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Trasferte da dimenticare, altro capitolo: Openjobmetis travolta a Reggio Emilia


simon89

Ci eravamo tanto illusi. I risultati recenti e una certa, miglior intensità in difesa vista con squadre al proprio livello (Nymburk e Brindisi) avevano riacceso le speranze di una Openjobmetis migliore – se non vincente – anche in test più difficili. E invece a Reggio Emilia, contro una Unahotels dotata di talento e fisicità che in casa non fa sconti, è andato in scena un nuovo sprofondo biancorosso. Meno 33, il drammatico divario finale (113-80), altro referto horror da aggiungere a una collezione avviata a Bologna e proseguita a Brescia e Milano solo per citare le cadute libere più profonde.

Contro Reggio Emilia, l’impatto di Varese dura sì e no mezza partita: il tempo di prendere una prima sculacciata nel quarto iniziale, di risalire quasi all’altezza degli ospiti e poi, dopo l’intervallo lungo, ecco il nuovo disastro. Un pugile che inizia a prenderle, reagisce con qualche sberletta, ma alla lunga viene gonfiato come una zampogna. Perché i padroni di casa – giustamente – non alzano mai il piede dall’acceleratore sfruttando una serata fantasmagorica di Galloway (38 punti) ma anche le opportunità colte dagli altri uomini di Priftis che in casa sono davvero implacabili. E non solo con la difesa di Varese, spenta da un certo punto in avanti.

Scusanti? Qualcuna la squadra ce l’ha, ma sono troppo poche (o meglio, la differenza è troppa) per alimentare rimpianti. Bialaszewski ha perso infatti Davide Moretti nel secondo quarto per un colpo all’occhio che gli ha causato una emorragia congiuntivale all’occhio sinistro: il Moro (che si era appena sbloccato con il primo canestro) è tornato in panchina applaudito dal pubblico di casa ma non è stato in grado di rimettersi a giocare. Le rotazioni si sono così fatalmente ridotte, con Mannion e Besson chiamati agli straordinari e – Nico in particolare – braccati dai pari ruolo più fisici di Priftis.

E poi stavolta è drammaticamente emersa la mancanza di quel quinto straniero che la società non ha rimpiazzato, perché a Reggio è totalmente mancato Gabe Brown. Con il suo unico “quattro adattato” completamente fuori dai giochi (1/7 al tiro, -4 di valutazione) Varese non ha potuto trovare alternative e così la lotta a rimbalzo, che sulla carta poteva essere abbordabile, è stata stravinta dai padroni di casa. Che hanno anche sfruttato la fatica della OJM nel chiudere gli spazi (Spencer ha fatto qualcosa ma è troppo solo) per completare una serata con il 60% al tiro complessivo.

Varese a questo punto deve tornare a interrogarsi sulle proprie mancanze: se a Milano erano stati 35′ di garbage time, al PalaBigi sono stati 20′ ma con un esito ancora più nefasto dal punto di vista del risultato. E all’orizzonte c’è una prova altrettanto complicata, a Casale Monferrato contro la Bertram che è tanto in corsa per i playoff quanto lo è la Unahotels. La settimana senza coppa dovrà servire anzitutto a recuperare Moretti (lunedì sarà visitato dall’oculista) e poi a valutare il da farsi, perché – lo ricordiamo – la salvezza non è ancora in tasca. Altro che playoff, invocati forse per speranza da giocatori e dirigenti nei giorni scorsi ma obiettivamente irraggiungibili, mettiamocelo in testa.

PALLA A DUE

Le tre vittorie in una settimana hanno rinsaldato le speranze dei tifosi varesini rispetto al cammino della Openjobmetis e per questo sono in tanti al PalaBigi con il loro spicchio pieno come un uovo. Nessun problema specifico per gli allenatori: Bialaszewski usa il solito quintetto a trazione posteriore italiana (Mannion e Moretti con Besson dalla panchina) mentre anche Priftis veste d’azzurro con Vitali e Chillo.

LA PARTITA

Q1 – L’avvio di Varese è vivace: un paio di triple mettono davanti McDermott e compagni che guadagnano fino a 4 lunghezze nelle prime battute (6-10). Una ventata che si interrompe su un trepunti sbagliato da Mannion, liberissimo: Priftis cambia il quintetto, imbottisce l’area e la Unahotels confeziona un parzialone di 15-1 in cui la OJM non riesce più, per nessun motivo, a fare canestro. Una tripla di Smith completa la fuga sulla sirena, 26-15.

Q2 – I problemi lombardi proseguono nelle prime battute del periodo ma a interrompere la carestia ci pensa il tiro pesante. Varese ritrova la mira da 3 con McDermott che poi trova imitatori in Besson e Moretti, ma Davide sarà costretto a uscire per un brutto colpo all’occhio patito a rimbalzo. Reggio sente lo strappo, Priftis si rifugia due volte in timeout ma la OJM arriva in scia, due volte a -4, anche se McDermott sbaglia il tiro del -1. Il trio in grigio omaggia Reggio in un paio di occasioni (clamoroso “doppio” non fischiato su un canestro di Atkins), Biala si mette anche a zona ma è Galloway con un paio di magie a ridare vantaggio ai suoi. Sulla sirena tocca a McDermott segnare il tap in del 51-44.

Q3 – Lo spicchi di tifosi dai Sette Laghi spera di rivedere lo stesso equilibrio dopo la pausa ma le aspettative vengono prontamente rimosse. Una tripla dall’angolo di Mannion è un bicchiere nel deserto perché sul lato opposto Galloway (da fuori e in avvicinamento) e Faye (dominio in area) tornano a scavare un solco netto che a metà periodo dà a Reggio il +15 che presto diventa +19. Minibreak di Mannion per gli ospiti ed è ancora Nico con quattro tiri liberi (uno per tecnico alla panchina reggiana, tre per un fallo su un tentativo da lontano) a evitare guai peggiori. Ma Varese non migliora come certifica l’81-66 della mezz’ora. Ma il peggio deve ancora venire.

IL FINALE

L’ultimo quarto è un crollo verticale: da una parte c’è Galloway che imbuca la bellezza di 11 punti in bello stile prima di uscire per la standing ovation. Dall’altra una Varese che festeggia sporadicamente qualche punto (Besson l’ultimo ad arrendersi, Wolde a segno per la statistica) ma viene bucata a ogni affondo dei padroni di casa, pure in campo con le seconde linee. Quando anche Vitali ritrova la mano dei giorni migliori, il crollo è definitivo: l’unico passaggio rilevante è un canestro di Okeke rimesso in campo da Biala come a Milano, quando può evitare problemi fisici. Il pubblico di casa ribolle di passione per Galloway, e la passione – letta in senso quaresimale – è anche la cifra dei supporters ospiti ancora una volta delusi sulla strada verso casa (113-80).

Damiano Franzetti

 


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