27 Ottobre 2006
Scritto da Giulio P.
Salta la cassaforte (un po� morbida, per�) di Siena, con la Montepaschi rapinata dei due punti con un colpo di quelli perfetti, organizzato dalla panchina e poi realizzato al meglio, in campo, dalla banda di ladri griffata Whirlpool, facce di quelle giuste (e toste), orologi sincronizzati ed un po� di fortuna, che non guasta mai: un passo verso classifiche pi� degne, un altro cementando convinzioni, per scaramanzia aspettiamo Reggio Emilia prima d�intonare altri peana.
Venendo alla cronaca, come inizio non c�� davvero male: dopo Bologna Effe, Milano e Treviso, la nuova Varese deve vedersela con un�altra �big� che pi� �big� non si pu�, la Montepaschi Siena del dopo Recalcati (ma Charlie � in tribuna, tra passato prossimo e remoto): per Magnano ci sono allora Keys e Carter, Holland e Galanda, pi� Howell, faccia a faccia con i biancoverdi McIntyre, Forte, Sato, Stonerook e Lechthaler.
Con due lunghi cos� da battaglia, � inevitabile che Siena si affidi dal primo pallone ai propri esterni, a dir poco micidiali - parrebbe - nell�inventare soluzioni in proprio, qualificate dai blocchi granitici di Stonerook: c�� per� il Galanda offensivo ad opporsi al primo slancio toscano, rimettendo la Whirlpool ad un tiro con la tripla dall�angolo (5-6 al 3�). Due schiacciate di Holland ed Howell sfruttando la transizione primaria e secondaria segnalano come la difesa non sia proprio il pane e burro degli uomini di Pianigiani, che nel frattempo hanno attivato Stonerook anche alla voce punti segnati, mantenendosi in scia almeno finch� il ricciolone dal passato canturino non si censura da s�, con un terzo fallo di pura reazione nervosa (13-11 al 6�). La panchina di Siena fa paura, tre cambi e il quintetto � pi� forte di prima, con il micidiale Kaukenas, Boisa e pure il gigante Eze (per Magnano fiata solo Carter, sostituito da Hafnar): eppure Varese � anche al massimo vantaggio (+6), andando di corsa e comunque senza troppo pensare, grazie ad un Keys che sui ritmi alti esalta e si esalta, prendendosi caterve di applausi per il 2+1 che chiude il primo quarto (23-18, ma 32 a 15 di valutazione). La stoppata di Eze su Holland in versione giullare avvisa che l�area senese non � pi� terreno di caccia grossa: ma se il nigeriano mette anche i liberi, le notizie diventano, se possibile, peggiori. Sigillati gli ultimi tre metri, Siena vorrebbe spingere Varese in territori dove le percentuali inevitabilmente scendono ed invece, dopo esser tornata a -1, la Mens Sana smarrisce la via del canestro e si prende un 7-0 con tanto Holland che rincuora anche i pi� pessimisti (30-22 al 4� nonostante l�imbarazzante dominio di Eze a rimbalzo offensivo). Per non stare soltanto a guardare, intanto che i suoi si fan massacrare (anche su reiterati, elementari, giochi a due: pure Magnano, allora, ha le �armi segrete�?) Pianigiani prova la zona 3-2 un po� match up che in effetti incasina Varese, presa pi� a capirla che ad attaccarla: in 4 minuti soltanto un tripla frontale di Capin a muovere il tabellino biancorosso; e Siena, d�inerzia e tiri liberi, � l� ad un bomba (35-32, 2� alla mezza sirena). Con il fiato sul collo, Varese s�aggrappa alla difesa (e ad un Howell forse stimolato dal duello con Eze, che intanto viaggia gi� a 10p+9r) per mettere in cascina il fieno di un pur piccolo vantaggio (39-34).
Il botta e risposta tra Galanda e Stonerook che avvia la ripresa dona il senso di una sfida non proprio per tutti: � proprio Gek (a lungo l�unico italiano in campo) a mostrare confortanti progressi tecnico-atletici, sganciando una bella stoppata e poi spaccando il raddoppio con l�assist per Howell. Holland non � certo timido, anche se comincia a far vedere che pu� selezionare i tiri, soprattutto contro una difesa che lo aspetta (e, forse, non lo rispetta troppo): e cos� scopri che Varese � pi� squadra di una Siena con tanti solisti e idee confuse e frettolose, segnalate dai 7 punti di squadra in 5�30�, che tengono Varese a margini di ragionevole sicurezza (+8, 49-41). Non ci fosse stato Eze avrebbe potuto andarle anche peggio, ora che Keys annebbia McIntyre mentre l�ogni tanto svagato Howell ci ricorda di poter aiutare anche a centroarea contro le penetrazioni: ed � proprio la difesa, tentacolare, a spingere una Siena sempre pi� involuta sino all�orlo del baratro, - 12 (53-41) ed un minuto e trenta da giocare nel quarto, con la palla varesina che gira vorticosa (e fantasiosa). Pianigiani ha rimesso anche la zona, Stonerook ci appiccica la tripla da casa propria; porca miseria (!) c�� ancora tutto un quarto da giocare (53-46). Hafnar tranquillizza il PalaWhirlpool con il coraggio dell�entrata, Galanda ci mette altri due punti d�esperienza per fare + 11 (57-46) quando � passato un minuto e gi� di l� nell�ultimo tempo (e sarebbe anche + 13 se gli arbitri, scadentucci nella bolgia, non mangiassero un canestro di Holland con lo sfondamento pescato tra i rifiuti). Poco male, perch� Siena dopo aver giocato male gioca peggio, trascinata nelle trappole dei raddoppi e quasi affondata dal siluro di Keys (60-46, 3�). Per Magnano � tempo di vorticose rotazioni, cambiando i titolari per De Pol, Capin e Fernandez, pi� il volitivo Hafnar, preso dall�improba fatica di metter la museruola a Kaukenas, che lo brucia dritto per dritto ogni volta che vuole: � subito 0-6, anche per un paio di �perse�, con il coach argentino bravo a ragionarci nel time out. Infatti, Hafnar e Holland rimettono subito lo scarto oltre la doppia cifra, quando da giocare ci sono solo cinque minuti: Capin, colpevolmente libero (va detto), cesella con la tripla l�ennesimo break (67-52). Pianigiani a braccia conserte segnala che la borsa dei trucchi � davvero vuota: riunire in panchina i suoi, sempre pi� a picco nelle percentuali e fastidiosamente impigriti nell�uscire sugli esterni, serve solo a contenere il passivo nei termini di una ragionevole sconfitta, mentre il vascello biancorosso veleggia in acque sicure con il doppio play (Keys+Capin) e il gioco controllato, solleticato e nulla pi� dal rientro a fari spenti di una Siena numerosa di uomini ma povera di gioco, mancandole passaggi e cervello per farne qualcosa di pi� di un gruppo di talenti (76-64).