Oioli:"Vincente la solidità del nostro impianto di gioco"

[Lucaweb]

di Giuseppe Sciascia

Sci vittorie nelle ultime sette partite, ruolino indubitabilmente "da playoff" per una Whirlpool che si risveglia al quinto posto di una classifica generale ancora convulsa dopo i soliti "sommovimenti" del decimo turno. Niente male per una squadra che dopo tre turni di campionato viaggiava "al palo" insieme alla sola Avellino: una crescita lenta ma costante che Varese ha saputo "monetizzare" sia in campo che in classifica.

«La serie positiva deriva dalla quadratura del cerchio che la squadra ha saputo trovare a dispetto delle assenza, come ha dimostrato nella sfida contro Udine - spiega il GM biancorosso Mario Oioli - La continuità di rendimento è una chiave fondamentale in un campionato come questo dove non ci sono grandi star e la differenza la fa la solidità dell'impianto di gioco. Noi stiamo lavorando su questo tipo di struttura che sta crescendo di partita in partita, mentre l'evidenza dei risultati dice che altre squadre stanno faticando a trovarla».

Sinora hanno pagato tutte le "scommesse" estive per una squadra dal budget non certo di prima fascia, che però a dispetto della partenza ad handicap ha saputo fare tesoro delle lezioni iniziali "appoggiando" i suoi destini su una coralità di alto livello:

«Le linee guida nella costruzione della squadra tendevano proprio a questo tipo di rendimento - conferma Oioli - Adesso però non bisogna esaltarci eccessivamente, perché 10 giornate sono un periodo troppo breve per dare giudizi definitivi. Certo 12 punti sono una buona base da cui partire, però il "gruppone" è subito alle nostre spalle e basta un calo di tensione per essere risucchiati, la sconfitta di Biella è un monito in questo senso. Però la posizione di classifica è psicologicamente importante per tutti, soprattutto per i giocatori che vedono ripagati così i loro sforzi: a mio avviso la squadra ha le possibilità per mantenersi in questa situazione a corta distanza dalle grandi, non dobbiamo però commettere l'errore di focalizzarci su obiettivi intermedi come la qualificazione alla Coppa Italia. Le Final Eight debbono essere una tappa e non un traguardo per la nostra stagione, negli ultimi due anni ci siamo "sgonfiati" ogni volta che siamo riusciti a tagliare quel traguardo...».

Oioli torna sul match di sabato contro Udine per sottolineare alcuni aspetti

particolarmente positivi nelle pieghe della partita: «Vorrei spendere una parola di elogio per Gregor Hafnar, che è stato sicuramente il più positivo - afferma il DS della Whirlpool - Lui ha buoni fondamentali per disimpegnarsi anche in regia e soprattutto ha più esperienza di Capin: il suo sprazo da playmaker ha girato il senso della partita perché ha aumentato il ritmo del gioco e delle esecuzioni. Mi è piaciuto anche il fatto che abbiamo concesso un solo rimbalzo offensivo pur in una partita dove ci sono stati tanti errori al tiro: sono convinto che a questa squadra non serva un uomo d'area di stazza e centimetri, perché la miglior qualità difensiva è quella di sporcare le trame avversarie e per farlo servono giocatori atletici. E comunque mi è piaciuto anche Holland, che ha saputo adeguare le sue scelte di tiro alle esigenze della partita dopo un primo tempo incerto».

Varese da "piani alti" dunque in attesa di verificare le condizioni di Keys (ieri e oggi impegnato con il preparatore atletico Pilori, stasera si valuterà l'eventuale rientro nel gruppo a partire da domani) in vista della trasferta di Montegranaro:

«Ci aspetta una trasferta difficile sul campo di una squadra che ha grande entusiasmo - sostiene Oioli -La Premiata ha un impianto di gioco già collaudato con un allenatore come Pillastrini che è bravissimo a costruire un sistema corale. Noi proveremo a fare risultato nella prima di una serie di sfide contro le "rivelazioni" del campionato che ci attendono nella seconda metà dell'andata; certo se le "big" annunciate fanno fatica per noi è un vantaggio, però la mentalità da vertice di questa Whirlpool sarà da scoprire proprio alla prova delle battaglie con le "piccole"...».

Giuseppe Sciascia