Lucaweb Posted July 11, 2008 Share Posted July 11, 2008 di Giancarlo Pigionatti Troppe attese, se grondanti di intime e potenti pressioni, nuocciono a Magnano e ai suoi uomini. Dopo la Coppa Italia di Casalecchio di Reno contro la padrona VIdivici, ecco il derby con Milano che, a giochi fatti, evoca un verismo abbastanza lapidario, naturalmente per Varese. Alla vigilia di questa gara osservavamo che certe aspettative, da grande squadra, seppur con una posizione di classifica che ne legittimava e che ne legittima ancora i meriti della Whirlpool, avrebbero potuto ingannarla, se soltanto qualcuno, al suo interno, abbia semplicemente creduto di poter spiattellare i propri lustrini in faccia a una rivale tanto illustre quanto rabberciata da pesanti assenze. Già, questo odioso realismo. Che rischia d'apparire come un... preservativo ai bei sogni ma che, a testa fredda, aiuta a riflettere sui limiti della propria squadra in uno sport, come il basket, abbastanza scientifico nei suoi rapporti di valori, il che, comunque, sia chiaro, non autorizza a rinunce in aspirazioni ai fini d'un grande risultato. Obiettività ce ne vuole, almeno per riconoscere la superiorità d'organico di Milano, priva peraltro di Blair e Bulleri, come dire di una Whirlpool in campo senza Carter né Fernandez, al di là dei paragoni tecnici diretti. Ce ne vuole anche per accettare una sconfitta che, altrimenti, resterebbe indigeribile ma, soprattutto, per non sciupare convinzione e tranquillità, così faticosamente conquistate. E' il momento infatti di proteggere, dopo una delusione di piazza e coi piedi per terra, quel piccolo grande patrimonio qual è una classifica d'alta quota. E se le statistiche, almeno nel basket, non sono numeri dati al lotto, perché corrispondono a peculiarità tecniche e tattiche che, insieme, testimoniano il rendimento di un collettivo, evidentemente questo derby ha propugnato precisi rapporti di forza tra le squadre in campo. Le cifre fanno registrare per Milano in casa 80 punti segnati e 70 subiti ai media a gara, mentre per Varese lontano da Masnago 81 realizzati e 85 subiti. Si dice che ogni gara faccia storia a sé ma il risultato del Forum (83- 72) assume valore di una prova del nove (punto più, punto meno) per l'Armani mentre per Varese lo è solo, e purtroppo, per i canestri subiti. Certo è che la squadra di Magnano è mancata in difesa, lasciando agli avversari le loro medie di segnature ma, soprattutto, in attacco laddove s'è perso un riferimento esemplare qual è solitamente Galanda, inguaiato presto dai falli, dei quali due commessi dopo poco più di un minuto e mezzo di gioco, uno poi da solo in assedio (dov'erano gli altri?) nonché sotto pressione in attacco, riconoscendogli, -vieppiù, gli avversari il suo ruolo di "chiaro leader" della Whirlpool. Il furore di Giacomo, a nostro modesto avviso, trova concretezza, anzi esaltazione se la squadra gira. E se essa gira, l'azzurro ne diventa un carismatico trascinatore. Quando invece la Whirlpool s'arrabatta in manovre senza ritmo e prevedibili, venendole meno anche il tiro dalla distanza, essa rischia di sprecare anche quel soldane in più che ha da spendere in estemporaneità qual è l'estroso e talentuoso Holland le cui iniziative finiscono per infrangersi tra gli scogli di difese raddoppiatissime. S'è detto dei due uomini più in vista di Varese, mentre gli altri, in simili situazioni, sembrano con la faccia al muro ancorché Fernandez, un atleta molto ricco di qualità e fisicità, non basta - ed è un peccato - com'è accaduto al Forum. I due play di Varese, vale a dire Keys e Capin, meritano un vecchio discorsetto: sono infatti bravini e ammirevoli ma non posseggono spessore e personalità, almeno tali da garantire un 'impronta alla squadra nel bene come nel male. Ci sono play capaci di far emergere ma anche di far affondare i compagni, i due biancorossi, invece, danni non ne fanno. Detto al bar: non fanno perdere in casa ma non vincono fuori. I demeriti degli uni si sovrappongono ai meriti degli altri: Djordjevic, per esempio, ha cucinato la temutissima Varese a fuoco lento grazie a una difesa che ha avuto proprio in Calabria uno straordinario esecutore d'ordini e marcature, tant'è che lasciando, per una volta, il suo mestiere di tiratore, l'italoamericano ha preso rimbalzi e palloni segnando pure per falli subiti in lunetta. Meglio di così, per rendimento, non avrebbe potuto pretendere Calabria, d'altra parte a scaldare il cotone ci pensa Danilo Gallinari che, poco più di un ragazzo, non ha bisogno di suggerimenti né di spinte per esplodere suo spaventoso talento che, contro Varese, spesso ha forzato, consapevole delle sue qualità. È a rimbalzo Milano ha fatto il resto. Elementare, Watson! Davvero super in una difesa, quella biancorossa, abbastanza frustrata dal proprio inceppato attacco. Ci vorrebbe una grande foglia di fico per nascondere le giuste ambizioni della Whirpool, a costo di fare come l'Empoli che, nel calcio, in zona Champion 's League, punta alla salvezza. Varese deve sentirsi una sfidante e non una sfidata com'è accaduto, almeno così ci è sembrato, nel derby. Così sia, sabato sera, contro una Benetton da battere. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Recommended Posts