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  1. Andrea Conti fa il punto tra il presente di un nono posto beffardo per una Varese esclusa solo per quoziente canestri dai playoff e un futuro basato sulla continuità delle scelte tecniche come evidenziato dal rinnovo solo da annunciare con Attilio Caja. Il g.m. biancorosso fotografa così il verdetto di ieri sera al PalaDozza: «Accettiamo il risultato del campo, analogo rispetto a quello di 12 mesi fa che era valso il sesto posto. Stavolta 32 punti non sono bastati, con l'amarezza di una classifica avulsa nella quale avendo scontri diretti positivi con 4 concorrenti su 5 siamo stati penalizzati dallo 0-2 con Avellino. Però la squadra ha reso in maniera abbastanza costante per tutta la stagione senza accusare mai momenti di affanno evidente; dopo la Coppa Italia abbiamo fatto un marzo bellissimo a parte il secondo tempo di Avellino. Peccato per l'assenza di Archie a Torino in una sconfitta che ci ha girato un po' la stagione». Come giudica la stagione 2018/19 dell'Openjobmetis? «Dobbiamo essere orgogliosi di squadra e staff: un gruppo allenato in questo modo merita solo complimenti per la disponibilità e la dedizione. Per il secondo anno di fila abbiamo fatto meglio rispetto alle risorse economiche disponibili, cambiando meno di tutti con una sola sostituzione fisiologica. Al di là della frustrazione del momento dobbiamo essere contenti della stagione». Quali saranno i passi per programmare il futuro? «C'è tanto da fare non solo dal punto di vista sportivo ma anche societario. Il punto di partenza è quello di capire quali saranno le prospettive future. Le valutazioni sulla stagione e sulle strategie future da condividere con Caja a mente fredda non possono prescindere da un concetto: Varese non può permettersi elementi dal pedigree importante, dunque servono giocatori adatti ad un metodo ed un sistema. Il direttore d'orchestra è Attilio, ci vogliono gli interpreti giusti per lui». Si ripartirà con l'obiettivo minimo di tenersi lontano dai guai, anche alla luce del raddoppio delle retrocessioni in A2? «A prescindere da 18 o 16 squadre, con due retrocessioni non possiamo permetterci di peccare di presunzione. Non è questione di minimalismo e mancanza di ambizioni: veniamo da due anni nei quali una pallacanestro con un' identità basata sul lavoro e il sacrificio, molto calzanti alla mentalità di Caja, ci hanno portato a costruire una squadra con una identità molto forte, che in particolare in casa ha dato grandi soddisfazioni. Ripartiremo da quell'identità e quella mentalità, che i tifosi hanno dimostrato di apprezzare». Dunque l'equilibrio dei conti rimane la priorità assoluta per la continuità nel tempo? «La Pallacanestro Varese ha bisogno di darsi prospettive di durata a lungo termine: siamo un patrimonio della città e per questo è necessario poter garantire uno spettacolo per più anni ai tifosi, prestando massima attenzione ai conti e investendo in maniera oculata e intelligente. L'auspicio è che entrino risorse fresche, ma non possiamo prescindere dal principio di fare con quello che abbiamo; nel medio periodo potrebbe arrivare un aiuto dalle giovanili che alla luce dei regolamenti diventano un serbatoio importante per crescere giocatori in casa». Giuseppe Sciascia
  2. L'Openjobmetis è padrona del proprio destino in vista del turno conclusivo della serie A. Nella volata per assegnare gli ultimi 3 posti nei playoff, la formazione dì Caja è in lizza con altre cinque squadre per bissare l'impresa della passata stagione. A differenza del 2017/18 però, i 32 punti ottenuti dai biancorossi potrebbero non bastare. Ecco tutte le possibilità a seconda dei risultati dell'ultima giornata: secondo i calcoli di Lega Basket, Varese si qualificherà ai playoff nel 75 per cento delle casistiche. COLPO AL PALADOZZA? PLAYOFF ARITMETICI - Ferrero e soci saranno certi dell'accesso alla post season in caso di vittoria esterna sul campo della Segafredo: il colpo a Bologna garantirebbe all'OJM di chiudere almeno sesta (in tal caso sfiderebbe Venezia, già aritmeticamente terza, nei quarti di finale). Il caso migliore per i biancorossi potrebbe portarli al quinto posto nell'ipotesi in cui Cantù vinca a Sassari con meno di 26 punti di scarto, in tal caso Varese se la vedrebbe nei quarti contro l'Happy Casa Brindisi di Frank Vitucci. Due posizioni che in ogni modo permetterebbero a Varese di avere chances di accesso alle coppe europee - nel dettaglio alla Champions League FIBA - come accaduto nel 2017/18, quando la società di piazza Monte Grappa declinò il diritto alla Champions iscrivendosi alla FIBA Europe Cup. SCONFITTA A BOLOGNA? FORZA PISTOIA - In forza dei risultati positivi dagli altri campi nel turno di domenica, l'OJM ha possibilità di qualificarsi anche in caso di ko al PalaDozza. Serviranno però combinazioni di risultati positivi: prima di tutto da Pistoia che ospiterà Avellino. Varese ha bisogno di evitare la parità - anche multipla - con la Sidigas visto lo 0-2 negli scontri diretti con gli irpini, che giocheranno sul campo di una OriOra con il match ball salvezza in mano dopo il meno 6 a carico di Torino. La sconfitta della Scandone in Toscana, e almeno un'altra sconfitta-di una della tre attuali compagne di viaggio di Varese - Trento gioca a Brindisi, Trieste a Milano e Cantù a Sassari - garantirebbe ali'OJM il ticket per la post season oscillando tra il sesto e l'ottavo posto. Se invece Avellino espugnerà il PalaCarrara, la truppa di Caja dovrà sperare che Cantù vinca in Sardegna in contemporanea con le sconfitte di Trento e Trieste: solo in questa parità a quattro i biancorossi si qualificherebbero all'ottavo posto sfidando dunque la testa di serie numero 1, Milano. IL CASO PEGGIORE - Le altre parità a quota 32 che comprendono Avellino penalizzerebbero l'OJM in qualsiasi classifica avulsa nonostante il 2-0 negli scontri diretti con Trieste; nel 25% delle casistiche i biancorossi chiuderebbero noni o decimi, ma ovviamente si tratta solo di un calcolo matematico che non contempla i valori del campo. Per espugnare Bologna e interrompere una serie negativa lontano dall'Enerxenia Arena che dura dal 10 febbraio, servirà comunque un'impresa a dispetto delle motivazioni di classifica azzerate di una Segafredo comunque decisa a celebrare davanti ai propri tifosi la freschissima vittoria della Champions League. Oppure bisognerà sperare nella voglia di salvezza di Pistoia, che però domenica a Masnago non ha esattamente incantato... Giuseppe Sciascia
  3. Gianfranco Ponti racconta le ragioni delle sue dimissioni dal consiglio di amministrazione della Pallacanestro Varese, confermando però la disponibilità a rientrare nei ranghi alle sue condizioni. L'imprenditore di Angera, uscito da metà marzo dalla stanza dei bottoni, club di piazza Monte Grappa, motiva così la sua scelta: «Mi sono dimesso perché non ho condiviso alcune scelte legate a questioni di gestione societaria, compresa la mancata attuazione immediata di un piano di riorganizzazione realizzato da Andrea Conti e Giorgio Pellegatta dei quali ho massima stima e che avevo appoggiato attivamente: razionalizzando alcuni costi avrebbe portato risparmi per circa 150mila euro. Ma a me la Pallacanestro Varese sta sempre a cuore: il mio passo indietro non è irreversibile, domenica sarò all'Enerxenia Arena a sostenere la formazione di Caja, e a certe condizioni sono disposto a tornare nei ranghi per costruire una squadra e una società più forti». Quali sono le condizioni per far rientrare le dimissioni? «La porta non è assolutamente chiusa: attendo che a giugno si formi il nuovo CdA per valutare se ci saranno le condizioni per farne parte ed eventualmente esercitare la mia opzione di acquisto fino al 20 per cento delle quote. Quel che chiedo è che il futuro CdA, poco importa se uguale a quello attuale o con figure differenti, dovrà avere pieni poteri per i prossimi tre anni. La prima condizione, non negoziabile, è che del consiglio di amministrazione faccia ancora parte Toto Bulgheroni, unica figura per me imprescindibile per le sue competenze e la sua capacità di essere punto di riferimento per tutta la città». Il suo passo indietro è legato anche alle tempistiche della nomina del nuovo nuovo CdA? «L'attuale governance in scadenza al 30 giugno avrebbe dovuto rimanere in carica fino all'approvazione del bilancio 2018/19, cosa che avverrà nei primi mesi del 2020. Si è convenuto di farla decadere a giugno per programmare il futuro in funzione delle possibili novità nel capitale azionario. Lo scorso febbraio avevo proposto di dimetterci tutti per anticipare i tempi della costituzione del nuovo CdA. Dunque, nel desiderio di stimolare positivamente la situazione e non certo per un capriccio, ho anticipato il passo indietro». Quale sarebbe il modo per effettuare un vero salto di qualità in termini di budget e relative ambizioni? «Al di là del piano di riorganizzazione non si può soltanto operare sulla riduzione dei costi. Per crescere davvero serve aumentare i ricavi, soprattutto quelli da sponsorizzazione: il vero salto di qualità arriverebbe attraverso un abbinamento di alto livello, diciamo da un milione di euro, a supporto dei partner attuali partendo da Openjobmetis (qualora dovesse acquistare quote del club nell'operazione Orgoglio Varese, l'azienda di Gallarate potrebbe lasciare ad altri il ruolo di main sponsor se giungessero offerte più vantaggiose, ndr). Sono pronto a rientrare nell'ambito di un azionariato che condivida un progetto ambizioso, non in una società che si avvìi verso una politica di piccolo cabotaggio» Cosa accadrà qualora non si avverassero le condizioni richieste? «Mi occuperò sempre del settore giovanile, per il quale il mio impegno proseguirà a prescindere dagli sviluppi al vertice del club. Anche in questo ambito siamo in cerca di risorse da sponsorizzazione; la volontà è comunque quella di potenziare l'Academy investendo sul parco allenatori in cerca di professionisti a tempo pieno, e sul reclutamento italiano e straniero per migliorare ulteriormente i nostri gruppi. Che già quest'anno, con l'Interzona raggiunto da Under 18, 16 e 15 e il titolo regionale dell'Under 14, hanno dato risultati lusinghieri». Giuseppe Sciascia
  4. Tre quinti abbondanti di regular season già in archivio e prime ipotesi sull'Openjobmetis che verrà in attesa di indicazioni certe dalla proprietà - oggi c'è in agenda un CdA importante per impostare alcune strategie future - relativamente a budget ed ambizioni. La Varese 2019/20 potrebbe ipoteticamente ripartire da almeno 5 conferme, al netto di offerte altrui o novità inattese sulle prospettive della stagione ventura. CHI RESTA - L'unica certezza è il contratto fino al 2021 di Matteo Tambone, al di là delle valuazioni sul molo futuro dell'esterno romano (più spazio da guardia?). A breve arriverà anche il rinnovo di Giancarlo Ferrero, ormai una bandiera per il popolo biancorosso, che dà garanzie umane e tecniche (non solo per il recente record in carriera dei 28 punti a Trieste) nel sistema di Attilio Caja. Discorso analogo per Nicola Natali, che in 18 mesi ha dimostrato di potersi ritagliare minuti in serie A e non essere solo un elemento utile per gli allenamenti. GLI OBIETTIVI - Data per scontata la partenza di Aleksa Avramovic al termine del ciclo triennale impostato nel 2016 da Claudio Coldebella, i primi due obiettivi sul fronte stranieri sono le conferme di Tommy Scrubb e Tyler Cain. L'ala canadese è il perfetto interprete del sistema del coach grazie alla sua duttilità, e col tempo ha aumentato la sua intraprendenza offensiva. Un giocatore da 13,7 punti più 7,3 rimbalzi, 2,7 assist e 1,6 recuperi però può far gola anche ad altri, e l'OJM deve provare a muoversi in anticipo al netto del rebus Mondiali (se il Canada lo convocherà, il mancino del 1991 tornerà solo il 20 settembre, problema meno grave per una eventuale conferma). Il lungo del 1988 ha opzione per il 2019/20 ma anche uscita a suo favore dal contratto 1+1 rinnovato la scorsa primavera: per abnegazione e doti difensive è la vera architrave del sistema, l'apprezzamento della famiglia per Varese col secondogenito in arrivo potrebbe giocare a favore dell'OJM. PUNTI DI DOMANDA - Ronnie Moore e Dominique Archie si giocano il posto nei prossimi tre mesi: giocatori conosciuti sul piano tecnico e umano che danno garanzie di tenere la squadra fuori dalla zona pericolo, ma ai quali difetta continuità (al play nel tiro da 3, all'ala forte nella fisicità dentro l'area) per l'alto livello. Dipenderà da budget, incastri e alternative, oltre che dalle sensazioni delle ultime 11 gare della regular season più eventuali playoff e dell'avventura in FIBA Europe Cup: si può trovare di meglio, ma l'anno prossimo le retrocessioni saranno due e non una, dunque occhio agli azzardi se le risorse non lo consentiranno. Antonio Iannuzzi era arrivato con grandi aspettative da parte di Attilio Caja, ma complice anche la super stagione di Cain fatica a trovare spazi, e pare difficile che le parti abbiano voglia di riprovarci, specie se resterà Tyler. Jean Salumu ha opzione per la stagione ventura, i numeri dicono che è più efficace di Bertone (5.2 punti col 36% da 3 rispetto a 1,8 col 20%), ma se l'ipotesi era quella di farne il futuro Avramovic, a oggi è la risposta è un no. Giuseppe Sciascia
  5. Attilio Caja non si preoccupa in vista di un girone di ritorno in salita per la sua Openjobmetis, con 7 gare casalinghe e 8 trasferte delle quali 3 - Brescia, Trento e Trieste - nelle prime 4 partite. Il tesoretto accumulato nella prima metà della stagione dà fiducia al coach pavese: «I punti conquistati nel girone d'andata non ce li porterà via nessuno, e dall'alto della sicurezza garantita dai 18 punti acquisiti continueremo a lavorare per migliorare. C'è la consapevolezza che nell'arco di una stagione possono esserci periodi di forma migliore o leggermente meno brillante; nelle ultime due gare non abbiamo segnato da fuori, ma abbiamo perso solo per canestri incredibili di Dominique Johnson e il 65% da 3 di Bologna». Partendo dalla parte destra della classifica, chiudere quinti al giro di boa è un gran risultato? «Essere davanti a tante squadre, come la stessa Virtus, che partivano sulla carta davanti a noi ci rende contenti. Il nostro obiettivo di partenza era la salvezza tranquilla, il quinto posto con la Coppa Italia significa che abbiamo fatto più del previsto. Dunque per definizione, anche se dovessimo rientrare nei ranghi, sarebbe la normalità. Restiamo una buona squadra con pregi e qualche lacuna, lavoriamo sempre per esaltare i primi e nascondere le seconde». Quali spunti positivi le ha dato la gara contro Bologna? «La solidità di un gruppo si misura nelle difficoltà, e in questo senso la sconfitta di domenica ha dato indicazioni positive. Potevamo crollare a meno 20 e invece abbiamo giocato fino alla fine, dimostrando la scorza dura della squadra che non si è disunita continuando a macinare il suo sistema. Giocare contro chi ha più qualità di te obbliga a ridurre al minimo il numero degli errori per avere chances; poi se gli avversari danno il 100 per cento diventa difficile vincere anche se fai il massimo» Quali margini di crescita può avere la sua OJM? Le risposte di Salumu, Tambone e Natali contro Bologna sono state molto soddisfacenti; per il belga è stata la miglior prova stagionale, Matteo e Nicola hanno dato conferme importanti. Iannuzzi lo vedo lavorare e so che può dare molto; il suo è un ruolo difficile perchè dietro Cain è complicato trovare minuti, ma è cresciuto tanto mettendoci tanta applicazione per entrare nel nostro sistema di gioco. Aggiungendo anche un Ferrero da recuperare, i nostri margini di crescita sono legati alla conferma della panchina sui livelli di domenica, perchè il quintetto all'andata ha fatto davvero benissimo». Nelle prossime 4 settimane l'OJM è attesa da un ciclo di impegni decisivi su tutti e 3 i fronti... «Giocheremo 8 volte tra campionato, FIBA Cup e Coppa Italia; sono certo che ci faremo trovare pronti per giocare al meglio delle nostre possibilità. E' una colpa perdere se non sei pronto o non giochi al 100 per cento; noi combatteremo come abbiamo sempre fatto, dicendo bravi agli avversari qualora faranno ancora meglio di noi come accaduto domenica contro Bologna». Giuseppe Sciascia
  6. Andrea Conti fa eco ad Attilio Caja nel tributare complimenti ed applausi all’Openjobmetis nel consuntivo finale del girone di andata. Le ultime due sconfitte con Pistoia e Bologna non offuscano il giudizio altamente positivo del g.m. biancorosso per il ritorno alle Final Eight dopo 6 anni: «Abbiamo disputato un girone di andata veramente egregio: tenendo conto del potenziale tecnico ed economico abbiamo espresso un’ottima pallacanestro con la forte identità impostata dal nostro coach. I 18 punti raccolti testimoniano della qualità del lavoro svolto e la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia rappresentano il meritato premio per i ragazzi e il club». Una Varese operaia capace di fare meglio finora di tante avversarie più quotate. «Il marchio di fabbrica della solidità difensiva e della coralità in attacco proviene dalla chimica tra i giocatori: tra loro si percepisce molta armonia, questo stile di gioco che ci portiamo appresso da inizio stagione sarà la nostra certezza anche nel girone di ritorno. Che sarà certamente molto complicato: ognuno giocherà alla morte per un obiettivo ben delineato, tante squadre si stanno rinforzando e gli equilibri del campionato possono cambiare. Ne è l’esempio Bologna: se saranno sempre quelli di domenica potrebbero mettere i bastoni tra le ruote alla stessa Milano». Il quinto posto a metà del cammino modifica gli obiettivi stagionali? «L’obiettivo iniziale era la salvezza tranquilla, e per quello siamo ampiamente in linea. È chiaro che, guardando la classifica, l’appetito vien mangiando, e l’impianto di gioco sostanzioso costruito da Attilio Caja resta il punto di riferimento col quale proseguire il cammino. Però è necessario mantenere l’attuale forma fisica e mentale e in ogni caso dipenderà molto dalle condizioni delle avversarie: la stessa Bologna due settimane fa con Martin infortunato e senza Moreira era un’altra squadra». Difesa, coralità e impegno sono certezze. L’unica variabile dipendente sono le percentuali di tiro? «Il sistema dà garanzie di rendimento in termini di solidità, poi sul piano offensivo sei legato alle medie al tiro. Nelle ultime uscite Avramovic è stato sottotono e lo stesso Moore ha segnato poco da fuori; capitano momenti di flessione e sono certo che torneranno ad alto livello. Di certo i giocatori della rosa sono perfetti per la filosofia di questa squadra e interpretano al meglio le idee del coach; questo ci dà tranquillità e consapevolezza di avere un’identità forte». La seconda metà del campionato partirà domenica a Brescia, come vede il match? «Partita difficile contro una squadra che ha aggiunto un elemento di alto livello come Cunningham. Lui e Hamilton sono giocatori dal grandissimo talento offensivo, supportati da una batteria di italiani importanti anche senza l’infortunato Vitali. Nelle prime 4 gare del ritorno avremo un avvio complicato con tre trasferte dure tra Brescia, Trento e Trieste più il match casalingo contro una big come Sassari». Giuseppe Sciascia
  7. È Varese la regina del basket italiano dell’anno solare 2018. La truppa di Attilio Caja è stata la squadra italiana con la maggior percentuale di vittorie sul totale delle partite disputate in ogni competizione (campionato, Coppa Italia, Supercoppa e coppe europee). Su 41 partite disputate tra la seconda parte del 2017/18 e la prima metà del 2018/19, il team biancorosso ne ha vinte 29, pari al 70,7%. Un record superiore anche a quello della Milano tricolore, che ha vinto 49 partite su 76 conquistando scudetto e Supercoppa 2018, chiudendo col 64,4% di vittorie. Anche Venezia, unica italiana a vincere a livello internazionale conquistando la FIBA Europe Cup, ha completato il percorso dell’anno solare appena terminato con 39 vittorie su 60 gare, pari al 65,0%, seconda forza dietro all’OJM. Europa decisiva La marcia in più di Varese è stata garantita dalla FIBA Europe Cup (5-1 nella prima fase, più le due vittorie contro Larnaca e Sassari nelle Top 16): in totale 7 vittorie su 8 gare in un torneo chiaramente meno competitivo rispetto agli impegni delle altre big che in Italia hanno raccolto di più. Basti pensare che Milano in Eurolega ha totalizzato 13 vittorie totali su 30 gare a cavallo tra il 2017/18 e il 2018/19, e Venezia ha fatturato 13 vittorie su 21 gare internazionali tra Champions League e FIBA Cup. In serie A, invece, l’OJM ha totalizzato 22 vittorie in 33 partite, rispetto alle 32 su 46 dell’Ax Exchange e alle 26 su 39 di Venezia. Bene la prima metà, meglio la seconda L’OJM esce promossa a pieni voti dal tour de force dei primi 3 mesi della stagione agonistica: Ferrero e soci hanno vinto 16 delle 21 partite ufficiali disputate dal 7 ottobre al 30 dicembre, dimostrando che il doppio impegno settimanale può addirittura diventare un vantaggio. L’attuale record tra campionato e coppa migliora ulteriormente il percorso della seconda metà del 2017/18: lo strepitoso girone di ritorno da 13 vittorie su 15 partite che aveva permesso a Varese di rimontare 9 posizioni (dal 15° al 6° posto finale) era stato preceduto da due sconfitte nella fase finale dell’andata e seguito dallo 0-3 nei quarti dei playoff con Brescia che avevano chiuso il percorso della prima metà dell’anno solare appena archiviato con un record di 13 vittorie e 7 sconfitte. Il segreto della continuità Il trait d’union tra le due metà di un anno solare comunque memorabile è la continuità tecnica tra campo e panchina che ha permesso all’Openjobmetis di costruire un vero e proprio marchio di fabbrica basato su organizzazione difensiva e offensiva. Nella stagione passata il girone di andata era servito a mettere a punto le gerarchie di un gruppo nuovissimo, che aveva perso tante volte in volata prima di imparare dai propri errori, e grazie alle addizioni Vene e Larson per Hollis e Waller aveva trovato in corsa i giusti equilibri. Nell’estate 2018 Caja è ripartito dal blocco dei 5 confermati e - assieme a Claudio Coldebella prima e Andrea Conti poi - ha scelto con estrema attenzione le pedine giuste per costruire una squadra a immagine e somiglianza del suo credo cestistico. L’unico ritocco effettuato finora - ossia il cambio Salumu per Bertone - è stato figlio del desiderio di cercare un potenziale upgrade anziché una necessità per risolvere problemi di rendimento. Auspici per il nuovo anno L’OJM plasmata da Artiglio gioca a memoria; le avversarie ne conoscono vizi e virtù ma dalla sconfitta casalinga di Avellino in poi i biancorossi hanno imposto la loro coralità contro qualsiasi avversaria - compresa la corazzata Milano, che l’ha spuntata soltanto grazie alle magie dell’asso Mike James - e vinto 10 delle ultime 11 gare del 2018. Il coach pavese vola basso e si guarda alle spalle visti i numerosi club - che hanno speso di più ma costruito peggio - che hanno comunque chances di migliorare sul mercato di riparazione. Ma questa Varese ha un’identità fortemente radicata e riconoscibile che vale più dei bei nomi delle sue avversarie: provare a farla valere il più a lungo possibile su tutti e tre i fronti - campionato, Coppa Italia e FIBA Cup, quest’ultima la meno irraggiungibile senza il moloch Milano - è il target per un 2019 ricco di nuove soddisfazioni. Giuseppe Sciascia
  8. L’Openjobmetis anticipa di un paio di settimane il Natale e si regala il rinforzo Jean Salumu. Ratificata nella mattinata di ieri, lunedì 9 dicembre, la trattativa con il ventottenne esterno belga, che ha firmato l’accordo “1+1” propostogli dal club prealpino alla fine della scorsa settimana. L’atleta del 1990 ha raggiunto Varese nel tardo pomeriggio. Oggi, martedì 10 dicembre, alle ore 9 avverrà il primo contatto con Attilio Caja, che attraverso i video inizierà a introdurlo nel collaudatissimo sistema di gioco decisivo per il raid di domenica scorsa a Venezia. Poi le visite mediche di rito, tappa obbligata per dare valore formale al contratto, e nel pomeriggio il primo allenamento (si lavorerà al Campus con l’Enerxenia Arena non disponibile), pur con le cautele del caso, trattandosi dell’immediato prepartita della sfida di domani, mercoledì 12 dicembre, contro i ciprioti di Larnaca. I tempi tecnici della competizione FIBA - tesseramento necessario 48 ore prima della partita - impediranno a Salumu di esordire nel primo atto delle Top 16; la società di piazza Monte Grappa però è già al lavoro per ottenere tutte le carte - oltre al nulla osta della federazione turca con il placet del Sakarya, dove Salumu ha militato fino a 2 settimane fa - per poterlo schierare domenica 16 dicembre contro Torino. «Si tratta di un giocatore che ha qualità offensive e una taglia importante per il suo ruolo - così lo descrive il d.g. Andrea Conti -. Jean è un giocatore che ha esperienza internazionale con le coppe disputate con Ostenda e Sakarya, oltre a essere portato a stare all’interno di un sistema di gioco collaudato come il nostro». Salumu prenderà il posto di Pablo Bertone, al quale il dirigente cremonese ha comunicato la notizia dell’arrivo dell’esterno belga dopo l’allenamento di ieri mattina al Campus. Dunque la guardia italo-argentina giocherà la sua ultima partita con la casacca biancorossa proprio domani contro Larnaca e poi resterà in tribuna in attesa di trovare collocazione altrove. L’IDENTIKIT DI SALUMU 193 centimetri per 90 chili di potenza atletica e qualità balistiche. Jean Salumu aggiunge profondità e pericolosità dall’arco all’OJM come testimoniano i 14,0 punti col 36% da 3 in 15 gare disputate con il Sakarya. Nato nel 1990 in terra fiamminga, Salumu ha vinto 6 scudetti e 6 coppe con Ostenda (compagno di Dominique Archie nel 2015/16) dove nel 2017/18 è stato MVP del campionato belga chiuso a 12,9 punti col 40% da 3. Dal 2014 veste la maglia della sua Nazionale (12,5 punti e 3,0 assist nelle attuali qualificazioni agli Europei del 2021). Salumu rappresenta sulla carta un upgrade in termini di qualità offensive e duttilità rispetto all’atleta del 1990, che in 9 gare di campionato ha prodotto 1,0 punti in 5,3 minuti col 18% da 2 e il 20% da 3 (mentre in FIBA Cup viaggiava a 10,6 punti in 20,3 minuti). «L’idea è che Salumu parta dalla panchina dando minuti di riposo sia ad Avramovic sia a Scrubb, in questa prima parte di stagione utilizzato tantissimo dal coach - spiega Conti -. Riteniamo che Jean possa essere il giocatore giusto per aggiungere qualità alle nostre rotazioni senza dover modificare equilibri già consolidatissimi, come dimostrano le attuali 5 vittorie consecutive». E il d.g. biancorosso sottolinea un risvolto interessante, considerando che l’atleta del 1990 potrebbe essere un investimento anche per il futuro. «L’opzione per il prossimo anno ci permetterà di valutare con attenzione un giocatore interessante, anche nell’ottica della costruzione del roster futuro; dal 2019/20 ci saranno meno visti a disposizione, un giocatore col suo status garantito dal passaporto potrebbe tornare doppiamente utile». Giuseppe Sciascia
  9. L'Openjobmetis prova a stringere su Jean Salumu. Il 28enne nazionale belga diventa l'obiettivo primario del club di piazza Monte Grappa visto il reiterato impasse su tempistiche e modalità per liberare Tyrus McGee dal contratto con FAfyon Beledye. L'esterno fiammingo ha invece trovato l'accordo per la separazione consensuale con il Sakarya, il club turco nelle cui file ha totalizzato 14,7 punti e 3,1 rimbalzi nelle 13 partite disputate tra campionato e coppe. Varese ha fatto la sua mossa, sottoponendo all'atleta del 1990 una proposta "1+1" di durata fino al 30 giugno 2020 ma con opzioni di uscita a favore di entrambe le parti al termine della stagione corrente. L'interesse dell'area tecnica biancorossa è concreto: Salumu è una guardia che ha stazza ( 193 centimetri per 90 chilogrammi), qualità atletiche e punti nelle mani, una combinazione gradita nei sondaggi che l'OJM stava portando avanti ormai da qualche settimana in cerca di un upgrade dalla panchina rispetto a Pablo Bertone. Un attaccante creativo e con buone doti balistiche (in Turchia viaggiava col 36% da 3, nella scorsa annata in Belgio ha chiuso col 40%) che potrebbe partire alle spalle di Avramovic e dare minuti anche da ala piccola dietro Scrubb. Salumu ha disputato nello scorso weekend le qualificazioni a E-robasket 2021 con la maglia della sua Nazionale, della quale è una pedina importante sin dal 2014. Dal 2012 al 2018 è stato un pilastro di Ostenda, la dominatrice dell'Ethias League belga, vincendo per sei stagioni consecutive scudetto e coppa (nella stagione passata, chiusa a 12,5 punti e 2,0 rimbalzi, è stato votato MVP del campionato e inserito nel miglior quintetto difensivo). Nei suoi trascorsi con la squadra leader del Belgio c'è anche una stagione disputata assieme a Dominique Archie in maglia Tele-net nel 2015/16; in quell'annata Salumu giocò a Masnago la gara di esordio della FIBA Europe Cup, risultando il top scorer degli ospiti (21 punti con 4/6 da 2, 3-4 da 3 e 4/5 ai liberi) nel successo 85-81 contro la squadra allora guidata da Paolo Moretti. La trattativa è in corso, l'auspicio di Varese è quello di chiudere all'inizio della prossima settimana, magari provando a portare a termine l'operazione per poter avere il rinforzo già in occasione dell'esordio casalingo di mercoledì prossimo contro Larnaca nelle Top 16 di FIBA Europe Cup. Però domani a Venezia in campo andrà ancora Pablo Bertone, il quale ha convissuto con grande professionalità per tre settimane con l'ipotesi concreta della sostituzione. Ora Varese pare vicinissima alla scelta del suo rimpiazzo, ma non c'è dubbio sul fatto che l'oriundo darà il massimo se chiamato in causa al Taliercio. E continuerà a farlo finché l'OJM avrà bisogno di lui. Giuseppe Sciascia
  10. L'Openjobmetis non molla la presa su Tyrus McGee. Il rapporto diretto tra il d.g. Andrea Conti e l'atleta statunitense, che nel 2015-16 ha già lavorato con lui a Cremona, è un canale privilegiato per monitorare la situazione della guardia che Varese vorrebbe aggiungere come upgrade dalla panchina dietro Aleksa Avramovic. Il giocatore del 1991 è bloccato in Turchia all'Afyon Beledye, dove ha firmato un "contrattone" estivo onorato fin qui con grandi affanni dal suo attuale club. La società di piazza Monte Grappa ha formulato una proposta formale, come d'altra parte ha fatto anche Reggio Emilia che gli offrirebbe un posto in quintetto ma che sembra avere meno appeal perché è ultima e non gioca una competizione europea, per assicurarsi l'ex campione d'Italia nel 2016/17 con Venezia. Però a oggi McGee non è libero, e non è chiaro quali saranno le tempistiche per sbloccare l'impasse; i biancorossi sono pronti ad agire quando arriverà il via libera, ma la situazione intricata non dà certezze. E allora l'Openjobmetis sonda anche altre soluzioni, a partire dalla 28enne guardia belga Jean Salumu, anch'egli in Turchia al Sakarya (13,8 punti di media) dove la situazione economica parrebbe ancor più grave rispetto all'Afyon. L'optimum per Attilio Caja sarebbe stato quella di sfruttare la settimana entrante per l'inserimento della new-entry, trattandosi dell'ultima di lavoro in palestra "pieno" prima del tour de force di 7 partite in 21 giorni che l'Openjobmetis disputerà tra campionato e FIBA Europe Cup da domenica a Venezia al 30 dicembre a Pesaro. Ma a meno di colpi di scena ad oggi improbabili, pare difficile trovare in tempi rapidi - ossia entro le 11 di venerdì, tempo massimo per poter schierare l'eventuale rinforzo alla ripresa del campionato sul campo dell'Umana - il grimaldello per liberare uno dei suoi obiettivi dagli attuali vincoli contrattuali. Difficile che arrivino novità entro questa settimana, si continuerà a monitorare il mercato in attesa di ulteriori sviluppi (possibile uscita da Cremona di Tre Demps?). Per l'intervento migliorativo ci sono volontà e disponibilità, la prima occasione gradita a Bulgheroni, Conti e Caja che si libererà nelle prossime settimane sarà colta al volo... Giuseppe Sciascia
  11. Openjobmetis, squadra che vince (e convince) non si cambia. Anche perché mancano profili credibili per migliorare il roster attuale, unico motivo per cui varrebbe davvero la pena di intervenire dopo le 10 vittorie in 14 partite del primo terzo del 2018/19. Modificare la chimica di un gruppo terzo in classifica in campionato e promosso con autorità alla seconda fase della FIBA Europe Cup? Sì, solo se dovesse emergere la possibilità di effettuare per un upgrade in grado di innalzare decisamente la qualità del reparto esterni. Le quattro vittorie consecutive dopo lo stop contro Avellino non hanno mutato la posizione della società: resta la volontà di intervenire in caso di occasione importante, che il consigliere Toto Bulgheroni aveva confermato su queste colonne al-l'indomani del primo scivolone interno stagionale. Ma l'operazione Dominique Johnson, per il quale l'Openjobmetis sarebbe stata disponibile a fare uno sforzo extra considerando il gradimento del giocatore di Detroit per la piazza biancorossa dove era già stato protagonista per due terzi della stagione 2016/17, non è realizzabile in tempi rapidi. Il giocatore del 1987, in difficoltà tecniche ed ambientali dopo le prime 6 giornate a Pistoia, è stato protagonista degli ultimi due successi del club toscano, non disposto a privarsene ora. Se ne potrà eventualmente riparlare dopo il 9 gennaio, quando scadrà l'attuale accordo a termine tra l'OriOra e il tiratore statunitense. Lo spessore dell'eventuale obiettivo - che alla corte di Alessandro Ramagli viaggia a 15,5 punti di media col 40% da 3 in 30,1 minuti - fa capire che Varese è disposta anche ad incidere sulla chimica attuale del gruppo, considerando che Johnson sarebbe stato disponibile ad accettare un ruolo da sesto uomo pur di competere per la zona alta della classifica. Dunque soluzioni pur non disprezzabili come quelle dello sloveno Mesicek o del ceko Klyznrk non vengono prese in considerazione da società e staff tecnico, perchè considerate non sufficientemente migliorative rispetto a Pablo Bertone. Ossia un giocatore amato da compagni e pubblico che comunque sta dando il massimo con grande professionalità a dispetto delle difficoltà di ritagliarsi spazio in campionato (1.1 punti in 5,2 minuti rispetto ai 10,5 in 20,5 della FIBA Europe Cup). Se Varese dovrà effettuare un upgrade per alzare l'asticella delle ambizioni, è quello il ruolo nel quale provare a migliorare il roster attuale. La troika Toto Bulgheroni, Andrea Conti e Attilio Caja ne ha convenuto anche ieri sera dopo la cena di squadra al "Bologna" che il coach pavese ha offerto a tutto il gruppo prima del rompete le righe fino a lunedì prossimo. Si sostituirà Bertone solo per un giocatore rodato e di sicuro impatto che garantisca trattamento di palla (ossia capacità di giocare il pick&roll) e penetrazione, monitorando il mercato in Italia e in Europa. A partire dalle evoluzioni in Turchia su Tyrus McGee: l'Afyon Beledye, club dove milita il sogno dell'estate 2017 di Attilio Caja e già con Andrea Conti a Cremona nel 2015/16. sembra navigare in cattive acque. L'OJM non ha fretta di cambiare subito, ma se ci fosse un'occasione ghiotta... Giuseppe Sciascia
  12. La base del sistema è la difesa, ma la chiave dei risultati è l'attacco. Il rendimento dell'Openjobmetis è legato a filo doppio alla produzione offensiva: la vittoria esterna di Cremona - la prima stagionale in campionato lontano dall'Enerxenia Arena - ribadisce un trend chiarissimo in questi primi mesi della stagione. Nelle 11 gare disputate tra Italia ed Europa, Varese ha superato 6 volte quota 80 punti segnati con un percorso netto di 6 vittorie in tutte le occasioni in cui l'attacco ha girato bene; al contrario ha vinto una sola gara (78-66 contro Trieste) tra le 5 terminate sotto la soglia degli 80 realizzati. Dato significativo ma comunque da sviscerare, nella misura in cui è l'aggressività della difesa la miglior spinta per l'attacco biancorosso: domenica al PalaRadi, infatti, la squadra di Attilio Caja ha prodotto tanto bottino tra ripartenze da palla recuperata e rimbalzi d'attacco, abituali risorse fondamentali del suo fatturato offensivo a Masnago. Se Varese graffia in retroguardia e riesce a trovare punti in contropiede primario, la sua produzione di punti dipende meno dall'esito delle soluzioni balistiche dall'arco alle quali sono legate principalmente le sue fortune (38,7% nelle 4 vittorie in Italia e 27,3% nelle 3 sconfitte in campionato). Dunque, se l'OJM difende con energia, riesce a spingere sull'acceleratore e riesce a costruire trame lucide convertendole con precisione, è in grado di sbancare il campo dell'attuale terza forza del campionato e competere fino al 38' contro la potenziale terza forza della serie A. Le partite contro Avellino e Cremona - con in mezzo la corroborante vittoria di Oporto - hanno ribadito che la Varese costruita secondo i dettami di Attilio Caja ha qualità e organizzazione per provare a competere anche in quest'annata per la metà alta della classifica. Ad oggi l'unico problema sul quale riflettere in chiave mercato rimane lo scarto elevato tra il rendimento offensivo del quintetto base e l'apporto delle rotazioni. Lo starting five fattura più di tre quarti dei 77.8 punti di media ( Avramovic 16.4, Archie 13.0, Cain 11.5, Moore 10.4 e Scrubb 9.7), mentre dalla panchina ne arrivano poco più di 18 (Ferrero 5.6, Tambone 4.7, Iannuzzi 3.0, Natali 2.5 e Bertone 1.3). Tutti sono utili alla causa difensiva, ma il blackout balistico sul primo giro di cambi in tutti i ruoli che ha vanificato i maxi-break iniziali delle ultime due trasferte (7-21 in Portogallo e 2-21 a Cremona) è indicativo della differenza di pericolosità offensiva. Per questo l'OJM tiene gli occhi puntati sul mercato degli esterni, riservandosi di ragionare nella pausa di campionato e FIBA Europe Cup, da lunedì prossimo al 9 dicembre, se spunterà il profilo ad hoc nel ruolo di guardia per dare a Caja un sesto uomo di impatto tecnico e fisico. Statistiche alla mano, Varese è seconda nelle triple tentate (29,1 di media, solo Cremona a quota 32 usa di più il tiro da 3) e ultima nei viaggi in lunetta (16,0 a partita): un cambio di guardie e ali che abbia fisico e capacità di attaccare il ferro completerebbe al meglio il puzzle biancorosso. Giuseppe Sciascia
  13. L’Openjobmetis apre ufficialmente la caccia ad un rinforzo sul perimetro. Anticipati i tempi delle valutazioni rispetto all’idea di riflettere a bocce ferme durante la pausa per le Nazionali: definitiva la bocciatura di Pablo Bertone da parte di Attilio Caja dopo le due-azioni-due nelle quali è rimasto in campo contro Avellino (una palla persa e una tripla subita dall’uomo su cui difendeva), e la successiva “consacrazione” pubblica del problema nella conferenza stampa del dopo gara («Non riesco a farlo rendere»). Varese cerca dunque da ieri un sostituto dell’esterno oriundo, ingaggiato in estate per essere il sesto uomo di impatto dietro i 5 titolari stranieri, e scivolato al decimo posto nelle rotazioni di “Artiglio” (9 punti in 37’ totali con 4/15 al tiro nelle 6 gare di campionato disputate in maglia OJM). La partita contro la Sidigas ha ribadito la solidità dell’impianto di gioco disegnato dal tecnico pavese col personale scelto in estate; per evitare di dipendere sempre dalle magie di Avramovic o dalle percentuali nel tiro dall’arco, serve però un “ritocchino” che aumenti il potenziale offensivo della squadra senza stravolgerne la mentalità operaia. Di fatto un elemento che accetti di partire dalla panchina con costi adeguati, anche se c’è disponibilità per uno sforzo superiore rispetto all’uscente Bertone, che comunque resta in organico fino all’arrivo del sostituto (oggi in partenza per Oporto insieme alla squadra per la trasferta di domani in FIBA Europe Cup). Il discorso economico e di responsabilità sembra escludere in partenza la suggestiva ma difficilmente praticabile ipotesi del ritorno di Dominique Johnson: posto che Pistoia lo lasci libero, cosa che al momento non sembra affatto scontata, l’ex biancorosso avrebbe le atout tecniche adatte ma dovrebbe calarsi in un ruolo non suo. La ricerca di Andrea Conti è concentrata su una guardia che abbia fisico, potendo magari dare minuti anche in ala piccola, dove di fatto Bertone non è mai stato utilizzato e al di là della partita jolly di Natali contro la Sidigas c’è rischio di “tirare il collo” a Scrubb. Ma anche gambe fresche per saltare l’uomo e aiutare il canadese a migliorare le sue percentuali dall’arco (30,8% da 3 contro il 53% del 2017/18 ad Avellino) creandogli tiri più aperti e togliendogli attenzioni delle difese come accadeva lo scorso anno in Irpinia. Scartata già la settimana scorsa l’ipotesi Stojanovic, considerato troppo ala e poco guardia oltre che troppo amante della palla in mano, nessuna delle piste americane ed europee vagliate finora sembra combaciare alla perfezione all’identikit disegnato da Attilio Caja. L’unica situazione intrigante, ma da esplorare in maniera approfondita valutandone costi ed effettiva fattibilità, potrebbe essere quella dello sloveno Blaz Mesicek: il 21enne esterno lo scorso anno a Brindisi dove ha totalizzato 9,9 punti e 2,4 rimbalzi, è tornato in patria all’Olimpia Lubiana dove viaggia a 8,0 punti e 2,0 assist in Champions League. Un “Simil-Avramovic” di 197 centimetri - pure mancino come il serbo - che partirebbe come suo cambio ed eventualmente il prossimo anno esserne il sostituto. Giuseppe Sciascia
  14. Toto Bulgheroni ribadisce la fiducia nel gruppo dell’Openjobmetis e allontana almeno per ora “sirene” di mercato per modificare il roster attuale. Il consigliere delegato all’area tecnica biancorossa fa il punto della situazione dopo lo stop esterno di Reggio Emilia: «Non siamo certo nelle condizioni di chi come Brescia e Trento si trova nella necessità di cambiare per esigenze di classifica. Abbiamo 6 punti e sappiamo benissimo la nostra collocazione nel ranking del campionato; a mio giudizio abbiamo disputato 2 partite molto buone all’Enerxenia Arena, e dunque ho fiducia nella crescita del gruppo che deve solo sbloccarsi in trasferta». Dunque la ricetta è quella di affidarsi al lavoro in palestra, specialità della casa del coach? «Sono convinto che il lavoro paga, e la nostra squadra non è seconda a nessuno in questo aspetto vista la presenza di un comandante come Attilio Caja che ha la preparazione necessaria per affrontare queste situazioni in un campionato molto duro come quello che si sta profilando. La chimica del gruppo è buona ed è quello che conta; ci sono giocatori che non hanno ancora reso secondo le aspettative, ma il coach ha grande esperienza e saprà trovare il modo giusto per sfruttare al meglio il potenziale di tutti». In questo momento la differenza tra l’OJM formato Enerxenia Arena e quella da trasferta pare però notevole... «Evidentemente è così: fuori casa non riusciamo a concretizzare tutto il lavoro difensivo che svolgiamo. La squadra si applica e gioca con il massimo dell’impegno, ma non riesce a monetizzare in attacco tutta la mole di fatica. Le 16 palle perse di domenica sono troppe e sono indice della fatica a scioglierci un po’ in fase offensiva. Sembra che viaggiamo col freno a mano tirato rispetto alle gare casalinghe, dove invece riuscendo ad essere più aggressivi troviamo punti da situazioni di contropiede e rimbalzi d’attacco che ci aiutano ad acquisire sicurezza». Fiducia nel sistema e nel gruppo in attesa della scintilla per invertire il trend esterno? «Il sistema è valido e solido, dobbiamo solo sbloccarci in trasferta con una prestazione brillante che ci garantisca anche il risultato. Ho in mente la vittoria esterna di Venezia nella prima giornata del ritorno: fu il segnale della svolta dopo un girone di andata nel quale andammo più volte vicini alla vittoria esterna perdendo più volte per episodi finali dopo tante prestazioni positive». Domenica contro Avellino (che cerca un sostituto europeo dell’infortunato Costello, c’è l’ipotesi Ortner, ndr) sarà un test importante... «Ci aspetta una sfida delicata, al di là della coppa che potrebbe darci la certezza della qualificazione: per me la Sidigas è una delle prime quattro squadre del campionato. Sarà una partita delicata perché molto difficile contro un’avversaria dal grandissimo talento offensivo, un test molto significativo per noi, ma preparandoci al meglio e con la giusta carica del pubblico potremo misurare il nostro spessore». Giuseppe Sciascia
  15. Bilanci individuali di fine precampionato per l'Openjobmetis. A sei giorni dall'esordio contro Brescia, ecco il borsino dei singoli in funzione di presenze, punti segnati e media punti nelle 13 amichevoli disputate dal team di Caja, in ordine di ruolo e dividendo quintetto e panchina. Spicca la suddivisione stabile dei carichi offensivi, con 5 giocatori in doppia cifra media ma Avramovic capocannoniere. IL QUINTETTO MOORE 6 (13 g, 93 pts, 7,2 ppg) Precisione balistica intermittente (bene al "Lombardia" e contro Pistoia a Cividale) al di là del normale adeguamento ad un sistema e ad un coach diverso dopo i 4 anni con Esposito. Affidabilità e linearità come da aspettative, pochi acuti ma anche poche sbandate. AVRAMOVIC 6.5 (7 g, 85 pts, 12,1 ppg) Ancora in rodaggio e centellinato da Caja dopo i 15 giorni saltati per la chiamata della Serbia, conferma lo status di prima punta (non in doppia cifra soltanto nel -34 contro Milano) e la capacità unica nel roster di dare adrenalina e brio alla manovra. SCRUBB 7 (13 g, 130 pts, 10,0 ppg) Duttilità, dinamisimo, fiuto del pallone in difesa ed a rimbalzo: lontanissimo dall'esplosività e dalle doti balistiche di Okoye (finora il tiro non è entrato, ma può sbloccarsi visto il 53 per cento della stagione passata), ma il suo moto perpetuo lo rende ad oggi il più inserito nel sistema tra i nuovi acquisti. ARCHIE 6 (13 g, 134 pts, 10,1 ppg) L'acuto finale contro la Virtus Bologna è un segnale forte e chiaro della sua integrazione nel sistema e della capacità di alzare il livello in funzione di quello delle avversarie. Il titolo di MVP a Cividale chiude in crescendo il suo precampionato: se apre il campo in attacco e chiude gli spazi in difesa come al "Pajetta"... CAIN 6,5 (13 g, 132 pts, 10,0 ppg) Era e resta la pietra angolare attorno alla quale coach Caja ha edificato il sistema: presenza fisica nel pitturato, chiusure difensive, buoni blocchi, capacità di occupare gli spazi sono qualità innate che non vanno nelle statistiche ma che migliorano la qualità del gioco di squadra e dei compagni. LA PANCHINA TAMBONE 7 (13g, 130 pts, 10,0 ppg) Crescita esponenziale rispetto a 12 mesi fa per impatto tecnico e presenza mentale: nella scorsa annata ha dimostrato d'essere giocatore di serie A, l'estate con la Nazionale Sperimentale lo ha restituito più sicuro dei suoi mezzi e con una fiducia assoluta nel suo tiro. BERTONE 6 (13 g, 71 pts, 5,5 ppg) Impatto alterno legato prima di tutto alle percentuali dal perimetro: la capacità di rendersi utile in tanti aspetti del gioco non manca, deve migliorare la capacità di incidere tanto in poco tempo e digerire al meglio il sistema Caja. NATALI 6 (13 g, 62 pts, 4,8 ppg) Uomo sicurezza per la capacità di giocare all'interno dei suoi limiti: difesa forte, intensità, qualche tripla (due volte anche in doppia cifra) e massima disponibilità a dare il massimo nei minuti che Artiglio gli mette a disposizione. FERRERO 6,5 (13 g, 96 pts, 7,4 ppg) Il capitano ha lustrato il cannone in vista del campionato crescendo alla distanza con gli ultimi picchi contro Legnano e Virtus Bologna. Il lavoro estivo gli ha ridato freschezza dopo il problema alla caviglia dello scorso mese di febbraio e il tiro da fuori sembra più affidabile. IANNUZZI 6 (13 g, 84 pts, 6,5 ppg) Già efficace alter ego di Cain, rispetto al quale dà meno sostanza difensiva ma più profondità offensiva alla manovra. L'attacco a metà campo che coinvolge molto i centri saprà sfruttarne il suo mix di tecnica e tocco, per rubare minuti al titolare dovrà aumentare la sua fisicità nel pitturato. Giuseppe Sciascia
  16. L'Openjobmetis presenta un biglietto da visita divertente ai suoi tifosi. I presenti all'Enerxenia Arena - in verità pochini, poco più di 700 contando anche l'ingresso gratis per gli abbonati - in occasione del vernissage casalingo contro l'Axpo si godono un test piacevole pur considerando la differenza di categoria e le condizioni precarie con cui Legnano si è presentata a Masnago. L'assenza dell'ultima ora di Tony Raffa (risentimento muscolare accusato in mattinata) che si aggiunge alle defezioni di Bianchi e Benetti (notizie tutt'altro che confortanti sul conto del lungo ex Virtus Roma, possibile un nuovo assalto per Nikolic?) non ha però tolto all'Axpo la voglia di onorare il palcoscenico di lusso. I 99 punti segnati hanno costituito il massimo bottino delle 11 uscite prestagionali, frutto di una prova che ha abbinato fluidità a precisione dall'arco (11/24 da 3) nella serata da inedito top-scorer per un caldissimo Giancarlo Ferrero (7/11 al tiro). Il pubblico presente si è divertito per le accelerazioni di un Avramovic già pronto a scaldare la platea per l'esordio del 7 otatobre contro la Germani (tanti applausi per la schiacciata a una mano in coast-to-coa-st dopo una rubata) apprezzando la versione più "gasata" del solito dell'OJM. Per Legnano il passivo finale ha punito eccessivamente la compagine di Sacco alla luce delle tante assenze; gli Knights hanno sfoggiato la mano educata del 18enne azzurrino Bortolani, ma soprattutto il poliedrico talento di Makinde London, giocatore da seguire con interesse in ottica futura per il mix di qualità balistiche 3-4 da 3 nel primo quarto) e dinamismo (schiacciata in faccia ad Archie sulla linea di fondo) che gli sono valsi l'applauso di Masnago all'uscita per 5 falli. Varese ha ritrovato un Avramovic tirato a lucido, che ha mostrato il solito feeling con Cain e Tambone; e contro un'avversaria costretta fisiologicamente a rallentare il ritmo alla distanza, l'attacco OJM ha colpito puntualmente dalI'arco con un tonico Ferrero e un ispirato Natati. Le prove generali della stagione al via per entrambe fra 10 giorni saranno quelle in programma nel weekend, con Varese che sfiderà Pistoia a Cividale già domani e gli Knights impegnati nell'appuntamento casalingo di sabato al Memorial Morelli. Pur senza la sua mente, l'Axpo onora l'impegno con le risorse disponibili, con un primo quarto da 7/10 da 3 che permette alla squadra di Sacco di tenere testa ad una Openjobmetis più frizzante che concreta. II 29-27 della prima frazione è punteggio inusitato per i canoni del precampionato biancorosso; i presenti apprezzano comunque l'energia di Avramovic e la precisione balistica di Natali (24-17 al 8' con dardo di tabella quasi dall'angolo). Poi alla distanza Varese fa valere la maggior profondità della panchina e il vantaggio in termini di stazza: prima Iannuzzi e poi Cain costruiscono un gap sostanzioso (35-27 al 13', 46-34 al 18') acuito da due fiondate di capitan Ferrero. Dopo l'intervallo il vantaggio OJM cresce con Avramovic e Tambone che aprono il fuoco dall'arco (63-46 al 25'); ancora raffiche con Natati in evidenza per l'81-58 del 30', poi il quinto fallo di London con oltre 5' da giocare toglie il principale riferimento all'attacco Expo. Fra 10 giorni contro Brescia si farà sul serio, per il 7 ottobre ci saranno la vera Varese e il vero calore dell'Enerxenia Arena. Giuseppe Sciascia
  17. Dopo un mese di lavori in corso, pagano le scelte di coach Caja anche se l'opera di costruzione va completata Appunti di viaggio dopo un mese per una Openjobmetis che prepara gli ultimi tre test per completare il rodaggio in vista del via della stagione il 7 ottobre. COSA VA DIFESA BUNKER - Era la peculiarità della stagione 2017/18, lo sarà ancor di più nel 2018/19 con un mix di applicazione e intensità in grado di soddisfare le richieste di Attilio Caja. Concentrazione in retroguardia e presenza a rimbalzo restano le due pietre angolari del sistema Va- rese: sotto il profilo dell' atteggiamento Ferrerò e soci sono stati in "clima campionato" sin dalla prima uscita. CAIN E AVRA SÌ -Il pilastro della difesa e la prima punta sono pronti a ripartire da dove avevano chiuso la stagione passata: il centro statunitense si è confermato insostituibile perno del sistema in mezzo all'area, sfruttando il maggior numero di possessi garantitigli da una manovra che usa molto i centri. La guardia serba a Brescia non ha tirato benissimo ma si è confermato innesco per i compagni e terminale imprescindibile a difesa schierata. TAMBONE CRESCE - Percentuali altissime dall'arco ma anche personalità ed efficacia in regia per il regista romano: con Moore ancora alle prese con i meccanismi del sistema Caja da digerire, il play del 1994 è "quasi titolare"... ROTAZIONI PROFONDISSIME - Se la panchina ridotta all'osso visto l'impatto limitatissimo di Delas e Dimsa è stata la causa prima dello 0-3 con Brescia nonostante 105 minuti al comando, quest'anno le rotazioni profonde (oltre a Tambone, Ferrero e Natali anche Iannuzzi e Bertone sanno rendersi utili) dovranno essere un'arma dell'OJM anche alla luce del doppio impegno. In precampionato Caja ha ruotato tantissimo, anche nell'ottica di verificare e dare opportunità a tutti. COSA NON VA ATTACCO DA REGISTRARE - Varese mette in campo tonnellate di energia in difesa ma ancora fatica a monetizzarle sul tabellone: se la retroguardia è atteggiamento e mentalità e la fase offensiva è legata a sincronismi da migliorare il tempo è la miglior medicina, auspicando che non servano 4 mesi come nel 2017/18. Per ora è questione di percentuali (su tutti Scrubb che pure sa rendersi utile in tanti modi) ma non di qualità dei tiri, che è mediamente elevata; per ora non si vede uno stoccatore da 39% da 3 su 6 triple a partita come l'Okoye dello scorso anno. MOORE E ARCHIE DA INSERIRE - Nelle pieghe delle valutazioni sui singoli sono i due giocatori che devono ancora elevare il rendimento su standard più costanti. Il play è stato MVP al Trofeo Lombardia, ma non è ancora del tutto padrone dei sincronismi della manovra. L'ala forte è parso il più appesantito dai carichi, la crescita rispetto alle prime uscite è stata lenta ma costante, ma finora ha inciso più da sotto che da fuori e c'è bisogno di produttività perimetrale per capitalizzare il volume di gioco di una OIM che deve distillare più qualità dalla enorme quantità di impegno profuso. Giuseppe Sciascia
  18. L'Openjobmetis cede a fil di sirena nella finale del Memorial Ferrari. Un guizzo di Jordan Hamilton (MVP della manifestazione) costa la terza sconfitta del precampionato biancorosso; a due settimane dal match a campi invertiti contro Brescia che inaugurerà la stagione, le indicazioni della due giorni di Brescia restano comunque positive per il team di Caja. Tante conferme sul piano della coesione e della tenuta difensiva, che rappresentano le fondamenta del sistema di gioco su cui Varese costruirà ancora le sue fortune. Si può fare meglio sul piano della conversione in punti del volume d'intensità profusa nell'arco dei 40 minuti, evitando di sprecare ghiotte oppor- tunità in campo aperto prodotte da una retroguardia già in forma campionato. E ciò al di là del 9/30 finale dall'arco. L'OJM graffia in retroguardia e corre in campo aperto per il 2-9 iniziale, ma capitalizza solo in parte i suoi massicci sforzi difensivi col 34% al tiro di metà gara che impedisce di raccogliere le fatiche nella propria metà campo. Così i tentativi di allungo firmati da qualche sporadica tripla (9-16 al 7' con "gol" di Tambone e 20-26 al 15' con l'unico guizzo di Avramovic) non concretizzano appieno gli sforzi di Varese, che vira sul 26-31 del 20' a dispetto di un sostanzioso predominio a rimbalzo. Dopo l'intervallo la truppa di Caja alza ulteriormente il volume in campo aperto con Scrubb e Avramovic che siglano il 34-43 del 24'; il motore dell'attacco però va a strappi e Brescia impone l'atletismo di Alien e Abass per il primo sorpasso (46-44 al 28'). L'OJM non perde la targa e riannoda i fili del gioco (59-61 al 35'); nella sagra degli errori dall'arco il guizzo di Avramovic vale il 63-65 del 38', ma Varese gestisce male un paio di possessi e Brescia sorpassa con un dardo dall'angolo di Abass (68-65 a meno 13"). Replica frontale di Tambone per la parità a quota 68 a 3 secondi e 6 decimi dal termine; un errore difensivo di Archie concede però una scorribanda al ferro dello sgusciante Hamiliton e la Germani esulta sul suono della sirena. Fra due settimane all'Enerxenia Arena sarà partita vera. Brescia si preparerà con la Supercoppa del prossimo weekend e l'esordio in Eurocup contro Monaco del 3 ottobre; l'Openjobmetis dovrà mettere a frutto gli ultimi tre test (mercoledì vernissage casalingo con Legnano, venerdì e sabato a Cividale del Friuli) per "pulire" il suo attacco. Giuseppe Sciascia
  19. L'Openjobmetis supera il test Zielona Gora e vola in finale al Memorial Ferrari. Nella giornata dell'inaugurazione ufficiale del modernissimo PalaLeonessa da 5.175 posti che nel prossimo weekend ospiterà la Supercoppa, la formazione di Attilo Caja regolal a quotata squadra polacca con un mix di intensità difensiva e ritmo elevato. Varese non incanta ma convince proponendo un basket non frizzante (7/26 da 3 e 12/22 in lunetta) ma oltremodo sostanzioso, sorprendendo a suon di ripartenze lo stazzato Stelmet in un anticipo dei temi futuri dell'avventura europea in FIBA Cup. Il rientro di Avramovic (5/11 al tiro e 6 assist in 22') aggiunge all'attacco biancorosso una fondamentale dimensione "verticale" che si aggiunge al volume intemo garantito dal MVP Cain (anche 6/8 ai liberi). E nella serata in cui gli esterni titolari litigano col ferro sono gli uomini della panchina a dare la scossa vincente: Moore tesse la tela (5 assist) ma gira a vuoto al tiro, e allora un Tambone infuocato (4/5 di cui 3/3 dall'arco) spinge i primi allunghi biancorossi ( 15-9 al 6', 34-27 al 16'e 51-44 al 25') puntualmente ricuciti però dai polacchi. Nei primi tre quarti l'OJM macina gioco faticando però a trovare continuità offensiva dal perimetro; lo strappo decisivo arriva in avvio del quarto periodo, con le triple di capitan Ferrero e Bertone a dare supporto ad una difesa graffiante (70-59 al 33' ). I margini di crescita sono da cercare nel rendimento dei singoli - Archie e Scrubb su tutti - più che nel sistema, che ancor più della stagione passata funziona sul modello "pari opportunità". E se in una serata avara di triple contro un'avversaria superiore in termini di centimetri il secondo quintetto produce 34 punti e garantisce 40 minuti di energia costante in retroguardia, significa che Varese è sulla strada buona al di là della vittoria numero 7 in 9 test precampionato. Stasera alle 20.45 la finalissima contro la Germani che ha sconfitto Pesaro 74-53 in un bel antipasto della prima giornata. Finora il bilancio per i biancorossi sono le vittorie contro "mezza" Trento e Cantù e le sconfitte contro la corazzata Milano e Torino nell'unica "stecca" del Memorial Di Bella. Giuseppe Sciascia
  20. L'Openjobmetis alza il secondo trofeo del suo precampionato. Dopo la vittoria del "Lombardia", i biancorossi concedono il bis al Memorial Bertolazzi di Parma: un successo per certi versi annunciato dato che Varese era l'unica squadra di A insieme a tre realtà pur di vertice di A2. Comunque un passo avanti rispetto alla scialba prova di mercoledì scorso a Pavia per la truppa di Attilio Caja, che nella finalissima contro Tortona ha ritrovato il feeling con la retina dall'arco. Show balistico per lunghi tratti del match con i lombardi a macinare gioco dentro e fuori dall'area, e la Bertram Yachts (senza Spizzichini e Ndoja) a rispondere con i dardi dello scatenato Knowles (9/15 da 3) in un primo tempo da 10/14 da 3. Varese, guidata inizialmente da Matteo Tambone con coach Caja che ha fatto rifiatare Moore, aveva trovato nuovamente ottimi spunti iniziali da Archie (14 all'intervallo lungo) in un primo quarto su ritmi balistici torrenziali (27-25 al 10' con tripla allo scadere di Ferrerò). Dopo il 34-40 del 13' firmato dalle fiondate di Knowles, l'OJM ha girato qualche vite in difesa e con Tambone ispirato dall'arco ha piazzato un controbreak di 17-4 nel finale del primo tempo (51-44 al 20'). Di nuovo equilibrio nel terzo quarto con i muscoli di Cain e un tonico Natali sul fronte biancorosso e Knowles ancora "bum-bum" (26 alla terza sirena) a non modificare il gap all'ultima pausa. Nel quarto periodo però Varese ha allungato il passo e messo definitivamente al sicuro il risultato in una prova solida con 5 giocatori in doppia cifra e 10 triple a referto. Spunti positivi anche da Bertone oltre a Tambone in regia e Cain dentro l'area, mentre le risposte di Archie (40 punti in due giorni a Parma) sono state quelle attese dall'area tecnica. Ora il gruppo biancorosso osserverà una giornata di riposo e riprenderà domani a lavorare a ranghi finalmente completi col ritomo in gruppo di Aleksa Avramovic, in campo finora soltanto nelle due amichevoli iniziali a Castelletto Ticino. La necessità di lavorare al completo con la guardia serba - al momento l'unico solutore fuori dai giochi a disposizione di "Artiglio" in un roster di giocatori votati alla coralità ed alle esecuzioni - sembra spingere Varese a chiedere l'annullamento del galoppo casalingo originalmente previsto per mercoledì contro la Sam Massagno (decisione ufficiale attesa in giornata). L'obiettivo è quello di rodare al meglio i meccanismi in vista di un test oltremodo probante, come il Memorial Ferrari di Brescia (semifinale contro lo Stelmet Zielona Gora, secondo atto con Pesaro o la Germani padrona di casa) che disterebbe solo 48 ore dall'incrocio con i ticinesi. La prima uscita casalinga ufficiale resta comunque fissata per il 26 settembre in occasione dell'amichevole ufficiale con l'Axpo Legnano. Giuseppe Sciascia
  21. L'Openjobmetis riaccende il motore anche senza pioggia di triple nel primo atto del Memorial Bertolazzi di Panna. La truppa di Attilio Caja impone il peso dei muscoli contro la Tezenis Verona, quotata formazione di A2 che cede il passo contro la maggior fisicità dei bianco-rossi. In attesa del ritorno di Avramovic dalla Serbia (la guardia mancina potrebbe giocare stasera contro l'Estonia: il rientro in città è atteso per domani), Varese viaggia ancora a fasi alterne sul fronte offensivo in una serata povera di qualità balistica (5/18 da 3). Gambe ancora dure ma squadra meno imballata rispetto a Pavia, considerando anche la minor taglia fisica di Verona rispetto a Torino che ha riaperto le porte del "pitturato" ai lunghi biancorossi dopo le difficoltà del Memorial Di Bella di trovare alternative al tiro dall'arco. In particolare, Dominique Archìe (8/13 al tiro e 7 rimbalzi) ha dato le risposte richieste da Attilio Caja; ma il predominio interno di Cain (4/4 da 2, 5/6 ai liberi e 7 rimbalzi) e Iannuzzi ha garantito uno sbocco interno costante alla manovra OJM. Che, invece, ha stentato ancora sul perimetro a dispetto di una solida costruzione del gioco: Ferrero e soci hanno ingranato le marce alte quando la difesa ha acceso il motore del contropiede con un 14-1 decisivo nei primi 6' dell'ultima frazione. In precedenza qualche alto e basso e qualche affanno nel garantire sbocchi offensivi costanti. Stasera alle ore 20.30 la finalissima contro Tortona, altra formazione militante in A2. Poi il precampionato entrerà nel vivo con i quadrangolari di Brescia e Cividale del Friuli nei quali Varese sfiderà avversarie di livello più alto, con Avramovic di nuovo in campo. E il serbo è parso finora l'unico giocatore in grado di accendere una squadra sempre diligente nelle esecuzioni e puntuale nell'applicazione difensiva, ma a volte troppo piatta nel suo rendimento offensivo se non premiata dalle percentuali dall'arco. LA CRONACA - Primo quarto di marca Tezenis con le triple di Udom e Amato che siglano i vantaggi della squadra di Dalmonte (10-14 al 6'). Varese impone la sua maggior stazza dentro l'area con Iannuzzi che si fa sentire nel pitturato e prende il comando dopo la prima pausa (23-19 al 13'). I servizi interni per il tonico Archie ( 14 alla pausa lunga) assieme ad una difesa più efficace sul perimetro permettono alla compagine di Caja di costruire uh piccolo margine (36-26 al 18'); cinque punti di un pungente Amato (11 all'intervallo) permettono a Verona di dimezzare il gap. Dopo la pausa lunga Varese aumenta i giri in difesa e rilancia la fuga con un 7-0 tutto ritmo ed energia (43-31 al 23'). Ma nelle esecuzioni a difesa schierata manca la scintilla di un giocatore capace di uscire dagli schemi e la Tezenis si riavvicina a suon di triple (53-48 al 30'). Il momento migliore dell'OJM arriva in avvio del quarto periodo: una fiammata di Scrubb e la verve di Archie (poi precauzionalmente out negli ultimi 5' per un colpo poco sopra il ginocchio destro) permettono al gruppo di Caja di piazzare l'affondo decisivo (67-49 al 35'). Giuseppe Sciascia
  22. L'Openjobmetis mostra il suo "lato B" nel Memorial Di Bella. Dopo i 94 punti con 13 triple della finale del Trofeo Lombardia, una Varese imballata e poco lucida va progressivamente fuori giri contro l'aggressività di Torino, alla prima vittoria del suo precampionato. Ritomo a casa da protagonista solo nel pre-partita per Attilio Caja, applauditissimo dal pubblico della sua città: i biancorossi non trovano mai le chiavi per accendere un attacco troppo statico e farraginoso (34% dal campo con 13 perse e soli 8 viaggi in lunetta), e quando la difesa non graffia più (38 punti concessi nella ripresa dopo i 12 della pausa lunga) si fanno rimontare da una Fiat incompleta ma grintosissima. E dire che l'Auxilium si era presentata in condizioni fortemente rimaneggiate, chiedendo di accorciare i tempi nella ripresa (giocati 38 minuti effettivi con un ultimo quarto da 8 minuti): Torino era priva di 3 dei sei stranieri (il play Taylor, l'ala Wilson e il lungo McAdoo), senza capitan Poeta a riposo per scelta di coach Brown e con l'ex azzurro Cusin a scartamento ridotto. Però il Memorial Di Bella ha comunque offerto indicazioni importanti a coach Caja: contro una difesa capace di togliere quasi completamente il gioco interno, e in una serata di grande affanno dal perimetro, Varese ha prodotto un volume offensivo davvero ridotto, "incartandosi" troppo spesso nell'eseguire i giochi anziché attaccare con energia i cambi sistematici di Torino. Stavolta l'assenza di Avramovic si è fatta sentire, perché senza il suo unico incursore l'OJM si è rifugiata in uno stillicidio di triple con esiti alquanto modesti (24 tentativi dall'arco contro 23 soluzioni interne). Senza fluidità nella circolazione di palla e una difesa che graffia, Varese può faticare quando le avversarie alzano il tasso atletico: nota importante sulla quale lavorare in ottica futura. Mani gelide in avvio sui due fronti col 6-2 del 5' prodotto da tre guizzi interni di Cain; l'OJM spara a salve davanti ma "azzanna" con l'abituale grinta dietro, e si guadagna un margine sempre più concreto a suon di muscoli (13-4 al 9'). Pur nella povertà balistica più assoluta a dispetto della qualità dei tiri costruiti, Varese non stacca mai la spina in difesa come dimostrano i 6 punti concessi nei primi 13' all'Auxilium. L'attacco biancorosso batte in testa dal perimetro con 2 soli punti prodotto nei primi 6'15", poi una tripla di Tambone rompe l'incantesimo (18-6 al 16') ma alla pausa lunga il piatto piange (2/16 da 3). Torino prova a scuotersi con una fiammata di Delfino dopo l'intervallo; l'OJM continua a pasticciare e un 2+1 di Stojanovic riavvicina la Fiat sul 25-22 del 25'. Rottura prolungata biancoros-sa e sorpasso Auxilium quando la squadra di Brown si sblocca dall'arco (25-27 al 27'); un 6-0 dall'arco firmato Ferrero e Tambone rida gas a Varese, che però non nova più le chiavi dell'area né in penetrazione né con i lunghi. E rimane nuovamente a secco per 6' con gli avversari di nuovo al comando (31-33 al 32'). Dopo una lunghissima serie di triple a vuoto due soluzioni interne di Cain e Bertone valgono il 38-37 del 34'; Torino sfrutta però la fisicità e l'atletismo di Cotton e Demetrio per punire una OJM ripetutamente confusionaria in attacco (38-43 al 37'). Giuseppe Sciascia
  23. La Pallacanestro Varese, ancora priva di Aleksa Avramovic, si aggiudica la decima edizione del Trofeo Lombardia superando in finale Cantù con il risultato di 94 a 76. Ottima la prestazione corale della truppa di Caja che ottiene la quarta vittoria in cinque partite di precampionato. Dopo 2′ di errori da una parte e dall’altra, Scrubb inaugura il match con un buon canestro nel pitturato che dà il via alla corsa biancorossa che, al 5′, è già sul +10 (14-4). Il timeout di coach Pashutin scuote i suoi che trovano buone soluzioni da lontano con Tavernari; di contro, la Openjobmetis perde lucidità in attacco e al 10′ il vantaggio è solo di un punto (18-17). Iannuzzi inaugura il secondo quarto con 4 punti di fila che, uniti alla bomba di Tambone, valgono il momentaneo 25-17. Cantù prova a rispondere con Mitchell ma stavolta la Openjobmetis non trema e al 20′ è sul +8 (40-32). Nonostante un miglior inizio dei biancoblu, nel terzo quarto Varese scatta decisamente in avanti, grazie alle ottime giocate di Moore (premiato a fine partita MVP del torneo) e Bertone. Cantù non trova soluzioni e al 30′ scivola sul -15 (68-53). La trama non varia negli ultimi 10′ di gioco, con i biancorossi che dilagano anche nel risultato finale limitandosi a gestire gli ultimi minuti. La Openjobmetis tornerà in campo mercoledì 12 in occasione del Memorial “Aldo Di Bella”. Appuntamento al PalaRavizza alle ore 20:00. PALLACANESTRO OPENJOBMETIS VARESE-PALLACANESTRO CANTÙ: 94-76 Pallacanestro Openjobmetis Varese: Archie 13, Borsato, Iannuzzi 6, Natali 9, Bertone 5, Scrubb 15, Verri 1, Tambone 13, Cain 13, Ferrero 8, Moore 11. Coach: Attilio Caja. Pallacanestro Cantù: Mitchell 12, Calhoun 21, Blakes 19, Baparapé ne, Parrillo 6, Davis 7, Tassone 2, Pappalardo ne, Quaglia, Gerasimenko ne, Tavernari 9. Coach: Eugrny Pashutin. Parziali: 18-17; 22-15; 28-21; 26-23. Progressivi: 18-17; 40-32; 68-53; 94-76. Note – T3: 12/27 Varese, 10/39 Cantù; T2: 19/27 Varese, 17/27 Cantù; TL: 20/27 Varese, 12/19 Cantù. Rimbalzi: 41 Varese (Scrubb 10), 26 Cantù (Quagli 9). Assist: 24 Varese (Tambone 8), 14 Cantù (Blakes 6).
  24. L'Openjobmetis supera in scioltezza l'incompletissima Trento e vola in finale al Trofeo Lombardia. Netto successo per la truppa di Attilio Caja nel match inaugurale del quadrangolare di Desio: ai biancorossi bastano 15 minuti di difesa graffiale e triple a raffica per piegare le ginocchia di una Dolomiti Energia senza ben 6 effettivi (oltre alle assenze annunciate dei nazionali Flaccadori e Beto Gomes e ai convalescenti Hogue, Pascolo e Marble out in extremis anche Radicevic). La valenza del test è relativa alla luce della versione largamente incompleta dell'avversaria di turno; però la Varese capace di proteggere l'area con energia, ripartire di slancio in campo aperto e costruire triple aperte con la circolazione di palla che ha spaccato la partita nel secondo quarto (dal 19-17 del 10'al 49-30 del 20') e poi dilagato fino al 65-39 del 25' è quella che "Artiglio" vorrebbe sempre vedere. In assenza di Avramovic (ieri 6 punti nel successo 99-43 della Serbia contro l'Ungheria, crescono le chance di convocazione per le gare contro Estonia e Grecia) i biancorossi hanno trovato comunque sbocchi perimetrali alternativi alla manovra. Prestazione balistica brillante per Ronald Moore, autore di 11 punti nel primo quarto e alla fine top-scorer con 6/9 dal campo e 5 assist; di nuovo sugli scudi Matteo Tambone (4/4 da 3 in 19'), che sfruttando l'onda lunga del lavoro estivo con la Nazionale Sperimentale sembra ad oggi il più in forma del gruppo. Nel complesso l'Openjobmetis mostra progressi sul piano della condizione e della coesione rispetto alle prime uscite di Castelletto Ticino. La capacità di creare tiri aperti per tutti gli effettivi è già una certezza, e i passi avanti di Archie - già evidenziati contro Tortona -fanno ben sperare. Sicuramente da migliorare la concentrazione sotto i cristalli, con gli ultimi 15' meno intensi e di conseguenza un ritmo meno sostenuto che in corrispondenza col calo delle percentuali dall'arco ha tolto brio all'attacco biancorosso (12 punti nell'ultimo quarto dopo i 30 della seconda frazione chiusa con 5/7 da 3). Sbrigato senza troppi patemi il compitino Trento, ora si attendono risposte più stimolanti dalla finalissima di stasera: di fronte Varese si troverà Cantù, che nell'altra semifinale all'insegna dell'equilibrio ha battuto Cremona. Per un motivo o per l'altro - la differenza di categoria per Tortona e Biella, il livello dell'avversaria per Milano, il roster incompleto per Trento - la compagine di Caja non ha ancora potuto trarre riscontri probanti dalle prime 4 gare del precampionato. La finale del Trofeo Lombardia, pur senza la prima punta Avramovic, servirà a verificare la tenuta del sistema Openjobmetis contro un'avversaria dal tasso atletico elevato anche se a sua volta incompleta. Intanto però, per gli amanti della cabala, c'è da notare che i bianco-rossi tornano in finale al quadrangolare di Desio sei anni dopo l'ultima apparizione: erano gli "Indimenticabili" di Frank Vitucci che vinsero il Lombardia e incassarono la prima sconfitta solo ai primi di dicembre dopo 20 successi in fila. Giuseppe Sciascia
  25. L’Openjobmetis tira un sospiro di sollievo per quanto riguarda le condizioni di Pablo Bertone. Gli esami specialistici effettuati nella mattinata di giovedì 7 hanno escluso problemi seri alla caviglia che mercoledì aveva costretto l’esterno italo-argentino a dare forfait dopo pochi minuti del “galoppo” con Tortona. Dunque, il blocco dell’articolazione avvertito dal giocatore ex Pesaro non è stato provocato da un infortunio di natura traumatica; già ieri pomeriggio l’atleta del 1990 è tornato a lavorare a Masnago, sia pure in maniera differenziata con il preparatore Silvio Barnabà. E se oggi il giocatore non accuserà strascichi potrebbe anche rientrare in gruppo per l’ultimo allenamento in vista del Trofeo Lombardia del weekend: sarebbe un’addizione importante per poter schierare una squadra più affidabile dal punto di vista delle rotazioni nel secondo test contro avversarie di serie A in programma a Desio. Ieri l’aggregato Stefano Borsato si è reso immediatamente utile alla causa sopperendo alla doppia assenza nel reparto guardie di Avramovic e Bertone. Ma il motivo per cui Attilio Caja insiste così tanto sulla necessità di lavorare al completo è quello di sfruttare appieno il precampionato per costruire l’identità della nuova Varese prima del tour de force del doppio impegno. L’Openjobmetis andrà in forma giocando tanto in amichevole nel mese di settembre e tra Castelletto e il “galoppo” di mercoledì si è già registrato qualche progresso nello stato di forma di Archie e Scrubb, i più appesantiti dai carichi nel primo torneo stagionale. Ma non è solo questione di condizione atletica: giocare insieme è fondamentale per metabolizzare il sistema tanto caro ad Artiglio in un percorso di crescita corale indispensabile per arrivare pronti all’appuntamento con il campionato del 7 ottobre. Aspetto fondamentale per due motivi: il primo è quello di sfruttare appieno l’onda lunga garantita dalla continuità tecnica dello staff e delle cinque conferme rispetto alla stagione passata. Il secondo è quello di prepararsi al meglio alla partenza del tour de force campionato-Fiba Europe Cup: se Varese supererà l’obiettivo minimo del primo turno della competizione internazionale, dovrà disputare 21 partite dal 7 ottobre al 30 dicembre. Per questo il coach pavese pone così tanto l’accento sull’importanza del lavoro quotidiano e sulla necessità di lavorare il più possibile al completo, confidando che Avramovic possa tornare a disposizione già da metà della prossima settimana. E se Bertone tornerà in palestra già oggi, Caja ritroverà il sorriso in vista del nuovo test del “Lombardia” contro una Dolomiti Energia ancora senza Pascolo né Beto Gomes. Giuseppe Sciascia
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