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Una bella ''botta'' di entusiasmo


Lucaweb

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Prima toccata negli affetti, poi stordita nell'onore. Lucio Dalla, da lassù, pur senza dedica, capirà e perdonerà le sue Vu nere, come marinai nella tempesta. Già, Varese, in uno scatenarsi di elementi (biancorossi), ha stracciato, sin dall'avvio, le apparenti resistenze di una Virtus privata di un lungo come Sanikidze (13 punti e 10 rimbalzi a gara) la cui assenza non era però tale da provocare così tanta nullità. Una cosa è certa: i suoi demeriti cominciano laddove la Cimberio, appena sotto i riflettori, ha costruito il suo ampio e disintegrante successo attraverso una convinzione intima e potente che le veniva da premesse note e ricostituenti. Il colpaccio di Caserta le aveva ridato forza in una corsa a inseguimento, buono per i play off nonché una voglia di riscatto, dopo il capitombolo contro Roma, nella sua Masnago. Ecco, allora, puntuale una bella ''botta'' di entusiasmo, già palpabile sugli spalti.

Bologna, a nostro parere, stava viaggiando al di sopra delle sue stesse velleità: una squadra in odore di grandezza non può perdere tragicamente una gara come quella di Cremona, soprattutto, dopo averla dominata, segno evidente di una mancanza di attributi di fondo, riconoscibile nei suoi uomini che, caratterialmente, non ci sembrano delle autorità in questo senso. Recalcati, alla vigilia, ci aveva ammonito (pur senza cartellino giallo), non d'accordo su talune valutazioni, ben diverse da quelle comunemente attribuite a Poeta, Koponen, Douglas, Vitali e Gigli, sempre che l'allenatore della Stella non facesse il finto tonto. Di ben altra statura temperamentale è invece il collettivo biancorosso quando riesce a esprimersi attraverso la sua proverbiale applicazione, ben oltre quei limiti di talento individuale che si devono riconoscere, sennò non avremmo sentito parlare di un lungo da prendere o di Goss da riprendere come accadde tempo fa per dire di una squadra da mettere in sicurezza per impatti di grande spessore in chiave ambizioni.

La Cimberio, ancora una volta, si è esaltata attraverso i pezzi di bravura dei suoi uomini più attendibili per rendimento, come lo sono Stipcevic, Rannikko e Fajardo, al cui fianco è mancato il solito Diawara solo per un suo infortunio sul lavoro.

Tanti addendi sicuri per una somma virtuosa, persino superiore a quelli dati: questa è la squadra di Recalcati la quale, dopo gare simili, rischia di dividere chi la considera da play off sparati (quindi ed eventualmente colpevole l'allenatore se non dovesse centrare l'obiettivo) e chi ne sa apprezzare la sua forza ben oltre determinati valori teorici, dando merito alle capacità di un tecnico che riesce a far lievitare virtù tra difetti per ottenere il maggior risultato. L'enigma continua.

Domani s'affacciano a Masnago i campioni d'Italia i quali, al di là della loro indiscutibile superiorità, fanno meno paura che in passato, anche grazie all'entusiasmo di queste ore.

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