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Amaro Castiglioni:"Al campionato ci iscriviamo"


Lucaweb

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Scritto da:Giancarlo Pigionatti

Quale Varese sarà? Saperlo è impossibile, capirlo quasi. Forse nemmeno la società ne ha un'idea, avendo ancora la testa che ronza di mille sensazioni di fronte a un risultato non esattamente gratificante. In soffitta, e finalmente, il "tran tran bianco-rosso", di una squadra da 0-0, visto il suo bilancio in pareggio (17 vittorie e 17 sconfitte), la famiglia Castiglioni cerca di ricaricarsi con giuste motivazioni o meglio nuovi entusiasmi (ora come ora nel sottosuolo del disgusto) per affrontare il futuro. Ieri è stata la giornata delle riunioni, una ha visto Claudio Maria Castiglioni, Mario Oioli e Gianni Chiapparo attorno a un tavolo.

Tanti gli argomenti sul tappeto, ancorché a caldo, innanzitutto per abbozzare valutazioni di merito che riguardino il collettivo e i singoli attraverso le tante immagini forti di un campionato più perfido di Gei-Ar, almeno, per una Whirlpool già sepolta prima del tempo (e dalle sue stesse mani), se pensiamo ai play off, ancora possibili nelle ultimissime giornate. Si è allora ragionato, come in ogni azienda, che si rispetti, di fronte a un "fatturato" o, meglio, a un "utile" che non "torna" e che si supponeva migliore, pure al di là delle proprie potenzialità "produttive". Nessuno investe tanto denaro per accontentarsi di un bilancio in pareggio quale è una sufficienza (come il sei politico) dovuta al solo fatto d'essere presenti sul mercato...

Meglio allora vivere alla giornata, spendendo molto meno e sia benedetto tutto quel che passa il convento.

Ci immaginiamo simili discorsi, bilanci alla mano (quelli finanziari), per un realistico e cosciente consuntivo, se non altro come premessa a un nuovo progetto di spesa. Supponiamo che, in casi simili, si sia tentati parecchio dalla delusione per puntare su una squadra giovane, con due, tre stranieri buoni (si dice sempre così), il che significa un obiettivo di salvezza e a costi ragionevoli. Salvo poi rotolare e rischiare, quando è ormai tardi, un crac.

In trent'anni di questo mestiere ne abbiamo sentite tante su propositi del genere, anche accettabili dalla "piazza" che comprende, almeno sin quando non di mezzo non ci sono il campo e i risultati.

Abbiamo però ragione di credere che i Castiglioni, ingoiato un altro boccone amaro, si rimettano in azione, trascinati, una volta di più, dal motorone del loro orgoglio di mecenati, per il bene della città dei canestri. C'è tempo per quel giorno in cui passeranno la mano.

Sicuramente la squadra verrà iscritta al campionato: questa è già una notizia, anche se, detta o letta così, ha tutta l'aria di un forte e amaro ridimensionamento. Ma non sarà così, ne siamo sicuri, anche se la famiglia Castiglioni ne ha ben donde di che lamentarsi.

«Il papa ha ragione quando non vede un grande futuro attraverso i suoi enormi sforzi - spiega il figlio Claudio Maria -, mi sembra il momento in cui qualcuno debba farsi avanti per aiutarci in un onere così impegnativo. Oggi abbiamo le gomme a terra, è vero, vorrei vedere altri al nostro posto, soprattutto dopo aver appreso da Mario Ghiacci che, a Udine, gli enti pubblici, con quasi un milione di euro, aiutano la Snaidero. Qui, invece, oltre a non avere il becco d'un quattrino dal Palazzo, paghiamo pure, e non quattro solidi, per l'affitto del palasport».

Il giovane vicepresidente non nasconde l'avvilimento della sua famiglia, anche per quel dato che non addolcisce certo la pillola, vale a dire il risultato finale che ha l'effetto di una staffilata: «L'ultimo periodo ci ha fatto perdere la gioia di fare qualche cosa di bello per la pallacanestro. E in quaranta giorni di vera quaresima, tra una prova più raccapricciante dell'altra, (le due, poi, con Milano restano tombe per il nostro entusiasmo), la squadra ha rovinato quanto di buono, pur con disappunti e limiti, aveva realizzato».

Veri incidenti di percorso ma senza constatazione amichevole, non c'è che dire, capendo tanto scoraggiamento.

Morale, un lunedì intenso ma senza reali novità, come non lo è quella che riguarda Gianni Chiapparo del cui ritorno in società demmo conto tempo fa. A chi, mormorando, candida Chiapparo come nuovo general manager, il vicepresidente fa notare che nella stanza dei progetti siedono più persone e che si decide collegialmente: «A questo tavolo c'è anche Gianni, come consigliere della proprietà, avendo già e peraltro un ruolo nevralgico quale uomo di raccordo tra Pallacanestro Varese e Robur et Fides le quali, nell'attuare una "sinergia giovane", mi preme ribadirlo, restano autonome».

Dunque, il club biancorosso è in una fase di studio, un po' critica, per comprensibili umori, in attesa di riunire attorno a un tavolo Ruben Magnano, deciso a restare, non certo per guidare una squadretta.

Giancarlo Pigionatti

Edited by Lucaweb
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