Lucaweb Posted July 12, 2008 Share Posted July 12, 2008 di Massimo Turconi Fotografìe. Billy Keys nervosissimo e frustato. Gek Galanda, seduto in panchina, con la testa fra le mani, Delonte Holland che, trotterellante per il campo, dispensa momenti di classe assoluti (vedi una incredibile schiacciata contro la difesa schierata) in mezzo a tanti, troppi, paurosi vuoti mentali. Poi, Capin deprimente, Hafnar furente. Howell inconcludente, Carter impotente in una Whirpool assai scadente. Triste album di una trasferta con un vago ricordo di Titanic: mentre l'orchestrina della TdShop.it suona il suo ultimo allegro valzer stagionale, i "passeggeri" varesini guardano e ascoltano. Tutti destinati ad affogare. I primi in LegaDue, i secondi nell'abisso delle loro paure. «Dopo una prestazione simile non so veramente cosa pensare a proposito della mia squadra e - dice Ruben Magnano, coach della Pall Varese -, nonostante i buoni propositi, ancora una volta, siamo stati schiacciati dalla pressione. Evidentemente le elevate aspettative create intorno al gruppo, anziché da stimolo, stanno agendo da elemento sgretolante per una Varese che. guarda caso, da Napoli in poi, non è stata più capace di vincere». - Da allenatore, quale idea s'è fatta in merito? «Difficile trovare giustificazioni, tuttavia - continua Magnano -, credo che questa squadra, sottoposta a un fuoco martellante, anche quando si trovava al quarto-quinto posto, ricordo perfettamente che, pure quando stavamo molto bene in classifica, qualcuno storceva il naso. Così, forse, non siamo stati in grado di reggere, per così dire, al peso di richieste che, alla lunga, hanno probabilmente gravato sulla testa e nelle coscienze. Perché, diciamolo, nel nostro caso, i problemi mentali stanno superando di gran lunga quelli tecnici. La Varese di Livorno non è nemmeno lontana parente di quella che tutti hanno visto e, credo, apprezzato per almeno tre quarti della stagione. Mai siamo andati in palestra a giocare a carte, sempre ci siamo allenati con grande impegno e i ragazzi, sotto questo profilo, non possono essere accusati di nulla. A questo punto credo che, dentro ognuno di loro, e di noi, sia scattato qualcosa di maligno e perverso. Sicuramente disturbante. Così, in questo momento, credo che sia dannosissimo il clima di "vacanze" che qualcuno ha già scatenato. Anzi credo che, con tre gare casalinghe, che sono anche tre scontri diretti difficili e delicati ma alla portata, si debbano coltivare ancora grandi speranze e non buttare via tutto con largo e ingiustificato anticipo sui tempi previsti». - Quindi? «Quindi, col treno ancora in corsa, non voglio perdere tempo nella ricerca dei colpevoli. Il mio lavoro è trovare soluzioni per affrontare bene Scafati, Roma, Cantù Capo d'Orlando e Bologna Virtus. La sera del 13 maggio andremo a leggere la classifica e, eventualmente, chi per la sua parte, potrà dare il via al processo. Adesso, a mio parere, è un po' prematuro». - La prima di queste soluzioni? «La prima, mentale, sarà quella di riportare un pizzico di tranquillità di gioco e di serenità d'animo in un gruppo che, anche a Livorno, nei momenti cruciali s'è perso in un bicchier d'acqua. Ho visto tanto nervosismo, in gran parte ingiustificato e che ci ha fatto sbagliare tutte le scelte. Ma c'è anche una seconda soluzione di tipo tecnico ed è quella di ridare consistenza difensiva alla mia squadra perché, con tutto il rispetto per Livorno, 97 punti subiti sono un'enormità, quindi frutto di costante deconcentrazione. Dunque, rimettere i cervelli di tutti i giocatori sui nostri binari per superare insieme le avversità». - A questo punto lei sì sente solo? «Può essere e, del resto, quando le cose vanno male, è normale che ci si nasconda o si cerchino alibi, mentre è bello essere amici, sodali e uniti quando si vince. Sono momenti che fanno parte dello sport e della vita ma io ho ancora la speranza e forza per mettere in mostra una reazione. A questo punto, al di là dei ruoli, sono curioso di vedere chi, da qui alla fine, spremerà il 100% di sé per raggiungere l'obiettivo. In questo momento tutti abbiamo da perdere qualcosa». - Scafati, ultimo treno? «No, non l'ultimo ma sicuramente un altro convoglio importante che sta per passare da Masnago. Noi contro Apodaca, leader e motore della Legea. Noi "per" Galanda, il nostro capo sul parquet, nonché il giocatore del quale, in questo momento, abbiamo bisogno come l'aria che respiriamo». - Quale clima si aspetta? «Non saprei. In cuor mio, per il bene che voglio alla società, alla squadra, al mio lavoro, spero in un sostegno senza pregiudizi. Un 'altra cosa di cui, come potete immaginare, abbiamo assoluta necessità e i processi anche duri, come dicevo, alla fine». - E a quelli che la contestano? «E' un loro diritto cui, con serenità, rispondo volentieri. Meglio "Magnano torna en tu casa !" in spagnolo. O. magari, in italiano. L'inglese - commenta ironico Ruben -, sapete, non mi piace». Massimo Turconi Link to comment Share on other sites More sharing options...
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