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Ghiacci:"Il gioco al massacro fa male a Varese"


Lucaweb

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Scritto da: Giancarlo Pigionatti

L’attacco-difesa di Paolo Conti ha avuto l'effetto di un botto con relativo spostamento d’aria... Tant’è il varesino; messo alla porta senza uno straccio di trattativa, ha accusato su queste colonne l’allenatore Cadeo di averlo "fatto fuori” proditorìamente, quindi la

società per comportamento poco chiaro. Conti, nelle sue amare martellate di verità, ha tratteggiato una serie di situazioni che non potevano passare inosservate e che anzi hanho provocato un ipiccolo terremoto nella Pallacanesuro Varese, almeno a giudicare dalla replica immediata, energica e risentita del nuovo general manager. Mario Ghiacci, dopo le prime battute di compiacimenlo per la fiducia del club biancorosso nei suoi confronti, probabilmente avrebbe voluto esordìre su queste colonne con ben altre argomentazioni, invece il caso lo vuole calato e d’infilata nei panni di Perry Mason per difendere la politica della società che, a suo dire, sta condividendo in pieno.

Dobbiamo ancora conoscere a fondo Ghiacci come manager e persona, sicuramente è un professionista navigato, pronto ai toni forti delle polemiche o, se preferite, alle contestazioni più imbarazzanti.

E il nuovo gm così contrattacca Conti: «Non ci sto al gioco del massacro. Il lavoro di una società passa, sempre e inevitabilmente, attraverso cambiamenti e sostituzioni. Un club deve poter fare

le proprie scelte assumendosene le responsabilità, giudicabili un giorno da quel giudice unico qual è il campo».

Ma Conti, non uno che passa per strada, appartenendo alla vecchia guardia biancorossa, contesta di più la motivazione che l ‘esclusione. Per dire di modi, tempi e gioco dalle parti non proprio chiari nei confronti di un atleta apprezzato dai tifosi. Semmai gli si può rinfacciare, e con molta franchezza, i continui malanni fisici che

hanno penalizzato la squadra.

«Capisco che un giocatore, messo in discussione dopo tanti anni di attaccamento alla maglia, faccia fatica ad accettare scelte diverse ma la carta d’identità - sottolinea il general manager - l’abbiamo tutti.

Purtroppo gli ultimi infortuni patiti da giocatori importanti per Varese lo dimostrano».

Ghiacci non fa risse dialettiche, cerca di opporre le ragioni di stato (della società) a quelle di Conti entrando nel vivo dell’argomento: «La società, da intendersi come proprietà e struttura tecnica, sta valutando tutte le possibilità e alternative che il mercato offre anche se in una fase molto relativa. Ese i giocatori, attraverso quegli abili maestri che sono gli agenti, difendono i loro

interessi, a maggior ragione un club, ripeto proprietà e struttura, valuta i propri».

E il nuovo general manager, a questo punto, non nasconde la preoccupazione della Pallacanestro Varese di fronte a un possibile brulicare di polemiche devastanti sotto l’attuale silenzio di altri senatori in odore di addio. Ma lasciamo che continui.

«Se il buon giorno si vede dal mattino - dice - il cosiddetto caso Conti mi lascia perplesso. Se un giocatore, quindi un

professionista, pretende giustamente i suoi emolumenti sino

al 30 giugno, credo che oltre ad accampare dei diritti, abbia pur sempre dei doveri e degli obblighi sino a quella data.

Mi sembra invece che attraverso le sue dichiarazioni Paolo

non abbia rispettato le sue consegne».

E Ghiacci fa una controprovocazione...

«Conti sostiene che avrebbe giocato ancora a Varese per

‘due lire", ebbene la sua affermazione mi sembra poco veritiera come lo confermano alcuni precedenti».

Non capiamo bene quali ma è certo che nel confronto delle

parti, seppur a distanza, ognuno ha argomenti per giudicare... E sembra un fatto assodato il progetto d’un “licenziamento tecnico” di Conti e di altri “vecchi”.

Insiste Ghiacci nella sua arringa-requisitoria: «Nessuno

nega l’ottima carriera di Paolo e comprendo il suo sfogo ma quando egli afferma che l’allenatore l’ha “fatto fuori” e che altri potranno seguirlo mi preme puntualizzare che le decisioni sono valutate dalla

struttura (manager, direttore sportive e allenatore) per essere concordate con la proprietà. Questo è un metodo che, magari non condivisibile, mi ha permesso di ottenere personalmente risultati apprezzabili in altre piazze. Ed è chiaro che le valutazioni - aggiunge Ghiacci -potranno anche differire rispetto alle idee di opinionisti e tifosi ma ritengo che una società è grande quando

esce dalla discussione con la forza di un solo verbo. Quello

comune».

- Sicuramente il general manager sa far bene la sua parte

ma, come ultimo arrivato, deve ancora conoscere un po’

della nostra storia, tuttavia a Ghiacci, tirato immediatamente per i capelli in una disputa impopolare, dobbiamo riconoscere la chiarezza, soprattutto quando non nega la filosofia di Cadeo, anzi della società.

«Sicuramente la squadra della prossima stagione non sarà uguale, dico uguale, pertanto chiedo solo che si consenta alle persone di fare il proprio lavoro rispettandone i ruoli. E noi, per primi, vogliamo mettere insieme una Varese competitiva e magari anche sana».

- Ghiacci insiste sulla serenità di un ambiente nel quale,

si sa, possono maturare situazioni delicate e dolorose...

«I giocatori sanno perfettamente che cosa può far male a

una società e credo che la polemica di Conti faccia molto male alla Pallacanestro Varese, quindi mi chiedo se davvero si vuol bene a questa realtà? Ovviamente nei prossimi giorni avremo l’occasione di verificare se ognuno pensi soltanto a sé a al bene della società».

- Con questa toccata senza fuga, Ghiacci sembra mettere

le mani avanti pensando agli altri biancorossi illustri ed eccellenti, come dire di Vescovi & C. Insomma qualcun altro, l’abbiamo anticipato sino più volte, probabilmente dovrà fare le valigie.

«Non ci si può nascondere dietro certe azioni che noi giudichiamo necessarie per il bene supremo, quello della società e della squadra a prescindere dai singoli. Se non mancherà la fiducia, sono sicuro che i tifosi capiranno il nostro impegno in fatto di programmi e scelte per ottenere buoni risultati. Una cosa è certa: ci assumiamo le nostre responsabilità, delle quali non abbiamo paura».

Chi vivrà, vedrà.

Giancarlo Pigionatti

Edited by Lucaweb
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