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VareseFansBasketNews

  • simon89
    Terzo straniero in arrivo per l’Openjobmetis. Accordo raggiunto tra il club biancorosso e Gabe Brown, 23enne prodotto dell’università di Michigan State (11,3 punti col 40% da 3 in 4 anni di college).
    Non è Markel... ma è un pur sempre un Brown, con caratteristiche diverse rispetto al suo predecessore. Si tratta di uno swingman di 201 centimetri per 93 chili, che può giocare da ala piccola e per qualche minuto anche da 4 tattico. Il giocatore mancino, tiratore mortifero e ottimo atleta, ha disputato la stagione 2022/23 in G-League con la maglia dei Raptors905, la squadra di sviluppo di Toronto con cui aveva firmato un contratto Exhibit10 dopo il veteran camp dell’ottobre 2022, chiudendo a 12,5 punti e 3,1 rimbalzi col 40% da 3.
    Nelle scorse settimane ha disputato la Summer League di Las Vegas con i Phoenix Suns (8,2 punti di media). Ora all’appello mancano l’ala forte e il pivot titolare, oltre all’allenatore.
    Giuseppe Sciascia 

  • simon89
    Markel Brown ha preso la strada che porta verso la Spagna. La scelta definitiva della guardia statunitense è indirizzata verso il sì al Basquet Girona.
    La società fondata dall’ex superstar Marc Gasol, realtà emergente del massimo campionato spagnolo che punta a far meglio rispetto al quindicesimo posto del 2022/23, sarà la nuova collocazione del 31enne esterno sul quale l’OJM aveva piazzato tante fiches per dare continuità alla stagione passata.
    Il giocatore del 1992 aveva scelto Varese 12 mesi fa grazie al suo rapporto con Matt Brase; senza più il suo mentore, Brown ha preferito cambiare aria. La scelta è stata solo in parte economica: l’accordo annuale con Girona sarebbe stimato attorno ai 225mila dollari, superiore ma non di molto rispetto al 2+1 che aveva messo sul piatto l’OJM, che offriva anche una visibilità europea in BCL o FIBA Cup non compresa nella proposta iberica. Ma la volontà del giocatore è stata quella di mettersi in luce nella Liga ACB, considerata più competitiva e stimolante rispetto all’Italia: una vetrina migliore per cercare guadagni più elevati in futuro. Così Varese dovrà ripartire completamente daccapo rispetto al parco stranieri del 2022/23.
    Giuseppe Sciascia 

  • simon89
    L’Openjobmetis pesca nuovamente negli Stati Uniti per la guida tecnica della stagione 2023/24. Il nome caldo per l’eredità di Matt Brase sarebbe quello di Chase Buford, 34enne allenatore americano reduce dall’esperienza in Australia ai Sydney Kings dove ha vinto gli ultimi due titoli nazionali.
    Si tratta del figlio di R.C. Buford, storico braccio destro di Gregg Popovich ai San Antonio Spurs, che ha all’attivo esperienze da capo allenatore in G-League (due stagioni ai Wisconsin Herd, la squadra di sviluppo di Milwaukee) prima dello sbarco in Oceania. A fine maggio aveva lasciato da bicampione il club australiano in cerca di un posto in NBA, che però non è riuscito a trovare.
    Ora l’ipotesi Varese, col sistema all’americana di Luis Scola, è molto concreta per quello che a meno di sorprese sarà l’erede di Matt Brase sulla panchina OJM.
    Giuseppe Sciascia 

  • simon89
    Pallacanestro Varese è felice di annunciare l'accordo con Sean McDermott. L'atleta classe '96 sbarca per la prima volta in Europa dopo le esperienze in NBA e G-League. L'ala statunitense porta in dote affidabilità nel tiro da tre punti oltre che energia nelle soluzioni vicino al ferro.
    Matteo Jemoli, responsabile scouting Pallacanestro Varese:
    «siamo molto felici di aver raggiunto un accordo con Sean. È un giocatore che fa del tiro da 3 punti e della dinamicità le sue doti principali oltre ad un ottimo IQ cestistico. Siamo contenti che abbia deciso di iniziare la sua carriera europea a Varese dopo aver fatto delle buone stagioni in G-League e non vediamo l'ora di vederlo giocare coi colori biancorossi».
    Carriera:
    Nativo di Anderson, in Indiana, muove i primi passi sul parquet alla Pendleton Heights High School chiudendo l'annata senior a 16.0 punti e 6.6 rimbalzi di media. Terminata l'esperienza alla high school il giocatore approda alla Butler University. Con i Bulldogs trascorrerà cinque anni guadagnandosi un minutaggio sempre crescente grazie alla sua pericolosità al tiro da fuori (oltre il 40% in NCAA). Gli 11.7 punti e 6.3 rimbalzi dell'ultima stagione universitaria non lasciano indifferente il mondo NBA e nel settembre 2020 firma un two-way contract con i Memphis Grizzlies. Scende sul parquet per 18 volte segnando 2.2 punti in 8.8 minuti di media. Nella stessa stagione disputa 6 gare in G-League con i Memphis Hustle con 17.8 punti e 4.5 rimbalzi a gara. La sua carriera prosegue nelle due stagioni successive proprio con gli Hustle dopo aver firmato un contratto come affiliate player. Nel 2021-2022 mette a referto 8.4 punti con il 43.6% da tre, mentre nell'ultima stagione scende in campo per 39 volte segnando 9.8 punti di media.

  • simon89
    Nell’infinito campionario di colpi di scena accaduti negli ultimi due anni in casa Pallacanestro Varese se ne aggiunge un altro, inatteso e per certi versi allucinante, viste le tempistiche. Matt Brase potrebbe non tornare in città – qualcuno toglie anche il condizionale, noi lo lasciamo in attesa di voci ufficiali – e non essere quindi più l’allenatore della Openjobmetis.
    Le notizie che rimbalzano dall’altra parte dell’Oceano – Brase è alla Summer League di Las Vegas – sono tutt’altro che incoraggianti. L’allenatore dell’Arizona era stato visto addirittura sulla panchina di Philadelphia “per dare una mano visto che un altro tecnico era ammalato” (questa la giustificazione ufficiale) e gli ultimi spifferi parlano di una rottura in atto.
    Una cosa assurda se consideriamo che Brase ha avuto tempo di uscire dal contratto con Varese entro il 30 giugno, e invece è rimasto in forze alla società biancorossa che con lui aveva stava pianificando le operazioni sul mercato estero. Soprattutto, Brase avrebbe “portato in dote” la conferma di Markel Brown: i due sono molto legati e la forte guardia aveva tra le mani una proposta di ingaggio molto importante per le casse e la filosofia della società. Se il coach dicesse “no”, anche Markel rischia di sfumare.
    Ma cosa avrebbe portato a questa frattura? Bisognerebbe conoscere l’opinione dei diretti interessati, ma al di là del pregresso (Brase era rimasto scottato dalla mancata partecipazione ai playoff per via della penalizzazione del caso Tepic) potrebbero esserci state divergenze su qualche richiesta o l’addio del gm italo-americano Arcieri, ma anche un atteggiamento poco collaborativo da parte dello stesso Brase.
    Più probabilmente però, si tratta di scuse: alla fine della propria “ricerca”, il tecnico potrebbe avere trovato un posto da qualche parte in NBA – vedremo, nel caso, con quale qualifica – e ha scelto di scendere dalla giostra biancorossa. In maniera evidentemente e ampiamente scorretta considerando la data, la necessità di fare mercato, di organizzare il precampionato e la partecipazione ai preliminari di coppa.
    Luis Scola intanto rientrerà a breve dagli USA: toccherà a lui, ancora una volta, spiegare e risolvere una situazione oltremodo complicata. Comunque dovesse concludersi.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Pallacanestro Varese è felice di annunciare l'accordo con l'atleta Scott Ulaneo. Centro, classe '98, sa abbinare atletismo e dinamismo mettendosi al servizio dei compagni di squadra. Arriva all'ombra del Sacro Monte dopo una stagione trascorsa a Cento in Serie A2.
    Matteo Jemoli, responsabile scouting Pallacanestro Varese: «Scott è un ragazzo molto interessante. Le sue caratteristiche principali sono energia e dinamismo che aggiunte alla giovane età fanno di lui un profilo ideale per il nostro progetto e il nostro tipo di gioco. Non vediamo l’ora di vederlo a Varese».
    Carriera
    Nato a Roma da padre italiano e madre inglese, comincia la sua esperienza giovanile proprio nella Capitale nelle fila della Stella Azzurra con cui conquista, nel 2015, il Campionato Italiano Under-19 d'Eccellenza. Dal 2016 prosegue il suo cammino di sviluppo trasferendosi negli Stati Uniti disputando prima due stagioni con Seattle University, quindi con Hawaii Pacific University in NCAA2 per poi terminare la carriera universitaria sempre in NCAA2 a 15.5 punti e 7.5 rimbalzi di media con Davenport University. Nel 2021 rientra in Italia firmando il suo primo contratto professionistico con Brindisi e debuttando così per la prima volta sia in LBA che in Basketball Champions League. Nel febbraio del 2022 viene ceduto in prestito all'Eurobasket Roma chiudendo la sua annata a 8.2 punti e 6.1 rimbalzi per gara. Nella stagione 2022-2023 resta in A2 passando però a Cento. Mettendo a referto 4.2 punti e 3.8 rimbalzi risulta tra i protagonisti di una stagione conclusa solamente con l'eliminazione ai playoff promozione.

  • simon89
    La Openjobmetis è a un passo dal chiudere il mercato italiano. La società biancorossa ha infatti spostato l’obiettivo su Scott Ulaneo, 25 anni e 2,08 di altezza, dopo che una precedente trattativa con Simone Zanotti era sfumata nella serata di venerdì.
    Varese è alla ricerca di un pivot italiano (nei giorni scorsi aveva provato con Gora Camara, in uscita dalla Virtus e accasatosi poi a Treviso) con la necessità di “convogliare” su questo ruolo un budget ridotto. Un aspetto decisivo nel caso di Zanotti, che aveva concluso l’anno a Torino dopo una prima parte (deludente) a Napoli ma le cui richieste sono risultate troppo alte.
    Ecco allora spuntare dal mazzo la carta Ulaneo, già visto brevemente in LBA con la maglia di Brindisi nel 2021-22 e impegnato nel campionato scorso in Serie A2 con la maglia della Tramec Cento. Con i ferraresi ha messo a segno 4,7 punti a partita con 4,1 rimbalzi in poco più di 15′ di impiego. Numeri che non stuzzicano granché la fantasia, ma che andranno “parametrati” nel gioco rapido e dinamico della Openjobmetis (sempre che arrivi la firma ufficiale).
    Nel caso fosse Ulaneo, ci sarebbe un punto a favore nell’ottica della Varese di Brase: il pivot nato a Roma e “iniziato” nel prezioso vivaio della Stella Azzurra ha infatti all’attivo una lunga esperienza nei college americani. Prima due stagioni a Seattle, università della massima categoria, poi uno ad Hawaii Pacific e uno a Davenport (entrambi in NCAA Division II): in quest’ultima stagione Ulaneo ha ottenuto le cifre migliori (15,4 punti, 7,5 rimbalzi). Buono l’impatto in A2 con l’Eurobasket Roma, poi il passaggio a vuoto a Brindisi.
    Se quindi Ulaneo dovesse firmare, il pacchetto italiano di Varese conterebbe su due possibili titolari – Moretti e Woldetensae – o comunque su due uomini stabilmente nelle rotazioni. Librizzi sarebbe la quarta guardia a roster (confidando sempre in Markel Brown e contando il play Vinnie Shahid) mentre Virginio andrebbe a “cambiare” le ali. Ulaneo infine diventerebbe il backup del pivot straniero, giocatore che dovrà avere una caratura importante come gli altri connazionali (ancora da individuare) nelle due posizioni di ala.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Parola, finalmente, al diretto interessato. Dopo averne lette di tutti i colori (pure da gente che al palazzetto non ha mai messo piede, pure da gente che di basket ne sa quanto un criceto di fisica nucleare…) tocca a Giancarlo Ferrero parlare del suo addio alla Pallacanestro Varese, dopo otto anni ricchi di emozioni. E lo fa, il capitano, dai canali più consoni: quelli appunto di Pallacanestro Varese.
    Il club, lo abbiamo detto e ripetuto, non ha gestito al meglio l’uscita di scena del Gianca (sarebbe stato bello e sacrosanto organizzare un momento pubblico o qualcosa di simile) e si è presa la giusta dose di critiche riguardo i metodi. Ma chi voleva creare una spaccatura, una polemica di troppo, un “caso” da fare esplodere, è rimasto con un pugno di mosche in mano.
    Ferrero e Varese si lasciano con dignità, come è giusto che sia, come dovrebbe accadere sempre tra persone intelligenti quali sono quelle coinvolte. C’è l’amarezza, senza dubbio, ma c’è anche un bilancio da tracciare dal quale emerge che questi otto anni siano stati straordinari per un giocatore normale che si è rivelato una persona speciale.
    Ferrero parla dell’onore di essere stato il capitano biancorosso per tante stagioni, parla di responsabilità sentita sulla pelle, parla delle sfide superate anche quando tutto sembrava andare nella direzione opposta. L’ultima tre mesi fa, con il -16 (e poi -11) comminato per il caso Tepic, nonostante il quale la Openjobmetis si è salvata. Il Gianca poi ribadisce che «adesso è importante farvi sapere che io tiferò e supporterò SEMPRE (lo riporta in maiuscolo ndr) Varese, la Pallacanestro Varese, le Persone che oggi la guidano» e via dicendo. Parole che mettono fine a qualsiasi speculazione.
    «Mi avete fatto sentire speciale» conclude Giancarlo anche a nome della fidanzata Alessia. Ma speciale Ferrero lo è a prescindere, e con la lettera di oggi lo ha confermato una volta di più. Buona strada, capitano, e arrivederci a Varese.
    «Cara Varese,
    quando ci siamo conosciuti un giorno di 8 anni fa non potevo neanche immaginare che saresti diventata Casa. Dal mio primo giorno qui, dall’accoglienza che e’ stata riservata da subito alla squadra senza neanche  conoscerla, ho avuto immediatamente quelle sensazioni che mi hanno fatto capire che questo era ed e unposto speciale. Ho avuto / onore di esserne il Capitano per tante stagioni sportive. Ho i brividi mentre lo sto scrivendo. Una responsabilità’ che ho sentito sulla mia pelle giornalmente, tentando, con energia, positività e dedizione quotidiana di colmare i miei limiti ed essere un esempio per i miei compagni. Tutti insieme abbiamo superato le sfide che si sono presentate. Sempre a testa alta con fiero orgoglio. Da veri varesini biancorossi. Non e sufficiente una breve lettera per descrivere i miei sentimenti in parole, ci sarà tempo e modo, con molta più calma. Concedetemi di metabolizzare questo momento pieno di emozioni. La situazione per continuare il nostro viaggio insieme come giocatore non era matura e ho deciso di accettare una nuova stimolante sfida sportiva.
    La cosa importante per me adesso è questa. Farvi sapere che io tiferò e supporterò SEMPRE Varese, la Pallacanestro Varese, le Persone che oggi la guidano, gli Sponsor, i Consorziati, gli amici de Il Basket Siamo Noi, gli Arditi, tutta la Curva Nord e il Popolo Biancorosso. Non sarebbe possibile fare i nomi di tutte le persone che mi hanno sostenuto e che hanno creduto in me in questi anni, ho ricevuto affetto continuo.
    GRAZIE INFINITE. Mi avete fatto sentire speciale. Voglio ringraziare profondamente le Persone della Pallacanestro Varese con le quali ho lavorato fianco a fianco ogni giorno e le Persone che mi hanno accolto nelle loro famiglie. Io e Alessia vi ringraziamo per averci accompagnato in questo meraviglioso viaggio, solo un arrivederci». Giancarlo Ferrero
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Il capitano si farà un sacrosanto e meritato ultimo giro di giostra, ma non nel luna park più importante della sua vita di giocatore e di uomo.
    Giancarlo Ferrero lascia la Pallacanestro Varese: giocherà per un altro anno e lo farà a Trieste, avendo accolto la sfida propostagli da Michael Arcieri, general manager della società giuliana dopo l’anno e mezzo trascorso a servizio dei biancorossi.
    L’addio di Ferrero è avvenuto dopo un ultimo confronto tra il quasi 35enne nato a Bra e Luis Scola, nel corso del quale l’amministratore delegato argentino ha ribadito al suo ex compagno di squadra nella stagione 2020/2021 di non avere proposte da offrirgli per proseguire il rapporto, lasciando unicamente aperta la porta a un ripensamento “sine die”, cioè indeterminato nel tempo (fine luglio? Fine agosto?) ma soprattutto nel se.
    Insomma, senza girarci troppo intorno, Scola ha esattamente ripetuto a Giancarlo quanto comunicatogli venerdì 16 giugno, in occasione dell’uscita ufficiale del contratto che avrebbe legato l’ala ancora per un altro anno al sodalizio prealpino: nella futura Openjobmetis, per te, al 99% non c’è più posto. 
    Da quel giorno di giugno le parti non si sono più aggiornate fino a questa settimana, ma il telefono di Ferrero non è rimasto - ovviamente - muto. 
    Al capitano hanno iniziato ad arrivare offerte da altre società, di Serie A (si è fatto il nome - per esempio - di Scafati), così come di A2: ad andare a segno è stata quella di un altro professionista che - al pari di Giancarlo - da Varese non è volato via volentieri, anzi. Manca ancora la firma, ma l'accordo c'è.
    Trieste e Arcieri hanno chiamato Ferrero per una nuova sfida, per vincere, per tornare subito in Serie A: dovrebbe essere un anno secco di contratto, ruolo incursore dalla panchina con licenza di colpire, ovvero il suo prediletto. Anche per chi non avrebbe mai immaginato di salutare in questo modo la società di cui è stato simbolo indiscusso, si è trattato di una scelta obbligata: o andare avanti altrove, o ritiro immediato.
    Inutile tornare sulle considerazioni fatte QUI: valgono ancora, valgono tutte, ma davanti ai fatti concludenti si infilano quatte quatte nella categoria delle opinioni. Vale solo la pena di ribadire che la scelta tecnica (e non solo: si pensi alla volontà di perseguire la formula del 5+5 e di inseguire così la premialità economica destinata a chi dà spazio agli italiani under 26), operata da Scola in accordo con Matt Brase, può essere oggetto di discussione, ma non di incomprensione: a un giocatore di 35 anni, non più considerato utile dall’allenatore oltretutto, non è un delitto rinunciare. 
    Il futuro non aspetta il cuore. 
    El General ha ragionato con i numeri, con la freddezza che il ruolo gli impone, la stessa che lo ha guidato in altre decisioni e ancora lo guiderà in futuro, evidentemente per il bene di Varese. Ne ha diritto, il medesimo che ha Ferrero di considerarsi ancora un giocatore, di non voler finire qui la propria carriera (che è una e non ritorna: bisognerebbe pensarci, prima di sputare giudizi…), di affermare che lui, Varese, non l’avrebbe mai lasciata e che, se lo ha fatto, è perché vi è stato costretto, aderendo solo successivamente al richiamo di chi ancora lo stima per quel che può dare in canotta e pantaloncini.
    Sono tante le verità e, quando sono tali, valgono tutte.
    Chi oggi comanda la Pallacanestro Varese non è però immune - a parere di chi scrive - a una critica ben circoscritta e puntale: la questione andava gestita in maniera molto ma molto più delicata, mostrando maggior attenzione al capitano e ai tifosi che a lui sono affezionati. E sarebbe bastato poco per dimostrarla, sarebbe bastato essere onesti con Ferrero a gennaio, o a febbraio, o a marzo: “Gianca, oltre maggio non andremo avanti insieme...”. In questa maniera ci sarebbe stato il modo per prepararsi, per salutare, per commuoversi, per vivere l’addio nell’unico posto in cui meritava di essere vissuto: il parquet. 
    Non è avvenuto ed è stata un’occasione persa per essere premurosi e umani con chi se lo sarebbe grandemente meritato. Chissà se ci sarà tempo e voglia di recuperare, organizzando qualcosa, magari fra un anno…
    Si conclude qui, si conclude così, una storia di campo e di amore tra le più belle mai scritte in 78 anni di storia della Pallacanestro Varese. Ed è un orgoglio per tutti averla vissuta. 
    Si chiude qui, si chiude così, un’era fatta di strade in salita, ogni anno una nuova e ancora più irta della precedente, di rincorse, di sfide da vincere per sopravvivere, di delusioni cocenti e rinascite. E si chiude perché se na va chi l’ha personificata come nessuno: pronto, sempre un passo avanti agli altri, sempre con quel sorriso e quella grinta dipinti in volto a ricordarci che la paura poteva aspettare, perché prima c’era la battaglia. 
    Se ne va una certezza in un mondo di incertezze.
    Il Gianca giocatore (284 partite con la maglia di Varese) è stato un indimenticabile fornitore di triple mancine, di lotte (spesso vinte) con omoni più grandi e grossi e talentuosi di lui, di scosse da brividi a match diventati infidi, di duttilità (e va ricordata la mossa di Attilio Caja che lo trasformò in quattro, allungandogli la carriera ad alto livello), di sacrificio di corpo e fiato e di limiti superati brillantemente. Con lui se ne vanno anche i boati che hanno sempre sottolineato le sue giocate, non paragonabili ad altri: chissà se e quando il destino regalerà ai supporter un nuovo biancorosso per il quale essere così contenti, così felici, così naturalmente.
    Tutto ciò è avvenuto perché il Gianca uomo è stato un amico, un fratello, il capitano come vocabolario comanda, una comunione di gioia e affetto per Masnago, i suoi adepti e per tutti quelli che l’hanno conosciuto.
    Il film di questi otto anni non si può racchiudere in un articolo, anche perché il rapporto tra Ferrero e Varese, in fondo, continuerà. La Città Giardino resterà per sempre la sua città, una volta appese le scarpe al chiodo: è la prova provata di tutto ciò che abbiamo visto, vissuto e scritto.
    Arrivederci, allora, Capitano.
    Fabio Gandini

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