[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Come uomini che si sono fatti onore e non che hanno perso la faccia. Masnago, con fragorosi applausi, ha accolto la sua Cimberio lasciando agli archivi di una storia ricca di insegnamenti quel secondo posto in Coppa Italia lì per lì deludente ma, a mente serena e se incorniciato in una stagione fantastica, grondante d'orgoglio. Non avevamo dubbi nel definire Vitucci e i suoi uomini non cani bastonati ma leoni feriti nell'impatto di ritorno al proprio pubblico che, mostrando grande maturità, si riprende speranze ed entusiasmi interrotti sul più bello. Già, per tornare a sane e buone abitudini ci volevano una bell'atmosfera, gli avversari giusti e la solita scoppiettante Cimberio. Così è accaduto dal preludio (che abbiamo descritto) sino ai quattro atti di un match pressoché segnato contro una Virtus Bologna abbastanza indefinibile, sicuramente anonima e inverosimile rispetto a un passato nemmeno troppo lontano. Nel vedere i suoi americani vien forse da pensare a una certa smobilitazione, non mancando in proposito voci d'un possibile ridimensionamento del club anche se, con di mezzo l'eclettico patron Sabatini, può anche accadere il contrario di tutto ciò che si dice in giro. Il momento è particolare, vi sono piazze a rischio di chiusura ma quella di Bologna, per anni definita come la vera Basket City , stupisce più di altre nel panorama della crisi proprio per il suo sanguigno ed enorme seguito. Passioni che cadono come foglie morte? Staremo a vedere, da spettatori, abitando in un'isola felice come lo è oggi Varese. S'è detto di una Virtus in campo senza arte né parte, guidata da un Poeta la cui differenza con De Nicolao è parsa inversamente proporzionale al rapporto - tra ingaggio e rendimento - tra i due: il play biancorosso, molto probabilmente, guadagna un terzo in meno per rendere tre volte di più. Eppure la squadra di Finelli, che ha mostrato in vetrina un 18enne niente male come Imbrò, è stata autrice di una bella rimonta, dovuta più verosimilmente a una remissione della Cimberio, per stanchezza o per appagamento da congruo vantaggio. Tant'è che, appena riavutisi nella realtà, gli uomini di Vitucci sono piombati di nuovo come falchi sulla preda, apparendo nitido e profondo il divario tra una Cimberio in versione sprint (pur con qualche scoria da smaltire) e questa Virtus che rischia, a gioco lungo, di dover sgomitare per non finire in un'infida zona di classifica. La morale è la stessa: se scommetti su un asse play-pivot di valore, come quello formato da Green e Dunston (foto Blitz), prendi l'accoppiata vincente che, evidentemente, fa da perno a un gioco arioso e ideale per tutta la squadra, in particolare per uno come Ere, velenoso nei suoi assalti. Manca solo il “ritorno” del vero Banks, cioè di quel fulgido cannoniere che il tifoso conosce e ama, ben diverso dal giovanotto un po' mogio parso sul parquet. Non sappiamo se e quanto l'esperienza negativa di Coppa abbia ferito il suo amor proprio: può anche darsi che più semplicemente sia stata una caviglia malandata a “trattenerlo”.[/size][size=3] [/size][/size][/font][/color]
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