Varese non fa 13: la Openjobmetis, nell’ultimo turno di campionato, perde contro una Sassari già focalizzata sui playoff e complice una difesa troppo morbida chiude sul 96-110 a favore dei sardi. Una buona notizia arriva da Marcus Keene: con i 31 punti messi a segno l’americano diventa il capocannoniere della Serie A. Non accadeva, per un varesino, dai tempi di Boris Gorenc.
Una piccola consolazione, certo, ma quella più attesa era già accaduta due settimane fa, con il successo sulla Fortitudo e la conseguente salvezza matematica. Le due partite restanti, questa e quella di Brescia, sono servite solo a portare a termine un cammino mai come in questo anno pazzo, dentro e fuori dal campo. Inutile stare qui a riassumere tutto quanto accaduto da agosto in avanti – lo sapete tutti – più logico iniziare a guardare al domani, con una società a sua volta ribaltata e affidata alle mani di Luis Scola. Lo chiamano “General” mica per niente: prenderà decisioni nette come ha già dimostrato in questi mesi.
Contro Sassari la squadra di Seravalli ha giocato al di sotto delle proprie possibilità soprattutto in difesa, dove la Dinamo ha affondato a più riprese la lama nel burro segnando l’enormità di 106 punti, da dentro, da sotto, da fuori, dagli angoli. Un po’ troppo remissiva Varese, se possiamo permetterci una critica, ma tant’è. Questa versione della OJM è solo da ringraziare per la seconda metà di stagione, da quando cioè nessuno avrebbe scommesso un euro sulla permanenza in A dei biancorossi. Domani è un altro giorno, domani – mentre Sassari andrà a giocare i playoff da sesta dopo il tiro a segno di Masnago – inizia la prossima annata. Con una preghiera: sia un po’ meno sofferta. Grazie.
PALLA A DUE
Seravalli torna a proporre il quintetto basso nonostante la presenza del colosso Bilan dall’altra parte: Reyes va a fare l’ala forte, Vene il pivot. Trazione posteriore USA con Beane in marcatura su Logan, l’ala piccola è Woldetensae. Partono dalla panchina i due ex, Sorokas e Gandini (che non giocherà per un leggero infortunio). Bello il momento prima del via dedicato a Marino Zanatta, eletto nella hall of fame della Pallacanestro Varese e accompagnato per l’occasione dalla famiglia. Parole d’amore da parte dell’ex azzurro per il club con cui è diventato grande a suon di trionfi.
LA PARTITA
Q1 – Avvio piuttosto buono della Openjobmetis che comanda le operazioni per diversi minuti con un Reyes subito tonico e Beane che limita discretamente Logan in difesa. Più difficile arginare il fisico di Bilan e Bendzius sotto canestro: sorpasso sardo ma Varese agganciata, 19-20.
Q2 – Il punteggio lievita nel secondo quarto e c’è da dire che per i biancorossi la scelta di rincorrere i ritmi sassaresi non pare particolarmente centrata. Per la verità inizialmente Sorokas spinge anche avanti i suoi (32-27) ma nella seconda metà del periodo la Dinamo mette la freccia con Logan e di nuovo Bilan mentre Keene resta con le polveri bagnate. Una tripla di Woldetensae (l’unica) a fil di sirena regala il -6 di metà gara (43-49) ma la difesa è già balneare.
Q3 – L’avvio di terzo periodo chiude i conti: Sassari segna a ripetizione dall’arco con Bendzius che infila 14 punti con 4 triple e senza errori sino a quarto inoltrato. Varese qua e là trova la giocata giusta ma nel mezzo la squadra di Bucchi non sbaglia mai: 8 su 10 nel tiro a segno da lontano per la squadra in blu e punteggio (72-87) che è già una sentenza.
IL FINALE
Keene intanto è salito a quota 20 e capisce di avere a portata di mano il titolo marcatori. Il texano forza qualcosina ma neppure tanto, viene in parte aiutato dai compagni e riesce in qualche modo a superare i difensori ospiti: su una penetrazione in area arriva il 30° punto, poi ce ne sarà un altro dalla lunetta quando Burnell e Woldetensae bisticciano all’improvviso dando pepe al finale di partita. Sul risultato non ci sono dubbi, Sassari chiude avanti 96-110 ma resta sesta e si troverà di fronte a Brescia. Varese va in vacanza, meritata con questo assetto come già abbiamo sottolineato con i giocatori che non smettono di ringraziare il pubblico, in qualche caso omaggiato con lanci di maglie e scarpe. Tutto è bene quel che finisce bene.
Damiano Franzetti
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