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VareseFansBasketNews

  • simon89
    Oggi - domenica 7 maggio - ultimo atto della squadra sul campo, domani il preludio al nuovo corso della società con le radici affondate in 3 continenti. La Pallacanestro Varese riunirà nuovamente il suo consiglio di amministrazione per quello che sarà con ogni probabilità il suo ultimo atto. La governance del club biancorosso, rinnovata per tre anni in occasione dell’approvazione del bilancio 2022/23, è pronta a rimettere il mandato: un atto dovuto che prelude all’ingresso nel capitale azionario del Pelligra Group.
    Le dimissioni del CdA guidato dal presidente Marco Vittorelli rappresentano una formula di “cortesia istituzionale” in vista della modifica della composizione delle quote di proprietà del club. In una società di capitali, i soci nominano i membri del consiglio: logico dunque che con l’acquisto del 45% delle quote della Pallacanestro Varese, gli investitori australiano vogliano avere voce in capitolo nella “stanza dei bottoni”. Il nuovo Cda non sarà però nominato domani: ci sono alcuni passaggi tecnici per arrivare alla definizione dell’ingresso del Pelligra Group. Ossia l’assemblea dei soci di “Varese nel Cuore” per la cessione del 39% delle quote alla multinazionale immobiliare australiana (il consorzio, che fino a maggio 2022 aveva il 95% e ha già ceduto il 51% a Luis Scola, scenderà dal 44% al 5%). E poi l’incontro dal notaio per formalizzare la nuova suddivisione delle quote: a regime il General manterrà il 45% (cedendo il 6%) al pari del Pelligra Group, mentre “Varese nel Cuore” e Basket Siamo Noi avranno entrambe il 5%.
    LA NUOVA GOVERNANCE
    Con Marco Vittorelli inibito fino al 13 aprile 2026 per effetto del caso Tepic, sembra inderogabile la necessità del club biancorosso di sostituire il suo presidente. Il nome condiviso tra tutte le componenti vecchie e nuove del club è quello di Toto Bulgheroni, che tornerebbe così ai vertici della società della quale fu già presidente dal 1981 al 1992. Sarebbe l’icona biancorossa, unanimemente rispettata e stimato in città e in tutta Italia, la figura ad hoc per rappresentare Varese anche a livello istituzionale (già mercoledì prossimo nell’assemblea di Lega Basket?). Ovviamente in Cda resterà Luis Scola con l’incarico di amministratore delegato e un ruolo plenipotenziario sulla gestione tecnico-sportiva: il suo 45% prevederà comunque una Golden Share per la decisione finale. Nella stanza dei bottoni dovrebbero sedere sia Ross Pelligra che Giovanni Caniglia, poi si stabilirà chi altri inserire nella governance.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    La gioia per la salvezza. Un futuro ancora da decidere. Matt Brase. gioisce per quello che la sua Varese ha fatto, nonostante tutte le difficoltà, anche nell’ultima (e decisiva) uscita a Masnago dove ha battuto Scafati conquistando la permanenza nella massima serie. E sul domani non ha ancora certezze: «Non ho idea di quale sarà il mio futuro, non c’è stato ancora alcun discorso in merito, lo faremo dopo la sfida con Bologna».
    L’EMOZIONE
    Brase torna sulla vittoria contro Scafati: «È stata una partita fenomenale, molto emozionante - commenta il tecnico di Tucson -. Dal primo giorno qui mi hanno parlato di che cosa sarebbe potuto essere giocare a Masnago una gara di questo tipo, ma quel che ci ha dato il pubblico è andato oltre ad ogni tipo di descrizione e aspettativa. La gente ci ha aiutati a superare i momenti negativi. Sono orgoglioso di quello che hanno fatto i giocatori: Ross è stato fenomenale, ma tutti hanno dato una grossa mano. Justin mi ha dato disponibilità a scendere in campo per dare quel che poteva. A inizio stagione avevo fiducia che questa squadra avrebbe potuto fare bene; conoscevo qualche giocatore, come Brown, Johnson e Ross, sapevo che cosa avrebbero dato in campo, la loro mentalità, e che si sarebbero comportati con grande professionalità. Ma lo stesso approccio l’ho avuto da tutti, dal primo all’ultimo. Sono cresciuto tanto in quest’annata, sotto tanti punti di vista. È stata un’esperienza assolutamente positiva e sono contento che tutti possano accorgersene ora».
    LA PENALIZZAZIONE
    La salvezza raggiunta e quei playoff guadagnati sul campo ma cancellati dalla penalizzazione...
    «Sono molto dispiaciuto - ammette Brase - di non poter portare la nostra mentalità anche in partite come quelle di playoff, chissà come sarebbe potuta andare. Ci sono però cose che non possiamo cambiare. Abbiamo ancora una partita da giocare, importante, ora pensiamo a quello».
    Giovanni Ferrario
     
     
     
     

  • simon89
    La Pallacanestro Varese è salva sul campo. E regala una ultima, gigantesca, emozione al pubblico di Masnago strappando una vittoria netta e bellissima, per confermare a tutta l’Italia dei canestri che sul campo questo gruppo da favola meritava un playoff da grande protagonista. Da favola sì, perché la Openjobmetis piega Scafati 95-81 pur in modalità “tutti i vivi all’attacco”: senza Johnson (infortunio muscolare riportato mercoledì), con Reyes commovente (21′ in campo “su una gamba sola”) e reduce dalla bufera giudiziaria che ha confermato una penalizzazione tremenda la squadra di Brase compie l’ultimo e decisivo passo stagionale.
    Vincere questa partita, assicurare la permanenza in Serie A e – allo stesso tempo – forse garantire il futuro alla Pallacanestro Varese, non così certo senza la massima categoria. Non sappiamo, ora, cosa faranno Luis Scola (rientrato a tempo di record da Manila) e il suo gruppo di lavoro, ma di certo la permanenza al più alto livello è una condizione importante per il futuro. Intanto, dal Gruppo Pelligra, arriva l’assist atteso: “Ora costruiamo insieme un club ancora più forte” dicono gli australiani al telefono. E così sia.
    Sul campo, davanti a 5mila tifosi pronti a tutto, la Openjobmetis offre tutto il suo repertorio migliore: le triple che scavano il solco, qualche alzata vertiginosa per le schiacciate dei lunghi, una bella reattività in difesa (non scontata), la voglia di sacrificarsi. Non tutto è perfetto, e non poteva esserlo, e così la Givova – che non è certo una squadraccia – si è infilata nelle pieghe biancorosse per recuperare e mettere sale sulla coda ai biancorossi. Ma perdere proprio non si poteva e gente come Colbey Ross e Markel Brown lo ha ribadito a più riprese.
    Il play, accompagnato dal coro “MVP MVP” di tutto il palazzetto, chiude la stagione casalinga con una prova da 33 punti, 13 assist e 10 rimbalzi, una tripla doppia che è il coronamento di un anno meraviglioso a livello personale. Brown non è da meno per la carica, ma questa volta tutti i giocatori biancorossi vanno soltanto elogiati: ne sa qualcosa Ferrero, richiamato sul campo per necessità e andato in doccia circondato da cori e manifestazioni di stima. O Librizzi che non ha paura di opporsi al leggendario Logan (bello l’applauso per lui) per dare il suo contributo.
    Domenica prossima, a Bologna (contro una Virtus che ha sprecato il vantaggio su Milano perdendo di un punto a Treviso) ci sarà “The Last Dance” di questa squadra da favola. Il futuro non è scritto, diceva Joe Strummer, ma una cosa è sicura: il passato, il vissuto di questo viaggio non sarà riportato dagli annuari dei playoff ma rimarrà scolpito nel cuore della gente di Varese.
    PALLA A DUE
    A Masnago non entra uno spillo – 4.800 paganti ufficiali – anche se rispetto alla furia vista con Brindisi, in avvio è la tensione a farla da padrona. Brase è costretto a mettere Ferrero in quintetto e a rimettere in piedi Reyes, perché Johnson (problema muscolare mercoledì scorso) non ce la fa. Sacripanti sul fronte opposto ha uno starting five tutto straniero compreso uno dei due ex (Okoye) ma tiene inizialmente seduto Logan accanto a Mian. A 2′ dall’inizio dal sottopassaggio sbuca Luis Scola, di ritorno in extremis da Manila.
    LA PARTITA
    Q1 – I primi 10′ sono di rara potenza per la Openjobmetis che dopo un paio di minuti arma il braccio dall’arco e scappa a suon di triple, con Brown a spingerla il più possibile e con Ross (ma pure Ferrero) a segno da lontano. Scafati rosicchia qualche punto qua e là ma il vantaggio biancorosso viaggia solido in doppia cifra e si chiude con una magia (da 3) di Ross sulla sirena per il 32-16.
    Q2 – Purtroppo però il mini-intervallo cambia le cose: la OJM inizia bene con Wolde ma poi si blocca su un contropiede fallito da Owens. Sfumato il +20, ecco la rimonta di Scafati con i biancorossi che in attacco ne combinano di tutti i colori. Qualche fischio così così non aiuta e il parziale ospite permette alla Givova di tornare a -4. Ancora le triple (Wolde e Ross) danno a Varese l’ultimo “scattino” per il 46-37 di metà gara anche se la squadra di Brase butta un paio di possessi.
    Q3 – Il terzo quarto è quello degli “strappi mancati”: Varese non riesce a scrollarsi di dosso gli avversari anche perché preferisce avvicinarsi a canestro piuttosto che cercare l’allungo dall’arco. Ci vuole il solito Brown per trovare una tripla dopo uno sprazzo firmato da Okoye. Nel finale Ross cerca e trova anche Reyes sopra all’arco; gli arbitri poi assegnano un doppio tecnico a Logan e Librizzi ma Matteo è stratosferico e reagisce con la tripla a fil di sirena del 69-57.
    IL FINALE
    La partita però rimane ancora apertissima, specie se gli avversari hanno un califfo del calibro di Logan. E se Owens, subito dopo una schiacciata pazzesca, esulti in maniera considerata eccessiva dagli arbitri: fallo tecnico che è il quinto con 8′ da giocare. Bene fa Brown a coinvolgere subito Caruso in attacco: il lungo trova punti da centro area e contribuisce a un break che Scafati non regge. La Givova tra errori e palle perse pasticcia per alcuni minuti, e allora il solito Ross mette in piedi l’ennesimo show fatto di penetrazioni imprendibili. La OJM si affaccia agli ultimi 4′ con un vantaggio solido, e quando Sacripanti toglie Logan (applaudito dal pubblico di Varese), si capisce che la gara è al sipario. Reggio intanto perde a Sassari e per la salvezza può bastare così: 95-81, per accompagnare Verona al piano di sotto, se la vedano le altre.
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    Forti emozioni, confuse tra gioia e rammarico per la consapevolezza che questa sarà l’ultima apparizione di questa Squadra con la S maiuscola che ha riacceso un entusiasmo mai finito ma soltanto sopito da annate anonime e sofferte. Questa è la dimensione che Scola e tutto il movimento varesino cercava da tempo. E il fatto di aver trovato una salvezza strameritata in quella che era una finale, seppur con uno dei giocatori cardine fermo ai box per un problema muscolare, dimostra l’eccezionalità di questo gruppo diventato famiglia che meritava di giocare quei play off conquistati con dedizione, fatica, sudore ed entusiasmo sul campo. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Ross 10: sesto giocatore della storia della LBA a far registrare una tripla doppia (l’unico con più di 30 punti e primo a Varese). Colbey realizza 33 punti, 13 assist e 10 rimbalzi. Numeri eccezionali come è stato lui eccezionale per tutta la stagione. Probabile se non scontato che il prossimo anno sarà lontano da Varese, forse anche per provare la carta NBA, sicuramente il folletto del Colorado ha rubato il cuore dei tifosi di Masnago. ARSENIO LUPIN
    Woldetensae 7,5: non trova la sua solita striscia e si “limita” a mettere 2 bombe di cui 1 di tabella non dichiarata. Ma fa un lavoro clamoroso in difesa, cambiando su chiunque, senza distinzione di ruolo e taglia facendo registrare un plus/minus monstre di + 21. CARAMBOLA
    De Nicolao 4,5: sembra davvero un corpo estraneo da quella macchina perfetta creata da Brase e il suo staff. 2 minuti quelli in cui viene utilizzato e nei quali non gli riesce nulla. NIGHTMARE
    Reyes 8: voto forse troppo elevato per quello che ha potuto dare sul parquet, ma Justin si è reso disponibile dopo 3 settimane di stop e con il ginocchio ancora non recuperato, questo perché il ragazzo ha un’anima e un attaccamento alla squadra non comune. In ogni caso i suoi 21 minuti sono stati determinanti. COMMOVENTE
    Librizzi 7: ormai è fisso nelle rotazioni e con responsabilità importanti. Spesso prende in consegna l’attaccante più pericoloso degli avversari (come ieri Logan) e seppur spesso bistrattato dalle terne arbitrali, sa farsi valere. Poi quel tiro dall’angolo… RIVELAZIONE
    Virginio S.V.
    Ferrero 7: il Capitano non partiva in quintetto da un po’ ma certe cose non si dimenticano. Serviva il suo apporto, come quello di tutti i suoi compagni e come sempre il Gianca si è fatto trovare pronto, con una bomba, con un assist, con un fallo. GARANZIA
    Brown 8: nel primo quarto è autore di una partenza bruciante. Poi sembra perdere ritmo nel secondo periodo per poi tornare il leader che abbiamo potuto ammirare per tutta la stagione. Un giocatore tra i più completi ed efficaci passati da Varese negli ultimi anni e che vorremmo tanto ritrovare in un futuro molto prossimo. MACHINE
    Caruso 7: Willy splitta la sua partita in modo quasi speculare con il suo alter ego Owens, anche perché Tariq viene mandato forzatamente in panchina per il quinto fallo a 8 minuti dalla fine dell'ultimo periodo. Lui certo non si fa pregare e dimostra di valere tutti i minuti di utilizzo. READY
    Owens 7: qualche sbavatura soprattutto offensiva, vedi la conclusione sbagliata con lui lanciato in contropiede solitario, ma si fa ampiamente perdonare lottando in maniera efficace contro un colosso come Thompson e volando ad inchiodare gli assist di Ross e Brown. ULTRALEGGERO
    Johnson N.E.

  • simon89
    Cronaca di un altro giorno nello tsunami sportivo-regolamentare che ha colpito la Pallacanestro Varese. E non un giorno qualunque: poco prima delle 18 di mercoledì 26 aprile è arrivata infatti la sentenza di 2° grado della giustizia federale sul caso Tepic (leggi qui).
    Svisceriamo quando accaduto in tutti i suoi aspetti, con un occhio rivolto soprattutto al futuro.
    Gli aspetti sportivi
    Gli undici punti di penalizzazione inflitti con il dispositivo sono un dato da prendere come definitivo per questo finale di stagione, indipendentemente da quanto Varese deciderà di fare in sede giudiziaria nel futuro. A due giornate dalla conclusione del campionato, quindi, la Openjobmetis si trova al 12° posto della graduatoria con 21 punti, davanti a Trieste, Reggio Emilia e Napoli a quota 20 e a Verona a quota 18. La squadra di Matt Brase, dunque, non è ancora salva.
    Per diventarlo ora ha fortunatamente diverse opzioni: vincere entrambi i match restanti, contro Scafati (in casa) e Virtus Bologna (in trasferta), vincere solo uno dei due match e sperare che almeno una delle tre avversarie a 20 punti non faccia filotto, oppure che le due formazioni a quota 22 - cioè Scafati o Treviso - perdano entrambe le partite rimanenti. Anche uno 0/2 biancorosso potrebbe comunque recare alla salvezza: basterebbe lasciare indietro due contendenti tra Verona, Napoli, Trieste e Reggio Emilia. Insomma: il traguardo non è scontato ma nemmeno impossibile, anche perché il calendario delle squadre a 20 è tutt'altro che scevro di difficoltà (Verona e Brindisi per Trieste, Sassari e Trento per Reggio, Pesaro e Verona per Napoli).
    La quantificazione della riduzione della pena
    I cinque punti tolti alla penalizzazione inflitta nel 1° grado di giudizio federale (il -16), lasciano alquanto perplessi, addirittura più di alcuni aspetti della motivazione della prima sentenza (ricordate? Il tribunale affermò testualmente di voler punire i prealpini con l’esclusione dai playoff, per poi commisurargli però una penalizzazione che ne ha messo a rischio la permanenza in Serie A…). Quello di oggi è stato un altro provvedimento "grigio" - della serie: “non ti ammazzo, ma nemmeno ti salvo” - un altro verdetto pilatesco che regala sì alla Openjobmetis una fetta abbondante di permanenza in Serie A, ma allo stesso tempo lascia ancora in sospeso la questione, quasi a non “scontentare” le altre pretendenti alla salvezza…
    La difesa di Varese
    A differenza di quanto accaduto in primo grado, quando la società è stata presa di sorpresa e ha quantomeno sottovalutato la portata della propria condotta e il pericolo potenziale degli effetti del procedimento in corso, tentando una strada difensiva che il Tribunale ha sconfessato in pieno, stavolta Varese si è difesa per davvero.
    La narrazione indiretta (per la certezza bisognerà aspettare le carte) vuole che abbia cambiato completamente strategia, abbia "ammesso" da una parte la propria colpa (fatta di leggerezze poco giustificabili), ma anche fatto valere dall'altra la propria buona fede, motivandola in primis (ma non solo) con l’accantonamento nel bilancio di una cifra destinata all’eventuale soccombenza nel Lodo Tepic; che abbia denudato le proprie problematiche interne, ma anche opposto in punto di diritto la correttezza del comportamento di chi si è trovato aperto un contenzioso da parte di un ex giocatore e non lo ha riconosciuto fino a pronuncia giudiziale. Un contegno che non ha rispettato i regolamenti, ma nel quale sarebbe sbagliato ravvisare frode e illecito.
    Non è bastato: frode e illecito sportivi sono rimasti in capo al suo rappresentante legale, Marco Vittorelli, e così la responsabilità oggettiva della società in virtù degli stessi (“Conferma nel resto” si legge nel testo della sentenza della Corte d'Appello).
    Il Collegio di Garanzia del Coni
    Sebbene la nota pubblicata da Pallacanestro Varese, a stretto giro di posta dall’emersione pubblica della sentenza, abbia espresso la volontà di temporeggiare in attesa delle motivazioni della sentenza di 2° grado (che arriveranno entro 10 giorni), è altamente probabile, pressoché certo, che Pallacanestro Varese decida di adire anche il terzo grado della giustizia sportiva, ovvero il Collegio di Garanzia del Coni. Il quale funziona come una sorta di “Cassazione”. 
    Il ricorso eventualmente proposto chiederebbe infatti al Collegio una valutazione “di legittimità” della sentenza di 2° grado impugnata, non un riesame dei fatti. Due sono infatti le uniche motivazioni per adire l'organo in questione: l’eventuale violazione di norme di diritto nella sentenza impugnata e/o l’omessa o insufficiente motivazione circa un punto della controversia.
    I termini sono di 30 giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza impugnata (quindi a stagione regolare abbondantemente conclusa), mentre le possibili statuizioni del Collegio sono di tre tipi: accoglimento del ricorso, rigetto del ricorso, accoglimento del ricorso con rinvio alla Corte d’Appello Federale, che a quel punto è chiamata a “riformulare” il giudizio in virtù dei principi di diritto espressi dal Collegio.
    Cosa può ottenere Varese da questo passaggio? Dal punto di vista prettamente sportivo la salvezza (non dovesse essere ottenuta sul parquet), ma non certo i playoff, che al momento della pronuncia del Collegio saranno già in pieno svolgimento se non quasi conclusi. A motivare l’azione, in realtà, ci sarebbe la volontà di chiedere un risarcimento economico dei danni (vedi poi) che la giustizia federale cestistica ha comportato a Varese.
    Le reazioni
    Bocche cucite, comunicato a parte, in casa biancorossa. Chi era presente a Roma, tuttavia, ha riferito di un Luis Scola - anche lui recatosi nella capitale - scurissimo in volto, arrabbiato, afflitto da quanto accaduto. La fede in una riforma molto più sostanziosa della sentenza di primo grado era grande, ma purtroppo non è bastata: il provvedimento odierno lascia macchie, strascichi, problemi, danni. La delusione provata in queste ore dall’argentino può spingerlo a un clamoroso passo indietro nei confronti di Varese? Sinceramente non lo crediamo possibile…
    Rimane e rimarrà la frustrazione. Rimane e rimarrà un progetto che improvvisamente - e senza che El General ne abbia colpa - subirà complicazioni, ridimensionamenti o almeno, e nel migliore dei casi, rallentamenti. Ce n’è per essere scorato, ce n’è per chiedersi “chi me l’ha fatto fare”. E quella che a Manila sorgerà sul palco della FIBA come una Stella immoirtale nel firmamento della pallacanestro mondiale, a diecimila chilometri di distanza è stata offuscata dalla giustizia di un’affiliata della FIBA. Indirettamente incolpata e messa in grave crisi. Paradossi del basket…
    I danni 
    Eccoci. Danno di immagine a 360°: a Scola, a Varese, al progetto stesso di Luis. Danni per mancati incassi nei playoff. Danni per mancata partecipazione alle coppe europee dell’anno prossimo (almeno di tentare la strada Eurocup?). Danni nell’essere costretti a pagare ugualmente i premi playoff ai giocatori pur senza giocare la post-season. Danni perché sarà molto più difficile trattenere gli stranieri (e Caruso?) anche l’anno prossimo senza un salto in avanti. Danni (potenziali) nella definizione dell’accordo con il gruppo Pelligra. 
    Sono quindi diverse le ragioni che potrebbe spingere - almeno emotivamente - Varese a decidere di tutelare se stessa nel terzo grado di giudizio.
    Il futuro societario
    La sentenza di 2° grado ha confermato la condanna all’inibizione di 3 anni per il presidente Marco Vittorelli. Varese ha quindi bisogno innanzitutto di un nuovo numero uno. L’impressione però è che i cambiamenti potrebbero andare ben oltre: quanto accaduto potrebbe dare paradossalmente a Scola la giustificazione per rivoluzionare in maniera ancora più netta (di quanto già fatto in quest’ultimo anno) la Pallacanestro Varese. 
    Fabio Gandini

  • simon89
    L'Openjobmetis ritrova 5 punti e 5 posizioni di classifica in più grazie all'esito del ricorso alla Corte Federale d'Appello. L'organo di secondo grado della giustizia sportiva FIP ha parzialmente accolto il reclamo presentato dal club biancorosso contro i 16 punti di penalizzazione irrogati in primo grado dal Tribunale Federale per il caso Milenko Tepic. La tesi difensiva sostenuta dal team legale formato da Angelo Capellini, Daniele Bianchi, Giampiero Falasca e Sergio Terzaghi ha permesso all'OJM di attenuare il peso della sanzione, e di conseguenza attenuare il rischio della retrocessione in A2 che col verdetto precedente sarebbe stato virtualmente inevitabile. Varese dovrà ancora salvarsi sul campo con le proprie forze, ma i punti da scontare sulla classifica della stagione in corso sono diventati 11, cinque in meno rispetto al precedente giudizio. In tal modo viene mantenuta la pena afflittiva che esclude Varese dai playoff (attualmente l'ottavo posto a quota 26 punti appartiene a Pesaro e Brescia, con due giornate dal termine la truppa di Brase non potrà più raggiungerle). Però l'OJM sale dall'ultimo posto a quota 16 all'undicesimo a quota 21, davanti al trio Trieste-Reggio Emilia-Napoli che ne ha 20 e a Verona ultima della classe a quota 18. Allo stesso tempo, col punteggio dispari, si evita che l'OJM possa condizionare i destini altrui in caso di arrivo in parità multiplo col ricorso agli scontri diretti. La salvezza andrà ancora conquistata sul campo, complici gli scontri diretti delle altre rivali (domenica 30 aprile Trieste-Verona e domenica 7 maggio Verona-Napoli). Ma a Brown e compagni basterà battere Scafati nel turno di domenica 30 aprile per mettersi virtualmente al sicuro (anche se aritmeticamente Varese potrebbe retrocedere anche a quota 23 punti se tutte e tre le squadre a 20 punti vincessero entrambe le ultime due partite).
    IL TESTO DELLA SENTENZA
    «La Corte federale di Appello, visto l’art. 116, comma 7, R.G., in parziale accoglimento del reclamo proposto dalla società Openjobmetis Pall. Varese - questa la sentenza - irroga alla stessa la sanzione di 11 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella corrente stagione sportiva.
    Visto l’art 116, comma 8, R.G., stante la complessità delle questioni oggetto di reclamo, fissa in dieci giorni il termine per il deposito della motivazione».
    LA NOTA DELLA SOCIETA’
    «Pallacanestro Varese - si legge nella nota diramata in serata dalla società - comunica che, all’esito della discussione presso la Corte d’Appello Federale, la penalizzazione comminata per la nota “vicenda Tepic” è stata ridotta a 11 punti, da scontare nella stagione in corso; è stata confermata per il resto la decisione di primo grado.
    La società, confermando il proprio convincimento di aver agito nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti federali, si riserva di valutare le motivazioni della decisione con il proprio collegio difensivo prima di prendere ogni ulteriore decisione al riguardo».
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Ore 15,30 di oggi, mercoledì 26 aprile, sede FIP di via Vitorchiano a Roma. Data e indirizzo del campo su cui la Pallacanestro Varese è chiamata a disputare la sua partita più importante, senza Ross o Brown in campo sostituiti da Capellini e Bianchi, da Falasca e Terzaghi.
    Sono i nomi degli avvocati che formano la squadra legale scelta dal club biancorosso per provare a cancellare o a ridurre la penalizzazione di 16 punti inflitta al tribunale federale alla società in seguito alla mancata segnalazione (in sede di iscrizione al campionato) della controversia con Milenko Tepic, poi divenuta lodo esecutivo davanti al BAT – tribunale internazionale – della FIBA.
    La corte d’appello federale è il secondo grado di giudizio e i giudici saranno chiamati a emettere una sentenza che tutti si augurano arrivi a breve giro di posta. Difficile che accada entro sera, più probabile tra giovedì e venerdì. Con Varese che cerca una vittoria legale – o almeno un ridimensionamento della “sconfitta” in primo grado – per evitare una retrocessione che a questo punto, sul campo, è molto vicina.
    Il ko a Venezia e la contemporanea vittoria di Napoli con Tortona costringono infatti la Openjobmetis a dover vincere le ultime due partite di Serie A (domenica 30 in casa con Scafati e il 7 maggio a Bologna contro la Virtus) senza però avere la certezza di una salvezza che dovrà passare anche dagli altri campi. La linea difensiva del club biancorosso dovrebbe ricalcare quanto si è detto nei giorni scorsi; non si possono negare le leggerezze e gli errori commessi in fase di gestione della vicenda (ritardi, dimenticanze, mancata costituzione al BAT…) ma allo stesso tempo neppure penalizzare in maniera “vitale” una società che ha già dimostrato di aver cambiato strada con la proprietà Scola (basti pensare all’immediato pagamento a Tepic quando il lodo esecutivo è divenuto di pubblico dominio), di avere un piano definito e sostenibile per il futuro, di non aver neppure tratto un minimo vantaggio da questa situazione.
    Il caso Varese dovrà anche servire per migliorare le comunicazioni interne e i sistemi di verifica tra Lega, Fip e società stesse (che sono affiliate agli altri due enti…) così da dare maggiori garanzie di controllo ed efficienza a chi è interessato a lavorare bene. Ma questa sarà una conseguenza eventuale del verdetto che riguarda la Pallacanestro e il suo attuale presidente Marco Vittorelli, per il quale a ora sono previsti tre anni di deferimento. Per oggi però, l’unica cosa che conta è salvare la Pallacanestro Varese dalla A2 che avrebbe conseguenze disastrose.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Questa volta il miracolo non è riuscito. Se le vittorie di Trieste e con Brindisi, a colpi di cuore e di rabbia, di nervi e di orgoglio, avevano permesso alla Openjobmetis di inseguire la salvezza nonostante il pesantissimo -16, a Venezia i biancorossi si infrangono contro un’avversaria solidissima sia sotto l’aspetto fisico sia sotto quello tecnico.
    La Reyer è arrivata alla settima vittoria consecutiva non per caso: i padroni di casa hanno sfruttato la maggiore taglia in tutti i ruoli per sporcare l’attacco biancorosso ma anche per dominare il confronto a rimbalzo (43 a 28, addirittura). E poi, quando hanno avuto la palla in mano, hanno spesso punito i tentativi di Varese di limitare l’impatto di gente come Parks e Tessitori.
    L’impressione generale però è che Varese sia – legittimamente – arrivata con troppa poca benzina al confronto del “Taliercio”. Difficile reggere tre partite in otto giorni contro avversarie tutte fisicamente dotate, per di più con una rotazione ridotta dall’assenza ormai definitiva di Justin Reyes. Un’ipotesi non confermata da coach Matt Brase che nel dopo partita si guadagna il soprannome di “El muto”: tre risposte a monosillabi per dire che no, la squadra era in ottima forma e non è quello il motivo del KO. Senza per altro spiegare perché Varese è finita al tappeto. Perdere fa male a tutti, ma forse la gente di Varese arrivata in forze al Taliercio e quella che a casa trepidava davanti a computer e tv meriterebbe una risposta un po’ più approfondita.
    In campo le risposte hanno provato a darle soprattutto Colbey Ross e Markel Brown: il play – marcato faccia a faccia – ha cercato di mettere in scena il suo classico “moto perpetuo” trovando spesso gloria in entrata ma fallendo diverse conclusioni dall’arco (la percentuale lo premia, 4/9, l’andamento del match no). La guardia, carica ma nervosa, ha provato a più riprese a scuotere una squadra che però ha avuto due buchi neri in corrispondenza di Owens e Johnson.
    Il pivot è stato letteralmente spazzato via da Tessitori (20 punti e 7 rimbalzi) tanto che alla fine Brase ha lasciato sul parquet più a lungo Caruso di Tariq. L’azzurro ha almeno fatto argine e ridato qualche canestro all’avversario diretto ma è chiaro che l’impatto di “Tex” sia stato decisivo, al pare di quello di Jordan Parks che ha spremuto 23 punti in 20′ senza sbagliare quasi nulla. Nino invece ha perso ogni confronto per mezz’ora: la sua unica fiammata ha riacceso qualche speranza (63-58) a cui Venezia ha replicato con un parziale di 12-0.
    E così Varese si risveglia di nuovo a quota 16 con Verona lontana due lunghezze (KO interno con Scafati) e Napoli che agguanta Trieste a 20. Uno scenario che rende quasi impossibile la rincorsa salvezza dei biancorossi che – lo ripetiamo – non hanno colpe a livello di squadra per questa situazione. Prima di preparare il match con Scafati di domenica prossima, si gioca quindi la partita cruciale per il presente e per il futuro: mercoledì la palla a due virtuale sarà lanciata in cielo in un’aula della FIP di Roma con la Procura da una parte e la squadra legale biancorossa dall’altra. Quella è davvero una finale da non sbagliare.
    PALLA A DUE
    Uno striscione di sostegno esposto dalla curva veneziana raccoglie un grande applauso dai tanti varesini presenti a pochi minuti dal match. Davvero in forze i sostenitori della Openjobmetis, sia nella “gabbia” sia nel settore immediatamente davanti a essa.
    Sul campo confermate le assenze di Reyes da una parte, di Watt e Mokoka dall’altra. Solito quintetto per Brase mentre Spahija parte con Tessitori pivot opposto a Owens e con un trio d’esterni tutto straniero.
    LA PARTITA
    Q1 – Venezia inizia un po’ meglio di Varese ma senza mai “strappare”, sfruttando la superiorità di Tessitori su Owens in area. Quando però la OJM raddrizza la mira dall’arco – triple di Wolde e Brown – arriva il sorpasso, che purtroppo regge per poco tempo. Brase dà spazio presto a Librizzi e De Nicolao per allungare la rotazione. Nel finale di quarto è di nuovo la squadra di Spahjia a mettere il naso avanti, con Spissu che a fil di sirena infila il 23-18.
    Q2 – Nel secondo periodo la Reyer prima dà l’impressione di poter scavare il solco e poi lo segna davvero perché Varese non trova gloria da 3 punti e soprattutto concede troppi rimbalzi d’attacco agli orogranata. Caruso fa ancora un filo meglio di Owens, Ross inventa qualche serpentina vincente ma nel complesso l’impatto lagunare è più forte tanto che i 6 punti alla pausa lunga sembrano già un buon risultato, 42-36.
    Q3 – Varese fatica ad accendersi anche dopo l’intervallo: una tripla di Ross rimane per diverso tempo l’unica marcatura biancorossa con Venezia che nel frattempo manda il proprio vantaggio in doppia cifra. Johnson continua nella sua serata nera e si busca anche stoppata e trash-talking da Tessitori mentre dalla parte opposta cresce pure Willis. Il solito tandem Ross-Brown con il supporto di Caruso permette però di riaggiornare il distacco: si arriva sino a -7 prima di chiudere sul 63-53.
    IL FINALE
    Jaron Johnson, punto nell’orgoglio, torna in campo con una schiacciata e una tripla: 5-0 di parziale e Varese che torna a -5 ma le speranze moriranno lì perché l’Umana piazza un controbreak di 12-0 che ammazzerebbe un elefante. Quando Brown ritrova la via del canestro Venezia è già scappata anche perché pure Bramos ritrova la mano buona mentre Parks, rientrato in campo, ritorna a fare canestro. Partita andata, con i due coach che nel finale mettono in campo le seconde linee: il quintetto tutto azzurro di Varese spreme un bel break finale con 4 punti di Librizzi e tripla di Virginio ma è solo un contorno di consolazione. I padroni di casa stanno già facendo festa e la sirena arriva su un giusto 92-81. La faccia è salva, l’impegno non è mancato, ma stavolta il verdetto è chiaro e avverso.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    “Questa gente non retrocede“. Lo urla la curva nord, lo gridano le tribune, lo ribadisce – non con la voce ma con il gioco – la squadra in campo. Colpita al cuore dai 16 punti di penalizzazione, la Openjobmetis non si arrende e anzi, dopo Trieste, si inventa un altro capolavoro: in una Masnago torrida come nei giorni più importanti la squadra di Brase ribalta anche la Happy Casa Brindisi, sicura candidata ai playoff. E lo fa con un terzo periodo pazzesco nel quale i biancorossi creano un parziale di 20-0 a suon di triple che travolge la pur solida banda di Frank Vitucci.
    Serata a tratti irreale al “Lino Oldrini” dove si gioca ben sapendo che sulla testa dei biancorossi c’è una spada di Damocle da 16 tonnellate. La pesante sanzione aleggia prima e durante la partita, è ben fissa nella mente dei 4.400 spettatori. Ma proprio per questo l’abbraccio è ancora più forte così come l’impatto della squadra sul parquet. Varese riesce a restare in scia all’ottima Brindisi del primo tempo nonostante qualche problema di troppo in difesa (Mascolo e Perkins vanno a nozze) ma dopo l’intervallo dà il meglio di sé, sciorinando uno parziale memorabile, forse il migliore in una stagione già fantastica.
    A fare la differenza, con cuore e attributi, il tiro da tre punti: Woldetensae è il profeta che indica la via, con tre bombe messe a segno una dopo l’altra. Una striscia che “gasa” i compagni, sotto di 6 al giro di boa del terzo parziale e poi capaci di prendere la testa e non mollarla più. Mica semplice, perché la Happy Casa è squadra d’alta caratura e torna sotto, torna vicina, torna quasi a contatto. Ma non è questa la serata di gloria per gli altri: quando alle magie di Johnson si aggiungono quelle di Brown, quando un ritrovato Owens si mette a blindare l’area, quando pure Librizzi – 25′ in campo – regge l’urto dopo il quinto fallo di Ross, la partita finisce inesorabilmente nelle mani della OJM.
    Johnson, dicevamo, è l’uomo della serata: “Nino”, che tiratore non è, chiude con 4/7 dall’arco e questo è uno dei dati che fanno saltare il banco. 28 i suoi punti, 24 quelli di Brown che (quasi) replica la serata magica di Trieste. Sono loro le locomotive della squadra di un Brase che, a fine gara, perde il consueto aplombe e si gode le urla di giubilo dei tifosi. Di Wolde abbiamo già detto: una sfuriata ma di livello totale, mentre Ross è andato di nuovo a corrente alterna perché ormai le difese sanno dove vuole andare a parare. Non è detto, poi, che riescano a fermarlo: Colbey chiude comunque a quota 15 anche se il vecchio problema dei falli riemerge.
    Ora la squadra farà rotta su Venezia per continuare a sperare nel miracolo sul campo, in attesa che un altro team, quello degli avvocati, segni i propri canestri. In laguna si gioca già domenica contro una Reyer parecchio in forma, intanto però dagli altri campi (Milano batte Napoli, la Virtus passa a Scafati) giunge qualche buona nuova dopo lo sberlone tirato da Verona a Trento. Il futuro resta incerto anche se la presenza a Masnago di John Caniglia fanno sperare bene per la trattativa con il Pelligra Group. Sarebbe la prima buona notizia extracampo dell’ultimo periodo: incrociamo le dita.
    PALLA A DUE
    Un assente per parte alla lettura dei referti: Justin Reyes è in borghese mentre Vitucci (fischiato alla presentazione) rinuncia a Doron Lamb. Quintetto classico per Brase e non potrebbe essere altrimenti, Mascolo in regia e Harrison di rincorsa per Frank mentre sotto canestro va in scena la sfida tra opposti, Perkins e Owens. A proposito di pivot, in tribuna c’è Joseph Blair, ex Milano e Pesaro, oggi assistant coach in NBA e papà di Joseph Jonathan, alla del Campus di Serie B. Come già detto, in tribuna anche il rappresentante del Pelligra Group, John Caniglia.
    LA PARTITA
    Q1 – La fiammata in avvio di Varese è subito spenta dai primi errori biancorossi e da Perkins che è il primo ad andare a segno con continuità scavando il primo varco per i suoi. La OJM sbaglia troppo dall’arco anche se Johnson è efficace. Per Brindisi però si accende Mascolo che segna a ripetizione contro Ross, Librizzi e De Nicolao: con i suoi punti i salentini chiudono avanti 20-27.
    Q2 – Nel secondo quarto il divario resta molto simile, con gli ospiti che toccano anche il +12 (tripla di Harrison in transizione) sfruttando qualche difficoltà offensiva di Varese. Ross si accende con una sfuriata, Brown con due triple ma tocca ancora a Perkins e Mascolo tenere avanti i biancoblù seppure con margine ridotto perché una schiacciata di Owens e un contropiede di Wolde valgono il -6 alla pausa (45-51).
    Q3 – Il meglio però Varese lo riserva per il terzo quarto: sul 48-57 Wolde carica il braccio e dà il via a una serie di triple pazzesca nel mezzo della quale non bastano due timeout di Vitucci per fermare la valanga. Tomas ne mette tre, ne arriveranno altrettante dai compagni fino a creare una voragine di 20-0 a favore della OJM che vale il 30-12 nei dieci minuti e un vantaggio consistente alla sirena (75-63).
    IL FINALE – Il massimo vantaggio (+14) arriva poco dopo, favorito anche da due stoppatone clamorose di Caruso a protezione del ferro. Da lì però Brindisi inizia la risalita trascinata da Harrison (21 alla fine) e da qualche errore in attacco dei biancorossi che iniziano a essere in debito d’ossigeno. Un bisticcio tra lo stesso D’Angelo e Ross costa un doppio tecnico: per Colbey è il quarto fallo e poco dopo arriverà il quinto a toglierlo di mezzo. Varese trema, Librizzi no: il giovane play si alterna con Brown in regia, segna in entrata e dà fiducia ai compagni. Il piccolo solco – tra i 5 e i 10 di vantaggio – regge per tutti gli ultimi 5′ grazie al solito Johnson (canestro e due liberi nel momento del massimo riavvicinamento ospite) e a Brown che trova l’ennesima serpentina vincente e, dalla lunetta, chiude la pratica: 93-86.
    Damiano Franzetti
     

     

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