[color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Fermi un giro si possono capire molte cose. Innanzitutto le ragioni, anche più recondite, di tale stop, quindi la realtà che sta attorno, o meglio sotto, molto istruttiva sul conto delle maggiori antagoniste. Basti pensare a Sassari sempre più Diener-dipendente, a Siena in forte crescita, a Cantù in bolletta di titolari per infortuni e a un'Armani più chiacchierata della Minetti. Ha invece nulla da aggiungere o da recriminare questa Cimberio che, pizzicata in certezze e amor proprio, può trasformare l'avversa esperienza romana in un patrimonio di maturità dentro la sua meritata nicchia. Oggi riceve un'infida Montegranaro, poi - sotto Natale - farà visita a Milano per farsi un regalone. I marchigiani non sono fulmini di guerra ma sono stati capaci di far saltare il banco delle scommesse con un paio di colpacci. Insomma qualche speranza la covano, animati da un tecnico non qualunque come lo è Carlo Recalcati e non solo per la sua storia varesina. Lo scudetto della Stella non è un reperto da scavi archeologici, la maglia di Varese ne porta il simbolo che la distingue da tante altre: egli fu il "conduttore" di un'Impresa avviata nella stagione precedente attraverso una foriera qualificazione all'Eurolega. [/size][/font][/size][/font][/color]
[color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]In tutto sono quattro le sue stagioni a Varese da "odiato" canturino: ebbene, con squadre e tempi diversi, Recalcati ha sempre messo le mani sul malloppo, massimo o minimo che fosse come i playoff centrati dalla Cimberio nelle due stagioni passate dopo un certo oscurantismo. Tesi e antitesi in una sintesi che pretende una piena e sentita riconoscenza nei confronti dell'ex tecnico. Al di là di correnti di pensiero diverse, come quelle che lo ritenevano testa pensante di un sistema di elementi e di squadra che otteneva anche buoni risultati ma con un lavoro all'osso, scarno per spettacolo e che annoverava il poco soddisfacente Ganeto e il mai pervenuto Garri, elementi molto invisi alla platea, anche se attraverso scelte spartite con la società.[/size][/font][/size][/font][/color]
[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Recalcati resta un signor allenatore, anche per il suo modo di pensare positivo a costo di passare per un ingenuo, come alla fine dello scorso campionato, quando il suo addio sembrava scontato per tutti tranne che per lui, ancora speranzoso in una riconferma fra torti e ragioni di un bilancio a più voci. Se ne andò dispiaciuto, come confessò allora con garbo, evitando di costruire polemiche per non sciupare il passato. Ora, di fronte alla stupenda marcia di questa Cimberio, nessuno proprio lo rimpiange pur non sussistendo alcun paragone fra oggi e ieri, né tantomeno fra lui e Frank Vitucci che rappresenta il nuovo coi lustrini. Non c'è proprio raffronto che regga, nemmeno d'azzardo di fronte ad atleti molto diversi per qualità individuale attraverso una discontinuità netta, attuata con acume, intelligenza e tempismo dal club biancorosso alla ricerca di una pallacanestro più frizzante e idealmente promozionale.[/font][/size][/size][/font][/color]
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