre contro il Real Madrid. Ma per Varese la vicenda Mannion si è chiusa stamattina: è il caso di dire, finalmente.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’Openjobmetis riavrà Nico Mannion a Trieste, e anche oltre. Ritirata l’offerta di Milano per prelevare il Red Mamba da Varese: nella prima serata di ieri, mercoledì 30 ottobre, il club tricolore avrebbe comunicato alla controparte che i 300mila euro proposti come buyout per rilevare il contratto del capitano biancorosso (per il quale era pronto un accordo fino al 2026) sono destinati ad altre priorità.
    IL CAMBIO DI ROTTA DELL’EA7
    L’infortunio inguinale riportato sabato scorso da Shavon Shields parrebbe più grave del previsto. E ciò avrebbe indotto l’EA7 a dirottare il budget stanziato per l’operazione Mannion sulla necessità di trovare un sostituto della stella danese. Pertanto l’offerta per il giocatore biancorosso non è più valida; in ogni caso Varese non l’aveva accettata fissando l’ultimo prezzo a 500mila euro, dopo aver sondato senza riscontri positivi la disponibilità di Giordano Bortolani a entrare nella contropartita tecnica per ridurre la richiesta economica di buyout. Ma ora come ora la trattativa è saltata: la necessità di intervento è concentrata su un altro reparto. Potrebbe arrivare una nuova offerta più avanti? L’interesse dell’Olimpia di aggiungere un playmaker italiano per inserire Armoni Brooks nel parco dei sei stranieri “da campionato” non è venuto meno. Ma ad oggi Mannion resta, fino a nuovo ordine.
    E IL RED MAMBA CHE FA?
    Ieri il capitano è tornato ad allenarsi col gruppo, riportando però una nuova (ma leggera) “scavigliata” all’articolazione infortunatasi lo scorso 13 ottobre a Trento. Ai box anche Davide Alviti, a letto con l’influenza. Sfumata almeno per ora la chance Milano, il Red Mamba rimane a tutti gli effetti un giocatore dell’OJM: obtorto collo o meno lo vedremo, verosimilmente già domenica a Trieste quando tornerà a disposizione di Herman Mandole. Sarà però l’unica novità rispetto alla gara contro Pistoia: i tesseramenti per la sesta giornata chiuderanno alle 11 di stamattina causa la festività di domani, e non ci sono evoluzioni in vista sul fronte centro.
    APERTURE USA SOTTO CANESTRO
    L’impasse sul fronte pivot “vistato”, con Pauly Paulicap precettato da Treviso (domenica giocherà contro la Virtus Bologna), ha indotto l’OJM ad allargare gli orizzonti della ricerca anche agli extracomunitari. Sondaggi a tutto tondo su un americano per il quale utilizzare il settimo visto, almeno prima della svolta ulteriore del caso Mannion, in un ruolo dove cerca mezza Europa (ben 17 club del Vecchio Continente e quattro in Italia: Scafati, Treviso e Pistoia oltre all’OJM). L’ipotesi Paulicap è congelata e non tramontata, ma le tempistiche dipendono dalla rapidità con la quale la Nutribullet troverà un sostituto. E Anžejs Pasečņiks, pivot lettone accostato ieri a Varese? Mai considerato qui (non rim-protector né rimbalzista), né il fresco taglio di Milwaukee ha mai considerato l’OJM (costo minimo 30mila euro al mese, sta parlando con Valencia).
    Giuseppe Sciascia

  • banksanity6
    Dopo il nubifragio delle prime quattro giornate, un timido, pallido raggio di sole filtra tra le finestre del Lino Oldrini. Finalmente Varese riesce a mettere in cascina 2 punti che sbloccano una enpasse che stava diventando drammatica. Sia ben chiaro, per uscire dalla crisi serve ben altro, in primis far chiarezza sulle posizioni di chi è in bilico tra un ruolo da protagonista/leader tra le prealpi e la chiamata danarosa che offre palcoscenici nobili nella metropoli. Poi puntellare la problematica dei rimbalzi e della difesa che solo a tratti riesce a dare l’intensità e l’aggressività voluta dal suo allenatore (e dai suoi tifosi). Ieri l’imperativo era vincere, e seppur con qualche patema d’animo nel finale è stato fatto, ma la strada da percorrere è ancora lunga ed insidiosa soprattotto pensando alle cose che vanno ancora registrate. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Akobundu-Ehiogu 4,5 : ok le potenzialità ma questa OJM quanto può permettersi di aspettare ancora il lungo nigeriano? Siamo già oltre alla deadline e se si vuole in parte raddrizzare una situazione precaria serve correre ai ripari almeno trovando chi dia maggiori garanzie di affidabilità e solidità di Kao. SCONFORTANTE
    Harris 6 : il forfait di Nico fa decidere coach Mandole di schierare Jordan nei giocatori a referto per coprire il reparto dei piccoli rimasto ai minimi termini. Ancora molte, troppe incertezze anche se i freddi numeri sembrerebbero raccontare un’altra realtà. FALSE STORY
    Alviti 8,5 : già i segnali che lo vedevano in ripresa si erano visti con Tortona (gancio al mento escluso). La prestazione di ieri è stata a dir poco sontuosa. Difesa, rimbalzi, garra, e tanta sostanza dal punto di vista realizzativo con ottime percentuali che hanno parzialmente nascosto le lacune dei suoi compagni apparse ancora evidenti. SALVATORE DELLA PATRIA
    Gray 7 : finalmente una prestazione convincente per un Gray che lascia il segno in difesa e che è super reattivo a rimbalzo, soprattutto d’attacco e che poi riesce anche a convertire in canestri pesantissimi. Se avesse messo qualche punto dalla lunga distanza sarebbe stato quasi perfetto. GRAFFIANTE
    Librizzi 6,5 : Libro viene in un colpo solo promosso nello starting five e con i gradi da capitano. Un ulteriore step in una crescita per Matteo che conferma quanto di buono aveva fatto vedere contro Trapani. Probabile che non sia ancora pronto per indossare i panni del play titolare ma se affiancato ad un regista solido può sicuramente rendersi utile alla causa. PROMOSSO
    Virginio N.E.
    Assui N.E
    Fall 7 : il lungo di origini senegalesi per la seconda partita consecutiva da segnali di risveglio e anzi, si fa preferire di gran lunga rispetto al titolare. Concentrato e applicato, senza far cose eccezionali si fa apprezzare per impegno e anche qualche buona difesa. RISCATTATO
    Hands 6,5 : una cosa è chiara. Una volta perso (a breve per sempre) Mannion, questa squadra non può prescindere dal rendimento di Jaylen. Sembra chiara la sua difficoltà nel gestire le transizioni palla in mano per cui un aiuto in regia, oltre a Librizzi è d’obbligo. Esagera spesso nel palleggio in isolamento e deve limitare le perse sanguinose ma rimane il giocatore con più talento nella Varese operaia. DIAMANTE GREZZO
    Johnson 6 : Nino viene catapultato nella mischia facendo restare in tribuna Brown. Scelta forse più per dare un segnale che il problema principale di Varese non è l’attacco ma la difesa. Il nuovo arrivato fatica a mettersi in ritmo anche se come fisicità e impegno difensivo è subito un upgrade. LOTTATORE

  • simon89
    IL COMMENTO DI FABIO GANDINI
    I numeri non mentono nella pallacanestro, nemmeno quando sono risicati. Miglior difesa della stagione (con 95 punti all’attivo parrebbe una forzatura, ma sic est…), non tanto in generale, ma in alcuni frammenti che poi sono stati utili nel conto totale (il primo e il terzo quarto sono stati i meno bucati dagli avversari dall’inizio del campionato). E poi rimbalzi: oggi Varese non solo ha tenuto, ma ha addirittura vinto la battaglia nelle carambole (34-31).
    Sì ma che fatica… Nonostante lo 0 in classifica finalmente cancellato, negli occhi rimangono ancora le amnesie iniziali che hanno fatto presagire un’altra catastrofe, i parziali presi come fossero sorsate d’acqua fresca e il finale pieno di paura e di un pizzico di dabbenaggine, a mettere a repentaglio una “w” già scritta e soprattutto la differenza canestri contro una rivale salvezza.
    Questo passa il convento, d'altronde… I “frati” che oggi meritano l’elogio sono tutti operai, l’anima che dovrà rimanere dopo la rivoluzione, gli uomini che hanno capito cosa ci aspetta in fondo alle sconfitte, quelli che sentono l’urgenza della situazione, l’umore della piazza, il “pianto” e la “rabbia” di una Masnago continuamente profanata. Da qualche anno se ne trovano a fatica, di uomini così, nei roster biancorossi, costruiti più sull’idea che sugli uomini…
    Al novero dei soldati necessari a non affondare non appartiene - è arrivata una conferma che nemmeno era necessaria - Nico Mannion, il quale la barca biancorossa l’ha abbandonata già da mesi. Le favole non esistono o di certo non hanno come protagonista il Red Mamba, rimasto quest’estate alla corte prealpina semplicemente per mancanza di offerte convenienti, e dal punto di vista economico, e da quello sportivo. Difficile scriverlo prima, per non rovinare i sogni legittimi dei tifosi, più facile farlo adesso, al secondo n.e. consecutivo chissà quanto davvero giustificato dalle condizioni fisiche: i nostri dubbi sono suffragati da tante voci, che serpeggiano da fuori ma soprattutto da dentro la società…
    La sua partenza per Milano risolverà una serie di equivoci: Mannion non è da Varese per il suo status economico, perché dalla sua conferma (400 mila netti) sono nate tutte quelle scommesse che non stanno funzionando; Mannion non è da Varese dal punto di vista tecnico, perché al suo talento incommensurabile corrispondono dei “buchi” che in una grande squadra qualcuno coprirebbe, qui invece rimangono tali; e Mannion non è da Varese neppure dal punto di vista dell’ardore, della capacità di trascinare i compagni, di tenere dritta la barra: il Red Mamba non ha voglia di stare sotto al Sacro Monte a mangiare l’antitesi del cioccolato e a lottare su ogni pallone per tenere la Openjobmetis in Serie A. 
    Varese non gli appartiene, è per lui una tappa come lo è per qualsiasi americano, si sente ed è superiore al contesto, pensa solo a se stesso e alla sua carriera.
    Arrivederci e grazie (ma solo per l’anno scorso).
    E ora (sperando che la trattativa con Milano non vada troppo per le lunghe e soprattutto sia congrua per la società, che non aspetta altro…)? I dubbi rimangono atroci, anche dopo questa vittoria. Con Spencer, che arriverà e sarà l’altro puntello necessario sotto canestro, gli stranieri diventeranno 7: o si passa al 6+6 (e si taglia uno straniero), soluzione che aumenterebbe provvidenzialmente anche il numero dei visti disponibili, oppure si rimane - ma come, se va via Mannion? - al 5+5 e di stranieri se ne tagliano due… E chi? E a Spencer chi farà posto? Questo Kao non serve neppure come riserva, visto che oggi è riuscito a essere peggio - ma molto peggio - del buon Aka Fall. E chi al posto di Mannion? Non ci direte che il go-to guy diventerà questo Hands, che oggi per 20 minuti è parso uguale a Nico... in difesa… E Bortolani può essere una contropartita tecnica adeguata? E Brown come avrà preso l’esclusione di oggi (spoiler: malissimo)?
    Domande dal fango, in cui ancora ci troviamo.
    Fabio Gandini

  • simon89
    Il ghiaccio è rotto, e siamo tutti contenti, ma la prima vittoria della Openjobmetis regala un sorriso a metà, un urlo quasi strozzato nella gola dei tifosi. “Conta solo vincere”, dicevamo in sede di presentazione e quindi l’obiettivo numero uno è raggiunto con 7 punti di margine, né tanti né pochi in proiezione futura (102-95). Il modo in cui, però, Varese ha incamerato i due punti non consente voli pindarici.
    La squadra di Mandole è scappata in avanti due, tre, quattro volte con break importanti e momenti brillanti in attacco, ma come era accaduto nelle partite precedenti, i blackout sono stati altrettanto potenti. L’ultimo poi, fa riflettere: Varese è passata da +15 a +2 (da 95-80 a 97-95) in 2′ di gioco facendo saltare le ultime coronarie rimaste sane tra il pubblico. E lo ha fatto commettendo una serie di errori e di scelte da mani nei capelli: dalla rimessa in attacco dopo timeout (regalando 10” al cronometro) alla decisione di tenere in panchina Librizzi togliendo così il miglior trattatore di palla della squadra.
    Roba da matti, che Mandole ha spiegato in sala stampa senza – onestamente – convincerci con la sua versione. Roba che poteva costare carissima in una partita dove di esperimenti, per forza di cose, se n’erano già fatti molti. Fuori Mannion, nemmeno a referto (valigia pronta, a questo punto?) e per questo Harris convocato così come Gray mentre la vittima del turnover è stato Brown. Azzardo, senza dubbio, anche se alla lunga ha pagato perché il riccioluto americano ha lavorato bene a rimbalzo e azzannato in difesa, segnando 14 punti. Piuttosto, è da dimenticare l’esordio di Jaron Johnson anche se la sua prova è perdonabile dopo appena due allenamenti.
    Bisogna anche dire che Varese per la prima volta ha vinto la lotta a rimbalzo, 34-31, senza lasciare alcuna carambola in attacco a Pistoia nel secondo tempo dopo le 8 della prima metà. Se sarà un’inversione di tendenza lo vedremo in altri momenti: incassiamo la notizia positiva affiancandola alla prova di Fall che (pur con un solo punto) è stata molto migliore di quella di Akobundu. Disastroso, impalpabile e forse in questo momento sulla lista “nera”, specie se arriverà davvero Spencer.
    Chiusura dedicata al migliore in campo, Davide Alviti: 29 punti, mano bollente dall’arco (6/10) e tanto lavoro in generale. Con Librizzi è stata l’ancora di salvezza di Varese in una partita-salvezza, e settimana prossima proverà a ripetersi contro la sua ex squadra, Trieste. Che di ex varesini ne ha a bizzeffe, dentro e fuori dal campo. Bene arrivarci con due punti in tasca.
    PALLA A DUE – Il prepartita racconta, da solo, il momento tremendo di Varese. Mannion non è a neppure a referto – cosa fatta Milano? – e si siede solo all’ultimo accanto alla panchina. Il turnover punisce a sorpresa Gabe Brown: dentro Harris e Gray che va in quintetto accanto all’acclamato Jaron Johnson. Dopo una vita, il conto del pubblico si ferma sotto quota 4mila, compreso un drappello dalla Toscana. Coach Calabria è al suo posto in panchina ma – dopo le recenti polemiche – a dirigere la squadra è il vice, Della Rosa.
    LA PARTITA
    Q1 – L’avvio è terribile: Varese non segna e lascia praterie a Pistoia che in una manciata di minuti si ritrova avanti 2-11 tra il gelo di Masnago. Mandole chiama presto timeout e la scossa arriva: Librizzi arma la mano, segna 6 punti (tripla e liberi) e dà il là a una rimonta che poi prosegue perché la difesa lavora e Alviti si scatena da fuori. La OJM ribalta il punteggio fino al 26-18 del 10′.
    Q2 – Ancora Alviti, scatenato, trascina la Openjobmetis al massimo vantaggio (34-20) davanti a un pubblico che finalmente si spella le mani e sostiene la squadra per l’impegno. Ma è troppo presto: la seconda metà del periodo è di nuovo da tregenda tanto che Pistoia prende la rincorsa con Saccaggi e Della Rosa a ispirare una rimonta che sfocia in un sorpasso prima della sirena, 47-50. E in tribuna tornano i brividi e i dubbi.
    Q3 – Giocato nel secondo periodo il “jolly alla rovescia”, stavolta il terzo quarto sorride a Varese che inizia con un 7-0 di parziale con prima tripla di Hands. L’Estra risponde qua e là, resta attaccata fino a metà tempo poi subisce di nuovo l’uragano Alviti, 14 punti in 6‘ di impego. Sul tabellone si apre una voragine, 76-59, anche se le ultime due azioni di Pistoia (0-5 in mezzo a due dabbenaggini di casa) non lasciano presagire una chiusura facile.
    IL FINALE – E invece la OJM stavolta sembra davvero poter navigare con un po’ di tranquillità sino al termine del viaggio. Pur senza Kao (stracciato da Brajkovic e seduto con 4 falli) e pur con il quinto fallo di Johnson, la squadra di Mandole viaggia sicura fino al minuto 38′ con Gray ed Harris bravi a volare a canestro e con Fall attento a rimbalzo. A 2’10” dalla fine i liberi di Alviti scrivono 95-80. Finita? Macché: Varese sbaglia tutto, Mandole va in bambola con scelte autolesioniste, Harris deraglia in palleggio e Pistoia non sbaglia più. Christon punta il canestro in velocità, Silins colpisce dall’arco mentre Hands balbetta in lunetta (2-4). Della Rosa segna addirittura il -2 in entrata (97-95), poi un antisportivo su Fall lanciato a schiacciare (1-2 ai liberi) e due personali di Hands scacciano le paure. Che si dissolvono solo sulla schiacciata di Jaylen per il 102-95.
    Damiano Franzetti

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