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Varese molle e piatta. L'Europa la taglia fuori


simon89

Varese sceglie il modo peggiore per congedarsi dall'Europa. La truppa di Attilio Caja crolla fragorosamente sul campo di Oldenburg. Un passo indietro lungo e ben disteso (solo una volta - Coppa Coppe 1967/68 ad Atene - Varese aveva fatto peggio dei 53 punti di ieri) rispetto ai progressi delle ultime settimane che riapre interrogativi preoccupanti sulla consistenza tecnica e mentale dell'organico attuale per portare a termine la missione salvezza in campionato. La scelta di non anticipare a sabato il match casalingo contro Sassari, lasciando neppure 48 ore di recupero rispetto alla battaglia di domenica, lasciava presagire come il ripescaggio in FIBA Europe Cup fosse obiettivo meno rilevante rispetto alla priorità di lasciare l'ultimo posto in serie A.

Però Varese ha giocato una partita molle a livello mentale, prima ancora che fisico: la zona 2-3 proposta inizialmente da Caj a per proteggere Maynor in difesa e togliere ritmo alla circolazione di palla di dei tedeschi aveva dato frutti nelle battute iniziati. Ma l'Effe-Effe ha sprecato l'inerzia iniziale con una serie di errori banali tra palle perse e liberi sbagliati; così i padroni di casa hanno trovato ritmo perimetrale (8/16 a 3) utilizzando lunghi frontali per aprire l'area, e il 14-0 a cavallo tra primo e secondo quarto ha spaccato la partita (26-12 al 13') a preludio di in un primo tempo da 22 punti frutto di un cocktail mefitico di brutture (4/13 ai liberi e 12 perse a fronte di soli 8 canestri dal campo) che ha riproposto i peggiori momenti delle trasferte europee dell'era Moretti. Nel disastro generale, da salvare soltanto Avramovic, ti quale ha avuto l'orgoglio e la freschezza di mettersi in proprio nell'unico periodo offensivamente accettabile (14 punti in 6'30" sui 25 fatturati nella terza frazione), e in parte capitan Cavaliero con qualche tripla che, dopo un timeout motivazionale di coach Caja, ha ricucito dal 52-24 del 23' al 57-40 del 27'.

Così l'avventura europea - che doveva essere un fiore all'occhiello ed è invece diventata una polpetta avvelenata per strategie sbagliate nella costruzione della squadra e nella gestione dei ritmi di un doppio impegno sul quale si è avvitato il primo grande (e fatale, vedi i cambi contestati contro Klaipeda) equivoco tra la società e Paolo Moretti, termina senza neppure la prova di appello della FIBA Europe Cup, nonostante al momento il bilancio internazionale (5-11 contando il preliminare di Champions con il Benfica) sia migliore rispetto a quello interno (4-12).

Ma l'encefalogramma piatto espresso ieri da troppi giocatori riapre scenari allarmanti: solo gambe molli dopo le fatiche contro Sassari e dunque serbatoio in riserva che il regime normale di una partita a settimana (saranno ancora 14 con 107 giorni di stagione dopo averne disputate 32 nei primi 118) potrà ricaricare con la solita ricetta "tempo e lavoro"? Oppure la sconfitta contro il Banco Sardegna, nonostante una prestazione positiva sotto molti aspetti, ha lasciato scorie mentali pesanti nelle teste di giocatori poco abituati a sforzi di concentrazione per stare in un sistema evoluto? Di certo la gara in Germania dovrà riaprire seriamente le valutazioni sul conto di Maynor, troppo labile come "giocatore-capo" di una squadra che avrebbe bisogno di ben altro piglio dal suo leader. E la seconda bocciatura consecutiva in tre giorni da parte di Attilio Caja potrebbe modificare la posizione della società da neutralista a interventista negli scenari di mercato in regia...

Giuseppe Sciascia


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