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Bolzonella:"Un vuoto in spogliatoio senza Cecco e Paolino"


Lucaweb

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Scritto da : Massimo Turconi

Federico Bolzonella in questi giorni sembra l’involontario protagonista di un noto spot che, più o meno, recita così: Ma perché non cambi banca? Infatti uno dei pensieri del giovanissimo playmaker biancorosso è, appunto, a chi affidare la “sostanza”

economica del contratto che di recente ha “inchiostrato” con la Pallacanestro Varese e lo legherà alla società di via Sanvito per i prossimi quattro anni.

«Mi sa che dovrò rivolgermi a un istituto di credito di Bisuschio perché né a Cavagnago, dove abito, né a Cuasso al Monte, il paese più vicino al mio, esistono banche idonee per accogliere tutti quei soldi - abbozza con tono serio e prima di mettersi scoppiare in una fragorosa risata Bolzonella -. Battute a parte, sono veramente contento di aver siglato l’accordo con Varese perché, al di là degli aspetti meramente contabili, la proposta di un contratto quadriennale, ai miei occhi, ha rappresentato un chiaro segnale di fiducia e di stima. Un accordo di così lunga durata significa che

i dirigenti varesini hanno voluto investire su di me concedendomi anche il tempo per crescere e maturare».

- Fiducia e stima che, invece, è venuta meno ad alcuni

suoi compagni più anziani..

"Se devo essere sincero, non mi aspettavo un così drastico cambio di strategia da parte dei responsabili della società e - dice Federico - sono veramente spiaciuto per la mancata conferma di Conti e Vescovi perchè, ad entrambi, devo moltissimo. Sia Paolino sia Cecco mi hanno aiutato tanto e sono stati prodighi di consigli nel

mio anno d’esordio in serie A. Inoltre Conti e Vescovi costituivano una parte fondamentale della “spina dorsale” italiana del gruppo che, sul serio, è stato il motore virtuoso della squadra dello scorso anno. Credo che sostituirli in termini tecnici sul parquet potrebbe anche essere possibile, ma meno facile sarà trovare giocatori “da

spogliatoio” con analoghe qualità umane. Sotto questo profilo, nella prossima stagione, ci aspetta un compito indubbiamente più impegnativo e solo tra dodici mesi si potranno valutare i risultati

prodotti dal “nuovo corso ».

- Nella spina dorsale manca, per ora, anche il nome di

Meneghin...

«Se mi è consentito, nel caso del “Menego”, vorrei lanciare allo staff dinigenziale e tecnico il seguente appello: lasciateci almeno lui! Nel caso di Andrea, non vorrei nemmeno soffermarmi sul, peraltro notissimo, valore tecnico, ma tirerei in ballo anche tutti quei particolari che lo rendono giocatore e compagno di squadra con pochi eguali fuori dal parquet. Particolari che nel caso di

Meneghin funzionano da elementi sinergici e contribuiscono a rendere Andrea un personaggio unico: il vero leader del nostro gruppo. E - aggiunge Bolzonella - di un leader non ci si sbarazza a

cuor leggero...».

- ‘Firmatario” di quello che lei ha chiamato il nuovo

corso è anche il suo maestro e mentore: Giulio Cadeo.

«Conosco Giulio come una persona molto determinata e so che quando prende una decisione cerca di portarla fino in fondo

con grande forza d’animo. Immagino che alla base di alcune scelte ci sia un progetto tecnico ben preciso e, penso, la volontà di lavorare di più, o in modo diverso, in palestra».

- Tra gli uomini con la valigia c’è anche un certo Mc

Cullough.

«Per quel che mi riguarda, uno come Jerry nella mia squadra lo vorrei sempre e sono sicuro che Ghiacci ha tentato molte vie pur di strappare la firma del play americano. Evidentemente, in questo caso, si deve parlare anche di ferma volontà del giocatore e quella di cambiare squadra credo sia stata una scelta di Jerry, dettata, da

quel che ho letto, da una buonissima offerta economica e

anche dai programmi ambiziosi sbandierati da Milano.

Poi, dal punto di vista strettamente personale la sua partenza mi colpisce parecchio perchè nella passata stagione "Gei” mi è stato sempre vicino e fin dal primo giorno mi ha trattato come un "pari". Abbiamo vissuto fianco a fianco per dieci mesi e per il sottoscritto ogni allenamento con e contro Jerry ha avuto il valore di un ‘clinic".

Se sono cresciuto così tanto sia dal punto di vista tecnico che caratteriale lo devo soprattutto a Mc Cullough, nei confronti del quale ho un debito aperto ancora da saldare".

Cosa pensa della squadra attuale?

"Il fatto che il gruppo, per almeno sei decimi, sia già formato mi sembra un fattore positivo, ma è chiaro che alla “lista” mancano gli acquisti “pesanti”: quelli destinati a cambiare il volto della squadra. Mi auguro che possano arrivare buoni giocatori, ma soprattutto ottime persone in grado di inserirsi nelle dinamiche di un nucleo

che, a mio avviso, lo scorso anno, alla voce amicizia, aveva pochi rivali».

- Torniamo all’inizio della nostra chiacchierata: con un contratto quadriennale in mano, l’età dell’innocenza è svanita del tutto...

«Giusto così e, del resto, già sul finire dello scorso campionato avevo realizzato che l’atmosfera nei miei confronti era completamente mutata. Non a caso Stefanov e specialmente Vanterpool, nei playoff, mi hanno "battezzato” a dovere. Non

credo si tratti di una questione tecnica, anche se ovviamente devo migliorare tantissimi aspetti del mio gioco, ma soprattutto del mio modo di stare in campo sotto il profilo fisico, mentale e per ciò che riguarda l'intensità. Le differenze vere tra il basket del livello juniores, o di chi si affaccia da debuttante nella massima serie, si giocano tutte su questi tre punti e d'ora in avanti toccherà a me dimostrare di essere pronto e degno della serie A..."

Massimo Turconi

Edited by Lucaweb
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