Varese risorge a Venezia. Dopo cinque stop consecutivi, la truppa di Attilio Caja sbanca con autorità il Taliercio e rompe un digiuno di 42 giorni (ultimo urrà il 10 dicembre 2017 contro Capo d'Orlando) abbandonando l'ultimo posto della classifica. La vittoria che non ti aspetti, frutto di una prestazione corale di altissimo livello sui due lati del campo di una squadra capace di applicare alla perfezione il piano gara preparato da Artiglio. Biancorossi tatticamente perfetti nell'imporre la propria superiorità fisica a rimbalzo (37-27 ma 22-11 a metà gara) e impostare una partita su ritmi cadenzatissimi che tolgono ai campioni in carica l'arma principale delle triple in transizione.
Varese cavalca con lucidità i mis-match prodotti dai cambi difensivi dei padroni di casa, coinvolgendo nel pitturato un Cain sostanziosissimo (8/9 da 2 e 8 rimbalzi). Però l'eroe di giornata è Matteo Tambone che in attesa del rinforzo in arrivo - Tyler Larson è vicinissimo, ma c'è ancora da smussare l'ultimo spigolo della resistenza di Liegi - si scopre cecchino di lusso (5/10 al tiro di cui 4/7 da 3). L'esterno romano disputa una prova di grande sicurezza in regia, ruolo che potrebbe dividere dal derby del 29 gennaio con l'esterno in arrivo dal Belgio. Liberato dalle incombenze di costruire il gioco, anche Cameron Wells pare più a suo agio, nota positiva in chiave futura alla luce della scelta di sostituire Waller con un elemento maggiormente votato al playmaking.
Nonostante l'ormai cronica mancanza della guardia titolare, Varese impone contro ogni pronostico la profondità delle sue rotazioni (40 punti dalla panchina!) ad una Reyer che nonostante i 12 giocatori 12 gettati nella mischia da coach De Raffaele non trova mai il bandolo della matassa. Merito comunque della gestione del match da parte degli ospiti, che costringono Venezia a pensare: senza più il collante Orelik e con Peric visibilmente condizionato dalla maschera sul naso rotto, la squadra di casa si incarta a ripetizione contro una difesa di granito che nega ripetutamente l'area sfidando i veneziani al tuo al bersaglio dall'arco (33 triple contro soli 20 tiri da 2).
E i 63 punti complessivi col 36% dal campo più 17 perse fatturati dalla Reyer sono il dato saliente di una partita vinta col cuore ma anche con la testa; insomma esattamente quel che chiedeva Caja alla vigilia di un match nel quale Varese ha iniziato ad apprezzare anche l'apporto di Siim Sander Vene. L'ala estone ha dato grande sostanza su entrambi i lati del campo, fungendo da primo attivatore per Cain (5 assist) e da efficacissimo baluardo difensivo (4 recuperi) con chiusure puntuali nelle rotazioni. Dopo tante prestazioni ricche di spunti positive ma senza il corroborante supporto dei due punti, stavolta il clan biancorosso può festeggiare la meritata posta in palio caricata sul pullman di ritorno verso Varese.
Solo il primo passo verso la salvezza, ma certamente lungo e ben disteso per una squadra che ha dimostrato con i fatti di essere perfettamente sintonizzata sulla lunghezza d'onda di coach Artiglio. Ora i due derby contro Milano e Cantù, sperando di sbrogliare l'ultimo nodo della matassa Larsen e di tornare al completo col quid in più di un elemento che dovrà aggiungere un pizzico di sale (leggi talento) per insaporire la pietanza dell'attacco varesino.
Giuseppe Sciascia
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