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Un centro di gravità nei pensieri di Mrsic


Lucaweb

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di GIANCARLO PIGIONATTI

Nana tra guglie e leggera come una piuma. Questa sembra oggi Varese, almeno nei suoi tratti più salienti, il resto ci può interessare di meno, come accade per ciò che è normalità e non inquietudine. Preoccupa la sua mancanza di fisicità negli esterni e di centimetri laddove gli avversari sono o sembrano cime. Hai voglia a propugnare un basket veloce, coraggioso e furioso se non hai un pallone tra le mani. Che diventa improbabile senza manone che, lassù, lo catturino: Varese non fa la corsa nei cento indoor. Sicchè quel rischio, fors’anche calcolato tempo fa dai costruttori (della squadra), dà ora l’impressione d’avere fiato corto, soprattutto con la perdita, per un paio di mesi, di Giacomo Galanda, ben oltre quindi a un superabile complesso d’inferiorità. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, pensando all’infortunio dell’azzurro la cui assenza, in sette gare (una più, una meno), dovrà essere degnamente compensata. Non solo ma si potrà mettere in conto la sua freschezza, come accadde lo scorso campionato il cui girone di andata rispolverò un Galanda grandioso dopo tanto riposo in estate. E, per completare il ragionamento, la Cimberio diventerebbe più attrezzata in partenza con un lungo in più accanto a Melvin e all’azzurro.

Fortunatamente Veljko Mrsic, a differenza di quei colleghi che, agli inizi, stravedono ed esaltano la propria squadra, indotti da compiacimento tendenzioso e da eccessiva autostima, possiede grande cognizione della realtà, fino a sembrare un insoddisfatto. Morale, il tecnico croato non fa certo i complimenti, alla ricerca, com’è, del suo centro di gravità. E fa anche nomi e cognomi per essere concretamente propositivo con l’amico Gianni Chiapparo e un club che egli, in due anni di contratto, vuol far crescere di competitività. Il croato Tomislav Ruzic, classe 1976, 208 centimetri, se abbordabile economicamente, farebbe al caso di Mrsic il quale sposa la fattibilità di un’operazione piuttosto che fantasticare su idee, innegabilmente più sostanziose e attraenti, ma impossibili da coltivare. Dell’altro croato Barac abbiamo detto, lo stesso Mrsic ha telefonato al presidente del Tau per indurlo a chiudere un occhio sul prezzo per il prestito, che resta proibitivo. All’allenatore della Cimberio piacerebbe Bagaric, "cedibile" dal Girona ma, a somme da capogiro, è un sogno che muore. Le referenze di Ruzic (con trascorsi allo Zadar ed esperienze in Francia anche in Eurolega) non sono malaccio, Mrsic è possibilista verso il suo connazionale: «Ho solo una remora, riguarda il campionato scorso a Besancon ma di lui mi fido».

Perchè non accontentare l’allenatore, che sicuramente non teme le proprie responsabilità? Mrsic spiega anche di aver visto un interessantissimo giovane americano, tale Alleyne che il club inviterà a Varese. Con tre lunghi, al fianco di Capin e Hodge nel quintetto base, Varese potrebbe giocare decisamente come Mrsic comanda. Una cosa è certa: Veljko ha idee molto chiare, anche nell’adeguarsi alle potenzialità finanziarie del club. Ma, si diceva, fa pure pensare la minuteria muscolare degli esterni, ancorché discreti e apprezzabili per il loro valore e la loro scorza morale. Questi sono soltanto difetti e non nervi scoperti: Mrsic, lavorando con i suoi uomini in palestra, non ne fa mistero, almeno quanto basta per richiamare l’attenzione dei dirigenti e, soprattutto, per metterci mano nel limarne limiti così aguzzi. Ecco il grande allenatore, colui che non si specchia nella squadra che allena per convenienza, nell’intento di "lisciare" la società o di credersi capace di trasformare i pigmei in giganti. Al contrario Mrsic, sapendo guardare in faccia alla realtà ma, soprattutto, molto avanti, dimostra d’essere intelligente, acuto e capace. Bisogna dire che Passera e Mladjan sono ragazzi allenabilissimi, come Marusic, da far crescere.

«Passera deve diventare il più aggressivo di tutta la A1, quindi più veloce, Dusan deve mirare al tiro e a nient’altro».

Ai suoi giovani il croato vuol evitare delusioni: «Questa è la serie A, il massimo campionato, ci si deve dimenticare del passato».

Mrsic catechizza anche i senatori, per dire di un Fernandez che, piuttosto che tentare una penetrazione, deve prendersi spazio e tiro. E ha da dire e ridire su tutti, anche sugli intoccabili per il bene di Varese. La quale dipenderà molto da Julius Hodge, accompagnato oggi in città da quelle premesse di classe che l’americano dovrà trasformare in soldoni al cambio italiano.

«Attraverso la rivelazione di Hodge, conosceremo il potenziale dei nostri esterni, quindi quello più compiuto di squadra, subordinando all’americano un altro possibile esterno, sempre che già non resti Romel Beck con un occhio già rivolto al futuro», Veljko non nasconde quei rischi, cui accennavamo tempo fa, proprio per eliminarli o attutirne l’urto. Questo è parlar chiaro, d’un allenatore che sa ciò che vuole e che crede nella sua missione: far compiere alla Cimberio un deciso salto di qualità nel campionato 2008/2009. I progetti futuribili del club sono solari: basti pensare ai sei biancorossi, già confermati sino al 2009 e ai tanti giovani in "assaggio".

«Perchè aspettare avendo sin d’ora idee buone?», potrebbe obiettare qualcuno. Già, ma le risorse della Pall. Varese non consentono di sgarrare né di scialare, impegnata in oneri importanti, sino alla fine dell’imminente stagione, con la vecchia e orgogliosa guardia (De Pol, Hafnar e Fernandez) la quale merita rispetto e riconoscenza. Chiamalo, se vuoi, l’inizio di un nuovo ciclo e, se si vince, è meglio. La trasparenza di Mrsic è il miglior segno di una seria continuità nonché un patrimonio per tutti i tifosi.

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