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VareseFansBasketNews

  • simon89
    La Openjobmetis è a un passo dal chiudere il mercato italiano. La società biancorossa ha infatti spostato l’obiettivo su Scott Ulaneo, 25 anni e 2,08 di altezza, dopo che una precedente trattativa con Simone Zanotti era sfumata nella serata di venerdì.
    Varese è alla ricerca di un pivot italiano (nei giorni scorsi aveva provato con Gora Camara, in uscita dalla Virtus e accasatosi poi a Treviso) con la necessità di “convogliare” su questo ruolo un budget ridotto. Un aspetto decisivo nel caso di Zanotti, che aveva concluso l’anno a Torino dopo una prima parte (deludente) a Napoli ma le cui richieste sono risultate troppo alte.
    Ecco allora spuntare dal mazzo la carta Ulaneo, già visto brevemente in LBA con la maglia di Brindisi nel 2021-22 e impegnato nel campionato scorso in Serie A2 con la maglia della Tramec Cento. Con i ferraresi ha messo a segno 4,7 punti a partita con 4,1 rimbalzi in poco più di 15′ di impiego. Numeri che non stuzzicano granché la fantasia, ma che andranno “parametrati” nel gioco rapido e dinamico della Openjobmetis (sempre che arrivi la firma ufficiale).
    Nel caso fosse Ulaneo, ci sarebbe un punto a favore nell’ottica della Varese di Brase: il pivot nato a Roma e “iniziato” nel prezioso vivaio della Stella Azzurra ha infatti all’attivo una lunga esperienza nei college americani. Prima due stagioni a Seattle, università della massima categoria, poi uno ad Hawaii Pacific e uno a Davenport (entrambi in NCAA Division II): in quest’ultima stagione Ulaneo ha ottenuto le cifre migliori (15,4 punti, 7,5 rimbalzi). Buono l’impatto in A2 con l’Eurobasket Roma, poi il passaggio a vuoto a Brindisi.
    Se quindi Ulaneo dovesse firmare, il pacchetto italiano di Varese conterebbe su due possibili titolari – Moretti e Woldetensae – o comunque su due uomini stabilmente nelle rotazioni. Librizzi sarebbe la quarta guardia a roster (confidando sempre in Markel Brown e contando il play Vinnie Shahid) mentre Virginio andrebbe a “cambiare” le ali. Ulaneo infine diventerebbe il backup del pivot straniero, giocatore che dovrà avere una caratura importante come gli altri connazionali (ancora da individuare) nelle due posizioni di ala.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Parola, finalmente, al diretto interessato. Dopo averne lette di tutti i colori (pure da gente che al palazzetto non ha mai messo piede, pure da gente che di basket ne sa quanto un criceto di fisica nucleare…) tocca a Giancarlo Ferrero parlare del suo addio alla Pallacanestro Varese, dopo otto anni ricchi di emozioni. E lo fa, il capitano, dai canali più consoni: quelli appunto di Pallacanestro Varese.
    Il club, lo abbiamo detto e ripetuto, non ha gestito al meglio l’uscita di scena del Gianca (sarebbe stato bello e sacrosanto organizzare un momento pubblico o qualcosa di simile) e si è presa la giusta dose di critiche riguardo i metodi. Ma chi voleva creare una spaccatura, una polemica di troppo, un “caso” da fare esplodere, è rimasto con un pugno di mosche in mano.
    Ferrero e Varese si lasciano con dignità, come è giusto che sia, come dovrebbe accadere sempre tra persone intelligenti quali sono quelle coinvolte. C’è l’amarezza, senza dubbio, ma c’è anche un bilancio da tracciare dal quale emerge che questi otto anni siano stati straordinari per un giocatore normale che si è rivelato una persona speciale.
    Ferrero parla dell’onore di essere stato il capitano biancorosso per tante stagioni, parla di responsabilità sentita sulla pelle, parla delle sfide superate anche quando tutto sembrava andare nella direzione opposta. L’ultima tre mesi fa, con il -16 (e poi -11) comminato per il caso Tepic, nonostante il quale la Openjobmetis si è salvata. Il Gianca poi ribadisce che «adesso è importante farvi sapere che io tiferò e supporterò SEMPRE (lo riporta in maiuscolo ndr) Varese, la Pallacanestro Varese, le Persone che oggi la guidano» e via dicendo. Parole che mettono fine a qualsiasi speculazione.
    «Mi avete fatto sentire speciale» conclude Giancarlo anche a nome della fidanzata Alessia. Ma speciale Ferrero lo è a prescindere, e con la lettera di oggi lo ha confermato una volta di più. Buona strada, capitano, e arrivederci a Varese.
    «Cara Varese,
    quando ci siamo conosciuti un giorno di 8 anni fa non potevo neanche immaginare che saresti diventata Casa. Dal mio primo giorno qui, dall’accoglienza che e’ stata riservata da subito alla squadra senza neanche  conoscerla, ho avuto immediatamente quelle sensazioni che mi hanno fatto capire che questo era ed e unposto speciale. Ho avuto / onore di esserne il Capitano per tante stagioni sportive. Ho i brividi mentre lo sto scrivendo. Una responsabilità’ che ho sentito sulla mia pelle giornalmente, tentando, con energia, positività e dedizione quotidiana di colmare i miei limiti ed essere un esempio per i miei compagni. Tutti insieme abbiamo superato le sfide che si sono presentate. Sempre a testa alta con fiero orgoglio. Da veri varesini biancorossi. Non e sufficiente una breve lettera per descrivere i miei sentimenti in parole, ci sarà tempo e modo, con molta più calma. Concedetemi di metabolizzare questo momento pieno di emozioni. La situazione per continuare il nostro viaggio insieme come giocatore non era matura e ho deciso di accettare una nuova stimolante sfida sportiva.
    La cosa importante per me adesso è questa. Farvi sapere che io tiferò e supporterò SEMPRE Varese, la Pallacanestro Varese, le Persone che oggi la guidano, gli Sponsor, i Consorziati, gli amici de Il Basket Siamo Noi, gli Arditi, tutta la Curva Nord e il Popolo Biancorosso. Non sarebbe possibile fare i nomi di tutte le persone che mi hanno sostenuto e che hanno creduto in me in questi anni, ho ricevuto affetto continuo.
    GRAZIE INFINITE. Mi avete fatto sentire speciale. Voglio ringraziare profondamente le Persone della Pallacanestro Varese con le quali ho lavorato fianco a fianco ogni giorno e le Persone che mi hanno accolto nelle loro famiglie. Io e Alessia vi ringraziamo per averci accompagnato in questo meraviglioso viaggio, solo un arrivederci». Giancarlo Ferrero
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Il capitano si farà un sacrosanto e meritato ultimo giro di giostra, ma non nel luna park più importante della sua vita di giocatore e di uomo.
    Giancarlo Ferrero lascia la Pallacanestro Varese: giocherà per un altro anno e lo farà a Trieste, avendo accolto la sfida propostagli da Michael Arcieri, general manager della società giuliana dopo l’anno e mezzo trascorso a servizio dei biancorossi.
    L’addio di Ferrero è avvenuto dopo un ultimo confronto tra il quasi 35enne nato a Bra e Luis Scola, nel corso del quale l’amministratore delegato argentino ha ribadito al suo ex compagno di squadra nella stagione 2020/2021 di non avere proposte da offrirgli per proseguire il rapporto, lasciando unicamente aperta la porta a un ripensamento “sine die”, cioè indeterminato nel tempo (fine luglio? Fine agosto?) ma soprattutto nel se.
    Insomma, senza girarci troppo intorno, Scola ha esattamente ripetuto a Giancarlo quanto comunicatogli venerdì 16 giugno, in occasione dell’uscita ufficiale del contratto che avrebbe legato l’ala ancora per un altro anno al sodalizio prealpino: nella futura Openjobmetis, per te, al 99% non c’è più posto. 
    Da quel giorno di giugno le parti non si sono più aggiornate fino a questa settimana, ma il telefono di Ferrero non è rimasto - ovviamente - muto. 
    Al capitano hanno iniziato ad arrivare offerte da altre società, di Serie A (si è fatto il nome - per esempio - di Scafati), così come di A2: ad andare a segno è stata quella di un altro professionista che - al pari di Giancarlo - da Varese non è volato via volentieri, anzi. Manca ancora la firma, ma l'accordo c'è.
    Trieste e Arcieri hanno chiamato Ferrero per una nuova sfida, per vincere, per tornare subito in Serie A: dovrebbe essere un anno secco di contratto, ruolo incursore dalla panchina con licenza di colpire, ovvero il suo prediletto. Anche per chi non avrebbe mai immaginato di salutare in questo modo la società di cui è stato simbolo indiscusso, si è trattato di una scelta obbligata: o andare avanti altrove, o ritiro immediato.
    Inutile tornare sulle considerazioni fatte QUI: valgono ancora, valgono tutte, ma davanti ai fatti concludenti si infilano quatte quatte nella categoria delle opinioni. Vale solo la pena di ribadire che la scelta tecnica (e non solo: si pensi alla volontà di perseguire la formula del 5+5 e di inseguire così la premialità economica destinata a chi dà spazio agli italiani under 26), operata da Scola in accordo con Matt Brase, può essere oggetto di discussione, ma non di incomprensione: a un giocatore di 35 anni, non più considerato utile dall’allenatore oltretutto, non è un delitto rinunciare. 
    Il futuro non aspetta il cuore. 
    El General ha ragionato con i numeri, con la freddezza che il ruolo gli impone, la stessa che lo ha guidato in altre decisioni e ancora lo guiderà in futuro, evidentemente per il bene di Varese. Ne ha diritto, il medesimo che ha Ferrero di considerarsi ancora un giocatore, di non voler finire qui la propria carriera (che è una e non ritorna: bisognerebbe pensarci, prima di sputare giudizi…), di affermare che lui, Varese, non l’avrebbe mai lasciata e che, se lo ha fatto, è perché vi è stato costretto, aderendo solo successivamente al richiamo di chi ancora lo stima per quel che può dare in canotta e pantaloncini.
    Sono tante le verità e, quando sono tali, valgono tutte.
    Chi oggi comanda la Pallacanestro Varese non è però immune - a parere di chi scrive - a una critica ben circoscritta e puntale: la questione andava gestita in maniera molto ma molto più delicata, mostrando maggior attenzione al capitano e ai tifosi che a lui sono affezionati. E sarebbe bastato poco per dimostrarla, sarebbe bastato essere onesti con Ferrero a gennaio, o a febbraio, o a marzo: “Gianca, oltre maggio non andremo avanti insieme...”. In questa maniera ci sarebbe stato il modo per prepararsi, per salutare, per commuoversi, per vivere l’addio nell’unico posto in cui meritava di essere vissuto: il parquet. 
    Non è avvenuto ed è stata un’occasione persa per essere premurosi e umani con chi se lo sarebbe grandemente meritato. Chissà se ci sarà tempo e voglia di recuperare, organizzando qualcosa, magari fra un anno…
    Si conclude qui, si conclude così, una storia di campo e di amore tra le più belle mai scritte in 78 anni di storia della Pallacanestro Varese. Ed è un orgoglio per tutti averla vissuta. 
    Si chiude qui, si chiude così, un’era fatta di strade in salita, ogni anno una nuova e ancora più irta della precedente, di rincorse, di sfide da vincere per sopravvivere, di delusioni cocenti e rinascite. E si chiude perché se na va chi l’ha personificata come nessuno: pronto, sempre un passo avanti agli altri, sempre con quel sorriso e quella grinta dipinti in volto a ricordarci che la paura poteva aspettare, perché prima c’era la battaglia. 
    Se ne va una certezza in un mondo di incertezze.
    Il Gianca giocatore (284 partite con la maglia di Varese) è stato un indimenticabile fornitore di triple mancine, di lotte (spesso vinte) con omoni più grandi e grossi e talentuosi di lui, di scosse da brividi a match diventati infidi, di duttilità (e va ricordata la mossa di Attilio Caja che lo trasformò in quattro, allungandogli la carriera ad alto livello), di sacrificio di corpo e fiato e di limiti superati brillantemente. Con lui se ne vanno anche i boati che hanno sempre sottolineato le sue giocate, non paragonabili ad altri: chissà se e quando il destino regalerà ai supporter un nuovo biancorosso per il quale essere così contenti, così felici, così naturalmente.
    Tutto ciò è avvenuto perché il Gianca uomo è stato un amico, un fratello, il capitano come vocabolario comanda, una comunione di gioia e affetto per Masnago, i suoi adepti e per tutti quelli che l’hanno conosciuto.
    Il film di questi otto anni non si può racchiudere in un articolo, anche perché il rapporto tra Ferrero e Varese, in fondo, continuerà. La Città Giardino resterà per sempre la sua città, una volta appese le scarpe al chiodo: è la prova provata di tutto ciò che abbiamo visto, vissuto e scritto.
    Arrivederci, allora, Capitano.
    Fabio Gandini

  • simon89
    Mossa a sorpresa sul mercato dei giocatori italiani: la Openjobmetis ha annunciato l’acquisto di Davide Moretti, playmaker – e figlio dell’ex allenatore biancorosso Paolo – di classe 1998 che arriva dopo due stagioni trascorse a Pesaro. Una scelta importante:
    Moretti è da tempo considerato uno dei migliori italiani nel ruolo (all’occorrenza può anche giocare da guardia) e soprattutto ha nel proprio bagaglio alcune caratteristiche che lo rendono “varesizzabile”. Innanzitutto la militanza, lunga e fruttuosa, nei college americani visto che ha giocato tre anni a Texas Tech arrivando sino alla finale NCAA 2019 (persa ai supplementari).
    E poi è giocatore molto affidabile dall’arco dei 3 punti: nel triennio al college sfiorò il 40% mentre nelle ultime due stagioni a Pesaro ha tenuto rispettivamente il 35.8 (2022) e il 37.1% (2023) nel tiro pesante. Un’arma “necessaria” per il sistema di gioco adottato da Matt Brase e dalla Openjobmetis.
    Il giocatore nato a Bologna e cresciuto a Pistoia ha firmato un contratto pluriennale: i termini non sono stati resi noti ma è plausibile che si tratti di un biennale con opzione. Il suo arrivo è utile anche nell’ottica della scommessa che Varese ha effettuato in regia, ingaggiando Vinnie Shahid, talento americano che però non ha esperienze ad alto livello in Europa. Moretti permette di “coprire le spalle” eventualmente al compagno di reparto e nello scacchiere di Brase va a sostituire Giovanni De Nicolao. Sperando possa affiancare tra gli esterni – le possibilità sono alte – un altro uomo chiave come Markel Brown.
    Fin da giovanissimo Moretti ha attratto su di sé aspettative importanti: dopo aver assaggiato il basket senior con i primi minuti in A a Pistoia sotto la guida del padre (il cui divorzio con Varese non fu dei migliori…) e con due anni in A2 a Treviso il figlio d’arte è volato come detto negli States per una lunga parentesi all’università. Al rientro in Italia è stato ingaggiato da Milano con cui ha vinto Supercoppa e Coppa Italia ma con minutaggi ridotti. Poi l’avventura a Pesaro: con la Carpegna ha raggiunto playoff e Final Eight con tanto di vittoria sulla OJM nei quarti di finale nel febbraio scorso.
    Con Scola volato negli USA, tocca a Matteo Jemoli da Ginevra (per i sorteggi di coppa) offrire il commento della società. «Siamo molto contenti della firma di Davide, un giocatore che seguivamo da diverse stagioni perché giovane, italiano e anche perché ha già dimostrato le sue doti ad alto livello. Siamo sicuri che si sposerà bene con il nostro stile di gioco perché dotato di un ottimo tiro dalla distanza, di abilità nel pick’n’roll e, nonostante la giovane età, di una grande personalità. Lo aspettiamo presto a Varese».
    Damiano Franzetti

  • simon89
    L’Openjobmetis riparte da Matt Brase. Ufficiale la permanenza del tecnico di Tucson sulla panchina biancorossa per la stagione 2023/24. Lo ha comunicato direttamente il coach americano alla società, anticipando di circa 36 ore la scadenza della NBA escape che avrebbe avuto luogo fino alle 24 di domani, venerdì 30 giugno.
    Dalla località statunitense nella quale sta trascorrendo le vacanze, Brase ha sciolto appunto la riserva comunicando a Luis Scola la sua volontà di onorare il contratto in essere fino al 30 giugno 2024. Un bel segnale di continuità per Varese, che ora potrà entrare appieno nelle strategie di mercato, negli ultimi giorni già concordate sul filo del telefono con Brase. Dalla proposta di rinnovo con Markel Brown – molto legato al coach ex Rio Grande Valley Vipers – all’assalto per il 23enne talento Giordano Bortolani fino alla scelta del primo assistente che prenderà il posto di Paolo Galbiati, la conferma di Brase darà una importante accelerazione alle strategie di mercato dell’OJM.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Il 30 giugno è data di scadenze, e tutti gli occhi dei tifosi della Pallacanestro Varese sono puntati in direzione dell’Arizona, per capire se Matt Brase resterà sulla panchina biancorossa (cosa ormai quasi certa). Ma il 1° luglio può essere, per certi versi, una giornata più interessante perché quello di sabato può essere davvero considerato il primo giorno della nuova stagione e porterà con sé un passo importante.
    Da luglio infatti sarà formalizzato il contratto di sponsorizzazione da parte del Pelligra Group Italia con la società del presidente Toto Bulgheroni. Lo aveva fatto capire chiaramente anche Luis Scola due settimane fa, lo conferma ora anche Giovanni Caniglia che parla di “finalizzazione” dell’accordo. Il nome della società australiana finirà quindi sulle maglie della Openjobmetis (quest’ultima resterà l’abbinamento principale) ed è ancora aperta la possibilità che diventi anche “naming sponsor” del palazzetto come lo stesso Scola aveva ventilato. Se non ci saranno altri marchi interessati, è possibile che questo scenario si avveri.
    «Siamo, intanto, molto felici dell’ammissione della società al round di qualificazione della Basketball Champions League – spiega proprio Caniglia – La partecipazione alle coppe è una notizia importante per la squadra e per la città, era un obiettivo del club ma anche del Gruppo Pelligra. Non appena abbiamo ricevuto la notizia abbiamo scritto un messaggio di felicitazioni a Luis Scola».
    Il dirigente italo-australiano non entra nei dettagli della possibilità di un ulteriore sostegno alla società per la Coppa ma ribadisce la vicinanza: «Restiamo accanto a Scola, a Bulgheroni e alla società: noi garantiamo supporto finanziario, strutturale e organizzativo così Luis, che è il CEO, può concentrarsi al massimo sugli aspetti più urgenti. E se serve, sa che può rivolgersi a noi».
    Il rapporto con “El General” è comunque improntato al sereno tanto che Scola ha partecipato al seminario “Diamo un calcio alle diseguaglianze. Sport, libertà e inclusione” organizzato a Taormina grazie anche all’impegno della holding australiana. E all’incontro hanno preso parte anche Pelligra e Caniglia ribadendo l’attenzione al sociale e ai giovani che la loro realtà imprenditoriale mette nelle città in cui opera.
    Il passo definitivo dell’ingresso in società degli australiani sarà l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione, attualmente composto da quattro membri ma già impostato per arrivare a sette persone. Toto Bulgheroni, presidente, è considerato “indipendente” e garante delle radici varesine del club. Scola ha scelto accanto a sé Mario Vernazza e Gianpaolo Perego; i tre posti rimanenti saranno in quota australiana con Rosario “Ross” Pelligra e lo stesso Caniglia che dovrebbero fare parte del terzetto. «Penso che al termine delle vacanze estive e con l’inizio della nuova stagione si possa completare anche questa operazione» conclude il dirigente. E nella seconda metà di luglio, anche Ross Pelligra passerà da Varese probabilmente per illustrare le novità.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    La Pallacanestro Varese ritorna in Europa. Il board di FIBA Europe ha ufficializzato l’ammissione della società del presidente Bulgheroni all’edizione 2023/24 della Basketball Champions League. Accolta dunque la richiesta di wild card che l’a.d. Luis Scola aveva sottoposto al commissioner Patrick Comninos in occasione delle Final Four della stagione 2022/23 disputate a Malaga. Varese rigiocherà la massima competizione FIBA che aveva già disputato nel 2016/17, e si riaffaccerà alle coppe europee dopo l’esperienza del 2018/19 (eliminata in semifinale di FIBA Europe Cup dai tedeschi del Wurzburg).
    LE SQUADRE AMMESSE
    Questa la lista delle ammesse ai preliminari di BCL in ordine alfabetico: Bakken Bears (DEN), BG Gottingen (GER), Caledonia Gladiators (GBR), Cholet Basket (FRA), CSM CSU Oradea (ROU), FMP Soccerbet (SRB), Happy Casa Brindisi (ITA), Heroes Den Bosch (NED), Ironi Hay Motors Ness Ziona (ISR), Jonava CBet (LTU), Kalev/Cramo (EST), Karhu Basket (FIN), Legia Warszawa (POL), Monbus Obradoiro (ESP), Mornar Barsko Zlato (MNE), Norrkoping Dolphins (SWE), Pallacanestro Varese (ITA), Patrioti Levice (SVK), Peja (KOS), Petrolina AEK (CYP), Telenet Giants Antwerp (BEL), TSU Tbilisi (GEO), SIG Strasbourg (FRA), SL Benfica (POR).
    ISTRUZIONI PER L’USO
    Basketball Champions League, istruzioni per l’uso a partire dai turni preliminari dai quali dovrà passare l’OJM per ottenere il pass di accesso. I biancorossi sono una delle 24 società ammesse - c’è anche l’Happy Casa Brindisi - ai turni preliminari, ma i posti disponibili per completare la regular season da 32 squadre sono soltanto tre. Dunque il pertugio è veramente molto stretto... A oggi il format delle qualificazioni non è ancora definitivo: sarà annunciato il 5 luglio, data del sorteggio dei gironi della prima fase e del Qualification Round. Ma con ogni probabilità, prevederà tre gruppi da 8 squadre con 3 gare ad eliminazione diretta – quarti, semifinali e finalissima – per esprimere i verdetti dal 25 settembre all’1 ottobre. In questo caso, Varese presenterà certamente la sua candidatura per ospitare uno dei concentramenti anche per avere il vantaggio del fattore campo. Se l’OJM conquisterà il pass per la stagione regolare, entrerà in uno degli 8 gironi eliminatori da 4 squadre sorteggiati già la prossima settimana: previste 6 partite di andata e ritorno a partire dal 17 ottobre. La prima classificata accederà direttamente alle Top 16, seconda e terza giocheranno un “play-in” al meglio di tre partite per completare la seconda fase con 4 gironi da 4 squadre. Altre sei partite in programma nella seconda fase da gennaio a marzo 2023; le prime due ai quarti di finale al meglio di tre gare, per stabilire le qualificate alle Final Four di maggio. La vincente incasserà un “jackpot” da 1 milione di euro.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’Openjobmetis fa la prima mossa nei confronti di Giancarlo Ferrero. La società biancorossa ha esercitato l’opzione di uscita dal contratto con il capitano: la mossa, già ipotizzata nei giorni scorsi su queste colonne, apre una nuova fase di negoziazione tra le parti per dare continuità a un rapporto al quale Luis Scola ha dedicato un’ampia riflessione nel suo colloquio con la stampa di mercoledì.
    ATTO DOVUTO VERSO UN NUOVO ACCORDO?
    Il club biancorosso ha operato entro il termine del 30 giugno previsto dal vecchio contratto 2+1 stipulato nell’estate del 2021 sulla base di una situazione molto simile a quella attuale. L’ala mancina aveva un accordo 2+1 stipulato nel 2019: nella corsa a tre per un solo posto con altri due italiani sotto contratto come Strautins e De Vico, la società optò per la conferma del capitano, esercitando l’uscita per stipulare un nuovo accordo a lungo termine in modalità “allunga-e-spalma”. La rescissione con Ferrero non presuppone in alcun modo la chiusura del rapporto, anzi: in tal senso sono state lapidarie le parole del “General” relative all’apprezzamento nei confronti del “Gianca”. E della volontà di trasformarlo in uomo-simbolo per Varese, ventilando un ruolo futuro extra basket per l’attuale bandiera dell’OJM.
    LA PROPOSTA E LA “MAGLIA CUCITA”
    Nessun dubbio sul fatto che Varese sottoporrà una proposta di rinnovo a Ferrero: toccherà direttamente a Luis Scola, del quale l’ala mancina è stato capitano nella stagione 2020/21 trascorsa nello stesso spogliatoio, illustrare i termini dell’offerta, che potrebbe contenere anche le prospettive per il post-carriera da giocatore. «Sento questa maglia cucita sulla pelle, dopo 8 anni sono mezzo giocatore e mezzo tifoso: da qui non me ne vado» aveva chiosato il “Gianca” alla vigilia dell’ultima trasferta del 2022/23 sul campo della Virtus Bologna. Messaggio eloquente di un giocatore entrato nel cuore dei tifosi per il suo mix di dedizione al lavoro, grinta e abnegazione, che nelle sue 237 gare in maglia OJM ne conta anche una da “allenatore-giocatore” (il 16 aprile 2022 a Casale Monferrato, dopo l’esonero di Roijakkers in attesa del tesseramento di Seravalli). Ma quali sono i termini di un possibile nuovo accordo?
    LE POSIZIONI DA CONFRONTARE
    L’uscita della società ha motivazioni puramente economiche: l’ultima annualità di un triennale “a salire” è stata considerata troppo elevata per un giocatore che nel 2022/23 ha prodotto 3,5 punti e 1,0 rimbalzi in 9,9 minuti di media. Fatturato suddiviso tra un’andata con buoni spunti balistici e un ritorno spesso in... naftalina, rispondendo però presente in caso di necessità (vedi la Coppa Italia a Torino e la partita-salvezza con Scafati). Ma il contributo più importante del “Gianca” non è quello che va sul foglio delle statistiche: è la capacità di fungere da collante del gruppo e “cicerone” per l’ambientamento rapido degli stranieri nella realtà di Varese. Quale ruolo tecnico e quale offerta economica potrà proporre l’OJM a Ferrero? L’orologio biologico corre - le prossime candeline saranno 35 il prossimo 29 agosto - ma l’ala mancina non si sente ancora pronto a un ruolo da “capitano non giocatore” come d’abitudine nel tennis. E nell’A2 che verrà, sfruttando anche la fiscalità agevolata per i dilettanti rispetto al professionismo, ci sarebbero club disposti ad offrire cifre molto più alte (anche il 50% in più?) rispetto al salario considerato troppo elevato dal club biancorosso. Insomma, le condizioni per allungare il rapporto ci sono tutte. A patto che entrambe le parti siano soddisfatte...
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Luis Scola non ama parlare e – da quando è seduto a una scrivania – insiste su un punto: «Qui dentro tutti noi dobbiamo lavorare e fare sì che ogni giorno i nostri giocatori possano avere un piccolo vantaggio in più per fare bene sul campo. Sono loro che devono comparire, al limite gli allenatori. Noi no». Però Luis Scola qualche volta parla, per fare il punto della situazione, e allora resta a discutere per 75′ con la stampa locale toccando – o meglio, sfiorando – un po’ tutti quei “dossier sul tavolo” di cui abbiamo scritto ieri.
    Prima di affrontarli però, le parole del “General” in chiusura di chiacchierata: «Io sono molto fiducioso, non vedo perché dovremo fare meno bene dell’anno scorso. Sappiamo che nello sport ogni stagione è diversa dalla precedente, può essere più o meno buona, ma l’obiettivo è quello di migliorare».
    “FELICI PER MIKE” – Chiaramente la notizia calda è l’addio inatteso di Michael Arcieri, il gm che ha lasciato Varese per andare a dirigere Trieste in A2. Scola legge la situazione guardandola in modo più alto: «Michael è andato via e siamo felici per lui:  voleva portare avanti un suo progetto e a Trieste lo potrà fare, così come ho fatto io al mio arrivo a Varese. Qui avevo la possibilità di seguire una mia idea: sarei ipocrita se non capissi questa sua visione. E siamo anche felici perché se altre squadre cercano di prendere le persone che lavorano qui è perché il nostro programma è piaciuto. Parlo di Mike ma anche di Galbiati o di Caruso (ormai a Milano ndr) così cito tutte le aree: dirigenziale, tecnica e sportiva. Qui continuiamo a lavorare con allegria e tranquillità perché se va via una persona, il progetto e il viaggio non cambiano: non c’è nessun panico, nessuna paura. Io qui ho un ruolo che in NBA non potrei ricoprire e questo vale per tutti: la nostra società è questa, un posto che dà delle opportunità che altrove non ci sarebbero».
    A chi gli chiede se il modello adottato sia troppo incentrato sulla sua persona, Scola risponde così: «Io credo sia l’opposto: evito il più possibile di mettere il mio nome negli interventi fatte dalle diverse aree. Qui c’è la massima orizzontalità possibile, dentro alla quale a un certo punto c’è una verticalità perché qualcuno deve prendere la decisione finale. Ma Michael, così come Max Ferraiuolo o Matteo Jemoli hanno spazio nelle loro aree di competenza e inoltre tutte le decisioni prese qui dentro sono condivise. Nessuna scelta è figlia di una sola persona ma di una discussione collettiva. Detto questo, nessuna persona è indispensabile: un progetto unipersonale sarebbe un progetto piccolo, è logico che un professionista possa cambiare. Le uniche cose che sopravvivono qui sono la Pallacanestro Varese e Toto Bulgheroni».
    LA FORZA DEL GRUPPO – Per il momento quindi, non è imminente l’aggiunta di un general manager esterno un po’ perché queste figure non si possono trovare e inserire nel giro di pochi giorni, un po’ perché lo sviluppo interno non deve riguardare solo i giocatori ma anche le altre figure presenti in società. «Abbiamo risorse interne che permettono di proseguire nel nostro lavoro; nel tempo valuteremo se c’è bisogno di una persona nuova o se possiamo rimodellare la struttura con chi è presente. Se sarà il caso  cercheremo qualcuno da inserire».
    SQUADRA DI SVILUPPO – Scola considera la Pallacanestro Varese attuale una “squadra di sviluppo” ma lo fa con un’accezione positiva e anche ambiziosa. «Questa secondo noi è la maniera migliore per far funzionare un’azienda sportiva: lo sviluppo è un pilastro fondamentale ma dobbiamo e vogliamo vincere come tutti. Smetteremo di essere una squadra di sviluppo quando un giocatore penserà che questo è il posto massimo dove arrivare, ma fino a che ci sono la NBA e la Eurolega a inviti questa condizione non cambierà. Potremo salire di livello e avere meno posti sopra di noi ma è normale che un professionista ambisca a crescere»
    “BRASE NOSTRO ALLENATORE. MA NON PREVEDO IL FUTURO” – Da qui al 30 giugno c’è – come noto – la possibilità che Matt Brase possa esercitare l’opzione che gli permette di uscire dal contratto in caso di chiamata dalla NBA. «Brase è il nostro allenatore – spiega Scola Ma non posso parlare di quello che non controllo, come il mercato. Al momento non abbiamo informazioni differenti su di lui che quindi è il nostro coach; di certo non resterà qui 10 anni e siamo preparati perché, come accaduto per Arcieri, tutti possono andare via. Se ci lasciasse per la NBA saremo felici per averlo aiutato a crescere».
    PELLIGRA, ACCORDO FATTO – Altro dossier caldo è quello sull’accordo con il Pelligra Group che Scola dà, forse per la prima volta in via ufficiale, per cosa fatta. «L’accordo con il Gruppo Pelligra è già formalizzato – spiega el General – I tempi burocratici in Italia sono lunghi: pensavo potessimo chiudere prima ma non è stato possibile per via di tante situazioni che hanno fanno dilatare la cosa. Non posso dire quando tutto sarà ufficiale ma spero sia una cosa imminente: intanto è già firmata una prima sponsorizzazione. E anche Openjobmetis ci ha detto che rimarrà anche se, come sempre, firmeremo in estate per via delle loro necessità. Sarà il decimo anno di sponsorizzazione e sicuramente faremo qualcosa di bello per celebrare questa ricorrenza».
    LA CARTA PALAZZETTO – Proprio il Gruppo Pelligra potrebbe dare il nome al palasport di Masnago dopo che è sfumata una trattativa in tal senso. «Però stiamo valutando diverse opzioni – spiega Scola – Il palazzetto è un asset strategico per Pallacanestro Varese e quindi cerchiamo partner che diano un valore aggiunto alla struttura. Questo è uno dei punti che si possono fortificare: ripartiremo le risorse in nostro possesso nel modo che pensiamo sia utile anche a medio termine. E il palasport rientra in questo discorso». Intanto, per parlare di futuro, Varese ha inviato la richiesta per essere ammessa alla Basketball Champions League: «Riteniamo che i nostri risultati dell’anno scorso e la nostra organizzazione meriti una chiamata in questa coppa». Tra poco più di una settimana Fiba Europe ne parlerà: a fine mese il verdetto diventerà ufficiale.
    FERRERO TRA CAMPO E SCRIVANIA – Scola ha evitato di parlare di giocatori anche perché tutti quelli in rosa (esclusi Librizzi e Woldetensae) scadono al 30 giugno e di fatto si liberano. Luis ha fatto una parziale eccezione su Giancarlo Ferrero: «Decideremo che cosa fare sapendo che “il tempo vince sempre”: non so quando smetterà di giocare e dove lo farà, di certo siamo molto interessati per un futuro all’interno della società perché è una persona molto stimata da tutti, me compreso che ho potuto giocare insieme a lui». Ma non è detto che il suo contratto sarà rinnovato.
    PENALIZZAZIONE? DISPIACE MA GUARDIAMO AVANTI – Vale poi la pena tornare su quella maledetta penalizzazione di 11 punti che ha tolto Varese dalla griglia playoff. «Crediamo che sia stata esagerata (ma non voglio usare una parola “lesiva”), crediamo che gli errori amministrativi vadano penalizzati in modo amministrativo ma il nostro ruolo non è quello di cambiare le regole. Il risultato del ricorso non era quello che speravamo ma comunque è stato migliore del primo grado; lo abbiamo accettato e sistemato le cose al nostro interno. Voltiamo pagina e andiamo avanti». Sul ricorso personale portato avanti dall’ex presidente Marco Vittorelli, Scola spiega: «Ne abbiamo parlato ma il nostro discorso deve restare privato. Mi pare giusto sottolineare che l’inibizione non colpisce Marco Vittorelli in quanto persona ma in quanto presidente, perché questa è la regola e l’inibizione non poteva colpire altri. Sia chiaro che il cambio di CdA non c’entra con le sentenze: era stato deciso da mesi e prevede tre uomini che fanno capo alla mia proprietà, tre che arriveranno dal Pelligra Group e un presidente indipendente che è Toto Bulgheroni».
    SODDISFAZIONE GENERAL – A quasi due anni dal proprio insediamento, infine, Scola non può che dirsi soddisfatto dei passi avanti compiuti. «Sono felice di quello che sto facendo. Quattro mesi dopo il mio arrivo da dirigente tutti volevano lasciare Varese: abbiamo perso diversi giocatori, cambiato allenatore e non c’era un settore giovanile interno. Oggi la situazione molto diversa: ci sono tanti giovani di prospetto, altri che vorrebbero venire qui, tanti professionisti che si propongono (anche stranieri), un allenatore che in futuro diventerà capo allenatore in NBA, un altro che è andato in Eurocup. Abbiamo ottenuto prestissimo la salvezza matematica (senza penalità), siamo arrivati a pari merito con la quarta in classifica, abbiamo fatto 12 sold out di fila e via dicendo. Ci sono tanti segnali che indicano che Varese sta andando nella direzione giusta».
    Damiano Franzetti
     

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