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L'Openjobmetis cala il poker a Capo d'Orlando e ringrazia "San" Okoye. Serve una "t" in meno per fotografare il peso specifico determinante della prodezza firmata a 5 decimi dal termine dell'ala nigeriana, che vale l'aggancio alla zona playoff regalando due punti ghiottissimi alla truppa di Attilio Caja. Rimessa dal fondo a 2 secondi e 90 dalla sirena finale: Stan riceve sulla linea di fondo a destra del canestro, fa un palleggio in arretramento, si svita su se stesso e lascia partire un tiro ad altissimo coefficiente di difficoltà che si spegne dolcemente in fondo alla retina. Chiamatelo fade-away, circus shot, giravolta spaziale o "tiro da campione", prendendo a prestito le parole di capitan Ferraro: è una magia che alimenta il momento magico di una Varese capace di nascondere l'assenza pesante di Cameron Wells, e raddrizzare con 5 minuti di difesa di granito una partita che aveva preso una brutta piega sul meno 7 del 35'.

Successo ben più sofferto del previsto contro una Betaland rigenerata dal cambio di allenatore, ma soprattutto dalla metabolizzazione del nuovo assetto del roster (5 cambi negli ultimi 2 mesi e mezzo). Nel clima sahariano del Pala-Fantozzi, Varese ha espresso un ottimo volume di gioco nei primi 15' (massimo vantaggio il 24-32 di inizio secondo quarto), cavalcando un Avramovic partito a razzo (14 nei primi 8', alla fine però 4/14 dal campo) e l'unica fiammata di Okoye prima del finale da protagonista assoluto (7/21 dal campo con 10 punti nel secondo quarto e 8 nei 5' finali). Il terzo quarto da 10 punti segnati con 3/18 al tiro ha evidenziato invece le difficoltà dell'attacco biancorosso quando le due punte "autopromosse" per meriti acquisiti nel corso della stagione non hanno più trovato continuità. L'Openjobmetis ha però trovato nella tenuta in retroguardia la chiave primaria per non deragliare nel momento migliore della Betaland (64-57 al 34'); e quando, dopo 12 errori consecutivi da 3, la doppietta di Okoye ha rotto l'impasse perimetrale che aveva contribuito a "inchiodare" l'attacco, la squadra si è rimessa in carreggiata.

Ancora una volta preziosi gli ultimi arrivati Larson e Delas prima del canestro-copertina di Stan: il play di Las Vegas si è preso responsabilità da protagonista segnando 5 punti pesantissimi nel rush finale (67-71 con tripla frontale e 71-73 a meno 45" prima del 2/2 del pareggio di Likhodey). Il centro ex di turno, chiamato in causa nel finale per il precoce quinto fallo di Cain, è stato il miglior rimbalzista biancorosso mettendo pezze preziose in difesa per tenere lontano dal ferro gli assalti finali della Betaland. L'impresa del PalaFantozzi, in condizioni ambientali e climatiche difficili e senza un riferimento importante come Wells, ribadisce lo spessore caratteriale del gruppo; e i risultati degli altri campi coronano l'inseguimento di Varese, che aggancia all'ottavo posto il gruppone Sassari, Torino e Cremona, ottimo viatico per alimentare l'entusiasmo alla vigilia degli scontri diretti con Reggio Emilia e Bologna. Ora servono risposte definitive sul conto di Wells: a oggi il suo recupero - e non solo per domenica - sembra improbabile. Il mercato offre svariati profili in uscita dalla G-League, quasi tutti inadatti al trapianto in un sistema corale che ha bisogno di tempi di digestione piuttosto lunghi (vedi i quasi 2 mesi di Tyler Larson). Oggi il d.g. Claudio Coldebella farà il punto: la sensazione è che per sognare i playoff serva un'aggiunta, se si troverà un rinforzo per l'oggi che potrà servire soprattutto per il domani la società è disposta a fare uno sforzo.

Giuseppe Sciascia 


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