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![]() Scritto da Luca Bianchin |
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Villorba � tutta l�. Una strada che collega la provincia veneta a Treviso, un mucchio di case come oggi non se ne fanno pi� e una spaghetteria che, a giudicare dal numero delle auto dei clienti parcheggiate nelle vicinanze, ha tutta l�aria di essere l�unico posto dove un affamato pu� trovare cibo nel raggio di molti chilometri. Non fosse per quel mostro in cemento di discussa e discutibile bellezza chiamato Palaverde il mio bisnonno (veneto, uomo dell�Ottocento), catapultato in zona, potrebbe pensare che tutto sommato la seconda parte del Novecento non abbia alterato n� il paesaggio n� lo stile di vita della sua terra nat�a. Qualche perplessit�, a dirla tutta, susciterebbe in lui il centinaio di lunghi ventenni che, in metaforico pellegrinaggio da cinque continenti verso la pi� importante summer league dell�estate italiana, popolano la provincia trevigiana nei primi giorni di luglio dal 1987. Il 2005 non fa eccezione: jamaicani, finlandesi, belgi, brasiliani, georgiani, argentini, austriaci, senegalesi, polacchi, canadesi. Tutti a Treviso, crocevia di cento e pi� destini, in cerca di una firma in fondo a un contratto. Inevitabile che in questo meltin pot della palla a spicchi le storie di basket, tanto care ai figli di Buffa&Tranquillo, siano disponibili in abbondanza. Guglielmo e il jet lag Treviso, stazione di Treviso. La voce metallica che anima l�intecity � chiarissima: s�, siamo a Treviso e i tre energumeni (sei metri complessivi?) seduti nella carrozza a fianco alla mia non possono essere qui in gita di piacere. Nella certezza, una domanda: come � possibile che tre protagonisti di un torneo di discreta importanza come la And One Summer League arrivino a destinazione su un vecchio treno, per giunta a poche ore dalla prima palla a due? Il pi� giovane dei tre, un bianco di due metri abbondanti con l�espressione dello straniero in vacanza, dopo avermi apostrofato con un comico �Anche tu alla summer league?� (merito, forse, della mia borsa da pallavolista scarso), chiarisce ogni dubbio. S�, lui e i due compagni di viaggio sono a Treviso per giocare. Quando? Boh. In quale squadra? Ri-boh. Una rapida occhiata alle scartoffie (statistiche, rosters e simili) stampate dagli organizzatori per il pubblico identificher� il giovane viaggiatore in Guillermo Laguzzi, italoargentino catapultato la scorsa estate nella C2 (!) di Sassari. Mai protetto dalla pi� importante agenzia sportiva d�Europa (l�Interperformance, geniale fonte di sostentamento di Luciano Capicchioni, la stessa di Manu Ginobili per intenderci), il buon Guillermo nelle prime due giornate verr� tenuto da coach Radulovic a una quindicina di minuti di media. Clamorosamente pochi per una Summer League, abbastanza per sbagliare una schiacciata in contropiede semi-solitario e mostrare a mezza Europa del basket la faccia triste di un argentino costretto a spostarsi in treno in cerca di un contratto che tenga vivo il desiderio di vivere giocando a pallacanestro. Mi manda mio fratello forte Torniamo al treno. Laguzzi viaggia con un afroamericano smilzo e con un bianco dal volto conosciuto. Due metri e dieci, trenta centimetri di capelli e una ventina di chili da regalare quanto prima alla bilancia fanno di Rafael �Fao� Giovannoni uno dei personaggi culto della Summer League 2005. La notoriet� del volto � naturalmente dovuta, pi� che al passato in maglia Futurvirtus (stagione 2001-02, cortesia di Sani Becirovic e dei suoi avvocati), alla somiglianza con il fratellino Guilherme, omonimo alla brasiliana di Laguzzi e possibile futura ala piccola della panchina Benetton. �Fao�, centrone con mani buone e fiato corto, guida idealmente una pattuglia di �fratelli scarsi� che annovera tra gli altri Grega Nachbar (5 punti nella vittoriosa finale in maglia Rosso Alice) e, anche se internet non conferma la parentela, un biondino spavaldo registrato a nome Anatoli Boisa. Troppo simile e soprattutto troppo georgiano per non essere cresciuto giocando uno contro uno contro Vladimir che ovviamente, al pari di Bostjan Nachbar, resta giocatore di almeno tre categorie superiore. Fratelli d�Italia Non saranno fratelli, per� gli italiani presenti alla summer league sembrano far parte di una stessa famiglia. Quella dei figli di un Dio minore. Costretti a cercare fortuna in territorio virtualmente straniero e a contenere l�esuberanza offensiva di decine di potenziali immigrati del canestro, i sei �azzurri� a referto fanno la figura degli imbucati alle feste del liceo. Quelli a cui nessuno rivolge la parola e che se ne vanno poco dopo mezzanotte delusi per non aver conosciuto la biondina di Prima Effe. Tra loro Max Monti, passato da potenziale stella della Nazionale e presente da onesta Legadue, riesce a fare la figura della pecora nera in un sestetto che comprende giovani promesse come Mirko Cavallaro e Davide Andreaus e mestieranti del parquet come Marco Scorrano e Domenico Marcario, che della svizzera Riviera Basket potrebbe non essere stato nemmeno il miglior giocatore. Un discorso a parte merita Davide Lavagno, improbabile ex stella della squadra junior di Milano e guardia tutto sommato interessante arruolata dal Team Algida; in due giorni non ha preso un tiro che non fosse fuori equilibrio, eppure l�efficacia del suo jump dalla lunga distanza � inversamente proporzionale all�improponibile tecnica di rilascio che lo rende giocatore unico anche agli occhi di chi non sa quanti punti valgano i suoi canestri dai sei metri e mezzo. Offerte speciali In un mare di mediocrit� la Summer League offre ancora una decina di buone proposte per un team di Legadue. Su tutti ci sono forse Babacar Camara, centrone alla Eze che ha tutta l�aria di non voler rivedere le montagne dello Utah frequentate nella scorsa stagione ABA, e Winsome Frazier, guardia da Oklahoma State un po� imploso dopo l�avvio con il botto (24&7 nel match d�esordio per lo Jesolo Turismo Team). Altri consigli per gli acquisti in ordine sparso: Pawel Mroz, infinito polacco di mano dolce paragonabile a un Andriuskevicius ancora pi� immaturo, Ronell Taylor, trascinatore di Rosso Alice in finale, Benjamin Ortner, ventiduenne austriaco che potrebbe cambiare molte partite dalla panchina con la sua incredibile intensit�, Ville Kaunisto, finlandese gi� in orbita Jesi e Catalin Burlacu, romeno che, momentaneamente sprovvisto di trisnonni abruzzesi e passaporti da comunitario, potrebbe essere costretto a proseguire in patria una carriera che al momento vanta come picco un provino per la Bipop Reggio Emilia (stagione 2002). Menzione d�onore, infine, per Steven Howard, personaggio letterario per non meno di tre motivi: i curiosi capelli biondo platino, i 37 punti di media messi insieme nelle scorse due stagioni nella ipercomptitiva lega islandese per l�UMF Skallagrimur e soprattutto la nonchalance con cui, complice forse un piccolo infortunio, ha trovato il modo di giocare in due squadre diverse (Banca di Roma e Nestea Team) in meno di 24 ore. Venduto anche durante la Summer League: leggendario. |
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S.O.S. - STORIES OF SUMMER LEAGUE
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