6 Maggio 2006
Scritto da Giulio P.
La classifica non dovrebbe contare, in un derby da storia del basket: la vorresti respirare, questa sfida senza eguali, nell�aria temporalesca del PalaWhirlpool, la vorresti ascoltare nei cori contrapposti e tonanti dei tifosi, vorresti leggerla sulle facce tese dei giocatori che si riscaldano al sole dei riflettori; ed invece l�atmosfera emotiva dell�inizio � solo nebbia, e dietro non c�� che il nulla di una disfatta che, a vederla da fuori, la giustificheresti con la tecnica e la tattica, magari con la freschezza delle gambe, ed i chili, ed i centimetri, per non doverti dire, da tifoso, che a mancare � stato anche il cuore, quello che non si allena e, come il coraggio di Don Abbondio, se non ce l�hai non te lo d� nessuno. Varese la comincia, questa partita dei dolori, con Collins, Garnett, Hafnar, Fernandez ed Howell, che si schierano al centro del campo faccia a faccia con Bulleri, Coldebella, Shumpert, Galanda e Blair, tutti emozionati dall�inno nazionale, che la Nord dedica ai caduti per la Patria. Subito storiacce a suon di gomiti fra Fernandez e Blair, poi fra un pressante Coldebella e Collins: con l�area chiusa a chiave dai maxi-corpi AJ, Varese si mangia i possessi fino al limite, prendendosi uno 0-7 senza giustificazioni che spinge Magnano al precocissimo time out. Ma allargare l�attacco con il tiro da fuori non porta frutti migliori, nonostante Collins stia spegnendo Bulleri: al 5� � 0-14 con imbarazzanti difficolt� dei giocatori di casa a tenere i multiformi Galanda e Shumpert. E� di Fernandez il libero che sblocca Varese, gi� con un piede nell�abisso: ma Milano tiene tutti gli uno contro uno, costringendo una Whirlpool senza circolazione a tiri difficilissimi e poi gestendo con tranquillizzante semplicit� (giochi a due, soprattutto) i possessi offensivi, grazie anche all�oggettivo dominio atletico (2-21). De Pol per un Howell inesistente ed Allegretti per Hafnar le mosse della disperazione di Magnano, su cui Galanda inchioda il +22 che non lascia repliche: da l� al decimo solo triple milanesi (Calabria in testa, 8/10 il totale ospite) ed una vergognosa, inerte, confusa Varese per un abissale 4�36 (quattro a trentasei, avete letto giusto�) che scrive nuovi record negativi e scatena valanghe di fischi. Tornano Howell ed Hafnar, era gi� arrivato Farabello che prova a mettere brio ispirando un 4-0 che s'accompagna alla grinta difensiva di un quintetto tardivamente da battaglia: ma � come vuotare l�oceano con un secchiello per i bambini. Milano ha una rendita da viverci per tutta la partita, Farabello spende anche il terzo fallo personale in 4�13� sul parquet, con il tabellone che dice 10-42. Howell ci mette energia e salti, producendo punti e transizioni che scaldano (a � 27, ci si scalda?) Garnett: si sono spenti gli altri e si sono accessi Fajardo e Scultze; anche se adesso si gioca pi� o meno alla pari, la zavorra � sempre l� e, non bastasse, Coldebella rincara la dose dall�arco (21-52, 3� alla fine del quarto). Sul �Andate a lavorare� della curva Varese � a -34, e davvero non si saprebbe pi� cosa scrivere, non fosse per un deciso Bolzonella: ogni minuto � solo sofferenza per la Whirlpool; chiudere il primo tempo, con Blair che domina, un calvario che ti fa domandare a cosa servir� giocare il secondo, quando lass� sta scritto, in giallo su nero, 26-59. Nell�intervallo, contestazioni assortite, animi nervosi: e forse � meglio cos�, che rassegnarsi.
Quando si ricomincia, Varese e Milano hanno rispolverato i quintetti d�avvio: Fernandez non ha gradito l�umiliazione e lo fa capire gestendo anche troppi palloni in un attacco sempre imballato, dove la palla si ferma al secondo passaggio; Milano fa solo il compitino, ma con molta diligenza ed un pizzico di cattiveria; inanella d�inerzia un altro massimo vantaggio a +37 (30-67) dopo meno di quattro minuti, quando finalmente Collins guarda anche il canestro per i primi due punti della sua partita, dando il l� ad un 9-0 che se non suona come riscossa almeno allontana la resa (39-67). Collins ha scoperto che pu� attaccare Coldebella e cavarne, in contumacia dei raddoppi, qualche buon tiro anche per gli altri, Hafnar su tutti: coach Djordjevic ha anche il quinto lungo, Grant, che fra qualche disastro di troppo ci mette del suo per dare illusioni a Varese. Ma dove vuoi andare se in fondo ad un parziale di 18-6 sei ancora sotto di venticinque (48-73, 8� nel terzo quarto)? Collins e Garnett (che pu� mettere il suo tiro in transizione) pi� la difesa pressante proseguono un discorso tattico che produce frutti dal buon sapore: chiudere il periodo sotto di venti � davvero il massimo che ci si potesse aspettare, per chi s�accontenta di poco (58-78).
Fernandez libero da tre per grazia di DC Collins � il miglior tiro che potesse aprire il quarto quarto: ne viene fuori un errore, che Garnett doppia al possesso successivo; se doveva arrivare un treno per riaprire la partita, passava di certo da quei due tiri. Ed invece, con il ferro che gi� boccia la bombe, � la freccia del possesso a chiudere l�opera sullo sforzo difensivo di Howell: Milano piazza un 4-0 che � una condanna definitiva (58-82); 8 minuti ancora da giocare, ma per le sole statistiche. Djordjevic gestisce bene le energie dei suoi, tenendo alta la pressione difensiva sulle marcature individuali: e la Whirlpool di nuovo s�inceppa, 4 punti in cinque minuti ruminando il pallone, con la faccia di chi il massimo l�ha gi� dato ed aspetta solo la fine, mentre il pubblico un po� smobilita, un po� canta cori polemici, un po� assiste impassibile e triste. Con la triple di De Pol, si scavalca alla fine anche la soglia fatidica del � 20, ma perderla con uno scarto piuttosto che l�altro, questa sfida disonorata, davvero non cambia niente; mentre Milano gestisce, Sandro mette punti in carniere, fin oltre la doppia cifra; ma non crediamo andr� a casa contento, e come lui tutti i presenti, rimasti l� per farsi male, fino alla sirena (79-92).