[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
Non si inseguono possibili piaceri della vita senza sicurezza esistenziale. Ci sembra un po' questa l'impressione che si trae dalla filosofia che ha orientato le scelte di mercato, alcune delle quali poco entusiasmanti, di Cecco Vescovi e Gianmarco Pozzecco, evidentemente più realisti del re. Come dire: prima badiamo a non rischiare puntando sul sicuro i soldi che ci possiamo permettere, poi, se passeremo notti tranquille, proveremo a sognare. La nuova squadra, viste le caratteristiche conclamate, per statura, età e trascorsi dei suoi elementi non sembra certo un portento di intimidazione, estro e imprevedibilità. S'è puntato più decisamente sulla linearità atletica di elementi affidabili per mestiere e carattere non senza un po' di stupore nell'immaginario popolare, soprattutto con i ritorni di Kangur (terzino a Siena e milite ignoto nell'armata di Milano) e Diawara (molto alterno nel rendimento, peraltro in calando nelle ultime stagioni), atleti muscolari nonché brave persone ma senza acute referenze recenti né cuori infranti qui dopo la loro apparizione prealpina, aspettandosi un po' tutti da un tipo così originale come Pozzecco - più avvezzo a inzuppare il pane tra possibili azzardi che a restare dentro il seminato - qualche scelta diversa, magari spericolata ma tale da colpire la fantasia. Quello biancorosso è risultato un mercato di interessanti profili ma non propriamente a immagine e somiglianza d'un Pozzecco creativo, come lo ricordiamo da giocatore, evidentemente da non gettare allo sbaraglio nelle vesti di allenatore debuttante in serie A, dovendo allora sforzarci di capire e riconoscere tanta ragionevolezza nelle strategie, ispirate a quel pragmatismo che non lascia spazio alla temerarietà.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
Un mercato di scelte quadrate, non c'è che dire. Come pescare in un acquario. Così hanno deciso società e allenatore puntando su una preziosa normalità come ideale alleata d'un lavoro sereno, possibilmente al riparo da smacchi e turbative, quindi da rischi imparabili al fine di scoprire e svelare il valore di questa Pall. Varese seppur in presenza di limiti, evidentemente studiati perché palesi ( come la statura, per dirne uno), a fronte di una certa sostanza, portata a casa con la garanzia d'un usato sicuro, non sempre attendibile quando si ha a che fare con giovani americani o talenti capricciosi. Un altro possibile limite sembra scaturire dal talento individuale, ancorché estemporaneo ma utile a spaccare difese ed equilibri, non così abbondante, almeno apparentemente, nelle file biancorosse e di conseguenza una certa dotazione di punti che non ci sembrano molti nelle mani di questa Varese accordandone un'ottantina, e con manica larga, quale somma di media a gara, a partire dalla trentina fra Robinson e Rautins (come ne erano in possesso a Francoforte) più una decina e rotti sul conto di ciascuno per Daniel e compagnia, il che non pregiudica l'ideale rendimento di un collettivo che si auspica compatto e ardito in ogni gara. Sicuramente non c'è gruppo senza un leader, immaginabile in Robinson tra i biancorossi, quale elemento - stando alle sue descritte caratteristiche - capace di valorizzare l'essenzialità battagliera di una Varese dall'artiglieria spianata. A Pozzecco spetta innanzitutto il compito di recuperare Kangur come protagonista offensivo dopo due stagioni nelle quali ha usato il tiro come un optional avendo compiti speciali ma oscuri nelle le strategie delle sue squadre. Un certo lavoro lo si dovrà fare per Diawara nel disporlo all'optimum delle sue variabili di pericolosità affinché non si intestardisca in soluzioni più personalmente comode ma poco congrue al collettivo.[/size][/font][/color]
Recommended Comments
There are no comments to display.
Create an account or sign in to comment
You need to be a member in order to leave a comment
Create an account
Sign up for a new account in our community. It's easy!
Register a new accountSign in
Already have an account? Sign in here.
Sign In Now