La Openjobmetis spreca malamente anche il terzo “match point” interno sulla strada per la salvezza e a questo punto torna ad avere paura. Dopo i KO con Pesaro e Treviso, i biancorossi perdono malamente anche con Trieste (76-92), restano impantanati a quota 22 e ora devono affrontare un calendario che da agevole è diventato tenebroso.
Benzina finita, nel serbatoio di Varese: questo è il dato più lampante, e del resto era complicato riuscire a fare il pieno nel giro di tre soli giorni. Rispetto alla partita con la Nutribullet, la squadra di Roijakkers tira un po’ meno da tre (ma sempre troppo) e continua a non essere assistita dalle percentuali, appena 9/37 da 3, con giocatori come Woldetensae in rottura continua (1/7). Per contro, proprio dall’arco l’Allianz costruisce un bel pezzo del proprio successo, il 42% per Banks e compagni abili a tenere sempre calda la mano per respingere sul nascere i timidi tentativi di riavvicinamento nella seconda metà di gara.
Già, perché i primi 20′, pur difficoltosi, erano filati via in equilibrio: dopo un brutto avvio Varese aveva anche guadagnato il vantaggio alla prima sirena e, a ridosso dell’intervallo, aveva sprecato la bomba del pareggio prima di finire a -5. Poi però il buio: la OJM ha faticato tantissimo ad andare a segno, affidandosi per disperazione al solito Keene (comunque più che sufficiente) e a un Librizzi straordinario (13, 100% al tiro). Mancata la produzione in attacco, anche la lucidità mentale è andata via via spegnendosi. Con Vene e Denik ai minimi termini, Sorokas evidentemente stanco e Beane poco incisivo, per Varese non c’è stato niente da fare, salvo pareggiare (minuscola consolazione) la differenza canestri rispetto al successo dell’andata.
Roijakkers, tra l’altro, ha usato il pugno duro con Reyes, entrato in quintetto e subito tolto dal parquet. Una “operazione” poi bissata al secondo giro in campo del bostoniano, che evidentemente ha tradito la fiducia del coach, inflessibile nel imbullonarlo alla panchina. Qualcosa di simile è avvenuto anche con Virginio (schiacciata e fallo concessi a Konate alla prima azione: ritorno in panca e mai più usato) con modalità abbastanza burbere che stridono con la lettura fatta dal coach dopo gara. L’olandese volante, giustamente, ricorda quanto fatto in tre mesi e sottolinea come la squadra non debba avere paura, tornando immediatamente a pensare al prossimo impegno. Il problema è che questo arriverà tra soli tre giorni (sabato) su un campo difficile come quello del Derthona a Casale Monferrato. Lontano da Masnago sono arrivate già cinque imprese: ne serve una sesta per mettersi tranquilli.
PALLA A DUE
L’orario delle 19,30 non è dei migliori per avere un palazzetto pieno a Masnago anche se a partita iniziata gli spalti vanno riempiendosi. Applausi dal pubblico per Banks e Cavaliero, ex ancora amati: l’americano è in quintetto con Mian mentre in panchina c’è un altro biancorosso del recente passato, Jason Clark. Roijakkers rimette Librizzi in quintetto base accanto a Beane, ma deve tenere fuori inizialmente Vene per un problemino: parte Reyes che dopo 1’30” sarà già in panchina. Tra gli ospiti il pivot e Konate, con Delia a referto ma indisponibile per un leggero infortunio.
LA PARTITA
Q1 – Inizio freddo per Varese, con Roijakkers che inserisce subito Keene e Vene dopo il 2-9 iniziale (canestro di Librizzi). La OJM tira piuttosto male da fuori, ma una tripla di De Nicolao e le folate di Keene permettono ai biancorossi di recuperare (nonostante un paio di errori di Sorokas, meglio Caruso) e di chiudere avanti di uno, 19-18.
Q2 – Per mezzo periodo si procede appaiati: Varese perde un paio d’occasione per allungare ma con Keene è ancora avanti al 25′ (28-27), poi però le fatiche offensive si fanno sentire e Trieste ringrazia con un break di Konate e Banks sempre presente. Librizzi e Wolde replicano ma quest’ultimo spreca il tiro del pareggio, piedi per terra e un fallo contestato di Vene dà a Trieste due liberi convertiti da Grazulis per il 39-44.
Q3 – Al rientro però, Trieste gira fin da subito a velocità doppia: Konate dà un primo strappo, Sorokas fallisce la schiacciata di rabbia e immediatamente dopo Grazulis colpisce da 3, frontalmente. In poche azioni il panorama cambia del tutto: l’Allianz mette una prateria fra sé e gli inseguitori. In poche mosse sono 14 i punti di distacco, poi Wolde trova l’unico canestro pesante della nottata ma il divario resta eloquente, 54-67.
IL FINALE
A Varese servirebbe ricucire subito lo strappo: c’è, in effetti, una tripla di Librizzi con il numero 13 che replica un paio di minuti dopo, ma nel frattempo sono andati a segno sia Cavaliero sia Clark, ex senza cuore. Sotto di 15 si comincia a pensare alla differenza canestri, anche se a un certo punto Roijakkers perde la trebisonda e mette Zhao per un istante. Due liberi di Keene valgono il -16 che sarà il finale, perché Banks almeno sull’ultima azione grazia i colori biancorossi, prima di prendersi un applauso affettuoso. Applauso che Masnago replica, convinta, anche per i giocatori di Varese dimostrando grande maturità. Pesaro, nel frattempo, batte (di 1) la Fortitudo e consente di respirare un po’ in tarda serata. Ma per la salvezza serve un successo.
Damiano Franzetti
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