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Ricavi certi e mezza squadra fatta aspettando Castiglioni e Magnano


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di Giancarlo Pigionatti

Non si muove foglia che Gianfranco Castiglioni non voglia. Come sempre di questi tempi, a spina staccata con il basket per il grande patron che ha ben altri pensieri in testa come capitano d'industria. Diamine, non c'è fretta, certe scadenze, anche le più vicine, sono di là da venire, intendiamo quelle del 30 giugno per l'eventuale conferma di Keith Carter (che implora: "Varese, tienimi"), mentre è un po' diverso il discorso che riguarda Capin, già confermatissimo dal club ma non ancora sicuro biancorosso, mancando la sua parola (di assenso), che dovrà essere chiara entro la fine del mese. Per Marco Passera, se non ricordiamo male, la data fatidica è il 20 giugno, entro il quale il piccolo e talentuoso varesino potrà scegliere se restare a Soresina o fare fagotto, in questo caso per tornare a casa ("Varese, prendimi", ha

detto il play su queste colonne), sempre che la società biancorossa si impegnerà a coprire la somma imposta, alla voce "escape", dal suo contratto. Il generai manager Gianni Chiapparo, giorni fa, faceva conto di offrire Federico Bolzonella e Francesco Conti a Soresina evitando un'uscita di cassa ma bisogna pur fare i conti con le aspettative degli interlocutori. Staremo a vedere.

Il 30 giugno è fatidico, come termine, anche sull'asse Varese - Magnano, alla luce di un contratto già garantito al tecnico argentino per un'altra stagione ancora, seppur con clausole precise e definite, (anche per contanti) qualora una delle due parti dovesse decidere di troncare un rapporto che non è indissolubile ma che, ora come ora, non ci sembra affatto in crisi. Sicuramente non vi sarà bisogno dell'ultima ora per conoscere il destino di Varese e quello del suo allenatore, presumibilmente sarà lo stesso, di continuità, ben conoscendo la stima di Gianfranco Castiglioni per Ruben e l'affettuoso attaccamento dell'allenatore per il proprietario. Tempo fa Magnano ci confidò che sarebbe rimasto a Varese, non vedendovi intralci, nemmeno per offerte di grandi club, a patto di chiarire - questo sì -alcune non simpatiche questioni che lo riguardano e che pretendono un

chiarimento con il general manager il quale, lo sanno anche i muri della città, se avesse potuto, avrebbe probabilmente già assoldato un sostituto.

«Già, non si può stare su una barca nella quale vi sono persone che remano contro", questo è un po' il senso del discorso, comprensibilissimo, dell'allenatore nei confronti del quale si possono anche avere dissensi, in realtà lo stesso Chiapparo, giorni fa e pacatamente, ha spiegato di non avere nulla contro Magnano, al di là di un'idea diversa di basket ("mi piacerebbe un gioco più frizzantino"), valendo allora e soprattutto quella pregiudiziale relativa a un budget che, se è da ridurre, farebbe a pugni con lo stipendio abbastanza principesco di Ruben e con quello di altri salariati biancorossi.

Certo, si possono avere idee e scelte diverse ma devono essere chiare, peraltro Chiapparo sa bene che ogni sovrana decisione spetta alla proprietà.

Nessuno s'annoia in sala d'attesa, anche perché le novità potrebbero non essere così clamorose come qualcuno, su piazza, spera. Dunque, Magnano, sparito all'indomani dell'ultimo match di campionato, giorni fa lo davano in Sardegna, presto alzerà quel velo che egli ha calato di proposito sulle sue intenzioni e idee. Noi crediamo che resterà, dando per buoni quei suoi principi secondo i quali, se proprio se ne andasse, tornerebbe in Argentina, volendo infatti onorare un impegno preso con la famiglia Castiglioni, quindi a nulla valendo, per esempio, eventuali offerte di club europei. Se non lo cacciano e se Ruben non si smentisce, lo ritroveremo alla guida di Varese la quale è pure mezza fatta con De Pol, Galanda e Hafnar (per effetto di pluriennale) e con Fernandez (freschissimo di rinnovo), in attesa di rimettere le mani su Capin, eventualmente su Carter (sostituibile, e con ragione, da una guardia di talento e di due metri), quindi di appropriarsi d'un giovane che può fare la sua figura nel grande basket, peraltro in buona compagnia con quei ragazzi della gloriosa Robur et Fides, promessi alla Pall. Varese. La quale, al tirar delle somme, d'una stagione più lusinghiera delle altre, per il settimo posto, miglior risultato dal dopo scudetto ad oggi, può costruire la nuova squadra su alcune basi, reali e solide.

Cade a fagiolo il pensiero di Giacomo Galanda il quale, proprio all'indomani di un quarto di finale perso ma con una gran bell'immagine e vero compiacimento dei tifosi, s'augurava pochi e buoni ritocchi. Poche mosse ma ragguardevoli, pure da passi secondo la gamba: se così accadrà, lo scopriremo appena saranno percettibili i tuoni della proprietà in tema di gestione e mercato, avendo sin d'ora, come certezze, i ricavi di questa stagione: un milione di euro circa tra abbonamenti e incassi, i 450.000 euro incassati dai tanti piccoli sponsor, i 400 come cambio merce da altre aziende e i 600.000 o poco meno dall'abbinamento con la Whirlpool la quale dovrebbe restare, pur aspettandosi il club un ragionevole ritocco all'insù ovviamente. Raddoppia pure la Nike il cui prestigioso marchio resterà sulle maglie di Varese, auspice il tradatese Cristiano Carugati e i dirigenti biancorossi, attratti, in un primo momento, da una più favorevole offerta di una non meglio identificata casa d'abbigliamento lituana. La Nike, in fin dei conti, fa capire le ambizioni di Varese.

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