Lucaweb Posted July 10, 2008 Share Posted July 10, 2008 di Francesco Caielli ROMA Una giornata romana, passata tra la presentazione alla stampa delle prossime finali di coppa Italia e una passeggiata per le vie del centro in un pomeriggio di gennaio che pare già primavera. Gianni Chiapparo ha passato così il suo lunedì, provando a staccare mentalmente dall'ennesima sconfitta in trasferta arrivata sul filo di lana. Perdere così fa sempre male, anche se in questo campionato Varese dovrebbe avere ormai fatto il callo alle beffe sulla sirena visto che sta capitando con frequente regolarità. E così, guardandosi indietro, il rammarico per quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato è forte, e non ti fa dormire la notte. Il Gianni era tra i pochi dirigenti ad avere accettato l'invito della Lega ed era presente, ricevuto dal sindaco Veltroni, alla presentazione delle finali che si terranno a Bologna dall'8 all'11 febbraio. «C'erano tanti giornalisti e pochi dirigenti -spiega -, ma è stato un incontro importante e positivo. Ho conosciuto Veltroni, che mi ha illustrato i suoi progetti per rilanciare il basket nella capitale: nei prossimi anni verranno costruiti due palazzetti da tremila posti, e altri cinque da mille posti nei quartieri periferici. Un po' di invidia, sarò sincero, mi è venuta». Torniamo alla partita di domenica. Quali sensazioni, a ventiquattr'ore di distanza? Ieri abbiamo lasciato il consueto giorno di libertà, quindi non ho avuto la possibilità di sentire nessuno. Tutto tranquillo? No, per niente. Sono ancora molto incazzato. E non solo io, perché perdere così, sul filo di lana, è sempre brutto. Ieri ho visto la squadra alla partenza dall'aeroporto di Catania, ed erano tutti molto delusi. Cosa resta della partita di Capo d'Orlando? Come sempre accade, ci sono state delle cose positive e delle cose estremamente negative. Partiamo dalle cose che le sono piaciute. Siamo stati bravi a rientrare in partita, nonostante un ambiente terribilmente ostile. Il PalaFantozzi era una vera e propria bolgia: i tifosi siciliani sono stati molto corretti ma estremamente rumorosi, mica come a Treviso dove abbiamo fatto una rimonta simile, ma pareva di giocare in chiesa. Ecco, riuscire a fare una break come il nostro in quella situazione è stato difficile, ed è il segno che siamo una grande squadra. Cosa non le è piaciuto? Eravamo avanti di sette punti, con la possibilità di chiudere la partita, e invece ci siamo fatti infilzare con tre tiri da fuori consecutivi e loro si sono esaltati. Abbiamo preso una tremenda imbarcata, cosa che purtroppo fa parte del nostro Dna visto che ci capita spesso. Che devo dire? Lavoreremo per risolvere questo problema. Cosa non ha funzionato a Capo d'Orlando? Abbiamo avuto poco dai nostri playmaker, che per la prima volta in questa stagione sono incappati insieme in una brutta serata. E poi abbiamo tirato molto male da tre punti, sbagliando ottime conclusioni che solitamente segniamo ad occhi chiusi: Holland, Galanda e Capin hanno avuto percentuali insolitamente basse. E dire che sarebbe bastato segnarne solo uno in più. Anche Carter ha steccato. Troppa emozione? Keith è un ragazzo d'oro, sensibile. Questo lato del suo carattere lo porta, però, a sentire troppo le emozioni legate a partite come quella di domenica. Ormai ha trent'anni, e dovrebbe essere più sfacciato. Francesco Caielli Link to comment Share on other sites More sharing options...
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