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Verso le tre sfide verità


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[font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Sono ben altre le domeniche di passione. Come quelle che verranno e nelle quali si deciderà probabilmente la regular season della Cimberio che affronterà in Sardegna la premiata ditta Diener, quindi, la trasferta di Reggio Emilia (che non sarà una passeggiata) e in casa l'Acea Roma che fu la prima, fra le poche riuscite nell'intento,di spiattellarle davanti una paletta rossa. Se supererà la scoppiettante e caparbia banda di Sacchetti e se non si “suiciderà” sul proprio cammino, Varese potrà scattare in pole nei playoff, in caso contrario rischierà, si fa per dire, un posto d'onore, inimmaginabile dal popolo biancorosso all'inizio del campionato. Una cosa è certa: qualsiasi cosa accada di diverso da quella che ogni tifoso, oggi come oggi, avverte come un sogno realizzabile, eventuali chiacchiericci di delusione sarebbero stonati come i classici mugugni d'una incontentabilità, tra premesse e fatti, paradossale a mortificazione (iniqua) di tutti i biancorossi che hanno saputo incorniciare una stagione così splendida. [/size][/font]
[size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]La considerazione non vuol essere implicita d'una previsione negativa, più semplicemente è preventiva dopo certi mormorii dovuti a sconfitte (che ci potevano stare) o, peggio, a cali fisiologici di un particolare momento dopo grande e logorante potere, insomma non vorremmo che si sciupasse un capolavoro che ha attratto, appassionatamente, un'intera piazza dopo tanto e grigio vivacchiare. Varese sta facendo una meravigliosa corsa di testa, non molla, ci crede e là, davanti, vuol arrivare con intima convinzione di potervi riuscire. Oggi è un giorno di transizione, che non significa sottovalutazione di Biella, ancorché in cerca di una sopravvivenza societaria e di una salvezza in serie A, trovandosi gli uomini di Frank Vitucci (foto Ansa) su un ideale trampolino di lancio verso una serie di aspre sfide che pretendono, in bella mostra, la loro forte identità di squadra. Non è, dunque, il momento di compiere leggerezze, anche se tale ipotesi sembra molto remota stante un'abissale differenza di valori tra le due squadre come rivela inesorabilmente il campionato che non è un gioco dell'oca, dadi in mano. Stagioni diverse a confronto, l'una più esaltante che mai al di là di momenti avversi che insegnano a stare al mondo, l'altra tribolata da un viavai di atleti, tipo “tutto sbagliato, tutto da rifare” di Bartaliana memoria. Gioie e dolori sono la sintesi di antitesi in gioco oggi a Masnago. [/font][/size]
[size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Varese, rispetto al passato e ai piemontesi, sembra di un altro pianeta, sorretta dal suo noto consorzio, evidentemente inimitabile al di là di propositi altrui di copiatura, avendo nel suo grembo qualche limite, per una serie di obiettive ragioni, ma che, per l'aria di rella che tira da tempo, equivale all'Uovo di Colombo. Resta ancora aperto il futuro scenario, solo e compiutamente definibile alla conta delle conferme dei vecchi soci che, comunque vada, rispetto alle più convenienti aspettative, garantirà una continuazione societaria da avvenire sicuro, concorrendo poi idee e scelte, quest'anno felicissime, a farlo diventare esaltante sul parquet. [/font][/size]
[size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Se il futuro non spaventa, il presente eccita, anche contro un Angelico poco stimolante ma da non prendere sotto gamba, quindi da superare senza complimenti nell'attesa di notizie da Avellino dove Sassari si gioca la sua parte di primato. [/font][/size]


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