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  1. Varese rialza la testa in Polonia. Dopo 7 sconfitte consecutive e un mese esatto di digiuno, i biancorossi firmano la prima vittoria dell'era Caja con una prestazione corale di alto livello nonostante l'assenza in extremis di Eyenga (bloccato da un piccolo problema muscolare addominale). Al quinto tentativo e dopo 18 giorni di cura, il malato si alza dal letto e produce una prestazione d'insieme davvero convincente su entrambi i lati del campo. Successo probabilmente ininfluente nella corsa al ripescaggio in FIBA Europe Cup; ma da Cavaliero e compagni - nell'occasione griffati Effe-Effe - è arrivato un segnale forte di inversione di tendenza firmato da due protagonisti assoluti. Il primo è Attilio Caja, alla luce dell'impronta marcata conferita dal tecnico pavese ad una squadra capace di ritrovare efficacia attraverso la coralità della manovra. Il secondo è Eric Maynor, diretta emanazione sul campo del gioco di squadra predicato da "Artiglio": lo spartito "sinfonico" trova un perfetto direttore d'orchestra nel play statunitense, che detta con ritrovata sicurezza ritmi, tempi e soluzioni del gioco in una partita che ripropone il copione già determinante per la missione salvezza del 2014-15. Pochi palleggi e tanti passaggi uguale alte percentuali (68% da 2 e 41 % da 3 ); e una volta spente le fiammate dall'arco del Radom (6/7 da 3 nei primi 10' e 8/16 al 20'), Varese è salita di tono anche in difesa, concedendo solo 7 punti negli ultimi 15' ai polacchi con un break decisivo di 2-16 tra terzo e quarto periodo (dal 54-52 del 25' al 56-68 del 35') firmato da un ritrovato Kangur e tanta sostanza dalla coppia interna Anosike-Pelle. Fu vera gloria? E questa la domanda delicata alla quale l'area tecnica dovrà rispondere in tempi rapidi, magari già oggi quando la squadra, che non si è mai fermata dal 23 dicembre scorso, osserverà i primi due giorni di riposo: il secondo, non previsto, è stato conquistato ieri sul campo. Di certo i venti di mercato che spiravano forte dopo lo stop contro Torino sembrano destinati a smorzarsi: esclusa la cessione di Pelle (timido sondaggio di Reggio Emilia prima del tonfo con Cremona, informazioni chieste anche da Brindisi) ancor prima delle risposte positive di ieri sera. E alla luce dei riscontri del campo, sembrano destinati a bloccarsi anche i sondaggi sul mercato dei playmaker extracomunitari. Se Varese ha sposato il basket votato a coralità, circolazione di palla e sacrificio difensivo che fa parte del credo di Caja, il Maynor in versione "cattedratica" di Radom è l'imprescindibile pietra angolare dell'intero sistema. Dunque a meno di colpi di scena la cura-Caja proseguirà con l'organico attuale ribadendo la ricetta "tempo, pazienza e lavoro", beneficiando però dell'iniezione di fiducia garantita dalla corroborante vittoria in Polonia. Il punto della situazione lo si rifarà dopo il match di mercoledì prossimo contro l'Usak Sportif: se per la prima volta nell'arco della stagione Varese saprà dare continuità alla scintilla prodotta da una impresa contro pronostico, allora saranno i protagonisti attuali a condurre fino in fondo la missione-salvezza... Giuseppe Sciascia
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