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VareseFansBasketNews

  • simon89
    Quello che si poteva fare, questa volta, è stato fatto. La Openjobmetis aveva due obiettivi per il match-salvezza contro Scafati e li ha centrati in pieno, pur con qualche, solito, brividino fatto correre per la schiena dei tifosi. Primo: Varese batte la Givova; secondo: la differenza canestri che era favorevole ai campani è stata ribaltata grazie al + 13 finale (all’andata i biancorossi perdettero di 9). Doppio passo avanti, quindi per la squadra di Kastritis all’interno della zona rossa: un successo che da solo non può bastare – mancano sei partite alla fine – ma che ha il merito di ridare fiato, morale e spinta a una squadra che aveva dimenticato come si fa a vincere.
    Questa volta però va messa, davanti al gruppo, la partita di un singolo ovvero Jaylen Hands: la guardia californiana riempie il canestro avversario con – tenetevi forte – 42 punti e con la bellezza di 9 triple messe a segno, scrivendo un record per il campionato in corso e soprattutto muovendo il punteggio nei momenti decisivi della serata. Una prestazione strabiliante che ha fatto letteralmente la differenza (la percentuale nel tiro pesante è la principale spiegazione statistica del risultato finale), visto che Scafati ha di nuovo dominato a rimbalzo, ha dato più assist e retto in tutti gli altri dati del tabellino.
    Ma quel 52% dall’arco propiziato dall’eccezionale 69% del numero 50 (9/13) ma anche di un Librizzi tornato tonico e infallibile (16, 4/4 da 3) ha letteralmente spezzato ogni equilibrio e ha permesso, forse per la prima volta in stagione, all’Openjobmetis di chiudere il discorso vittoria in largo anticipo. Certo, nella prima parte dell’ultimo periodo c’è stato quel black out che ha riaperto per un momento la contesa (da +17 a +10), ma il solito Hands ha riacceso i razzi suoi e della squadra per lo sprint finale. Da segnalare, però, anche una considerazione sulla difesa che ha lavorato molto bene anche quando ha accettato i cambi, talvolta sistematici. E va dato atto a piccoli e (soprattutto) lunghi di aver mostrato coraggio e grinta in queste situazioni. Sforzo ripagato e direzione indicata per il futuro.
    Dopo otto notti insonni per le sconfitte, quindi, si torna a sorridere dalle parti di Masnago, e ci voleva anche per Kastritis, al primo successo dal suo arrivo in Italia. Ma è proprio il coach greco ad avvertire tutti: settimana prossima arriva Cremona che ha travolto Treviso ed è rimasta appaiata alla Openjobmetis. Bisogna vincere anche quella per mettersi più tranquilli, perché una sola non basta. Ma era obbligatoria.
    PALLA A DUE
    Kastritis non varia il quintetto delle ultime gare con le ali italiane Assui-Alviti in quest’ordine e con il nuovo arrivato Esposito dalla panchina. Scafati ha perso Rob Gray (quello di Varese si rivede nel riscaldamento) e piazza Anim in guardia tra Cinciarini e Maxhuni.
    La Curva Nord scalda il pre-gara con il bandierone che copre tutto il settore, buon pubblico (4.100) nonostante le tante sconfitte consecutive. Applausi per gli ex Sorokas e Ulaneo.
    LA PARTITA
    Q1 – Timido vantaggio iniziale per la OJM che colpisce due volte dall’angolo destro con Alviti e Assui ma non riesce ad allungare, perché Mitrou Long ha polveri bagnate e non riesce a colpire. Scafati resta così in scia soprattutto con Amin e sul finale di tempo mette anche il naso avanti per un istante. Proprio Mitrou però sgancia la tripla frontale del vantaggio al 10′ (23-21) dopo la precedente di Librizzi.
    Q2 – Un Librizzi ancora tosto e preciso dà una mano a Varese a riprendere il vantaggio che arriva presto a +6, con Ramondino che spende il primo timeout senza però riuscire a far rientrare i suoi: Scafati accorcia con Cinciarini ma non chiude il buco. E così la OJM prende coraggio e vantaggio sfruttando alcuni minuti positivi di Hands a segno dall’arco e dalla lunetta. Nel finale di quarto la guardia però va un po’ fuori giri e la Givova ne approfitta con un paio di giocate di Sorokas che valgono il 46-38 di metà gara.
    Q3 – Si teme il famigerato terzo periodo e invece, stavolta, Varese lo prende di petto, segnando ben 29 punti e allungando nel punteggio in modo deciso. Ed è qui che Hands dà un’accelerazione notevole alla partita realizzando 15 punti con una “tripletta” dall’arco che serve a creare il break più importante. La OJM soffre sempre a rimbalzo ma Tyus lavora bene in retroguardia, Librizzi si aggiunge al compagno di reparto in attacco e solo la situazione falli preoccupa Kastritis, che gira la terza boa avanti 75-58.
    IL FINALE – I biancorossi entrano nell’ultimo quarto dando l’impressione di voler controllare il punteggio e nei primi minuti ci riescono, perché le due squadre segnano con il contagocce e Hands aggiunge una tripla che sembra della sicurezza. Poi per 3′ la luce si spegne: tre palle perse in attacco, un paio di errori e Scafati che riprende coraggio e mira grazie alle triple di Miaschi e Zanelli, il cui tiro vale il -10 e costringe Kastritis al timeout. Un ulteriore assalto campano va male e a quel punto Hands riapre il fuoco con clamorosa ferocia scavalcando nettamente quota 30 e rimettendo il vantaggio di casa in doppia cifra. Scafati a quel punto cerca la replica disordinata, sbaglia quasi tutto e apre il fianco a un’Openjobmetis (Jaylen arriva a 42!) che la chiude con la gente tutta in piedi. 95-82, ribaltata anche la differenza canestri: per ora va bene così.
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    Scontro salvezza che finalmente una Varese guidata da un Hands superlativo riesce a vincere ribaltando anche la differenza canestri, particolare da non sottovalutare. Primo quarto in equilibrio che viene parzialmente spezzato nei secondi 10 minuti a favore di Varese. Nella ripresa il divario si amplifica arrivando fino ad un massimo di 19 punti ma che una Scafati volenterosa riduce ma sempre con un margine che non ha mai fatto pensare ad una vittoria dei campani. Le rotazioni più lunghe di una Varese, a tratti poco fluida sulla circolazione di palla, alla fine fanno la differenza e i biancorossi finalmente interrompono una striscia di 8 sconfitte consecutive potendo affrontare la prossima settimana di lavoro con meno pressione ma sempre consapevoli che il 6 aprile con Cremona sarà fondamentale dare continuità dopo la prima vittoria dell’era Kastritis. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
     
    Akobundu Ehiogu 6,5: il lungo nigeriano sembra calato nel mood sacrificio e scivolamenti con cambi sistematici accettati e non sfigura. Sotto i tabelloni è più concentrato a piazzare la stoppata che a raccogliere rimbalzi ma sicuramente la sua partita nel complesso è positiva. INTIMIDATORE
    Alviti 6: partita sotto tono dal punto realizzativo e che ha denotato ad un certo punto uno spiccato nervosismo seppur cercando di dedicarsi al gioco di squadra. ELETTRICO
    Mitru Long 6: partita che non convince a pieno perché ferma troppo la palla e i suoi crossover rimangono fini a se stessi senza creare mai un reale vantaggio dal palleggio. Nonostante tutto mette a referto 6 assist e 11 punti e una continua pressione sulla palla che gli valgono la sufficienza.  STATUINA
    Gray NE
    Bradford 5: ennesima prova incolore della guardia del Tennessee che sembra essere imbrigliato dalla ragnatela creata dal nuovo coach greco della OJM. MOSQUITO
    Tyus 6,5: anche Alex dimostra di essere dedito alla causa. Autore di giocate difensive decisive nei momenti che contano infonde sicurezza nei compagni quando la palla pesa. MATURO
    Libro 7: prima vera partita convincente del capitano nella gestione Kastritis che scende in campo con il giusto atteggiamento sia difensivo che soprattutto col tiro pesante dove chiude con un altisonante 4 su 4. REDIVIVO
    Reghenzani NE
    Esposito 6: tanto lavoro sporco, buoni blocchi portati come da manuale e buoni tiri presi ma non mandati a segno. BOSCAIOLO
    Assui 6,5: solo 3 punti a referto ma ben 28 minuti sul parquet e tutti meritati. Applicazione difensiva e intensità a rimbalzo, uniche incertezze dalla linea della carità ma avrà tempo per lavorarci. SOLIDO
    Fall NE
    Hands 9: parte con le marce basse ma poi monta il rapporto da competizione e brucia Scafati con il gas completamente spalancato. FUORISERIE

  • simon89
    Sarà Grant Anticevich l’ultimo rinforzo dell’Openjobmetis. La 26enne ala forte nata a Sydney da genitori croati, e dunque in possesso del passaporto di uno stato dell’Unione Europea indispensabile per rientrare nell’elenco dei papabili per Varese, ha chiuso l’accordo con la società prealpina per sostituire Justin Gray.
    Il laureato in psicologia all’università della California è un’ala forte di 203 centimetri per 104 chili, con buone doti balistiche e capace di dare sostanza a rimbalzo. Dopo 5 stagioni nel college basket americano è tornato in patria a South Melbourne, ma all’attivo ha anche una esperienza in Europa (8,1 punti e 5,4 rimbalzi col 38% da 3 a Goettingen, dove nel 2023/24 è stato avversario di Varese nella prima fase di FIBA Europe Cup). Nella stagione 2024/25 ha giocato nella lega australiana con i New Zealand Breakers, sia pure con impatto relativo (4,2 punti e 2,2 rimbalzi in 16 minuti media).
    Si tratta di un giocatore di squadra, decisamente più interno rispetto a Gray, che dovrebbe alternarsi nello spot di ala forte con l’altro neoacquisto Esposito, spostando stabilmente Alviti ed Assui nel ruolo di ala piccola. Il giocatore dovrebbe arrivare in tempi brevissimi in città: non giocherà domenica 30 marzo contro Scafati, ma debutterà il 6 aprile nel nuovo spareggio casalingo contro Cremona.
    Giuseppe Sciascia 

  • simon89
    Energia e rimbalzi, difesa e fisico. Il menu scritto da Ioannis Kastritis per Ethan Esposito è semplice e va incontro alle caratteristiche del 25enne giocatore italo-americano (mezza famiglia a Napoli, mezza in Texas e genitori in California) che domenica 30 marzo farà il suo esordio con la maglia della Openjobmetis. 
    Subito “gettato” nel mezzo di uno scontro salvezza estremamente delicato contro la Givova Scafati. «Ma conosco il calore di Varese quando si parla di basket: se uniamo quello all’esordio in Serie A non posso dire altro che non vedo l’ora di scendere in campo» spiega Ethan, non troppo loquace ma sicuramente deciso a entrare subito nei meccanismi biancorossi.
    «Devo dire che tutte le componenti della squadra mi stanno aiutando per inserirmi all’interno del gioco di Varese – spiega Esposito – dallo staff ai compagni, tutti mi stanno dando le informazioni necessarie. Al momento di parlare con Kastritis il coach mi ha chiesto di dare fisicità dal punto di vista difensivo e di aiutare a rimbalzo, che è un punto focale per le necessità della squadra. Io sono un giocatore di energia, che in campo fa un po’ di tutto; negli ultimi anni ho avuto allenatori attenti alla fase difensiva come Boniciolli e Ramagli e anche se qui il sistema è un po’ diverso mi sto ambientando».

    Esposito, che giocherà con la maglia numero 20, ha firmato un contratto che va oltre questa stagione sportiva, con rinnovo automatico in caso di salvezza. «Lo seguivamo da un po’, abbiamo provato a prenderlo anche la scorsa estate – ricorda il gm Max Horowitz – e ora la situazione è stata quella giusta per portarlo a Varese. Una scelta, da parte nostra, anche in chiave futura».
    «In questi primi allenamenti c’è un aspetto che ho notato molto differente rispetto alla A2 – prosegue Esposito – ed è quello della velocità del gioco. Più ancora che dal punto di vista fisico, è questa la cosa in cui vedo maggiore differenza ma devo abituarmi al più presto».
    E in tanti sperano che il suo impatto possa essere simile a quello che ebbe, tre anni fa, Tomas Woldetensae, pescato in A2 e diventato subito buon protagonista con la Openjobmetis tanto da arrivare alla Nazionale nel giro di pochi mesi. «La maglia azzurra non è il mio primo pensiero in questo momento, però ho già vestito la divisa della Nazionale Sperimentale e senza dubbio quello è un sogno per ogni giocatore italiano. Sarebbe bello, in futuro, arrivare lì».
    MERCATO APERTO – La dirigenza biancorossa intanto resta molto attenta al mercato perché, ancora una volta, Justin Gray non ha fatto progressi per quanto riguarda l’infortunio al polpaccio. Motivo per cui Varese continua a sondare il mercato europeo addirittura nella speranza (ma è molto difficile) di tesserare qualcuno entro venerdì alle 11, termine per schierare un giocatore nuovo domenica. La ricerca è ancora nel reparto ali, ma la prima qualità tecnica richiesta è la versatilità.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Varese prova a pescare in A2 il rinforzo sotto canestro. Trattativa avanzatissima con Ethan Esposito, 26enne ala forte nata a Napoli ma di formazione tecnica statunitense tra scuole superiori ed università a Sacramento State. Da Verona si dà ormai per scontata la cessione del giocatore, il club prealpino ha messo sul piatto un buy-out economico più la contropartita tecnica di Nicolò Virginio. Esposito, lungo di classe 1999, in Italia da 5 stagioni sempre in A2 fra Udine e Verona, rientrerebbe in quota italiani (ha fatto parte anche della Nazionale sperimentale) senza dover sacrificare nessuno dei sei stranieri attualmente in organico (col ritorno di Justin Gray, che tornerà ad allenarsi oggi, martedì 25 marzo).
    OBIETTIVO PRIMARIO LA SCORSA ESTATE
    Esposito era stato obiettivo primario dell’OJM sul mercato dell’estate 2024, lasciando cadere però la proposta biancorossa per preferire l’offerta economica più lucrativa della Tezenis Verona. Ossia il club di serie A2 nelle cui file milita dalla stagione 2023/24, sottoscrivendo – con un robusto aumento salariale – nell’ultima sessione di mercato un contratto biennale, sia pure con uscita gratuita per la serie A al 30 giugno 2025. Esposito viaggia a 11,3 punti e 5,3 rimbalzi in 25,7 minuti: Varese ha messo sul piatto un contratto pluriennale per assicurarsi il giocatore anche in ottica futura. La pista è molto calda, gli accordi definitivi con la Tezenis vanno ultimati nelle prossime ore. L’OJM confida di stringere per poter aggiungere il rinforzo in vista dello spareggio salvezza di domenica 30 marzo contro Scafati. L’operazione comunque è ai dettagli: è arrivato anche l’ok della proprietà di Verona.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    IL COMMENTO DI FABIO GANDINI
    Otto sconfitte consecutive: mai così male una Varese in 80 anni di storia. Con l’88-86 registrato a Treviso la Openjobmetis di Mandole e Kastritis, ma soprattutto la Openjobmetis di Maksim Horowitz e Zach Sogolow, e - più di tutto e tutti - la Openjobmetis di Luis Scola è riuscita a battere il record di insuccessi di fila che apparteneva alla Cimberio 2007/2008, che perse 7 incontri su 7 tra la giornata numero 7 e quella numero 13 del girone d’andata.
    Come finì quell’anno lo sapete tutti.
    Ed è l’ennesimo fondo toccato da quest’era tecnica, che - lo ricordiamo - è riuscita anche “nell’impresa” di scrivere la quinta e la settima partita con più punti subiti di sempre, la partita casalinga con più punti subiti di sempre, la partita casalinga con il maggior scarto di punti a sfavore di sempre, la seconda partita in assoluto con il maggior scarto di punti a sfavore di sempre e pure la terza, sempre per quanto riguarda lo scarto passivo.
    I due punti persi a Treviso sono tra i meno dolorosi (salvo che per una classifica che non cambia) e colpevoli di una stagione in cui spesso ci si è dovuti sportivamente vergognare di questo gruppo: da quando sulla panchina siede un allenatore degno - a livello di esperienza necessaria - di questo nome, lotta, dignità e voglia di superare i propri limiti sono tornati a essere fattori rilevabili nella compagine prealpina. Poi fa male ugualmente, non solo perché è la terza partita su quattro smarrita per strada nel finale, ma perché è uno spaccato crudo e inequivocabile di quello che è diventata questa Varese in fondo a una stagione in cui la dirigenza ha sbagliato quasi tutto lo sbagliabile, a partire dall’estate.
    Un ratto del PalaVerde sarebbe stato figlio solo dell’orgoglio e degli errori altrui, perché per onestà va detto che oggi come oggi il residuato di tutti questi mesi e di tutti gli errori commessi è una squadra modestissima nella qualità offensiva e che continua a commettere peccato “dietro” (almeno a livello individuale…) nonostante la cura greca, una squadra che deve contare su giocatori che non paiono avere le spalle abbastanza larghe per uscire dal crepaccio in cui sono finiti, una squadra in cui i rinforzi presi sul mercato sono diventati inutili se non deleteri, una squadra che regala due giocatori ogni domenica agli avversari, una squadra cui manca palesemente un’ala e pure un centro, ma che anche sugli esterni - Hands e Alviti a parte - non mostra di possedere la benché minima pericolosità, quella figlia del talento, quella che può scompaginare le carte.
    Una squadra che, oggi come oggi, non si vede come possa salvarsi, anche se ancora assistita da una classifica che per tutto il nugolo di formazioni sul fondo si muove con la lentezza di un bradipo.
    E allora una prece, adesso che il calendario propone la resa dei conti, ovvero Scafati, Cremona e Napoli, le tre partite da dentro o fuori, due delle quali in casa: statele vicino…
    Fino all’ultimo respiro, ingoiando nel gargarozzo qualsiasi desiderio di contestazione, qualsiasi segno di disappunto, qualunque voglia di mollare. 
    Questa Varese non si salva da sola. E la Serie A è un bene troppo importante per non provarle tutte.
    Fabio Gandini

  • simon89
    Lunedì mattina un corriere espresso consegnerà al Campus l’ultimo acquisto della Pallacanestro Varese. Che non sarà il lungo tanto agognato e atteso da un mese e mezzo ma un… pallottoliere che servirà a tenere il conteggio delle sconfitte consecutive della squadra biancorossa. Sono otto, talmente tante che è ormai difficile tenerle a mente, come è quasi impossibile ricordare l’ebbrezza della vittoria che manca da prima di metà gennaio. E non è una consolazione guardare il risultato della gara di Treviso, 88-86: perdere di 2 è, forse, ancora più doloroso e aumenta il rimpianto per un incontro che la Openjobmetis è stata incapace di conquistare.
    Già, perché al PalaVerde la squadra di Kastritis (che, sia chiaro, è l’ultimo dei colpevoli di questa situazione) si è prima buttata via crollando a -17 nel terzo quarto, poi è improvvisamente risorta risalendo sino al -2 sulla terza sirena, infine ha fallito ogni possesso per compiere il sorpasso. Sorpasso che sarebbe stato drammatico per la Nutribullet la quale, tuttavia, deve ringraziare certi errori e certe scelte dei biancorossi che hanno graziato i padroni di casa e, al termine di una lunga volata, si sono arresi.
    Insomma, questa squadra è diventata incapace di vincere e la classifica è lì che lo racconta: Pistoia a 10, Varese-Cremona-Scafati 12 con Librizzi e compagni ora ufficialmente penultimi (quindi virtualmente in A2) e attesi da una settimana da morale sotto i tacchi che li porterà dritti allo spareggio con i campani di domenica prossima. Intanto l’elenco delle occasioni buttate alle ortiche si allunga, e viene davvero da prendere a testate il muro ripensando al contropiede gettato da Hands, alle stoppate prese dallo stesso Jaylen e da Mitrou fino all’inaccettabile tripla da 8 metri provata da Bradford senza nessuno a rimbalzo e senza nessuna logica per l’ennesimo sorpasso sfumato.
    E così si svuotano di significato anche le prodezze di Alviti, di nuovo il migliore, di quelle dello stesso Hands, di una difesa apparsa ancora molto valida e reattiva, pure di un Tyus che si vede poco nei numeri ma che dietro ha sistemato diverse cose. Tutto inutile, tutto facilmente cancellato dall’ennesimo risultato cattivo propiziato anche – non solo ma anche – dalla solita sconfitta a rimbalzo. Se a metà partita il conto era in parità, alla fine il tabellino dice 44-34 per la squadra di Vitucci, e del resto questa è la logica conseguenza di presentarsi in campo con uno straniero in meno e senza un giocatore di ruolo che possa aiutare i pivot. Ma anche questa, così come la sconfitta, è notizia trita e ritrita, che tutti vedono, tutti sottolineano ma senza che chi di dovere sia riuscito a trovare una soluzione. Auguri per il futuro.
    PALLA A DUE
    Va a referto e parte addirittura titolare Ky Bowman, non D’Angelo Harrison che ha accusato un risentimento muscolare alla vigilia della partita e non può quindi partecipare alla sfida salvezza del PalaVerde. In formazione, per Varese, c’è invece Justin Gray ma senza possibilità di giocare. Il quintetto di Kastritis è quindi lo stesso delle ultime uscite, Vitucci (fischiato dal pubblico di casa alla presentazione) lancia quindi Bowman accanto a Mascolo; sotto i tabelloni è Paulicap contro Kao. Buona presenza della Curva Nord biancorossa che per 40′ sosterrà a gran voce la squadra.
    LA PARTITA
    Q1 – Avvio da mani fredde ma dopo il 2-0 trevigiano Varese inizia a difendere bene e poco dopo anche a fare canestro, provando un primo allungo per quanto timido (5-10: tripla Hands e schiacciata Kao). Per i veneti però si accende Olisevicius, grande protagonista di tutto il primo tempo: il lituano replica alla coppia Hands-Alviti e poi trova in Macura l’alleato giusto per chiudere il quarto in perfetta parità, 19-19.
    Q2 – Kastritis riparte con Virginio in campo e il lungo segna da 3 punti (22-23) seguito poco dopo da Alviti ma la sua tripla sarà anche quella dell’ultimo e minimo vantaggio (25-26). Vitucci infatti può contare su un Olisevicius di lusso (18 alla pausa) che segna uscendo dai blocchi oppure sparando da 3 con rilascio rapidissimo. La OJM non brilla ma almeno resta in scia, ancora con Alviti e con Hands, 13 e 14 punti rispettivamente prima della pausa. Male invece Librizzi e Bradford a quota zero mentre Macura si prende un fallo tecnico. Nelle battute finali Varese torna a -1 ma poi si fa infilare in appena 4” da Mascolo con Kastritis che si arrabbia parecchio (45-42).
    Q3 – Dopo l’intervallo sembra profilarsi un nuovo testa a testa e, invece, accade tutto e il contrario di tutto. Varese torna a -2 (50-48) e po si blocca completamente subendo un incredibile parziale di 15-0 nel quale anche i due timeout di Kastritis non riescono a scuotere una squadra che in attacco è ferma e sbaglia tutto, anche un tap in da zero metri, mentre Olisevicius, Caroline e Mascolo scavano il solco. Poi, all’improvviso, Alviti ed Hands segnano da 3 punti e lì tutto cambia. In bambola ci va la Nutribullet mentre Varese galoppa con Hands che guadagna anche tre liberi (convertiti) tirando da metà campo sul contatto con Mascolo, con Tyus che va a schiacciare centralmente e via dicendo. Controparziale di 2-14 e “gong” che dà fiato a Treviso avanti solo 67-65.
    IL FINALE
    Varese ha il torto di mancare aggancio e sorpasso: Hands ha due palloni buoni ma prima si incarta incredibilmente in contropiede, poi viene stoppato da Paulicap saltato altissimo. La Nutribullet respira, riallunga brevemente con tripla di Olisevicius ma questa volta non riesce a costruire un break. Arriva l’unico canestro di Bradford, poi è Mitrou Long a ricevere una stoppata decisiva. Tre liberi di Bowman (fallo evitabile di Bradford) e un canestro di Caroline rilanciano i veneti ma finalmente anche Librizzi trova un canestro; Varese resta in scia, ruba un paio di palloni e su uno di questi arriva l’antisportivo a Mascolo sul contropiede di Mitrou che in lunetta fa 2-2. Sull’80-78 palla in mano Bradford, incredibilmente, tenta una tripla da 8 metri senza senso (c’erano ancora secondi per l’azione) e senza compagni a rimbalzo e sul ribaltamento lo stesso numero 8 non taglia fuori Macura che segna in tap in. Sembra assurdo ma non è ancora finita nonostante un libero lasciato sul ferro da Mitrou: dopo un cesto di Bowman, Alviti spara la tripla del -2. Poi segnano Olisevicius (liberi a -15”) e Librizzi (in entrata a -6”) e per poco Treviso non perde palla sull’ultima rimessa. Bradford però non controlla un pallone ammattito e la Nutribullet può fare festa, 88-86.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    L’Openjobmetis lotta, suda, si batte. Ma alla fine si arrende di nuovo, vittima anche a Treviso della somma delle sue inadeguatezze che tanta volontà non basta a mascherare. Sconfitta consecutiva, stasera, domenica 23 marzo, numero 8 per una Varese che arriva in piena zona rossa ai due spareggi casalinghi consecutivi contro le dirimpettaie a quota 12 punti.
    Senza Gray e con una panchina praticamente improduttiva per bottino e qualità, la truppa di Ioannis Kastritis cede il passo nel finale di una gara che ne conferma la resilienza morale. Ma i netti limiti, fisici e tecnici, in reparti chiave: si balla a rimbalzo (34-43 totale) con troppi secondi tiri concessi, e stavolta è lo scatenato Olisevicius a banchettare in un parco ali ridotto all’osso.
    Nonostante le difficoltà oggettive di un roster dalla qualità davvero limitata, Varese riapre due volte una partita che sembrava persa dal meno 17 del 28’ al meno 1 del 34’, e dal meno 8 del 37’ al meno 2 del 39’. Ma fallisce i sorpassi quando conta, venendo respinta prima dall’atletismo di Paulicap (sliding door: quanto sarebbe servito il “matitone” ex Cipro, inseguito a lungo ad ottobre prima della firma – sbagliatissima – di Tyus) e poi dal ferro colpito da un inconsistente Desonta Bradford sul possibile più 1 dopo l’antisportivo di Macura su Mitrou-Long. Poi la lista dei rimpianti è lunga: troppi errori da distanza ravvicinata, inconsistenza offensiva dei lunghi, solo Hands e Alviti terminali affidabili nel gioco a metà campo, il complessivo 3/15 del duo Librizzi-Bradford.
    Bocciato definitivamente il ritorno di Johnson, e non per motivi etici o comportamentali ma perché considerato più negativo che positivo per il rendimento della squadra, però la sindrome della coperta corta diventa davvero ineludibile. Tanti sforzi, tanto impegno, tanta identità, ma alla fine si resta di nuovo con un pugno di mosche: perché “voler” vincere da solo non basta, se poi la somma di tanti piccoli errori condanna i biancorossi ad una nuova settimana sul promontorio della paura.
    Segnando due date col circoletto rosso: domenica 30 marzo contro Scafati, domenica 6 aprile contro Cremona. Sperando che il mercato porti l’unicorno bianco del 4 europeo che si continua a cercare da 5 settimane: vedremo se le prossime 48 ore porteranno buone notizie, stavolta avere qualche carta in più da giocare diventa pressoché ineludibile.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Chiarezza si chiedeva e chiarezza è stata fatta, sulla vicenda Jaron Johnson. L’articolo di VareseNews pubblicato giovedì pomeriggio ha smosso una situazione che in tanti non avevano capito fino in fondo, perché troppi erano i lati poco comprensibili. Oggi – venerdì – sulla situazione è stata messa in modo chiaro la parola “fine”: “Nino” non giocherà più con la maglia della Openjobmetis.
    A spiegarlo sono stati i due gm biancorossi, Max Horowitz e Zach Sogolow, insieme a Ioannis Kastritis, l’allenatore greco che da metà febbraio ha preso in mano la patata bollente che è, in questo momento, la Pallacanestro Varese in piena lotta per non retrocedere. I due dirigenti e il tecnico hanno spiegato come la decisione sia irrevocabile e sia stata presa di comune accordo («Non siamo qui per mettere i problemi nelle mani di Kastritis ma per supportarlo in tutti i lati del suo lavoro») sia per motivi tecnici – e questo era stato detto – sia disciplinari.
    La vicenda disciplinare non è stata spiegata nei dettagli, anche per rispetto a Johnson (del quale, è stato più volte detto, si parla come giocatore ma non a livello personale o privato), ma la direzione presa è stata quella giudicata migliore per il gruppo-squadra. In pratica, si intuisce, negli ultimi mesi all’interno dello spogliatoio ci sono state una serie di situazioni e divergenze che evidentemente hanno minato la stabilità e non sono sanabili.
    Perché, dunque, Johnson resta tutt’ora un tesserato della Pallacanestro Varese tanto da avere diritto a un campo per allenarsi? «Per definire una risoluzione del contratto bisogna accordarsi in tre: club, giocatore e agente. Stiamo lavorando da giorni per arrivare a un accordo e ci auguriamo che vada in porto» spiegano Orowitz e Sogolow, interpellati proprio per il fatto che tenere a libro-paga un giocatore dallo stipendio non indifferente è anche una perdita monetaria rilevante, specie per una società che non è certo tra le più ricche. Soldi che si potrebbero poi reinvestire.
    La risoluzione di contratto, in realtà, non è stata la prima opzione nel senso che le parti hanno inizialmente sondato la possibilità di una cessione di “Nino” sul mercato come è avvenuto per Keifer Sykes, altro americano tolto dai radar con l’arrivo di Kastritis (l’ex avellinese è ora in Polonia, al Legia Varsavia: 11 punti e vittoria all’esordio in campionato). Sfumata poi questa possibilità si è cominciato a discutere di interrompere il rapporto. Che, paradossalmente, è ancora in vita anche per un altro motivo: tra infortuni (vedi Gray) e malanni di stagione, c’è sempre la possibilità che Johnson possa essere convocato per avere a referto il numero minimo di giocatori ma è una ipotesi remotissima e comunque non cambia il veto su di lui.
    Intanto – garantiscono i dirigenti – la ricerca sul mercato prosegue per trovare la famosa “ala forte” che andrebbe a incastrarsi nell’organico, oggi ridotto, a disposizione di Kastritis, ed è lo stesso allenatore greco che è conscio delle ristrettezze della rosa. Il parere condiviso da quelle parti è sempre lo stesso: senza visti e in questo momento della stagione i nomi disponibili sono assai limitati e quindi la società affonderà il colpo solo quando sarà individuato un profilo di sicuro rendimento, avallato dallo stesso allenatore greco. A Treviso, quindi, si andrà con gli stessi di domenica scorsa salvo che Gray («Su Justin non nutriamo alcun dubbio: siamo certi stia facendo il meglio per tornare in campo») all’ultimo momento possa rendersi disponibile.
    Damiano Franzetti

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