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VareseFansBasketNews

  • banksanity6
    Non c’è 2 senza 3. Mai come questa volta questo detto piace ai tifosi biancorossi che, come ormai da abitudine, devono soffrire nel finale per un tiro preso con eccessiva libertà da Macura che sarebbe valso l’over time. La dea bendata guarda con occhio benevolo i padroni di casa e regala loro la terza vittoria di fila che vale l’undicesimo posto alla fine del girone d’andata. Partita giocata in modo convincente nel primo tempo da Varese ma che poi diventa una vera battaglia per il solito, tremendo, sconsiderato terzo quarto. Ma il finale, anche grazie all’esperienza di Tyus e la freddezza di Alviti e qualche errore da parte di Treviso sorride alla OJM che può festeggiare con il suo pubblico. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Akobundu-Ehiogu 5 : ne combina una più di bertoldo. Subito 2 falli evidenti e evitabili che lo tolgono dalla partita dopo poco dalla palla a 2. Stessa cosa all’inizio della ripresa. Ributtato in campo nel finale concitato quando Tyus perde le lenti a contatto e qui però si fa notare in positivo per una stoppata determinante. MONONOTA
    Alviti 8 : continua costantemente a essere il pilastro portante di questa squadra. Fa tante cose e le fa tutte in modo spaventosamente redditizio. Anche se non trova subito la via del canestro non demorde mai e trascina lui e i suoi compagni alla terza vittoria consecutiva. FONDAMENTALE
    Gray 5 : continua il momento buio per Justin che in attacco non riesce più a trovare la via del canestro anche se la scelta dei tiri è quella giusta; è evidente che non sia nel suo momento migliore e anche l’apporto difensivo in parte ne risente. SFIDUCIATO
    Bradford 7 : l’americano originario del Tennessee è autore di un primo tempo da stropicciarsi gli occhi. Dopo il primo errore diventa implacabile e realizza con continuità sia attaccando il ferro che dalla lunga distanza seppur non sia la sua specialità. Difesa e rimbalzi non mancano, peccato che alla lunga si spenga e perda qualche palla di troppo. JACK DANIELS
    Tyus 7,5 : chiamato in causa quasi subito per sostituire un Kao troppo incauto per quanto riguarda la situazione falli. Ogni partita si vede che il vecchio Alex migliora in letture e condizione e considerando che la classe non è acqua, la OJM ne guadagna sotto tutti gli aspetti. Ancora una volta il suo contributo è di tutto rilievo. LEONE
    Librizzi 6,5 : sembra un’altra serata complicata per il capitano dei biancorossi. Nella prima parte della gara fatica ad ingranare e a trovare pericolosità in attacco. Qualche fallo ingenuo ma poi, in un finale molto tirato, è bravo a penetrare creando scompiglio nella difesa veneta per poi riaprire il gioco e anche a realizzare sia da lontano che con un canestro da sotto funambolico. ACROBATA
    Virginio N.E.
    Reghenzani N.E.
    Assui S.V.
    Fall S.V.
    Hands 7 : partita che avrebbe meritato anche una valutazione maggiore se nel finale non ci fossero state 2 palle consegnate direttamente agli spettatori seduti nelle prime file del parterre. Ma fino a quando qualcosa si è bruscamente inceppato Jaylen aveva condotto con leadership e qualità eccelse la sua squadra fino ad un confortante più 14. 7 assist e 7 rimbalzi sono li a confermare la sua importanza all’interno di questa squadra, riuscisse a limare quei difetti che lo portano spesso a strafare potrebbe competere per obbiettivi più importanti come lui stesso ha dichiarato di ambire. GENIO INCOMPIUTO
    Johnson 7,5 : Nino ha una partenza fulminea nella quale trova con facilità disarmante il modo di realizzare. E’ in un periodo in cui si sente tonico e fa vedere i suoi muscoli a tutti quelli che hanno la malaugurata idea di frapporsi tra lui e la vittoria. Sta facendo vedere perché è stato fortemente voluto il suo ritorno sotto le volte di Masnago. CULTURISTA

  • simon89
    IL COMMENTO DI FABIO GANDINI
    Il carro è lì, lo vediamo. Eppur si muove, avrebbe detto qualcuno…
    No, non ci saliamo per ora: troppe ne abbiamo viste in questi anni scoliani - sul campo, rigorosamente sul campo - per accedervi con occhi sognanti e cuore libero, troppe volte - tra talamo, ipotalamo e ipofisi - il cervello ci ha mandato segnali di disturbo, dissenso, insicurezza e soprattutto irrazionalità e anormalità rispetto alle immagini che si sono susseguite partita dopo partita.
    Serve altro per farci ricredere e, d’altronde, di carristi della prima ora (i più spregiudicati, vedrete…) e della seconda ne è pieno il mondo, si può guardare altrove.
    Però…
    Varese non vinceva in trasferta da sette mesi, l’ultima volta fu a Pistoia, a inizio maggio 2024, quando non contava nulla. Bisogna invece andare indietro di un anno preciso preciso per trovare almeno due vittorie consecutive nel ruolino di marcia biancorosso: all’epoca furono addirittura tre - Pesaro, Reggio Emilia e Treviso - e coincisero con l’avvento sul pianeta prealpino di un extraterrestre (in senso relativo e non assoluto) di nome Nico Mannion.
    Che gancio che è il Red Mamba per marcare una differenza che a nostro giudizio appare davvero da sottolineare…
    La Openjobmetis 2023/2024 imbarcò il Rosso e venne almeno parzialmente e temporaneamente trasformata dalla sua classe superiore, dal brivido lungo di una stella - o potenziale tale - accesa sul proprio cielo, da giocate personali, esclusive, di talento puro, ascrivibili a lui e a quelli come lui, ovvero giocatori rari, sopra la media. Fu Nico a cambiare canale, con la sola partecipazione di Spencer: i tre successi sopracitati arrivarono così.
    L’ambo Napoli-Sassari, questo digiuno spezzato, questa classifica che almeno per una domenica pomeriggio permette di respirare a pieni polmoni piuttosto che di cercare l’aria e non trovarla, come se si abitasse perennemente al Colle Sud dell’Everest, ha invece il volto normale e le giocate normali di Desonta Bradford. 
    Ispirati come un giovane rampante di Publitalia negli anni 80’, vi lanciamo anche lo slogan: Desonta, la normalità che conta.
    Perché, a proposito di conti: un conto è esplodere come una supernova quando vieni investito dalla potenza di fuoco del genio e della stoffa, un conto è fare un passo in avanti con le proprie, martoriate, fragili, gambe. 
    Il primo è un abbaglio, la seconda - forse - è una crescita.
    Sì, pare crescere Varese. E le giocate normali, di un giocatore normale, come Bardford, la stanno aiutando nello scopo: invece di inseguire chimere, di vagare nell’iperspazio del mercato senza costrutto, seguendo le logiche dell’inesperienza dove invece è l’esperienza a contare (anche qui, quante ne abbiamo viste in questi anni…), bastava un elemento in forma fisico-atletica decente, che sapesse passare la palla e ogni tanto arrivare al ferro - aprendo così il campo o trovando addirittura soluzioni non scritte nel prontuario del Moreyball - per guadagnare senso.
    Un senso che, faticosamente, sta trovando anche Jaylen Hands, tipologia di cestista che rimane agli antipodi di tante nostre convinzioni. Ma non possiamo non riconoscere che, accoppiato con il nuovo arrivato e con un Librizzi dagli alti e bassi fisiologici, stia finalmente trovando la sua dimensione. Risolvendo un equivoco che ci chiama in causa tutti: Jaylen non è un “numero 9” (scusate la metafora calcistica), come in tanti ci siamo ostinati a credere, ma un “numero 10”: deve avere la palla in mano, deve essere libero di creare, di sparare, di sbagliare.  
    Oggi ha marchiato a fuoco una partita e una vittoria con questa libertà.
    Sta crescendo Varese, nel segno della normalità. E normalità, a casa nostra, che non è l’NBA, né la G-League (Zach, Maks, Luis… ci siamo?), né il campetto dietro casa, significa difesa. Anzi: difesa difesa. E allora, sempre con onestà, va ammesso che tra i sorrisi isolani andati in archivio a pranzo c’è anche un grattacapo difensivo di non poco conto risolto in corsa: i giochi a due avversari orchestrati da Bibbins, una spina nel fianco nel primo e (a tratti) secondo quarto, un ricordo anestetizzato dall’aggressività (davvero notevole) varesina nel terzo e quarto periodo.
    Merito che diamo a Herman Mandole e a Marco “normalità” Legovich, che più di altri sono degni di questa Epifania sportivamente serena sotto al Sacro Monte.
    Fabio Gandini

  • simon89
    Anno nuovo, Openjobmetis nuova. Varese conquista i primi due punti esterni della stagione, sbancando il campo di Sassari con una sostanziosa prestazione difensiva. L’anno solare 2025 inizia nel modo migliore per la truppa di Herman Mandole, che esattamente 8 mesi dopo l’ultimo hurrà esterno datato 5 maggio 2024 a Pistoia conquista due punti vitali per allontanarsi dalla bagarre salvezza. Dai 100 punti subiti nelle prime 6 sconfitte esterne agli 81 concessi al Palaserradmigni, dove Varese – dopo i 30 del primo quarto – cala la saracinesca con un inusitato mix di solidità e maturità. La guida sicura di Jaylen Hands (10 assist e una efficacissima regia tra punti per sé e scarichi per i compagni) e la mano torrida di Jaron Johnson e Davide Alviti – efficaci anche nei duelli aerei – danno all’OJM la spinta vincente per sorpassare nel secondo quarto e allungare fino al più 14 di inizio ultima frazione trovando la prima doppia cifra stagionale da Alex Tyus. Qualche affanno finale nella gestione del vantaggio, ma l’hurrà biancorosso è meritato con l’equilibrio e la maturità di una squadra capace di difendere bene l’area e scegliere bene i tiri. Varese ha protetto bene il ferro, ha difeso forte e si è passata la palla in attacco: tre cose semplici, ma fatte bene, e soprattutto fatte “di squadra”.
    IL MATCH
    La partenza è choc con Mandole già costretto al time-out sull’8-0 dopo 70 secondi, e l’11-2 iniziale pare sinonimo di una “promenade” sarda. Ma la macchina delle triple OJM si accende rapidamente (5/9 da 3 alla prima pausa): la regia di Hands convince per costruzione del gioco per i tiratori, gli 11 punti di Jaron Johnson nei primi 9’ tengono in corsa i biancorossi nonostante il 7/8 da 2 concesso a fine primo quarto (30-26 al 10’ ). La difesa sale di tono nel secondo quarto con Bradford più efficace di Librizzi (2 falli in 3’). I 13 punti concessi favoriscono l’OJM che mette la freccia con le fiondate di Alviti (33-37 al 14’) ma non affonda i colpi a metà gara (43-46 al 20’) nonostante i 16 punti di Hands e le buone percentuali offensive (75% da 2 e 41% da 3), faticando a contenere la spinta del folletto Bibbins (13).
    Si riparte di slancio con Johnson che firma il 43-51 del 22’, ma controllare non è di questa squadra: tre triple in fila di Veronesi, Fobbs e Bendzius firmano il 9-0 del sorpasso sardo (52-51 al 23’). Ma la difesa OJM è sostanziosa attorno ai suoi totem, taglia le linee di passaggio e alimenta ripartenze efficacissime: 13-3 biancorosso con Hands che ispira Alviti e segna il 2+1 su palla rubata per il 55-64 del 27’. Varese solidissima in retroguardia sprecando qualche chance in velocità per affondare ulteriormente i colpi oltre il più 9 di fine terzo quarto. Arriva il momento di Bradford che segna 5 punti in fila per il 55-69 del 33’; qualche spreco offensivo non cancella il predominio assoluto dell’OJM, che trova una tripla fortunosa da Hands per il 64-77 del 35’. Sembra chiusa sul dardo del 68-80 firmato da Johnson, Sassari ci crede fino al 77-81 a meno 1’10” dal termine, ma il doppio 2/2 liberi di Alviti e la doppia stoppata di Tyus su Bibbins mandano i titoli di coda (79-85 a meno 18”). Si torna in continente a pancia piena, ora l’ultima di andata contro Treviso per dare continuità a questa versione meno scintillante ma più solida dell’OJM.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Almeno a Capodanno la Openjobmetis si concede un brindisi, con qualche patema d’animo in meno. La squadra di Mandole piega Napoli (89-86) in una delicatissima sfida-salvezza, ottiene la quarta vittoria stagionale e mette quattro punti tra sé e la zona retrocessione, in cambio però del solito check-up alle coronarie degli oltre 4.500 di Masnago, costretti ancora una volta a soffrire fino al 40′ prima di concedersi un urlo. Che è di gioia, certo, ma forse è soprattutto di sollievo dopo tanta paura accumulata durante il match.
    Succede infatti che Varese non riesca mai a chiudere i conti prima del tempo. Non ci riesce nei primi due periodi virati comunque con 10 punti di vantaggio, non ci riesce a inizio ripresa quando tocca il +13, non ci riesce nel finale quando i biancorossi guadagnano un margine risicatissimo che però regge in tutti i 6′ finali tranne che per un sorpasso durato pochi istanti. Lì sarebbe bastato un po’ di raziocinio in un paio di azioni d’attacco, oppure un po’ di malizia a rimbalzo difensivo e la partita si sarebbe chiusa con maggiore tranquillità. Invece una GeVi mai doma ha rimesso sempre tutto in discussione, arrivando ad avere (con Bentil) la tripla del pareggio a fil di sirena, per fortuna respinta – nettamente – dal ferro.
    Con una Openjobmetis che ha evitato di fare fallo, scelta sempre sul filo della discussione come lo sono state le due rimesse in attacco in uscita dai timeout, quando forse sarebbe stato meglio partire dalla linea di fondo. Decisioni che lasciano dubbi ma che, in questo caso, sono da considerarsi riuscite, favorevoli quindi a un Mandole di nuovo fischiato in sede di presentazione.
    A dare una mano al coach argentino c’è stato senza dubbio il nuovo arrivato, Desonta Bradford: la rapidità della società in questo caso va lodata perché la guardia mancina ha dato punti (13), stabilità, ritmi giusti e scelte ponderate. Mica poco per l’ultimo arrivato, che inoltre ha fatto rifiatare Librizzi e Hands, altre due pedine cruciali nel successo. L’americano, in particolare, ha segnato 27 punti mettendo in croce i pari ruolo napoletani, tra i quali – per fortuna – si è inceppato in modo clamoroso Pullen, 0 su 10 dall’arco.
    Varese ha patito di nuovo troppo a rimbalzo, concedendo 17 carambole in attacco alla GeVi comprese quelle, nei minuti finali, che hanno tenuto in vita la squadra di Valli. In quel fondamentale, e non solo, ci sono ancora cose da registrare (Tyus paradossalmente pare più macchinoso di quando è sbarcato dall’aereo). Ma lo si farà in settimana, con un pizzico di serenità in più, cercando magari di pianificare un’azione da sbarco a Sassari, per rompere il tabu trasferta. Appuntamento quindi al 5 gennaio e buon anno a tutti.
    PALLA A DUE
    Tanto pubblico a Masnago dove si va oltre 4.500 paganti pur con il divieto per i tifosi ospiti. In parterre anche l’olimpionico Nicolò Martinenghi e il simpatico Frank Gramuglia. In campo la novità assoluta è Desonta Bradford; cambia anche il quintetto con Librizzi e Alviti titolari per l’assenza di Sykes e gli acciacchi di Gray. Applausi per gli ex Woldetensae e De Nicolao con il primo che va in quintetto accanto agli esperti Pangos, Green, Zubcic e Bentil.
    LA PARTITA
    Q1 – Come a Reggio Emilia, la OJM ha cattiva mira da 3 punti in avvio, ma se le conclusioni da fuori non funzionano (0/6) i biancorossi trovano alcune entrate vincenti e scappano 12-5. Poi però l’attacco si ferma e consente a Napoli di tornare sotto, anche perché Varese è presto in bonus e gli ospiti si avvicinano dalla lunetta. Una bomba di Librizzi riattiva la OJM, una di Hands la spinge sino al 22-12 del 10′.
    Q2 – In poco più di 3′ però Napoli rientra, merito di tre canestri pesanti cui Varese oppone solo una entrata di Bradford e una tripla di Librizzi. Il pareggio di Pangos dopo timeout di Mandole mette paura così come il terzo fallo di Kao, poi la tripla di Johnson vale il nuovo +5 con cui la OJM e i suoi tifosi tirano il fiato. Anche perché il replay toglie un trepunti a Newman (tiro dopo lo scadere dei 24”). Un paio di buone difese, un’entrata di Bradford e 5 punti di Hands spingono ancora a 10 il margine alla sirena di metà gara, 49-39, nonostante 13 di Zubcic nel quarto.
    Q3 – Il terzo quarto non è quello di Cremona o Reggio, però la flessione al termine dei 10′ è di nuovo significativa, e punitiva per un’Openjobmetis che subisce la bruttezza di 29 punti (a 19) dall’attacco di Napoli, polverizzando il vantaggio della prima metà di gara. La squadra di Mandole inizia ad avere problemi di falli, deve allentare la guardia di Alviti e Johnson ma resta al comando a lungo con i canestri dello stesso Alviti e di Hands salito oltre quota 20. Nel finale però la GeVi imbrocca i possessi giusti, Mandole non ferma il gioco salvo a 22” dalla fine quando però Pangos e Green confezionano pareggio e sorpasso. Solo una magata di Bradford in entrata fissa il 68-68.
    IL FINALE
    L’avvio della OJM è incoraggiante in apertura di ultimo quarto (con Kao) ma Valli ferma subito il gioco ed evita fughe in avanti. Il momento-no di Gray pesa sull’economia biancorossa: due triple sbagliate, un canestro fallito da un metro e così Napoli ricuce. Pangos pareggia a 6′ dalla fine ma sbaglia l’aggiuntivo (72-72) e Varese pare avere una golden share sulla tripla di Bradford, vanificata da una forzatura successiva. Gli ospiti ne approfittano, tornano sotto senza sorpassare salvo in un’occasione subito respinta da Alviti; negli ultimi 3′ il margine oscilla sempre tra i 2 e i 4 punti ma la volata è decisa tra falli tattici, lunetta e timeout. Varese sceglie sempre Hands, 4 su 4 nei primi due giri di tiri liberi, ma Napoli pur sbagliando rimedia a rimbalzo e converte i propri tentativi dalla linea della carità. Brivido su un fallo di Johnson (quinto) che gli arbitri vanno a rivedere per possibile antisportivo, poi sfumato; brividi quando Hands fallisce un libero e Napoli può rimettere con 3 punti da rimontare. Niente fallo ma Pullen perde tempo, così Bentil deve tirare in qualche modo e coglie il ferro: finisce in gloria, 89-86. Ma c’è ancora tanto da fare.
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    Avremmo potuto intitolare questo match “la partita dello psico dramma”. Chi l'ha fatta da padrone nell’incontro post natalizio tra Varese è Napoli è stata senza ombra di dubbio la paura di perdere. Ne viene fuori un confronto non certo spettacolare ma che comunque vale 2 punti fondamentali per dare un minimo respiro ad una OJM che pesca in Bradford un rimpiazzo dell’ultimo secondo che non fa rimpiangere gli assenti. Una nota a margine per i 2 ex di serata: Woldetensae parte in quintetto ma dopo i primi 5 minuti non vede più il campo, De Nicolao ne gioca 14 di minuti ma con compiti prettamente difensivi, con una pressione asfissiante sul portatore di palla avversario. In sostanza sembrano essere ai margini delle rotazioni partenopee e in parte ce ne dispiace. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Akobundu-Ehiogu 6,5 : una discreta prestazione quella di Kao, anche in considerazione che si trovava di fronte un buon giocatore come Bentil. Paga lo scotto dell’inesperienza commettendo falli banali che ne condizionano l’utilizzo in termini di minuti in campo e qualche volta si fa fuggire il pallone dalle mani troppo facilmente ma con lui Varese è più compatta. INGENUO
    Alviti 7 : partenza con le mani ghiacciate e nei suoi occhi si legge un po’ di frustrazione. Ma Davide sa aspettare che la partita vada verso di lui e così aggiusta mira e percentuali. Non poi va dimenticato il suo lavoro difensivo anche se pure lui ha dovuto gestire i falli prematuri e gli 8 rimbalzi. ZEN
    Gray 5 : anche se non al meglio dal punto di vista fisico va registrata una prestazione negativa di un Justin che mette fisico e impegno ma il suo impatto non è quello visto con Milano a dimostrazione che al giocatore a stelle e strisce manca la continuità. ONDIVAGO
    Bradford 7 : la più bella sorpresa che Babbo Natale ha portato sotto l’albero prealpino. Arrivato in sordina, senza grandi aspettative, ha da subito un impatto positivo. Fa cose semplici ma per questo non meno efficaci, attacca il ferro e spesso realizza, mette una bomba in un momento fondamentale, insomma incide e non poco. REGALONE
    Tyus 5 : costretto a restare in campo probabilmente più di quello che gli consente la sua autonomia fisica e forse per questo il suo rendimento questa sera non è all’altezza. Non si vedono grossi progressi sulla sua condizione atletica e neppure del suo coinvolgimento nelle trame di gioco. EMARGINATO
    Librizzi 7 : nel primo tempo è il capitano che si carica la squadra sulle spalle e trascina i suoi all’intervallo sul +10. Un paio di perse banali su cui sicuramente poteva fare meglio e una ripresa in cui incide molto meno su entrambi i lati del campo ma il suo apporto, anche questa volta, è importante. TRASCINANTE
    Virginio N.E.
    Avviniti N.E.
    Assui 6 : solo 3 minuti per lui in campo; considerando la sua fisicità, la voglia di mettersi in mostra e la situazione del roster poteva essere sfruttato maggiormente. DIMENTICATO
    Fall N.E.
    Hands 7,5 : dopo tante prestazioni discutibili finalmente il giocatore nativo di San Diego dimostra di valere la serie A. Prende per mano i suoi e seppur mantenendo alcune forzature con tiri da fuori al limite dello sconsiderato, questa volta prende fiducia e attacca con maggior decisione il ferro con efficacia ed è anche abile passatore con 8 assist per i suoi compagni. Questo è il giocatore che serve a Varese per salvarsi. SPARIGLIATORE
    Johnson 6 : si capisce sin dall’inizio che non è una serata particolarmente esaltante per Nino al tiro. Da fuori spara spesso a salve, meglio in avvicinamento. Si dedica con maggiori risultati alla battaglia difensiva sotto canestro sportellando con tutta la sua voglia spesso contro Zubcic ma anche con colossi come Bentil e Totè senza fare mai un passo indietro. AUTOSCONTRO

  • simon89
    «Gli abbiamo chiesto di inserirsi all’interno della squadra il prima possibile e di dare il 100% in tutte le situazioni in cui si troverà». Herman Mandole ha conosciuto Desonta Bradford da pochissimo tempo e deve fare in modo che il nuovo giocatore possa dare subito una mano nella Openjobmetis, attesa dalla delicata sfida-salvezza con Napoli.
    Tocca proprio al coach argentino stilare una breve descrizione del play-guardia americano che farà il proprio esordio sabato sera a Masnago con il compito – non dei più semplici – di contribuire a limitare Jacob Pullen, cavallo di ritorno in casa Gevi e subito protagonista con i partenopei. «Non gli chiediamo di fare 20 punti di media, anche perché non li ha mai segnati in carriera – spiega Mandole – però è un giocatore che sa creare per gli altri e che è bravo in contropiede. Averlo a disposizione in situazioni di 5 contro 4 o 3 contro 2 è una cosa molto utile e proveremo a sfruttarla».
    Nell’allenamento del venerdì Bradford si è messo a disposizione dei compagni, come descritto da Mandole: poche conclusioni personali e buona propensione al passaggio, anche su linee originali e non scontate. Fisicamente il giocatore del Tennessee appare piuttosto stazzato in relazione all’altezza, non particolarmente veloce. Ma ovviamente sarà necessario ricalibrare ogni giudizio alla prova del campo.
    Nel guardare all’impegno contro Napoli, Mandole si è soffermato su una problematica che affligge la sua Openjobmetis: la fatica al rientro in campo dopo l’intervallo, quando troppo spesso gli avversari piazzano parziali decisivi nell’economia della gara. «L’idea è magari quella di cambiare il quintetto con cui rientriamo in campo, magari ripartendo con Librizzi e Alviti che danno un ritmo diverso alla squadra. Una cosa che abbiamo ipotizzato anche nelle scorse partite ma che poi, per vari motivi, non abbiamo messo in atto».
    Infine, almeno, un sospiro di sollievo: Justin Gray sarà della partita sabato sera dopo aver affrontato un problema muscolare, per quanto molto meno grave rispetto a quello accusato da Sykes. «Si è allenato un po’ ieri, oggi ha svolto tutta la seduta. Non sarà al 100% ma è anche vero che chi arriva al 100 e poi forza ancora di più rischia di farsi male. Ci sarà».
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Varese mette un cerotto all’emergenza infortuni con l’arrivo di Desonta Bradford. La 28enne guardia-play statunitense ha firmato stamattina, giovedì 26 dicembre, con l’OJM: accordo a termine - uscita entro la finestra della Coppa Italia ai primi di febbraio? - con possibile estensione fino a fine stagione per l’esterno in uscita dall’Assigeco Piacenza, ultima della classe in serie A2 dove stava viaggiando a 13,0 punti e 4,9 assist di media.
    Il giocatore di classe 1996 dovrebbe arrivare entro sera in città ed essere tesserato entro le 11 di domattina, venerdì 27 dicembre; Bradford tornerà in serie A dopo l’esperienza del 2021/22 a Trento (8,8 punti e 2,1 assist di media). Non si tratta di un elemento in grado di fare la differenza, ma era l’unico straniero tesserabile in tempi immediati (la regola italiana prevede la possibilità di riciclare il visto per lavoro subordinato sport dopo 5 partite disputate) per schierarlo già nella delicata sfida salvezza di sabato 28 dicembre contro Napoli.
    Non potendo ingaggiare ulteriori stranieri extracomunitari con gli 8 visti terminati con la firma di Sykes ai primi di novembre, e in assenza di italiani liberi o liberabili, l’OJM ha dovuto ricorrere al mercato dei “riciclati”. Senza esito i sondaggi con giocatori di A2 non liberabili neppure di fronte a proposte di buyout, si è andati sull’unico fresco di taglio a Piacenza (che proprio il 24 dicembre ha ingaggiato il suo sostituto Derrick Marks). Bradford è prevalentemente una guardia tiratrice che ha comunque capacità di trattare la palla; un “secondary handler” e non un playmaker (13,4 punti e 4,9 assist di media a Piacenza) che dovrà unirsi alla rotazione con gli unici esterni disponibili Librizzi e Hands, vista l’assenza per almeno 4 settimane di Sykes. E il forte dubbio sulla presenza di Justin Gray, meno grave del play di Chicago ma anch’egli alle prese con problemi muscolari ad un polpaccio.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Brutta sorpresa sotto l’albero della Pallacanestro Varese. L’infortunio di Keifer Sykes si è rivelato più grave del previsto: il referto degli esami specialistici effettuati ieri, lunedì 23 dicembre, ha evidenziato una lesione muscolare al bicipite femorale della gamba sinistra. I tempi di recupero stimati non sono inferiori ad un mese: nella migliore delle ipotesi fine gennaio, nella peggiore a febbraio con la possibilità di una riattivazione ai primi di marzo, dopo la pausa per la Coppa Italia e la Nazionale.
    Una tegola pesante che obbligherà l’Openjobmetis a tornare sul mercato: a disposizione di coach Mandole restano solo due esterni, il capitano Matteo Librizzi e Jaylen Hands, e nessuna delle ali può rendersi utile in fase di costruzione del gioco. Ma c’è il vincolo dell’impossibilità di inserire giocatori extracomunitari visto che il club biancorosso ha già esaurito – proprio con Sykes a metà novembre – gli 8 visti disponibili per regolamento.
    Servirà un italiano o uno straniero che abbia passaporto dell’Unione Europea: possibile un tentativo con Tortona per verificare le posizioni di Davide Denegri o Leonardo Candi, oppure con Scafati per Alessandro Zanelli? Solo in caso di blitz “tricolore” potrebbe arrivare un rinforzo in tempo utile per la sfida salvezza di sabato 28 dicembre contro Napoli. Per la quale c’è anche il dubbio Justin Gray, anch’egli sottoposto ad esami specialistici a causa di un problema muscolare ad un polpaccio riportato a Reggio Emilia. L’infortunio non è grave ma la riserva sulla presenza dell’ala statunitense si scioglierà in extremis.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    L’euforia è durata il tempo di un permesso premio, di una cena di Natale, di un fuoco di paglia. Di un derby con Milano. Spento quell’incendio, caldissimo ma breve, ecco di nuovo il gelido inverno sulla Openjobmetis che esce con le ossa triturate dal PalaBigi di Reggio Emilia (98-70) al termine di un’altra prova tra il deludente, il pessimo, l’imbarazzante.
    Lasciamo per un attimo da parte il fatto che si sia perso: quello può capitare con le avversarie scarse, figuriamoci con quelle forti quale è questa Unahotels. Ancora una volta è necessario disquisire del modo in cui si è perso: Varese, una squadra in lotta per non retrocedere, anche in Emilia si permette di rientrare dall’intervallo senza nerbo, senza concentrazione, senza fame. Risultato: dopo 2′ della ripresa si sarebbe potuta omologare la sconfitta, perché la formazione di Priftis ha letteralmente travolto quella di Mandole.
    Una squadra che, forse, sta cercando di battere qualche primato: mai avevamo visto un giocatore (Gray a Cremona) tirare tre volte senza prendere il ferro, mai avevamo visto un quintetto (Varese a Reggio) fallire per due volte una rimessa da fondo campo. Un evento eccezionale come quelle comete che – si dice – portano sfortuna. Una situazione talmente brutta da lasciare stupiti, prima che arrabbiati.
    Ma fosse solo quello… La OJM perde ogni duello diretto, consente addirittura a Reggio di fare quel gioco di corsa che dovrebbe essere tipico dei biancorossi lombardi, viene travolta dall’attacco di casa in maniera tanto efficace quanto scolastica. Una catena semplice e perfetta: controllo dei rimbalzi, ritmo nell’attacco, precisione e rapidità nei passaggi, palla sotto o sul perimetro o in mezzo all’area per 2 o 3 punti facili. Varese e il suo allenatore (quello che voleva la “squadra più aggressiva d’Europa”: sì, buonanotte…), a guardia del canestro, non ci hanno capito nulla, in costante ritardo sulle rotazioni, a concedere mis-match ingiocabili contro i potenti lunghi di casa.
    E anche a difesa schierata gli esterni reggiani (Winston e Barford) hanno fatto a pezzi gli Sykes, gli Hands, i Librizzi. A proposito di Sykes, uno dei troppi a contendersi la palma di peggiore in campo, c’è pure la possibilità che abbia un problema muscolare: Mandole ha spiegato che non si sa ancora se si tratti solo di un fastidio o di qualcosa di serio, ma intanto nella settimana che porta al match con Napoli c’è un’altra gatta da pelare. Napoli che, per inciso, ha battuto Scafati e si è mossa da quota zero: insomma, nella lotta per non retrocedere c’è anche la Gevi tutt’altro che arresa. Una lotta in cui la Varese di Mandole è dentro con due piedi.
    PALLA A DUE
    Nulla da segnalare sul fronte prealpino: tutti a disposizione per Mandole che sceglie ancora Akobundu pivot titolare tenendo di rincorsa Tyus. Priftis non ha l’infortunato Jamar Smith ma può contare sull’ultimo arrivato Kenneth Faried, storia importante in NBA alle spalle, che si aggiunge a un pacchetto lunghi di valore. Qualche decina di tifosi ospiti al PalaBigi; arrivano anche gli ultras ma in silenzio e senza striscioni.
    LA PARTITA
    Q1 – Una tripla di Hands apre i giochi ma resterà un caso isolato, per lui e per la squadra. Piuttosto, nella OJM piace il piglio di Kao e piace anche Gray nonostante la mira dall’arco fuori bersaglio come tutta quella della squadra. Reggio approfitta degli errori ospiti dall’arco e scappa con Gombauld e Winston, però nel finale una tripla di Assui (dopo 11 errori di squadra…) e un canestro di Alviti riportano la OJM a contatto (22-17).
    Q2 – L’avvio del secondo periodo propone la Unahotels in controllo nei primi minuti, poi però Varese ritrova le geometrie d’attacco e di conseguenza anche tiri più aperti dall’arco. Doppietta pesante Alviti-Librizzi per il -1, poi 4 punti emiliani e ancora OJM a segno fino al sorpasso (34-35) realizzato con la tripla di Gray. Il momento migliore però si interrompe, perché Reggio torna a chiudersi in difesa e soprattutto a trovare i punti delle guardie: Barford e Winston riallungano il parziale, con Sykes che trova i primi 2 punti a 1” dal 20′: 48-41.
    Q3 – Il rientro in campo è un incubo a occhi aperti. Pronti-via, Reggio piazza un parziale di 11-2 (solo una schiacciata di Kao) mentre la Openjobmetis butta nell’umido due rimesse consecutive in difesa. Reggio aggiusta la mano, colpisce a ripetizione anche quando il pugile lombardo è tramortito e riverso sulle corde. Winston, Barford ma anche Cheatam scherzano, segnano, viaggiano a ritmi altissimi e solo un paio di azioni firmate Johnson e Alviti riportano gli ospiti a un distacco appena più accettabile. I 28 punti subiti in 20′ spingono all’inferno la OJM, 76-62.
    IL FINALE
    I dieci minuti finali potrebbero anche essere evitati ma il regolamento non lo consente. Allora Reggio ne approfitta per consegnare i regali di Natale ai suoi lunghi, pescati con regolarità sotto il ferro perché la difesa ospite crolla al secondo passaggio dei reggiani. Johnson fa la guerra contro i mulini a vento, segnando qualche punto, Hands a partita finita aggiusta il tabellino (non fatevi ingannare!) mentre Librizzi, anch’egli sotto la sufficienza, finisce i falli a disposizione prima della fine. Termina 97-80, altro che Buon Natale. Sembra di più un Venerdì Santo.
    Damiano Franzetti

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