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VareseFansBasketNews

  • simon89
    Quando Willie Cauley-Stein conclude la prima, blanda azione, con una schiacciata facile, qualcuno batte le mani. Poco dopo, dalla parte opposta, arriva un canestro da 3 in transizione e allora le mani non si trattengono più. Sono almeno in 600 i tifosi assiepati sui gradoni del Centro Campus, che non vedevano l’ora di far scrosciare l’applauso per salutare la nuova Openjobmetis, nata nell’ultimo mese e da dieci giorni al lavoro a Varese.
    Se qualcuno avesse dubbi sulla voglia di basket in città e sull’amore per questa squadra, la mattinata di oggi (giovedì 31) in via Pirandello, li ha fugati. Da prima delle 11 il parcheggio del Campus si è riempito, con tanti occhi a scrutare l’interno: verso quell’ora i giocatori hanno iniziato a popolare il parquet e dalle 11,30 coach Tom Bialaszewski ha acceso la rumba oltre che le musica, a proseguire nel solco dell’anno passato.
    Impressioni? I giocatori della Openjobmetis appaiono già piuttosto tonici, e anche gli esercizi di cinque contro cinque hanno messo in mostra una buona intensità. Cauley-Stein è quello più indietro di fiato ma dal punto di vista fisico si è presentato “asciutto” al punto giusto. Gli altri confermano più o meno le qualità di cui erano accreditati: dalla visione di Moretti alla solidità di McDermott, dalla pulizia di gioco di Hanlan alla reattività di Shaid (che è più Keene e meno Ross, per farsi un’idea). Nota di merito per la precisione dall’angolo di Gabe Brown, piedi obliqui nel caricare il tiro ma mano morbida dai vertici del parquet.
    Assente Luis Scola, volato a Manila per i Mondiali di basket con il suo ruolo di uomo immagine della Fiba, all’allenamento ha assistito un po’ tutto il resto della società, e crediamo che in tanti si siano lustrati gli occhi visto il contorno di pubblico. E di giovani in particolare, favoriti dalle scuole ancora chiuse: al Campus si sono visti ragazzi e ragazze di tutte le fasce d’età molti dei quali ne hanno approfittato per una partitella ai campetti esterni prima di lustrarsi gli occhi con le giocate di Woldetensae e compagni. Insomma, l’allenamento aperto si è dimostrato un patrimonio anche e soprattutto verso quel tipo di pubblico che Scola e la società hanno dichiarato di voler esplorare e ampliare. Quindi perché non ripeterlo, prima dell’inizio delle lezioni?
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Willie Cauley-Stein è arrivato a Varese. L’acquisto di maggior spicco dell’estate biancorossa è sbarcato questa mattina, sabato 26 agosto, all’aeroporto di Malpensa, destinazione finale della tratta Dallas-Londra-Varese iniziata ieri sera. Il 30enne pivot statunitense, accompagnato da un amico nella parte iniziale della sua avventura in maglia OJM, ha subito pubblicato sul suo profilo Instagram storie e foto del suo arrivo in Italia. Sgonfiata dunque la “bolla” del possibile passo indietro, creata dalla sommatoria di imprevisti che ne ha fatto slittare l’arrivo di qualche giorno rispetto alla prima “finestra” fissata per lunedì 21 agosto.
    Tra volo perso in extremis e successivi dettagli burocratici da sistemare in vista della partenza della famiglia, si è creato un ritardo di qualche giorno nel quale comunque si è smussato anche l’ultimo piccolo ostacolo per visti e sistemazione della moglie Kelsey – convintissima dell’avventura in Italia – e delle tre figlie della coppia, che raggiungeranno Cauley-Stein ad ottobre. Tutto è bene quel che finisce bene: l’ex sesta scelta assoluta nel draft NBA 2015 è in Italia e felice di esserlo per inaugurare a Varese la sua “second life” cestistica dopo 422 partite tra i professionisti. In giornata la visita in città e le visite mediche di rito, il pivot biancorosso si aggregherà ai nuovi compagni alla ripresa degli allenamenti prevista per martedì 30 agosto dopo due giorni di riposo successivi alla seduta odierna.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Continua a tenere banco nel mondo Pallacanestro Varese l’affaire Cauley-Stein. L’indiscrezione uscita ieri pomeriggio, giovedì 24 agosto, secondo la quale il lungo americano potrebbe anche non arrivare a Varese, nonostante il contratto firmato e ogni tipo di pratica completata sia da parte della società che del giocatore, continua ad alimentarsi, senza che siano ancora arrivate smentite dirette dalla società.
    Smentite che, come vi avevamo raccontato ieri, non erano state registrate nemmeno in maniera non ufficiale, situazione che quindi continua a lasciare in forte ansia tutti i tifosi biancorossi.
    Nella serata di ieri era trapelata la notizia secondo cui Cauley-Stein sarebbe arrivato da Dallas questa mattina a Malpensa. Arrivo che mai si è materializzato, per la terza volta dalla sua firma sul contratto, con il giocatore che prima sarebbe dovuto arrivare nel weekend antecedente il raduno del 21 agosto e poi a metà di questa settimana.
    Indiscrezioni della mattinata parlano però di una partenza del giocatore nella serata odierna, con il giocatore che quindi arriverebbe in Italia nel weekend. Poco verietiera la versione secondo questo ritardo nell’arrivo del giocatore a Varese sia legato ad una doppia perdita accidentale del volo, soprattutto considerando le tante variabili al suo arrivo collegate: organizzazione epr prenderlo in aeroporto, visita al palazzetto e alle strutture societarie, visite mediche fissate e tanto altro che ruota attorno all’arrivo di un giocatore in una società di Serie A. Molto più accreditata sarebbe la versione secondo cui questi ritardi siano legati a forti titubanze da parte della moglie di “Trill” sul trasferirsi dall’America all’Italia.
    Una situazione che, se confermata, non rappresenterebbe né la prima né l’ultima volta in cui un affare già fatto salta per tali motivi familiari. L’attesa monta, di tutto quanto in società si sta occupando Zach Sogolow cercando di risolvere al meglio la circostanza, i tifosi attendono notizie, non resta che controllare i voli in arrivo all’aeroporto di Malpensa, cercandone uno in partenza da Dallas in serata ed in arrivo a metà mattinata se pomeriggio di domani, per scoprire se anche questa volta Cauley-Stein avrà “perso” l’aereo o meno.
    Alessandro Burin

  • simon89
    Varese rilancia il marchio Roosters col settore giovanile. Lo storico nickname che accompagnò la squadra dello Scudetto della Stella torna nella galassia biancorossa come logo delle giovanili Varese Basketball. Merito di Thomas Valentino e Luca Magnoni: l’ex membro del CdA e presidente della Esse Solar Gallarate, e l’investitore varesino avvicinatosi col marchio Prevcom, hanno puntato forte sul connubio Rooosters-giovani. I due investitori avranno un ruolo cardine all’interno dei quadri societari del Campus, che militerà in B Interregionale. E nella stagione che si concluderà con il compleanno numero 25 della Stella celebrata l’11 maggio 1999, hanno voluto lanciare questa operazione che vestirà tutte le squadre di Varese Basketball col logo del “galletto da combattimento”.
    Tutte le squadre Eccellenza – le due Under 19 di Roncari e Renzetti, l’Under 17 di Corengia, l’Under 15 di Todisco – avranno dunque la denominazione Roosters, L’operazione coinvolgerà ovviamente il settore merchandising per la riscoperta di un marchio che fece epoca per la sua innovatività, ed al quale tutti i tifosi che hanno vissuto la Stella sono rimasti molto legati. Sono comunque previste iniziative ulteriori, che coinvolgeranno anche la prima squadra dell’OJM, per celebrare il venticinquennale di quello Scudetto indimenticabile.
    «Stiamo creando un gran gruppo e siamo felicissimi di aver intrapreso questo progetto che ci permetterà di lavorare per il bene della Pallacanestro Varese facendo rivivere un simbolo storico come i Roosters – affermano Valentino e Magnoni - Un simbolo che fece sognare tutti noi da “sbarbati” tifosi e che oggi, diventati genitori, permetterà ai nostri figli di giocare nelle nostre giovanili con un’unica identità. L’obiettivo è riportare Varese dove merita di stare, a partire proprio dal progetto delle giovanili, per creare un polo del basket di riferimento per tutta l’area e non solo. Un lavoro triennale importante che per noi sarà una piacevole sfida con un contributo concreto. Roosters Varese are back!».
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Cambiano gli interpreti, non lo spartito. La nuova Openjobmetis che lunedì 21 svolgerà il primo allenamento collettivo (porte rigorosamente chiuse: abituiamoci controvoglia, sarà una costante…) non varierà il proprio credo tecnico e tattico, pur avendo cambiato guida e giocatori. La conferma era scontata, visto che in questo senso la strada è tracciata da Luis Scola in persona, ma assume maggior valore nel momento in cui arriva dal coach designato, Tom Bialaszewski.
    Il 41enne allenatore di New York si è presentato quest’oggi – venerdì 18 – alla stampa insieme a Marco Legovich, il 30enne triestino che sostituisce Paolo Galbiati nel ruolo di assistente e che a sua volta ha fornito diversi spunti interessanti. «Abbiamo cominciato in questi giorni a discutere su come fare giocare la squadra ma di sicuro vogliamo seguire le indicazioni della società – ha detto Bialaszewski – E del resto, questo modo di stare in campo è sempre stato il mio: voglio una squadra che corra, che prenda tiri rapidi e via dicendo. È la mia filosofia e sarà tale anche quest’anno. Inoltre abbiamo un supporto tecnico (a livello di analisi statistica ndr) che ci permette di lavorare al meglio per mettere in campo questo tipo di pallacanestro».
    Proprio il legame con Scola è stata una delle chiavi dell’ingaggio di Bialaszewski, che aveva conosciuto il “General” quando quest’ultimo giocava a Milano. “Coach Tom” invece era assistente di Ettore Messina. «Con Luis sono sempre rimasto in contatto, anche quando lui venne a giocare a Varese o quando io sono tornato negli USA. Tant’è vero che dalla prima telefonata al momento della mia firma è trascorso solo un paio di giorni. Luis è molto aperto al dialogo e alle relazioni, condividiamo buona parte della nostra filosofia “sportiva” e credo non ci sia posto migliore di Varese per metterla in pratica».
    Il rapporto tra Varese e la NBA, anche per via dell’ingaggio di Bialaszewski (ha lavorato per Cleveland, Sacramento e Lakers), è sempre più stretto. Lo dimostra sia l’aggiunta di due dirigenti provenienti dall’America (Maksim Horowitz e Zach Sogolow), sia l’ingaggio di una ex prima scelta come il pivot Willie Cauley-Stein. «Credo sia giusto che l’Europa e l’Italia del basket guardino alla NBA. Nel calcio la “nostra” MLS sta copiando tanto di quello che si fa nei campionati europei che sono da sempre quelli all’avanguardia: lo stesso lo si può fare qui, riproponendo dove possibile le dinamiche del basket americano che è un business miliardario».
    «Per quanto riguarda Cauley-Stein non lo conoscevo di persona ma ci ho parlato prima della sua firma per la Openjobmetis. Gli ho spiegato quali sono le differenze tra basket FIBA e basket americano ma anche le diversità nello stile di vita tra gli Stati Uniti e l’Italia. Questa cosa lo ha molto interessato e sono certo che arrivi motivato: non ci sono molti giocatori del suo livello in Serie A e nemmeno in Europa, sono convinto che diventerà un fattore per il suo impatto». A proposito di giocatori, l’unico direttamente allenato da Bialaszewski è Davide Moretti: «A Milano aveva un ruolo completamente diverso da quello che ricoprirà a Varese (dove il minutaggio sarà molto maggiore ndr). Ho però già parlato con tutti i giocatori e non vedo l’ora di allenare questo roster. Alcuni avevano altre opportunità per questa stagione, nostro compito sarà quello di dimostrare loro di avere fatto la scelta giusta».
    “COACH LEGO”: UNA GRANDE OCCASIONE
    Accanto a Bialaszewski, e in sintonia con lui, ha preso posto Marco Legovich. L’assistente arriva dalla prima esperienza da capo allenatore conclusa con una sfortunata retrocessione con la sua Trieste. «Quella però è una pagina che si è chiusa, oggi inizia un libro nuovo. In questo momento una chiamata da parte di Varese non può essere rifiutata per le novità che questa società sta portando in Serie A. L’anno scorso ho affrontato due volte l’OJM: la scelta era quella di abbassare i ritmi ma poi, una volta in campo, era molto difficile riuscire nell’intento. Mi stimola, oggi, essere sull’altro lato: dalla parte di quelli che costringono gli staff tecnici a un lavoro supplementare per preparare la partita».
    Il suo ruolo sarà anche quello di organizzare la fase difensiva: «Mi dovrò occupare di quello, ovvero di costruire quei “pilastri” che ci consentano di reggere l’urto a prescindere dalle scelte degli avversari. Abbiamo condiviso il fatto di non piegarci più di tanto al gioco degli altri, affidandoci a una nostra base solida».
    Damiano Franzetti

  • simon89
    L’Openjobmetis completa lo staff tecnico con l’arrivo di Marco Legovich. Il 30enne allenatore triestino sarà il sostituto di Paolo Galbiati nel ruolo di assistant coach di Tom Bialaszewski sulla panchina biancorossa. Il tecnico di classe 1992, che lo scorso anno aveva guidato la squadra della sua città natale in serie A, è in chiusura dell’accordo con la società del presidente Toto Bulgheroni per fare da vice al coach statunitense al suo esordio assoluto da capo allenatore nel basket senior.
    Legovich, che nelle ultime due stagioni è stato vice della Nazionale Under 20 (nel 2022 con Librizzi e Virginio), si unirà allo staff tecnico insieme al confermato Herman Mandole (il coach argentino responsabile dell’area del “player development”) e si metterà a disposizione di Bialaszewski sin dal primo allenamento del prossimo lunedì 21 agosto.
    Nel curriculum del più giovane capo allenatore della serie A versione 2022/23 ci sono 6 stagioni all’interno dello staff di Trieste, del quale aveva fatto parte sin dalla stagione 2015/16 ai tempi della serie A2.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’Openjobmetis aspetta le ultime formalità per definire la pratica del prestito di Leonardo Okeke. Soltanto questione di incartamenti per arrivare alla conclusione dell’operazione che concluderà a tutti gli effetti il mercato estivo biancorosso. L’accordo tra Varese, Milano e il giocatore sarebbe già perfezionato nei dettagli più importanti, ma servono gli aspetti burocratici - sotto forma di carte - per arrivare all’ufficialità.
    A VARESE FINO AL 2025
    La delicatezza della fase finale della trattativa con Nikola Mirotic ha assorbito interamente l’Olimpia sino alla firma dell’asso di nazionalità sportiva spagnola annunciata giovedì dal club campione d’Italia in carica. L’attenzione totale sull’ala ex Barcellona non era solo di Milano, ma anche del suo agente Igor Crespo, lo stesso di Okeke: la fumata bianca per la 32enne superstar permetterà a due delle tre parti in causa di concentrarsi sulla formalizzazione dell’accordo per il prestito biennale del giocatore dall’EA7 a Varese. Prima che il lungo del 2003 possa effettivamente giocare una partita in maglia biancorossa, passeranno dei mesi; ma tale aspetto, legato ai tempi lunghi di recupero dall’infortunio dello scorso 17 aprile, è stato determinante per consentire al team di Tom Bialaszewski di trovare l’accordo a tre con il cestista nativo di Monza e con l’EA7.
    UN PALLINO DEL GENERAL
    Le atout fisiche di Okeke - 212 centimetri per 108 chilogrammi, un tasso atletico di livello assoluto e due mani morbide per colpire anche dalla distanza - hanno attirato le attenzioni della NBA (svolse un workout con gli Atlanta Hawks a giugno 2022) ma anche di Luis Scola, che la scorsa estate lo corteggiò a lungo prima di doversi arrendere al “no” reiterato del College Borgomanero (la sua società d’origine) alla cessione a Varese dietro un buyout da 240mila euro. A settembre 2022 lo ingaggiò Milano, utilizzando l’Eurolega escape del suo contratto con Tortona e girandolo contestualmente in prestito biennale alla Joventut Badalona. Dove ha riportato quel bruttissimo infortunio - lussazione all’anca e rottura del muscolo piramidale destro - che lo tiene ancora ai box dopo l’operazione effettuata lo scorso 20 aprile. Da qui l’idea lanciata a metà luglio da Varese, sfruttando i buoni uffici sull’asse Scola-Bulgheroni-Messina: «Ne seguiremo noi la fase di recupero, il contratto si attiverà nel momento in cui sarà pronto per tornare a giocare».
     
    OPERAZIONE PER IL DOMANI
    Ad oggi è difficile stimare quando Okeke potrà effettivamente contribuire alla causa biancorossa: prima di parlare di basket c’è da completare una fase di riabilitazione, poi toccherà al preparatore Silvio Barnaba occuparsi della “messa in moto” a livello atletico. L’auspicio è che entro la fine del girone d’andata fissata al 7 gennaio 2024, il 20enne pivot possa iniziare ad assaggiare con cautela il parquet. Ma si tratta di ipotesi da vagliare al cambio dei riscontri progressivi sulle sue condizioni. C’è poi l’aspetto relativo al completo recupero, distinguendo tra ritorno in campo e ritorno alla piena condizione di forma. Per questo l’operazione imbastita sull’asse Milano-Varese avrà natura biennale: per il 2023/24 Okeke è una scommessa a bassissimo costo, ma se tutta la struttura biancorossa - medica, atletica e tecnica - lo riporterà ai livelli antecedenti l’infortunio, allora l’OJM si troverà in casa un lungo italiano di valore per la successiva stagione 2024/25.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    È con estremo entusiasmo che Pallacanestro Varese comunica di aver raggiunto un accordo con Willie Cauley-Stein che dalla prossima stagione sarà, dunque, un nuovo giocatore biancorosso. Centro statunitense classe ’93 di 213 centimetri, Cauley-Stein è alla prima esperienza in Europa dopo oltre 420 partite disputate in NBA con le maglie di Sacramento, Golden State, Dallas e Philadelphia. 
    Matteo Jemoli, responsabile scouting Pallacanestro Varese: «Siamo estremamente contenti della firma di Willie. Un giocatore che ha calcato palcoscenici importanti e che per talento, atletismo e protezione del ferro sarà fondamentale nell’economia della nostra squadra. Le sue qualità si combinano molto bene con il nostro modo di giocare e non vediamo l’ora di vederlo a Varese insieme alla sua famiglia». 
    Carriera
    Nato e cresciuto a Spearville, una piccola città nel Kansas di nemmeno mille abitanti, Willie Cauley-Stein passa la sua giovinezza mettendo in pratica le sue due più grandi passioni: il football e, appunto, il basket. Nonostante le ottime attitudini per la prima, Willie sceglie la seconda, diventando fin da subito un punto di riferimento non solo in attacco, ma anche e soprattutto in difesa, per i Wildcats della University of Kentucky con i quali migliora di stagione in stagione le proprie cifre (9 punti, 6.5 rimbalzi, 1.2 rubate e quasi 2 stoppate a partita nel suo anno da Junior). Numeri ottimi che spingono Sacramento a selezionarlo con la sesta scelta assoluta nel Draft del 2015; con la maglia dei Kings disputa quasi 300 partite in quattro stagioni mettendo a referto career high in punti (29 nella vittoria contro Denver del 23 febbraio 2017), palle rubate (7 nella sfida contro i Nuggets del 6 gennaio 2018) e rimbalzi (17 nel successo contro New Orleans datato 23 dicembre 2018). Nel 2019-2020 firma per Golden State (41 partite a 8 punti e 6.2 rimbalzi), ma finisce la stagione a Dallas che lo conferma anche per le successive due stagioni. Dopo una brevissima esperienza con Philadelphia, il 9 ottobre 2022 firma con gli Houston Rockets che lo “girano” ai Vipers di Rio Grande Valley, la squadra di sviluppo della franchigia texana che disputa la G League, con la quale disputa tutta la stagione chiudendo a 7.2 punti e 6.1 rimbalzi di media.

  • simon89
    La terza volta è quella buona nel lungo inseguimento tra Luis Scola e Tom Bialaszewski. Il 41enne coach nativo di Buffalo raccoglierà l’eredità di Matt Brase alla guida dell’Openjobmetis, riannodando il filo del rapporto con il General nato nella stagione 2019/20. Quando il tecnico con trascorsi NBA a Cleveland, Utah e Los Angeles fungeva da vice allenatore di Ettore Messina, che lo aveva voluto con sé ricordando il rapporto creato nello staff tecnico dei Lakers.
    Bialaszewski passava la palla a Scola nelle sue sessioni di tiro, ma soprattutto discuteva con l’allora giocatore argentino della comune passione per gli analytics: un argomento comune che il tecnico aveva affinato a Los Angeles, lavorando con Mike D’Antoni. Fu proprio a Bialaszewski, fresco di addio all’Olimpia dopo due anni da vice-Messina, che il General aveva pensato come erede di Massimo Bulleri nel maggio 2021, quando dopo il ritiro aveva espresso il desiderio di iniziare a Varese la sua carriera post-agonistica. Ma le Olimpiadi di Tokyo avevano distolto l’attenzione dell’argentino, che aveva dato l’ok alla scelta di Adriano Vertemati.
    Nel maggio 2022 Bialaszewski era stato il primo nome ipotizzato da Scola nel casting che aveva portato alla scelta di Matt Brase. Ma il costo dell’operazione era totalmente fuori portata per le casse dell’OJM: non se ne fece nulla, e il tecnico che dal 2016 al 2019 aveva guidato il programma “NBA Global Australia” per i prospetti giovanili più dotati di Africa, Asia ed Oceania non ha trovato collocazione. Ma dopo due anni di inattività trascorsi nella sua casa di Las Vegas, stavolta la fumata è stata bianca.
    A sedere sulla panchina dell’OJM sarà dunque Bialaszewski, mettendo a frutto il suo patentino da allenatore italiano e la sua esperienza già acquisita in due stagioni all’Olimpia nella prima avventura da capo allenatore dopo quasi 20 anni (unici trascorsi precedenti da head coach in un college di Division 3 della NCAA).
    Giuseppe Sciascia 
     

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