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Tomas Woldetensae è tornato nella versione cecchino della stagione passata. L’aria del derby emiliano respirata sabato al PalaBigi ha evidentemente tonificato il tiratore mancino di San Lazzaro di Savena che contro la Unahotels ha bissato lo show balistico già effettuato in precampionato al Memorial Bertolazzi di Parma (23 punti con 5/10 da 3; sabato 14 con 4/9 dall’arco dopo il 3/18 dal campo delle prime 4 gare). «Sarà stata Reggio Emilia oppure l’aria di casa che ho sentito sabato, ma certamente ha aiutato me a sbloccarmi al tiro e soprattutto la squadra a vincere. È stato molto piacevole terminare la partita col sorriso per aver conquistato i due punti dopo aver giocato due buone gare non coronate però dal risultato finale».

E, a dispetto della classifica, è proprio la capacità dell’OJM di imporre il suo basket a tutto gas anche contro avversarie sulla carta più stazzate a dare fiducia.

«La nostra identità è molto solida e molto radicata, lo stile di gioco che mettiamo in campo ci contraddistingue in maniera evidente. Noi andiamo sempre in campo per giocare la nostra pallacanestro e imporla agli avversari; in questo modo sono gli altri a dover accettare i nostri ritmi».

Ma come funziona il vostro sistema di gioco? In campo i giocatori hanno fiducia, ma c’è un copione ben preciso.

«È un imprinting che ci dà grandi vantaggi: la libertà c’è, ma all’interno di un sistema di regole che funziona perché tutti crediamo in quel che stiamo facendo. Ci divertiamo e divertiamo la gente e in questo modo le scelte e le decisioni legate alle letture richieste dal nostro tipo di gioco vengono prese con più facilità, sinonimo di ottima chimica di squadra».

Come sta affrontando il nuovo ruolo più perimetrale rispetto allo scorso anno, e la necessità di sacrificarsi in difesa su avversari più stazzati?

«Non nego che la possibilità di avere maggiormente la palla in mano mi piaccia molto e se aiuta la squadra a vincere è ancora meglio. Io, Brown e Johnson siamo abbastanza intercambiabili sia in attacco che in difesa per trattamento di palla e fisicità: quello che per gli altri sembra caos per noi è un punto di forza e scambiarci di ruolo è anche piacevole. In difesa finora siamo stati bravi a reggere anche contro avversari più grossi, poi però in attacco siamo noi ad avere vantaggi perché ci devono marcare».

E il sistema offensivo in formato pari opportunità aiuta anche a creare la chimica.

«È egualitario proprio perché ciascuno si fida del compagno all’interno di un gruppo che è unito sul piano tecnico ma anche umano. Siamo tutti professionisti desiderosi di vincere all’interno di una squadra che sa esaltare la sua coralità, e contribuisce anche lo stile del coach che tratta tutti allo stesso modo dando fiducia con i suoi metodi».

Capitolo Nazionale: un bell’assaggio a fine giugno, si aspetta un bis a breve?

«Decisamente una bella esperienza che è stato molto piacevole vivere, fa sempre piacere essere chiamato per la maglia azzurra. Vedremo se accadrà a novembre».

Avete già fissato l’asticella degli obiettivi o si guarda solo al match di domenica?

«Per ora non ci poniamo obiettivi specifici, vedremo più avanti cosa ci dirà la classifica. Si ragiona una partita alla volta, è troppo presto per inquadrare i livelli del campionato. Chiaro che le vittorie alimentano la fiducia, cercheremo di dare continuità al successo esterno di sabato nel match contro Treviso, provando a dare ai nostri tifosi quella soddisfazione mancata contro Trento. Masnago è di per sé un palazzo molto caldo ma vogliamo aumentare ulteriormente il suo entusiasmo».

Giuseppe Sciascia


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