
Johan Roijakkers rilegge a mente fredda il quaderno di appunti riempito di idee ed impressioni nei 40 minuti da “shadow-coach” della sua Openjobmetis. Il tecnico olandese ha assistito nel parterre alla partita sedendo a fianco del nuovo g.m. Michael Arcieri, e senza contatti diretti con la coppia Seravalli-Jemoli ha annotato tanti aspetti, lasciando agli assistenti la conduzione della partita pur impostata da lui nelle 48 ore precedenti. Per questo il coach rifugge i complimenti per la svolta difensiva generata nei soli due giorni del suo lavoro in palestra, girandoli allo staff ed ai giocatori che sono scesi in campo sabato:
«Con due soli giorni di lavoro non si potevano pretendere miracoli. Ma tutti, non solo io, abbiamo dato il massimo per iniziare nel modo migliore questa nuova avventura. Intanto ci tengo a fare grandi complimenti ai miei assistenti per come hanno gestito la partita, ed ai giocatori per l’energia che hanno messo in campo. Io li ho aiutati, ma il merito è loro».
Venerdì aveva chiesto alla squadra di cambiare impatto difensivo, aggredire la partita fin dall’avvio, mettere in partita il pubblico e lottare per 40 minuti. Esattamente quello che è accaduto durante la partita...
«Sono molto contento di aver toccato le corde giuste, ma è evidente che riuscire a mettere in pratica esattamente la strategia pianificata non potrà ripetersi costantemente. Altrimenti non perderemo mai... La priorità era partire dalla difesa, ed è quello che abbiamo fatto mettendo in campo il giusto atteggiamento sin dall’avvio. Sicuramente possiamo fare molto meglio in tanti particolari limitando errori che si potevano evitare, ma l’aspetto fondamentale è che la squadra abbia combattuto per quaranta minuti ed abbia messo in partita il pubblico col suo modo di stare in campo».
Rispetto al passato sono cambiati assetti, rotazioni, compiti e responsabilità, partendo dall’idea di aumentare la pressione sulla palla con De Nicolao in quintetto...
«Quando mi sono presentato alla squadra ho chiarito subito sin dal primo allenamento che saremmo ripartiti tutti da zero. A me non interessa del passato, tutti avrebbero avuto una nuova chance. Ho messo De Nicolao in quintetto perché era l’elemento giusto per aumentare il ritmo in difesa e mettere pressione sulla palla. Keene ha avuto un grande impatto dalla panchina dandoci una eccellente spinta in attacco».
Interessante anche la novità di coinvolgere maggiormente Caruso sotto canestro e far esordire Librizzi con compiti difensivi...
«Difficile tenere elevata l’intensità ruotando con 7-8 giocatori, per questo motivo ho allungato le rotazioni con i giovani. Librizzi mi era piaciuto molto in allenamento e gli ho dato spazio, anche se per un paio di minuti ci ha comunque aiutato a tenere alta la pressione sulla palla. Caruso è un ragazzo promettente, deve imparare ad usare meglio il fisico ma ha stazza e qualità, ci potrà sicuramente essere utile».
Qual è l’aspetto che le è piaciuto di più della partita?
«Sul piano tecnico c’è da lavorare, ma la base di partenza a livello caratteriale è promettente. Quando siamo andati sotto di 15 punti a metà del terzo quarto sarebbe stato più facile arrendersi e crollare. Invece non abbiamo mai smesso di lottare, facendo leva sulla difesa in attesa di trovare un guizzo in attacco. Al di là del risultato, il fatto che la squadra abbia continuato a combattere anche nei momenti più critici è molto importante».
Come proseguirà il suo lavoro nella settimana intera di lavoro in palestra che l’aspetta in vista dell’anticipo di sabato a Reggio Emilia?
«La vittoria è importantissima per il morale, ma per costruire un’identità serviranno tempo e lavoro. Quando sono arrivato qui l’idea è stata quella di non cambiare molto sul piano tecnico, almeno in fase offensiva, e questo concetto voglio portarlo avanti. Mutare schemi e strategie può rallentare il nostro processo di crescita perché ci costringerebbe a pensare, meglio concentrarsi sui dettagli da migliorare».
La vittoria contro Venezia rende meno urgente la scelta dell’ultimo rinforzo sul mercato?
«Sono d’accordo: dobbiamo prendere una buona decisione e la fretta è mai utile in queste circostanze. Prendiamoci il tempo giusto per riflettere, ma in ogni caso a me piace la squadra che ho a disposizione in attesa di aggiungere Reyes. E lavorare con questi giocatori è comunque stimolante».
Giuseppe Sciascia
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