Lucaweb Posted June 29, 2008 Share Posted June 29, 2008 di Francesco Caielli VARESE Gianni Chiapparo, ventiquattro ore dopo la sconfitta nel derby, mastica ancora amaro. Quel finale sciagurato, in cui la sua squadra si è sciolta come un gelato al sole d'agosto, non gli va proprio giù. «Ma sì, perché perdere in quella maniera fa male. Anzi, fa rabbia. Abbiamo fatto bene per tre quarti, poi appena Milano ci ha raggiunto ci siamo disuniti, e loro hanno vinto senza fare nessuna fatica». Motivi? Siamo stati approssimativi, abbiamo avuto fretta, non siamo stati squadra. Il risultato? Abbiamo forzato in attacco e abbiamo smesso di difendere, concedendo contropiedi, tiri facili. Ma cosa pensavamo? Che avremmo avuto vita facile con una squadra come Milano? Quelli sono dei campioni, arriveranno in finale scudetto. E se soltanto gli concedi qualcosa, ti puniscono. Una squadra che si è disunita. Proprio ciò che Varese non deve fare, o no? Esattamente: abbiamo fatto tutto il contrario di quello che avremmo dovuto. È mancata la lotta. E io l'ho detto e ripetuto in tutte le salse: a Varese non c'è spazio per chi ha paura e per chi molla. Ha detto benissimo Gianfranco Castiglioni subito dopo la partita: «Questa squadra non può prendere un parziale di venti punti (dal più nove al meno tredici)». Ha ragione, io ho meditato molto su quella frase. E come mai Varese, da un momento all'altro, si è sciolta? Non credo l'abbiano fatto per egoismo personale. Piuttosto ognuno ha cercato di riportare la squadra in partita pensando solo all'attacco. La verità è che noi siamo un passo indietro rispetto alle altre. Molte squadre ci sono superiori perché hanno giocatori più forti e panchine più lunghe. Altre ci sono superiori perché compensano la mancanza di talento con lo spirito di gruppo, giocando insieme. Noi no, non lo abbiamo fatto. Non siamo stati una squadra. Preoccupato? Molto. Perché se i nostri giocatori non riescono a gestire la tensione di partite come quella di domenica e si fanno schiacciare dalla pressione, significa che non sono i giocatori che pensavamo di aver preso. La sconfitta del derby fa male anche e soprattutto per la cornice che si era creata. Un palazzetto caldissimo, partecipe, i primi due quarti di bella pallacanestro: insomma, nulla che giustificasse il crollo psicologico che abbiamo avuto. E ora? Ora è giusto predicare calma, ma mettere in chiaro che tutti sono obbligati a lavorare per la squadra e non per loro stessi. Chi sgarra da questa regola fa le valigie. Si può perdere, ma solo dopo aver lottato alla morte per vincere. E noi con Milano abbiamo perso senza lottare, per demeriti nostri. È giusto dirlo subito, e chiaramente: preferisco chiudere la stalla prima che i buoi siano scappati. Quindi? Quindi piedi per terra. Mettiamoci in testa che siamo una squadra da metà classifica, che può fare un discreto salto di qualità a patto che si verifichino due condizioni. Primo: si deve lavorare tutti insieme. Secondo: nessuno deve fare il fenomeno quando arriva il momento di accettare un cambio o, magari, giocare meno dell'anno scorso. Francesco Caielli Link to comment Share on other sites More sharing options...
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