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VareseFansBasketNews

  • simon89
    IL COMMENTO DI FABIO GANDINI
    Immaginatevi di essere a casa, in famiglia, nella classica serata tutto focolare di una volta, di quelle possibili quando il cellulare e tutte le altre distrazioni tecnologiche erano ancora in mente dei.
    Facciamo un puzzle? Ok, facciamo un puzzle.
    Svuoti la scatola e i tasselli son tutti sparpagliati sul pavimento. Ti metti di buzzo buono e cerchi tra quella massa indefinita il primo pezzo, poi uno che si attacchi ad esso. Son due. Continui: tre, quattro, cinque. Ti sembra di progredire, ma improvvisamente sei costretto a fermarti: altri due tasselli combaciano alla perfezione, ma il terzo no. E con quelli di prima non si legano. Cosa fai allora? Lasci lì quei due tasselli e ti metti a cercarne altri che non c’entrano nulla con quelli precedenti, sperando prima o poi di poter tornare indietro e chiudere almeno una fila, di poter tornare indietro e vedere la figura che devi riprodurre formarsi, ingrandirsi… verificarsi.
    È lunga, è dura. Ogni tanto ti chiedi se val la pena, ancor più spesso se mai finirai.
    Il precampionato 2025/2026 della Openjobmetis è stato un puzzle. Di quelli che a un certo punto ti fanno perdere la voglia. Pochissime vittorie, nessuna di spessore, in compenso ad attaccarsi son stati gli infortuni, i ritardi, i dubbi. Nkamohua e Renfro insieme paiono una buona idea (quantomeno migliore di quelle di chi per anni ci ha voluto far credere che un’ala piccola e un magrolino potessero bastare sotto canestro…)? Bene, in un mese e mezzo non avranno fatto nemmeno un giorno di allenamento insieme… Freeman è il giocatore di classe e di spessore che mancava? Ha una gamba più corta dell’altra ed è fuori forma. Moore è un atleta considerevole? Sì, ma da fuori son solo ferri. La squadra va avanti nel primo tempo? Nel secondo si fa raggiungere, poi superare, quindi travolgere.
    Poi arriva il PalaSerradimigni, fine estate, inizio autunno, sperando non sia già un inverno. Guardi quel puzzle che avevi lasciato lì e scopri che son saltati fuori dei pezzi che prima non avevi visto. O non avevi potuto vedere. O te li avevano nascosti. 
    Scopri che forse si può andare avanti.
    Scopri, per esempio, che senza il centro titolare e contro una Dinamo che proprio all’ombra delle plance può far valere il suo miglior giocatore (Thomas, accompagnato da un "boscaiolo" in canotta e pantaloncini che di legna ne taglia molta, McGlynn), i tuoi “nani” vogliono vender cara la pelle, vogliono provare a guardare in faccia i giganti: oggi Assui, Alviti, Moore, un trussone dopo l’altro, un fallo dopo l’altro, un salto dopo l’altro hanno coperto un buco solo con il desiderio, solo con l’abnegazione, solo con la forza di non mandare al diavolo all’ennesima urlataccia quel greco dai capelli precocemente bianchi che sta in panchina e che venderebbe pure sua madre se servisse a farli difendere.
    Attacca? Sì, attacca.
    Scopri poi che quello della gamba più corta dell’altra, quello dell’infortunio ammazza carriera, quello che a Venezia “chiamava” oltre 300 mila cocuzze e a Varese si è accontentato di meno (molto meno) della metà, è già in grado di affettare Bulleri e soci con la classe di un Clark Gable e la calma di un Gandhi. Tre bombe, senza scomporsi, nel momento del bisogno. E tanto tanto tanto equilibrio, da dispensare in campo, ma anche in panchina, da fratello maggiore che sa che i fratellini possono sbagliare ma son comunque dei bravi ragazzi.
    Attacca? Sì, attacca.
    Scopri che Alviti ha finalmente capito di essere un giocatore superiore alla media e quindi di dover fungere da faro. E scopri che Nkamohua sa segnare da fuori, sa attaccare il canestro, sa giocare il pick and roll e sa fare a sportellate. Che quest’anno l’area possa tornare a essere una parte del campo in cui pascolare per Varese e non l’Oceano Atlantico nella mente di un gatto siamese?
    Attacca? Sì attacca.
    Scopri che Moody fa una stupidaggine e un fallo, poi una stupidata e un altro fallo, poi un fallo e un tiro sbilenco, quindi vola come un Concorde a schiacciare un pallone (la giocata della serata e il cesto del sorpasso) quindi tira una spingardata che avrebbe abbattuto anche il vetro di una macchina blindata. E scopri che Moore sa entrare come il coltello nel burro e saltare come un Tiramolla, ma sa anche rovinare tutto con un fallo antisportivo stupido e una reazione immatura.
    Attacca? No, non attacca per nulla, anche perché tu, due esterni così lontani dalla definizione di tiratore non li avresti mai presi, o almeno non tutti e due insieme. Poi però li vedi soffrire dei loro errori, vedi i compagni che li sostengono e li proteggono, vedi che ci tengono insomma. E allora sì attacca, attacca anche qui, almeno per stasera.
    Scopri, infine e soprattutto, che la Varese che in precampionato non ha reagito a tal punto da farsi coprire di vergogna con un -54 degno di passare alla storia, alla prima che conta tira fuori i denti e reagisce. Si fa rimontare, ritorna, vince. Senza un titolare.
    Attacca? Sì, attacca eccome.
    Ma alla fine del puzzle, quello vero, mancano altri 29 pezzi e trovarli non sarà sempre semplice come a Sassari.
    Fabio Gandini

  • simon89
    L’Openjobmetis sceglie il momento giusto per festeggiare la prima vittoria stagionale. Lo zero su sei in precampionato non vale per la classifica, l’esordio in campionato con colpaccio invece sì. Terzo raid in tre anni al PalaSerradimigni per i biancorossi, che cancellano i tremori del precampionato con una scintillante prova balistica da 16/31 da 3. Anche senza Nate Renfro, la diga varesina regge quanto basta per disinnescare Rashawn Thomas (bravissimo Assui nel primo tempo, poi tanti aiuti e raddoppi per fermare il bomber della Dinamo).
    ALTI E BASSI
    Alti e bassi modello ottovolante sprecando in un amen il più 15 del 14’ e il più 7 del 31’; ma quando conta emerge il talento poliedrico di Olivier Nkamhoua, attaccante sopraffino da 12/19 dal campo e le giocate chiave per rimonta del terzo quarto ed affondo decisivo nel finale. Insieme ad Allerik Freeman, ancora non al top ma capace di distillare classe nel finale; con tantissimo Davide Alviti prima in attacco (15 nel primo quarto!) e poi a tutto campo ci si può permettere anche un Moody a lungo fuori partita (ma importante nel finale). Non è un Picasso, ma sono due punti ghiottissimi che permettono di guardare senza tremori ad un ciclo di partite durissime ad iniziare dal derby di sabato 11 ottobre con Milano.
    PARTENZA MOLLE
    Troppa permissività difensiva in avvio (13-10 al 4’), poi però la retroguardia chiude meglio il pitturato e un Alviti caldo come una stufa spara a raffica in un primo quarto chiuso a quota 15. Varese vira al comando sul 24-27 della prima sirena, poi tocca a capitan Librizzi scaldare la mano: raffica dal perimetro che lancia la fuga Ojm fra ritmo e triple. Tanta solidità da Nkamhoua e qualche fiammata di Freeman per il massimo vantaggio sul 31-46 del 15’; poi un tecnico alla panchina sarda cambia un poco il metro arbitrale, e i 3 falli di Assui tolgono ai biancorossi un pilastro difensivo. Così Varese va al riposo “solo” sul 49-54 del 20’ con un 9/18 da 3 decisamente sontuoso, ma l’avvio del terzo quarto è da dimenticare con Moody che deraglia in regia.
    RIPARTENZA DA INCUBO
    Parziale di 12-2 firmato da Johnson capitalizzando un antisportivo da 5 punti di Moore (61-56 al 23’); però Varese non deraglia riannodando i fili del gioco quando torna Librizzi in regia. E soprattutto quando sale di colpi Olivier Nkamhoua: giocate interne del finlandese e punti importanti di Moore per ricucire (69-69 al 26’) e sorpassare nel finale del terzo quarto chiuso con 28 punti a referto. Una tripla di Alviti vale il più 7 in avvio dell’ultima frazione, ma la continuità non appartiene (ancora) all’OJM: sbavature difensive e forzature offensive punite dal controbreak Dinamo (89-87 al 34’). Ma la macchina delle triple si riaccende nel momento giusto: schiacciata adrenalinica di Moody e doppietta dall’arco Freeman-Nkamhoua per il 95-100 del 38’. Varese regge sui cambi nonostante il quinto fallo del suo play, e il finlandese segna un canestro da ballerino per il più 7 a 75 secondi dal termine. Una persaccia di Alviti tiene aperto tutto (98-102 a meno 38”); tre liberi di Freeman tengono le distanze, Beliauskas segna il meno 3 con soli 5” sul cronometro.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Quota zero. Parte da lì, dal punto più basso, il cammino in campionato della Openjobmetis Varese che non muove il conto delle vittorie contro squadre di pari livello, perdendo anche l’ultimo test in programma, a Masnago con Reggio Emilia (74-80). Davanti a mille spettatori, va in onda una partita a due volti: nella prima metà la squadra di Kastritis ripete (seppure con dimensioni e atteggiamento differenti) la recita horror di Varallo Sesia e lascia tutti con il fiato sospeso. Nella ripresa i biancorossi ritrovano quella aggressività in difesa che dovrebbe essere lo standard e, lavorando meglio in retroguardia, mostrano per lo meno 20′ apprezzabili tanto da ritornare pienamente in partita. Come contro Cremona però, tutti i tiri per il riaggancio-sorpasso sbattono sul ferro e questa è una situazione da tenere bene in mente quando i due punti inizieranno a pesare (Reggio, al contrario, imbuca con l’esperienza di Smith e Cheatam le conclusioni che blindano il risultato).
    Detto della reattività difensiva e di questa mancanza di freddezza, ci sono – ahinoi – diversi altri aspetti negativi nella partita biancorossa. Il tiro da 3 incide poco in generale (basti pensare allo 0/6 iniziale che lancia la Unahotels; alla fine sarà un pessimo 5/28), i dieci rimbalzi in meno consentono ai reggiani di mantenere sempre un margine di sicurezza e poi, a livello di singoli, resta aperto l’enigma-Moody. Il play è disastroso per 28′, senza punti, con troppi palleggi e poca visione di gioco. Poi il regista svolta, almeno in parte, iniziando a produrre anche cose utili: troppo poche (in totale) per le esigenze della squadra, vedremo però se la fiammata conclusiva si alimenterà in futuro. Anche perché se Librizzi incappa in una serata nervosa come questa, non ci sono alternative di costruzione.
    Sul lato “buono” segnaliamo Nkamhoua che non incanta ma è ben presente, un Tazé Moore molto reattivo (nonostante i problemi al tiro) e un Mauro Villa che per quel che si è visto merita minuti, non foss’altro perché l’argentino è in grado di accendere la difesa più dei (ben più attesi) compagni.
    Kastritis è sceso in campo senza due potenziali titolari, Renfro (che riprenderà ad allenarsi) e Freeman rientrato a tarda sera con il visto ma preservato per il jet lag. Quando Varese sarà al completo (da martedì in palestra e a Sassari in partita, a questo punto) si potrà davvero capire qual è il vero volto biancorosso. Per intanto ci teniamo i timori, ma almeno anche un po’ di speranza dopo lo sprofondo di Varallo Sesia.
    LA PARTITA
    I – La partita di Varese inizia con sei errori da tre punti, tutti su tiri aperti: per muovere il punteggio (al 3′) servono due liberi di Nkamhoua con Reggio già a quota 6. Ci vuole lo specialista (Alviti, doppietta) per esultare dall’arco subito imitato da Cheatam. Un paio di scorribande di Moore tengono la OJM incollata, poi Villa regala quel che sarà l’unico vantaggio (14-13). Dura poco: assist e due triple di Smith valgono il 16-21 mentre il triplone di Librizzi è fuori tempo massimo.
    II – Un guizzo di Ladurner risponde alla tripla di Severini, poi c’è l’unico applauso per Moody che si tuffa a recuperare palla. Ancora Alviti anima Masnago (tripla con fallo ma libero sbagliato; rubata e contropiede) ma è sempre Reggio a guidare con un gran Cheatam (23-33). Quando la OJM smette di segnare, il divario si fa importante (26-42); per fortuna Nkamhoua almeno si scalda (inchiodata, tripla, canestro e fallo), poi Barford segna, Moore la lancia in parterre, Moody non arriva al ferro. Il play la chiude da par suo (ovvero: alla rovescia): palleggio prolungato e scarico su Ladurner nel momento in cui suona la sirena. Canestro non valido e 35-50 a metà partita.
    III – Si riprende con rubata e schiacciata di Moore e un cesto di Smith, poi un paio di “non fischi” degli arbitri accendono gli animi per un istante. Varese, peccato antico, torna a lasciare manciate di rimbalzi d’attacco; la OJM almeno si rifà in campo aperto con Moore e Assui ma è 41-54. Moody all’ennesimo tiro corto varca la soglia dell’irritazione per il pubblico che mormora alla sostituzione. Arriva finalmente la difesa (ottimo Villa) ma anche storie tese tra Librizzi e Williams con il capitano che arriva a quattro falli e con Moore costretto a fare il play per un minuto. Tazé va molto meglio quando può correre e saltare e riporta Varese a -9. Moody segna il primo punto al 29′ (1 su 2 in lunetta…); la terza sirena suona sul 55-63.
    IV – Ladurner accorcia subito da sotto e Moody segna dall’arco per un ritrovato -3. Poi c’è un fattaccio: Barford abbatte Assui in contropiede, Elisee cade malissimo (per fortuna si rialza), la gente si infuria e gli arbitri assegnano fallo normale. Roba da matti. Il piccolo Farias (1.75 circa) in entrata risponde a Cheatam ma Reggio tiene il naso avanti con Moody tradito dal ferro sul tiro del -1. Ancora Farias svetta a rimbalzo poi lascia spazio a Librizzi (-2) che poco dopo viene portato via di peso da Moore in seguito al quinto fallo (con tecnico) al capitano. Severini ringrazia e segna da 3, Moody risponde in slalom ma Moore fallisce ancora l’aggancio. Sotto di 3 la OJM concede un rimbalzo d’attacco e un tiro comodo a Smith che non sbaglia, Moody trova l’assist per Moore che schiaccia ma Cheatam è una sentenza (71-78). Si va avanti sul filo della rincorsa ma poi Varese si rovina in uscita dal timeout con Nkamhoua che “muore” con la palla in mano mentre Smith, favoloso come sempre, punisce dalla parte opposta. Infine, sulle triple sul ferro di Assui e Moody, svaniscono le speranze di vittoria (74-80): si parte in campionato a fari spenti.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Il grande freddo di Varallo Sesia cancella i progressi di Atene per una Openjobmetis piccola piccola. Passivo epocale nella rivincita contro Tortona, che chiude con un bottino oceanico rifilando ai biancorossi uno scarto da record. Meno 54 varesino, con 49 punti di scarto già a metà gara e addirittura 60 all’ultimo intervallo: passi per l’assenza di Renfro, ma per lunghi tratti la squadra di Kastritis è parsa in balia dei piemontesi, al gran completo rispetto al più 20 del 6 settembre.
    L’unico a salvarsi, almeno in attacco e non senza forzature, è l’ultimo arrivato Nkamohua. Ma la figuraccia è generale, pur con picchi di assoluta negatività per un Moody impresentabile e un Moore fuori partita.
    Varese rimane desolatamente a secco per 10 lunghi minuti, incassando un eloquente 36-0 tra il 16-14 del 7’ e il 52-14 del 17’. Di fronte due squadre dall’impatto tecnico ed agonistico antitetico: Tortona graffia su ogni situazione difensiva e attacca con energia e coralità, trovando prima una scarica di triple sull’asse Baldasso-Riisma (primo 14-0 per il 32-14 del 12’). Mentre l’OJM colleziona solo ferri dall’arco (0/17 da 3) rifugiandosi in soluzioni sterili e spesso forzate, perché gli esterni non creano mai vantaggi.
    Solo qualche guizzo di Nkamhoua trasmette sensazioni di energia; il parco esterni si carica di falli (Moore 4 al 16’, Librizzi 3 al 14’) con Moody fuori partita e nessun giocatore capace di dare pericolosità alla manovra. E il passivo si fa sempre più pesante con la difesa che lascia canestri facili (75% da 2 Bertram a metà gara) con 3 schiacciate in fila di Vidal e Olejniczak a siglare un divario oceanico da 49 punti a metà gara.
    La reazione? Scarna e sterile, col quinto fallo del capitano al 24’ e di Moore al 27’ che riduce pure le carte a disposizione di Kastritis. Si precipita fino a meno 60, poi qualche guizzo di Freeman (comunque sottotono per 30’) lima il gap.
    Preoccupazione? Oggettivamente sì, pur senza segnali in tal senso. Soprattutto perché quella vista a Varallo Sesia non sembra mininamente una squadra allenata dal coach greco: zero aggressività difensiva, zero nerbo, troppe volte soluzioni individuali in attacco. Urge segnale di controtendenza nel test finale del precampionato in programma domenica 28 settembre a Masnago contro Reggio Emilia. Per capire se l’OJM di oggi è stata troppo brutta per essere vera, oppure c’è qualche problema strutturale che non è solo tecnico.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Il polpaccio di Nate Renfro, la conferma pressoché ufficiale di Allerik Freeman, l’ultima amichevole precampionato a porte aperte. Agenda ricca in casa Pallacanestro Varese di ritorno da Atene quando all’orizzonte inizia a intravvedersi l’avvio del campionato fissato per domenica 5 ottobre.
    RENFRO: LESIONE LEGGERA
    Il cauto ottimismo delle ultime ore su Nate Renfro ha trovato sponda negli esami strumentali che il pivot – infortunatosi venerdì sera al polpaccio – ha svolto al Centro Beccaria. Il giocatore americano soffre di una lesione muscolare di primo grado, il responso (a questo punto) migliore possibile: lo staff medico ha iniziato a curarlo direttamente in Grecia e proseguirà nei trattamenti. Renfro sarà quindi rivalutato tra una settimana ma a questo punto salgono le possibilità di vederlo in campo a Sassari all’esordio (attenzione: a oggi non è una certezza), partita in cui sarà “ex di turno”.
    FREEMAN VERSO IL VISTO
    Allerik Freeman sarà la guardia titolare della Openjobmetis Varese. Magari non subito in quintetto (Tazè Moore dà garanzie) visto il minutaggio ancora limitato, ma nei fatti l’americano è in procinto di rendere ufficiale il suo rapporto con la squadra biancorossa. Freeman giocherà mercoledì l’amichevole di Varallo Sesia e poi (giovedì mattina) volerà negli USA per ritirare il giorno successivo il visto con cui potrà restare in Italia per lavoro. Orari alla mano Freeman dovrebbe tornare in tempo per l’ultimo test di domenica con Reggio Emilia (vedi sotto) ma il suo impiego andrà valutato dopo tante ore di aereo in tre giorni.
    PORTE APERTE CON REGGIO
    Sciolti gli ultimi dubbi di concerto con la Reggiana, l’amichevole di domenica 28 sarà a porte aperte e quindi disputata alla Itelyum Arena. L’orario concordato è quello delle 17 e le modalità di ingresso saranno identiche al match con Bergamo: 5 euro per gli abbonati e 10 per gli altri tifosi, a posto unico. La Unahotels intanto è uscita delusa dai preliminari di Champions, battuta da Anversa nella semifinale del tabellone di qualificazione. La squadra dell’ex Woldetensae disputerà quindi la Fiba Europe Cup.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    L’Openjobmetis torna a vincere nella finalina del Trofeo Lombardia. Successo in rimonta contro la Blu Basket di serie A2 per la truppa di Ioannis Kastritis, che alza il volume alla distanza dopo un primo tempo povero di triple ed aggressività. La prima è diretta conseguenza della seconda, a prescindere dal reparto ali ancora dimezzato (Alviti preservato causa borsite ad un tallone ma recuperabile per Atene, Nkamhoua in arrivo forse sabato 20 settembre dopo il quarto posto ad Eurobasket 2025 con la Finlandia). Oggi come oggi Varese è un cantiere aperto, con alcune certezze: l’attacco produce se si corre da difesa e rimbalzi (23-17 nei secondi 20’ dopo il 16-26 dei primi), perché il campo si allarga e le percentuali dall’arco crescono (9/25 da 3 nel secondo tempo dopo il 3/20 del 20’). Ancora bene Librizzi e Renfro, più un Moore molto intraprendente e comunque risolutivo nei suoi assalti al ferro per il cambio di passo. Meno brillante Freeman, non pronto per 2 partite in 2 giorni, ma comunque utile alla distanza dopo l’1/7 a metà gara. Ancora sottotono Moody, che ha chiuso la due giorni di Desio con più falli che punti, uscendo per 5 penalità in avvio del terzo quarto. Per ora capitan Libro nasconde il problema, ma se colui che è deputato a girare le chiavi nel quadro “fa contatto” al momento dell’accensione e non va neanche a spingerlo, qualche apprensione è lecita...
    LA PARTITA
    Il primo quarto parte ad handicap, con le triple di Loro e Udom a siglare i vantaggi iniziali orobici (9-15 al 6’). L’attacco OJM ha bisogno della solita scarica di adrenalina da Matteo Librizzi (14 a metà gara) per sbloccarsi nel finale di tempo (21-19 al 10’). Effimero l’allungo inziale del secondo quarto (28-24 al 12’) con spazio ai giovani Prato e Farias; il 3/20 da 3 di metà gara è un freno potentissimo per l’attacco di una Varese senza impatto perimetrale da Freeman e Moody (1/12 dal campo in due). E con poca energia nelle gambe per graffiare in difesa contro una Blu Basket dominatrice del pitturato (16-26 a rimbalzo) si fatica parecchio a trovare spinta per la corsa. I due falli in un amen che chiudono dopo 2’25” del terzo quarto la gara di Moody riducono ulteriormente la rotazione di coach Kastritis. Ma l’energia difensiva cresce decisamente, e col ritmo che si alza anche la qualità dei tiri migliora. Due dardi di Freeman e Assui pareggiano i conti a quota 50 al 26’, e con un volto decisamente più graffiante la spinta di Librizzi e Moore si fa apprezzare. Sorpasso alla terza sirena e primo allungo sul 63-57 del 31’; la fluidità della circolazione di palla è più efficace, un dardo di Assui fa 73-65 al 35’, e con i giovani Farias e Tomas Scola che si fanno apprezzare per vigore difensivo è il dardo dall’angolo di Moore a chiudere sull’82-72 del 37’. La vittoria è molto meno scintillante rispetto a quella del 3 settembre a Masnago: il cantiere è apertissimo, solo quando ci sarà anche Nkamhoua si potranno tirare le somme.
    Giuseppe Sciascia 

  • simon89
    La buona notizia e che queste partite non portano punti buoni per il campionato. Quella cattiva è che la Openjobmetis, già sconfitta nettamente a Tortona, si fa infilzare anche da Cremona (83-88) nella semifinale della Lombardia Cup, collezionando il secondo KO su due contro avversarie di Serie A.
    La delusione è contenuta, ci mancherebbe, ma la sconfitta lascia l’amaro in bocca perché la squadra di Kastritis – andata sotto nel punteggio a metà del secondo quarto, quando pareva girare molto bene – ha sprecato tante occasioni per rimettersi in pari.
    I tremori in lunetta (10/20, con 0/4 nei momenti decisivi), una difesa troppo bucherellata nel primo tempo, la fatica a rimbalzo e la minore reattività sulle palle vaganti sono tutti ingredienti per la frittata cucinata nella serata brianzola. Dove si sperava di raccogliere un pieno di fiducia che non è arrivato.
    Ci sono per fortuna anche i lati positivi, perché quando Varese ha acceso i meccanismi difensivi “buoni” si è fatta sentire e perché la squadra ha dimostrato di saper lavorare bene nel selezionare i tiri e nel dialogare sul perimetro e dentro l’area.
    La partita di Desio ha regalato buoni spunti per l’uomo sotto esame, Allerik Freeman: la guardia, specie nel primo tempo, si è fatta trovare ben pronta e ha fatto bottino (16 alla fine), finché ha avuto benzina e fino a quando ha potuto tirare sugli scarichi. Poi è stato meno incisivo quando è stato braccato e ha dovuto creare, però il passo avanti richiesto c’è stato.
    Tra le note buone c’è anche la partita di Nate Renfro, reattivissimo a tutto campo e vivace anche a rimbalzo. Tra gli esterni Moore e Librizzi si sono un po’ divisi la gara con l’americano convincente per tre quarti prima di innervosirsi e uscire dal focus della partita e con il capitano un po’ in difficoltà ma coraggioso nel tentare la rimonta finale. Male, invece, un Moody apparso stanco, con poche idee e troppi falli spesi e un Ladurner ancora tanto, tanto macchinoso vicino a canestro. Non ha giocato invece Davide Alviti per una botta al tallone che non preoccupa: con lui e con Nkamhoua Varese avrà molte più opzioni ma allo stesso tempo è giusto segnalare anche i due assenti di Brotto, il giovane Ndiaye e l’esperto Burns.
    Persa la possibilità di disputare la finale, Varese tornerà in campo alle 17,45 di domenica per la finalina, perdendo probabilmente qualche decina di tifosi che avevano programmato la trasferta in Brianza e che magari preferiranno fare altro. Tutto sommato, c’è da capirli.
    LA PARTITA
    Q1 – Cremona scatta bene con le triple di Veronesi e Durham e sale 8-2 prima del canestro pesante di Moore. Le scelte di Kastritis si intravvedono: circolazione di palla e pressione a rallentare le ripartenze cremonesi. A metà quarto spazio a Freeman che segna subito dall’arco (11-17) ma tra liberi e triple è ancora la Vanoli a fare festa (e punti). Negli ultimi 3′ però la OJM rientra, Freeman segna ancora da fuori e a fil di sirena Librizzi impatta (22-22).
    Q2 – Il primo vantaggio arriva con la tripla di Moore, si accende anche Moody e poi arriva l’azione più bella: Renfro limita e stoppa Willis e Moore inchioda in contropiede (30-24). Il timeout di Brotto è cancellato da Renfro (assist di Moody) e Villa (rubata e canestro) ma nel momento migliore cambia il vento. Un numero di Durham spezza il parziale (12-2) biancorosso, Jones fa ripartire la Vanoli e il controbreak è potente (13-0) e costringe Kastritis al timeout. Assui da fuori muove il punteggio seguito da Freeman (5 in fila). Due pasticci di Moore e il solito Durham garantiscono il vantaggio cremonese alla pausa lunga nonostante un bel cesto di Freeman in entrata (48-52). 
    Q3 – La OJM sbaglia 4 tiri aperti in avvio di ripresa, vanifica un paio di belle difese e si fa infilzare da Willis e Veronesi per il +10 Vanoli. Moore rompe il ghiaccio dall’angolo dopo il timeout di Kastritis ma è il solo centro per 5′. Cremona non affonda il colpo e la triple di Moody e Freeman valgono il -1 (57-58). Poi sono Durham e Librizzi a rispondersi dall’arco ma Assui (poco prima colpito al capo in modo fortuito) sbaglia da lontano e da vicino almeno tre volte, mancando il sorpasso. Casarin a quel punto mette a sedere Villa e imbuca il +5 che regge alla sirena (60-65).
    Q4 – Un “non fischio” arbitrale fa perdere la calma a Moore che spende un fallaccio ed esce mentalmente dalla gara. Si smette di fare canestro e Varese perde anche Moody per cinque falli e così la tripla di Willis rilancia i padani. Un tap in di Ladurner e il ritorno a referto di Moore valgono il 66-70. Il solito Durham tiene avanti i suoi e la OJM sembra non avere mai lo spunto giusto per il riaggancio anche perché Villa e Assui in lunetta sbagliano tutto. Moore stoppa ma Casarin da 3 infila il tiro della sicurezza anche perché i biancorossi escono dal timeout con una palla persa su cui segna Jones. La tripla di Librizzi non basta, il capitano aggiunge tre liberi e un capolavoro dall’arco ma nel torello conclusivo Cremona resta al comando (83-88). E per Varese c’è già da leccarsi le ferite.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Con una prova balistica notevole (24-48 da 3 punti) la Openjobmetis coglie il secondo successo in amichevole distanziando in modo netto la Gruppo Mascio Bergamo di Serie A2. 102-81 il finale di una partita che si è decisa a cavallo dell’intervallo: prima della pausa lunga è arrivato il primo vero break biancorosso, al rientro dagli spogliatoi il vantaggio è stato consolidato.
    Tutto come sperato, quindi, a Masnago a partire dall’afflusso di pubblico con circa 1.300 spettatori sugli spalti dell’Itelyum Arena: quello che ci vuole per fare sentire vicinanza alla squadra di Kastritis, pur priva di Nkamhoua (agli Europei) e Assui (a riposo). Lo scettro della partita è quindi andato a Stefan Moody che dalla metà del secondo quarto ha iniziato a martellare il canestro orobico con triple da una distanza sempre più siderale. Il play è stato poi “sorpassato” nel finale da Davide Alviti a livello di punti realizzati (23 contro 19) ma si è guadagnato l’applauso più convinto da parte del pubblico.
    Bene, nelle pieghe del match, anche il solito Librizzi e Nate Renfro che si è fatto notare per qualche blitz difensivo notevole e ha ricevuto in cambio un paio di “alzate” spettacolari per appendersi al ferro. A rimbalzo Varese ha sofferto (35-43 il conto finale) ma le assenze di Nkamhoua e Assui e una Blu Basket a lungo ben concentrata sul match sono stati fattori determinanti in questo senso. Quando però i biancorossi di Kastritis hanno alzato il volume sia in difesa sia in attacco, Bergamo ha dovuto alzare bandiera bianca. Infine un’impressione su Allerik Freeman, atteso dopo gli 11 punti al Massagno. L’americano stavolta ha inciso poco (una tripla e due liberi) e sbagliato qualche tiro, però è rimasto in campo una ventina di minuti accettando contatti, difese, scivolamenti, corpo a corpo. Di certo ha ancora tanta strada da fare, di sicuro ha iniziato a percorrerla.
    Ora, dopo due test “minori”, la OJM è attesa dal primo confronto di pari livello: sabato 6 settembre i biancorossi saranno i primi a mettere piede nel nuovo palasport di Tortona per affrontare la Bertram di coach Mario Fioretti. Sarà comunque da prendere con le pinze, ma il livello inizierà ad alzarsi.
    LA PARTITA
    Q1 – Varese molto legata al tiro da 3 punti: i biancorossi scattano avanti con le triple di Villa, Moore e Alviti ma quando Kastritis cambia il quintetto Bergamo rientra con i punti dei suoi uomini d’esperienza (Hogue, Harrison, Udom). Librizzi prima commette antisportivo, poi però segna da 3 con fallo e aggiunge un libero. Bergamo sorpassa ma l’ultima azione è di Renfro: rimbalzo difensivo, coast to coast e schiacciata. (22-21)
    Q2 – Dopo un bell’avvio di periodo, la OJM smette nuovamente di fare canestro forzando troppi tiri. Gli ospiti riprendono allora coraggio e con la classe di Harrison prima pareggiano a quota 30 e poi sorpassano. Sullo slancio arriva addirittura il +8 orobico che mette qualche brivido ai tifosi. Varese però riparte, sempre con il tiro da 3: comincia Freeman (primo canestro) ma poi è Moody a far saltare in piedi il pubblico con tre triple, una più lontana dell’altra. Sull’ultima ci sono anche fallo e libero a segno (53-47).
    Q3 – Prima di prendersi l’ovazione di Masnago, Stefan Moody manda ancora a segno un paio di traccianti da lontanissimo, e nel frattempo trova anche il tempo di piazzare una stoppata in difesa. Bergamo dà un altro colpo di coda ma poi subisce la tripla di Alviti e due giocate notevoli (rubata in difesa e schiacciata sul ribaltamento di fronte) di Nate Renfro. Dopo un cesto da 3 di Loro si accende Tazé Moore, fino a lì rivedibile: 7 punti e divario che si allarga sino al +21 con il giovane Farias che si fa notare nel bene. (80-59)
    Q4 – Il ferro sputa 3 triple biancorosse ma poi Alviti la mette in transizione e dall’angolo. Valicata quota 20 di vantaggio, c’è tempo per minuti veri di Allerik Freeman a segno dalla lunetta. Librizzi riaccende l’applausometro dall’arco, Harrison timbra dalla lunetta per Bergamo. A 3.35 dalla fine botta al ginocchio per Ladurner. Finale con cinque giovanissimi in campo (anche Robert Kangur): i cesti di Basualdo e Farias permettono di superare quota 100 e chiudere il referto. (102-81).
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Dai macchinari per le analisi strumentali, ai lettini dei dottori, al parquet del centro sportivo Campus. Un passo avanti quello fatto da Allerik Freeman, la guardia americana che la Openjobmetis ha chiamato in prova così da valutarne direttamente le condizioni fisiche e decidere, di conseguenza, se ingaggiarlo per la prossima stagione.
    Freeman, reduce dalla rottura del tendine d’Achille e dalla successiva operazione, ha superato il primo step in biancorosso, ovvero quello delle visite per poter iniziare a lavorare in palestra. Un passaggio quasi scontato – sono altri gli elementi medici da valutare – ma che consente al 30enne della Virginia di allenarsi agli ordini di Ioannis Kastritis e soprattutto del preparatore atletico Silvio Barnaba.
    Sarà quest’ultimo il vero “addetto” a Freeman: accanto agli allenamenti con il pallone sono infatti previsti una serie di impegni “collaterali”. Test di potenza, resistenza, esami per valutare la percentuale di recupero rispetto a prima dell’infortunio ma anche valutazioni su come reagirà il fisico del giocatore tra un allenamento e l’altro oppure dopo una partita. Amichevoli, certo, ma momenti in cui la sollecitazione è differente rispetto a una semplice seduta di allenamento.
    PALLA IN MANO
    A proposito di partite, Allerik potrebbe disputare qualche minuto nell’amichevole aperta a tutti di mercoledì 3 settembre, alla Itelyum Arena contro Bergamo. Difficile – ma non del tutto impossibile – che Kastritis lo schieri venerdì 29 al Campus (porte chiuse) contro il SAM Massagno anche se l’idea è quella di mettere subito il pallone in mano alla guardia americana. L’esordio in squadra è consistito di solo lavoro individuale ma Freeman comincerà subito a giocare nelle situazioni dinamiche, anche di 4 contro 4 e 5 contro 5. L’ex Reyer d’altra parte non arriva a digiuno di basket: in Grecia, dove stava svolgendo la riabilitazione, Freeman ha potuto lavorare in una struttura con altri giocatori in cerca di ingaggio con cui – sotto la guida di un coach specializzato – si era già riavvicinato a situazioni di pallacanestro giocata.
    2019, BIANCOROSSO MANCATO
    Se tutto dovesse andare per il meglio – la speranza è che si possa prendere una decisione tra tre settimane – Freeman firmerà un contratto di un anno con opzione per il secondo e clausola d’uscita a pagamento per le squadre impegnate nelle coppe europee. Una firma che la Pallacanestro Varese cercò di ottenere anche nell’estate di sei anni fa: Freeman aveva affrontato la Openjobmetis due volte con la maglia degli ungheresi dell’Alba Fehervar e la guardia aveva ben impressionato la dirigenza biancorossa. A mettersi in mezzo però fu il campionato turco e così Freeman finì al Bursaspor dove si dimostrò in grado di essere un giocatore importante anche ai piani alti del basket europeo.
    Damiano Franzetti 

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