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Per scacciare i cattivi pensieri serve la partita della vita


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Un'altra fulgida figura è scomparsa portando lutto a una leggenda. Quella di una Pall. Varese che diventò potente nel mondo sotto la regia di Giancarlo Gualco astuto e illuminato stratega, impareggiabile e unico nell'intrecciare mirabilmente realtà e sogni, ben oltre le risorse di una famiglia dominante e dichiaratamente ambiziosa come quella dei Borghi. Per vincere non bastava chiedere s'el custa e poi cumprà, avendo i dané, bisognava possedere fiuto nello scovare lo straniero giusto che, in tempi nei quali marketing, scout e comunicazione non esistevano, andava scoperto all'altro mondo, persino tra Messico e nuvole come nel caso di Raga, inimmaginabile come assoluto talento. Anni dopo fu scoperta in Pennsylvania quella formidabile macchina da canestri targata Bob Morse, prescelto sostituto di Raga in campionato per decisione di quel cranio di Nikolic che, incurante delle perplessità della tifoseria , innamorata del messicano, ebbe ragione da vendere. Due scommesse storiche, vinte alla grande da Gualco, un intenditore di uomini, avendo puntato su allenatori che, come lo stesso Nico Messina, un preparatore atletico prestato alla squadra degli juniores, diventarono vincenti. Togliendo un po' di polvere dal tempo dovendo affettuosa riconoscenza a Giancarlo, ci sovviene così la memoria d'un passato che, ancorché irripetibile, collide con l'odierna realtà, fortemente, pressante per incertezza e preoccupazione. Come evoca la gara di oggi tra Pesaro e la Cimberio che, sbrigativamente, qualcuno, per timore di sventure, potrebbe definire una sfida salvezza. In verità se non aleggiasse quel pessimismo, dovuto a mediocrità o pochezza, esibita, senza fine, da De Nicolao (foto Blitz) e soci, apparsi come unArmata Brancaleone nelle ultime giornate, non sarebbe appropriata tanta drammaticità a una situazione che, pur critica, lascia spazio agli scongiuri mancando ancora sette giornate alla conclusione del campionato con ben cinque formazioni che, con Varese, si battono per sottrarsi ad estremi pericoli. La stessa Montegranaro, fors'anche più rassegnata di altre a un certo destino sul campo, a dire di Recalcati, prefigura una salvezza a tavolino per le tante e catastrofiche voci sul conto di Siena che potrebbe essere liquidata al tirar delle somme (del suo bilancio). Nel frattempo la classifica è impietosa per Pesaro e Varese. Se dovessimo valutare il confronto di oggi, soltanto per temperamento e intensità, soprattutto per adeguatezza a una lotta senza quartiere, si rischia di pensare male, tuttavia per discontinuità osiamo confidare in una Cimberio da partita della vita per volgere a suo favore un destino, diventato angosciante. Quattro sconfitte consecutive, non a caso, stanno a testimoniare una mediocrità, parsa senza fine, d'una squadra in caduta libera, priva di un leader e di personalità. Ma, come s'è detto, oggi, ci vuole un bell'atto di fede se non un credo di stampo religioso, pur facendo attenzione a possibili eresie, nelle spettanze di una Cimberio d'impeto, scoppiettante e audace, soprattutto convinta di piazzare un colpo vincente che non le è certo sconosciuto visti i suoi successi a Cremona, Reggio Emilia e Venezia per dire di queste ultime due formazioni, battute pure sul campo neutro di Casale. Restando nel campo delle nostre analisi che, condivise o no, hanno un filo conduttore attraverso il tempo, a differenza di chi segue l'onda passando con disinvoltura dall'esaltazione alla maledizione, non ci sembra Pesaro portatrice di una potenzialità superiore, apparendo battibile, almeno da una Cimberio dignitosa o decorosa qualora talune sue qualità individuali scavalchino quei noti limiti d'insieme, com'è accaduto nelle prove citate e in altre, apprezzate pur nella sconfitta. È altrettanto vero che quelle soddisfacenti esibizioni hanno avuto la tenuta di una bolla di sapone ma, a volte, tornano...[/size][/font][/color]


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