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Fernandez:"A Scafati si decide una bella fetta di stagione"


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di Damiano Franzetti

VARESE Ultimo allenamento del 2006 per la Whirlpool che ieri sera ha oliato gli ingranaggi in vista della trasferta di domani a Scafati. Un blitz necessario, secondo i piani, per guadagnare due punti chiave per la qualificazione alla Coppa Italia. Tutti arruolati gli uomini di Magnano, con un solo dubbio su Gergati visto che il play sta combattendo con l'influenza; se non ce la facesse è già in allerta Andrea Marusic.

A Scafati intanto si lavora per inserire l'ultimo acquisto, la guardia zairese-belga Guy Muya, mentre per il momento non ci sono notizie ufficiali sul dominicano Jack Martinez, uno dei big della formazione campana. Qualche voce lo da vicino alla Fortitudo, ma a meno di colpi di scena il lungo ex Roseto sarà regolarmente in campo contro Varese.

Chi lo conosce bene, e si occuperà di tenerlo a bada, è Gabriel Fernandez che lo scorso anno a Masnago vinse un duello da scintille all'interno dell'area colorata.

Jack Martinez, un cliente scomodo per i lunghi biancorossi: come si fa a limitarlo?

Bisogna sempre stargli vicino e limitare i palloni che sono diretti a lui, visto che sa segnare da vicino e da lontano ed è bravo a lavorare sui rimbalzi offensivi. Insomma: mai dimenticarsi di lui, altrimenti ti punisce. Lo so, perché oltre che con Roseto mi è capitato di affrontarlo in Sudamerica, anche con la nazionale.

L'anno scorso però, in pochi minuti, lo tolse dalla partita anche con qualche astuzia.

Ma no, nessuna scorrettezza (ride ndr). Lo abbiamo chiuso in post basso e raddoppiato spesso: lui non ha trovato gli spazi e i tiri che desiderava, ha perso la concentrazione e di conseguenza la pericolosità.

Un brutto cliente è anche il portoricano Apodaca: un altro giocatore che lei ha affrontato più volte.

È vero: tra Argentina e Portorico si sono disputate parecchie partite, sia ufficiali sia amichevoli. Rick è un ragazzo che sta facendo bene alla , prima esperienza italiana, ma che secondo me potrebbe fare ancora di più. In attacco è molto pericoloso: per evitare problemi sarà utile attaccarlo molto quando è in difesa. La Whirlpool ha nel suo ruolo Holland, Carter e Hafnar: toccherà a loro farlo stancare.

Con che mentalità la Whirlpool vola a Scafati?

Siamo nel pieno di un periodo sereno per le festività natalizie. È importante però non deconcentrarsi perché ogni partita in più è un passo importante verso la Coppa Italia e verso i playoff. Ora cominciano quei due mesi in cui l'anno scorso iniziammo a calare: un errore che non dovremo ripetere, quindi scenderemo in campo molto determinati. Qui si decide una bella fetta di stagione.

Come ha trascorso il Natale?

Durante la pausa sono stato qualche giorno in Spagna, a Vitoria dove avevo giocato. Siamo tornati a Varese alla vigilia, per fare allenamento, mentre il giorno di Natale l'ho passato con la mia famiglia, quella di Daniel Beltramo e con Franco Prelazzi, l'argentino che gioca a Casale che è amico del "Pirincho".

Un regalo che ha apprezzato.

Mia moglie Laura mi ha regalato un tiro a segno con le freccette. Lo userò per tenere la mano calda e la mira pronta.

Lei è arrivato a Varese su precisa richiesta di Magnano. In questo anno e mezzo, il suo rapporto con il coach è cambiato?

Direi di no. Lo conoscevo già bene, so bene cosa vuole da me e

quello che io posso dare a lui e soprattutto alla squadra. Un rapporto che rimane normale, tranquillo.

Cosa le manca del suo paese, e cosa invece ha trovato a Varese che la fa sentire "a casa"?

Soffro un po' la lontananza con i miei genitori, senza dubbio; a febbraio però verranno a trovarmi e ciò mi fa un grande piacere. Quel che mi ha stupito di Varese è invece il calore della gente, i cori, i canti: sembra davvero un pubblico argentino. Certo, quando la squadra non da il 100% ci sono i fischi, ma del resto qui siete abituati bene. Sentire il palazzetto cantare, ma anche vedere i tifosi e i loro striscioni sui campi di tutta Italia mi da invece una grande carica.

Quando intervistammo i due giovani, Genovese e Gergati, alla domanda "Chi non vorresti far arrabbiare" risposero entrambi "Gaby". Ma lei è davvero così feroce?

Ma no, quando non sono arrabbiato non sono cattivo! Anzi, qui non è mai realmente successo nulla (ride ancora una volta, ndr). Poi con l'età ho imparato a stare calmo e tranquillo: in Argentina in effetti in più di un'occasione ho... dato spettacolo. Anche in Spagna, una volta, dopo essere stato provocato, ma ormai quelle reazioni le ho messe alle spalle. Forse.

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