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Claudio Maria Castiglioni:"Vorrei Varese sui primi 7 scalini"


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Scritto da: Giancarlo Pigionatti

Le storie di un'estate ingrata sono alle spalle e lasciano spazio agli eventi che pretendono un occhio attento, da uomini saggi e senza pregiudizi. Abbandonate le memorie al tempo, è già l'ora dei primi primi raccolti, con i debiti scongiuri per eventuali e , galeotte gelate, come ne fa Claudio Maria Castiglioni il quale, sempre più "padrone" " del suo futuro cestistico, aceetta l'onere della prova, quella d'una responsabilità, in presa diretta, nelle nuove strategie della Pallacanestro Varese.

Il giovane Castiglioni non è certo il tipo che si nasconde dietro le potenti spalle di papa i Gianfranco, sicché, dopo anni da dirigente, non sempre consenziente, ha ottenuto la fatidica investitura potendo imprimere il suo marchio di fabbrica, audace e giovane, discutibile ma coraggioso. Insomma, per dirla in modo spiccio, il vicepresidente non ha alcuna paura di scommettere sulle proprie scelte che, al di là dei consensi o dei dissensi, garantiscono, attraverso un club più organizzato professionalmente, la continuità di Varese sotto i canestri Ma sentiamolo alla vigilia di un'avventura che egli vivrà, evidentemente, con il pathos di chi vuoi capire se ha fatto bene i suoi calcoli.

Le domande sono diverse, a raffiche, cominciamo...

- Con quale spirito lei s'avvicina a un campionato che la vede nelle vesti di quasi presidente?

«Credo che lo stato d'animo sia quello di un cercatore d'oro che s'è attrezzato seriamente e che non va all'avventura. Varese doveva voltare pagina e l'ha fatto, seppur con qualche sacrificio doloroso, in fatto di giocatori o bandiere. Dovevamo però rinnovarci per puntare su qualche giovane e su alcuni elementi che possono arricchirci con la loro diversa esperienza».

- Con il senno del poi par di capire che lei non ha recriminazioni né tantomeno rimpianti.

«E' così.: Penso infatti d'aver operato in piena sintonia con tutto lo staff non senza una continua e serrata dialettica. Ed essendo tutti a posto con la coscienza, non abbiamo scheletri nell'armadio. In poche parole e sin qui siamo soddisfatti».

- Si diceva dei nuovi progetti. Crede d'averli realizzati tutti?

«Qualcuno, invero, s'è perso strada facendo e non per colpa nostra, mi riferisco al rammarico di non essere riusciti a ingaggiare Estill la cui presenza oggi farebbe lievitare ancor di più le azioni potenziali di Varese, ma abbiamo trovato anche un 'alternativa che mi auguro producente».

- Claudio Maria Castiglioni è anche un valente pilota ed avendo dimestichezza con le pole position, dove colloca oggi la squadra in un'ipotetica griglia di partenza?

«Per ora in quarta fila ma, con i pit-stop azzeccati, potremo migliorare posizione».

- Quale sarà il risultato sotto il quale, secondo lei, si potrà parlare di autentico disastro?

«I play off sono l'ovvio obiettivo ma con un distinguo che va fatto in termini di soddisfazioni o delusioni. Un piazzamento migliore dell'ottavo posto dello scorso campionato ungerebbe la consacrazione dei nostri progetti, anche perché sin qui, da quando la mia famiglia regge le sorti della squadra, si è sempre compiuto un piccolo progresso. All'inizio salvammo la squadra, poi raccattammo un dodicesimo posto, quindi un decimo e, l'anno scorso, centrammo l'ottavo. In sintesi sarei felice se facessimo meglio rispetto al campionato passato, deluso se Varese giungesse ottava e disperato se fosse eliminata dai play off».

- Lei, alla sua prima gestione diretta, ha puntato su Giulio Cadeo, un tecnico ancora tutto e compiutamente da scoprire, sposandone filosofie e idee...

«Il tecnico di Arcisate è una persona stimabile per l'energia che dimostra nel portare avanti la propria scuola di pensiero e pure per il coraggio di innovare, ora però deve concretizzare sul campo le proprie idee con una squadra che ha scelto, con noi naturalmente. Mi par di poter dire che Cadeo si gioca il posto, quindi merita d'essere sostenuto».

- Che cosa s'aspetta dai nuovi biancorossi?

«Da Becirovic un'autentica leadership quale espressione, sul campo, del suo decantato talento e dalla sua completa maturazione, da Bowdler una risposta concreta a tutti i suoi guai passati, avendo tutta la nostra fiducia. A Nolan, che è una potente certezza, chiedo solo di confermarsi, d'altra parte proprio il sottoscritto l'ha voluto e imposto. Da Digbeu, che ha gran mestiere e buoni trascorsi in grandi club europei, mi aspetto una presenza di qualità e continuità, d'arricchimento per il gruppo».

- Gli addii a una bandiera come Cecco Vescovi e a Paolo Conti, l'altro varesino, hanno fatto sussultare un po' la piazza. Che cosa s'attende ora Castiglioni dal pubblico e dall'ambiente?

«Un infinito affetto per la squadra, cioè per Varese che sta sopra le parti e che, mi auguro, possa diventare una piacevole sorpresa per entusiasmare la gente biancorossa, al di là delle incomprensioni o dei dissensi dell'estate.

Sono sicuro che tutti remeremo nella stessa direzione dell'armonia); la società, da parte sua, farà di tutto, anche eventuali correzioni in corsa (essendosi riservata, e non per caso, due visti di lavoro di extracomunitari) per spingere la squadra verso ambiti traguardi».

- Milano è cresciuta, anzi adesso, e ogni volta ne parlano, fa un gran can can... Ci sembra il momento di poter aggiornare sportivamente questa rivalità che, una volta, tremenda, s'è illanguidita negli ultimi anni. Lei che cosa ne pensa?

«Sono sintetico: Varese batte Milano. Credo che la nostra squadra, pur sorretta da un'unica famiglia, sia più forte di quella meneghina e della sua "task farce" di imprenditori».

- Campagna abbonamenti e sponsor, delizia e croce per Varese.

«I tifosi sono sempre fantastici. La loro adesione, siamo quasi a 2500 tessere, caratterizza Varese in tutt'Italia. Non arriveremo al record ma siamo felici e grati alla gente di Varese che ci è vicina e che capisce i nostri sforzi. Non abbiamo ancora lo sponsor principale ma già contiamo tante aziende nella nostra squadra fuori campo. Su ogni dieci famiglie alle quali abbiamo bussato, quattro ci hanno aperto promettendoci il loro contributo. Avanti così troveremo un piccolo grande seguito, capace di assicurare quelle risorse che possono alleggerire l'onere di un'unica reggenza non senza una squadra competitiva».

- Infine dica quel che pensa e dal suo pulipito...

«Credo di poter affermare che la famiglia Castiglioni è fiera di garantire la continuità, quindi la visibilità in Italia e in Europa di una squadra che fa grande il nome di Varese».

Giancarlo Pigionatti

Edited by Lucaweb
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