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Gianfranco Castiglioni:"Sono i tifosi a darci forza"


Lucaweb

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Scritto da: Giancarlo Pigionatti

Non si da arie di gigante ma non s'abbassa mai a chiedere, abituato a far da sé, anche di fronte a tremendi impegni.

Nell 'industria, come nel basket, l'orgoglio è un marchio di fabbrica di Gianfranco Castiglioni che, pur con i tempi che corrono, da alcune stagioni sta assicurando la continuità della Pallacanestro Varese. Che, se nell'accezione comune (anche fuori dei confini della città), è un po' come una "cattedrale nel deserto", il merito è suo e della sua famiglia.

Denari ne ha spesi molti, pur di non far sparire il bel giocattolo dei varesini, anche se altri imprenditori, veloci di lingua (nelle critiche), come certe pistole dell'antico West, sembrano sordi ad ogni conta di stagione.

Ma il presidente è abituato a fare calcoli con le sole sue forze, sicché avverte pure fastidio davanti a questi discorsi, realistici fin che si vuole ma troppo triti e ritriti, per diventare buoni argomenti di "quell'unione che fa la forza" per una Varese da scudetto.

«Non c'è bisogno di sbandierare i miei sforzi né tanto meno di battere cassa, l'impegno della mia famiglia e sotto gli occhi di tutti e se nessun altro imprenditore si fa avanti, offrendo le proprie buone spalle, mi sembra inutile sperare in una sensibilità che non nasce spontanea.Oggi c'è solo la mia famiglia ad affrontare l'onere di una così grande prova.

Certo è che la città, nelle sue istituzioni, se non ora, in futuro, debba pur riconoscergli concretamente questa reggenza dispendiosa e difficile.

Questa sottolineatura, a differenza dell'altra, lo coinvolge, capendo senza falsa modestia, d'avere un forte ruolo

pur appassionatamente stimolante, nel far luccicare i lustrini di Varese, per la sua città nel panorama sportivo nazionale. «Presi la società per il piacere di fare una cosa bella nel nome della città, seppur in uno sport che non era il mio, quello dei motori. Molti anni fa mi chiesero di entrare nel calcio ma la pallacanestro mi è sempre piaciuta ed ora mi attizza ancor di più, sentendo questa parte come mia da sempre. Ora poi io e la mia famiglia siamo impegnati in presa diretta e ci stiamo mettendo molto entusiasmo».

Insistiamo sulla questione di benedette e convenienti alleanze, magari attraverso una sponsorizzazione potente...

«La nostra società, oggi come oggi, è come un treno in corsa, che non si può fermare in una stazione qualsiasi per far accomodare qualcuno, intendo dire che il nostro progetto, con le sue relative strategie, pensate per realizzarlo è già definito. Certo è che uno sponsor, sempre che condivida la nostra filosofia, che è molto semplice, nell'interesse degli sportivi, è graditissimo. Qualche buon rapporto, almeno a parole, c'è già, mi auguro davvero che salti fuori un bell'abbinamento. Nel frattempo, con le maglie senza scritte (quella di Varese, ovviamente a pane) non soffriamo, anche se si sarebbe potuto proseguire, in precampionato, con la "Casti Group" sul petto. Presto stabiliremo che cosa fare».

Gianfranco Castiglioni dimostra anche grande umiltà nel confessare d'aver seguito, pur essendoci rimasto male, la linea di suo figlio...

«A proposito mi preme ringraziare pubblicamente Claudio per la sua azione diretta nella gestione della società, pur avendo compiti di rilievo nelle nostre aziende che, sino a prova contraria, vengono prima dello sport, quindi del divertimento. Condivido la sua politica che ha attuato e senza fare troppa polvere. Il general manager è lui, uno di famiglia, consapevole delle responsabilità».

Personalmente chi scrive ha sempre sostenuto che spendere soldi attraverso le scelte dì altri, di passaggio a Varese, sia un grave errore, ancorché la pensino diversamente alcuni sommi pontefici, di dubbie verità. E di esempi sono piene le fosse.

Ma continuiamo con Gianfranco Castiglioni che tiene a evidenziare la sua soddisfazione per la società, come dire che tutti gli uomini del presidente garantiscono massima serietà... sul lavoro. «Mi piace molto anche la squadra. Naturalmente non sono un competente per poterla giudicare tecnicamente o capire quali risultati potrà ottenere in campionato, ancorché il successo... mi sta piacendo parecchio il suo comportamento nella vita di tutti i giorni. Mi sembra gente molto seria, rispettosa del gruppo e dei nostri valori. L'impressione è positiva, queste qualità presuppongono grande cuore e voglia d'essere una grande squadra. Se lo sarà anche sul campo, lo vedremo non presto ma molto presto».

Innanzitutto dovrà vincere a Masnago per far felici società e tifosi...

«Dovrà vincere anche ad Avellino, le nostre aspirazioni non sono da piccolo convento, l'attualità è imprevedibile ma conta l'avvenire che dovrà un giorno regalarci quelle soddisfazioni che tutti cerchiamo».

Insomma, chi dura, la vince. Ha ragione il presidente guardando oltre le più strette frontiere, ben conoscendo tutti gli sforzi che ha compiuto e che ha in animo di affrontare. E oggi al primo posto vengono i tifosi...

«Viviamo nel pianeta basket per loro. Più di tanti contributi, vorrei vedere tanta gente sugli spalti, soprattutto gli abbonati, cioè quei tifosi di una razza pregiata, per fedeltà e passione».

E per la felicità della gente biancorossa che Gianfranco Castiglioni, avendo già di che pensare con i suoi cinquemila dipendenti, è sceso in campo per superare belle sfide e non velenose battaglie.

Giancarlo Pigionatti

Edited by Lucaweb
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