Lucaweb Posted July 13, 2008 Share Posted July 13, 2008 di Francesco Caielli Certe volte la vita riserva delle sorprese bellissime, ed è capace di sorprenderti. Certe volte i sogni, anche quelli più difficili e inconfessabili, sono capaci di trasformarsi in realtà. Ieri pomeriggio, in sede, era sufficiente guardare negli occhi Cecco Vescovi - lui che solitamente dal suo sguardo non lascia trapelare nemmeno la minima emozione - per capire quanto fosse felice. Lui, che ha scritto la storia della Pallacanestro Varese, che con questa maglia ci è nato e cresciuto, che con questi colori e per questi colori ha sofferto e gioito, che dopo una carriera inarrivabile da giocatore ora ne sta per iniziare un´altra, da allenatore. "E´ un sogno che diventa realtà - dice Cecco - un desiderio che mi portavo dentro. Sarò sincero: non pensavo che si sarebbe realizzato così presto". Contento, emozionato, preoccupato. Quale aggettivo descrive meglio il tuo stato d´animo? Sicuramente sono contento, e c´è tanta soddisfazione. Però sono consapevole che il bello inizia adesso: bisogna lavorare, e lavorare sodo. Quale sarà il tuo ruolo sulla panchina di Varese? Sarò l´assistente di Velijko, il suo collaboratore. Io sarò al suo fianco per aiutarlo in ogni situazione, gli sarò vicino e cercherò di consigliarlo per il meglio. Saremo in tre, perché non dobbiamo dimenticare Andrea Meneghin: lavoreremo come una squadra, tre teste ragionano meglio di una, sei occhi vedono meglio di due. Però va messo in chiaro e sottolineato che il capo allenatore sarà Mrsic: le decisioni finali spetteranno esclusivamente a lui. Claudio Castiglioni, in una recente intervista, ha detto una frase bellissima: <Noi, come società, siamo cresciuti. Eravamo quelli che hanno cacciato Cecco Vescovi, ora invece in Italia ci rispettano>. Tu che rispondi? Che è vero, da quel brutto episodio è passato del tempo e sono cambiate molte cose. Credo che la famiglia Castiglioni abbia cambiato il modo di approcciarsi alla pallacanestro, passando da proprietari di una società a gestori. Ma per me l´argomento è chiuso da tempo, sono stati commessi degli errori, magari dettati dall´inesperienza, ma è davvero acqua passata. Quando a dicembre abbiamo organizzato al palazzetto la mia serata d´addio, i Castiglioni mi hanno dato una ggrossa mano e mi sono stati vicini: segno che i nostri rapporti erano ottimi e cordialissimi. Però sarebbe stato brutto, e triste, se la tua storia con la Pallacanestro Varese si fosse conclusa in quel modo. Non credi? Ma io sapevo che non era chiusa. In cuor mio avevo sempre la speranza di tornare, ci pensavo in continuazione, sapevo che prima o poi sarebbe successo. Io con la Pallacanestro Varese non ho mai chiuso. Figuratevi: mia moglie mi rinfaccia di avere sposato, oltre a lei, anche questa società. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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