
[color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Sei scudetti in fila e non vederne traccia. Varese cancella il blasone o quel che ne è rimasto di Siena proprio alla sua maniera, tra fragori spettacolari e pause fisiologiche, sempre con le mani sulla gara al di là di un po' di patema per una rimonta avversaria che t'aspetti e che serve a mostrare un bel carattere. Una cosa è certa: questa Montepaschi, finita la cuccagna d'una banca che iniettava barcate di denari se è vero che la Mens Sana ha speso ottanta milioni in cinque anni per mettere insieme uno squadrone da Eurolega (mai vinta), non sembra, e nemmeno lontanamente, parente dei campioni che conoscevamo e che incutevano timore, se non terrore. Carraretto e Ress come superstiti della vecchia granitica guardia sono bandiere senza vento di una Siena che si candiderà pure allo scudetto ma che, a Masnago, pare fiaccata fisicamente e moralmente, quindi inadeguata a reggere più e competitivi impegni. È di un'altra dimensione la Cimberio che, con la vivacità di un'orgogliosa sfidante, la mette sotto e ben oltre il risultato finale spingendo gli entusiasmi dei suoi tifosi lassù, sino a sfiorare il blu di un cielo da sogno. Morale, Varese esibisce veri leaders, Siena neppure uno, come sentenzia il confronto tra Green e Brown e tra Banks e Janning che fa 30 a 7 o quello tra Ere e Moss che fa 20 a 5 e meglio degli americani della Montepaschi fa pure il giovane De Nicolao che tiene alto l'onore dei pochi italiani in gara.[/size][/font][/size][/font][/color]
[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Qui, soprattutto, circola un certo Ere che non guadagnerà come un top player alla Eze, tanto per fare il nome di un atleta da 500.000 euro (così si dice in giro) ma che lo è sul campo trafiggendo gli avversari con i suoi dardi. Siena si aggrappa a una montagna rocciosa come il croato Kasun che in attacco fa valere la sua corporatura su Dunston (foto Blitz in basso), da applausi in attacco ma, stranamente, poco servito.Stavolta la Cimberio tiene in difesa per quei grandi meriti che coincidono con i demeriti altrui mentre soffre e parecchio la zona dei toscani che le provoca un cortocircuito offensivo tra i suoi uomini, più realizzatori che tiratori. Dunque, pecche comprese, la squadra di Vitucci (ottimo nel gestirla), dimostra le sue individualità tambureggianti che si divertono divertendosi, quindi quelle qualità non nascoste che il club, presieduto da Cecco Vescovi (foto Blitz in alto), ha saputo individuare e assicurarsi in tempi celeri e a costi permissibili per dar subito impulso alle proprie ambizioni. E lunedì sera ha dato lezione ai campioni. In fondo l'"ufficio acquisti" di Varese può essere di istruzione, comunque vada il risultato di fine stagione, per quei club che hanno speso molto per inventarsi assi che non sono tali e che, ora come ora, pur grandi di nome, stanno sotto come nel caso di Milano, ancora incapace di tradurre in risultati le proprie potenzialità. Siamo di fronte a un vertice, seppur effimero, tutto nuovo con due ex "capitali" storiche della pallacanestro come Varese e Bologna e una nuova vivace realtà qual è Sassari in un tentativo di rovesciamento di vecchi monopoli provati da regole nuove e crisi globale. Chiamala, se vuoi, rivolta dei peones. [/font][/size][/size][/font][/color]
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