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Il Pozz:"Stasera piangerò"


Lucaweb

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di Francesco Caielli

Chiudere gli occhi e ripensare al passato, a volte, può far male.

Ritornare con la mente a scomodare le nostalgie più lontane,

scoprendosi commossi nel ricordare quanto era bello, ritrovando anche

solo per un momento atmosfere e odori che non ci sono più. Quella tra

Varese e Gianmarco Pozzecco è una storia d´amore unica e

particolarissima, fatta di passione e sentimento, capace di

fregarsene del tempo e di andare oltre alle divisioni e ai campanili.

Questa sera il Pozz sarà a Varese da avversario e soprattutto -

assicura lui - calcherà il parquet di Masnago per l´ultima volta

nella sua carriera. "Giuro - dice - stasera saluterò con gli occhi

questo posto che è stato il teatro delle mie imprese più belle. Non

giocherò più, e so già che quando uscirò dal campo alla fine della

partita mi scenderà anche una lacrima: sono fatto così. Salutando

Masnago è come se si chiudesse un ciclo della mia vita: le mie pazzie

in maglia biancorossa, quello scudetto, i miei venticinque anni,

Varese". Non sarà l´unico a piangere, il Pozz. Perché questa gente

gli vuol bene per davvero: al suo ingresso si spellerà le mani per

dargli il bentornato e poi, dopo una partita vera, cercherà di

nascondere l´immancabile commozione. "Lo so - continua Gianmarco - e

io credo che i tifosi di Varese si meritino una gara vera, giocata

con il cuore. Mi spiego: penso a questa partita dall´inizio

dell´anno, e fino a poco tempo fa ero tentato di non giocarla

nemmeno. L´avevo pure chiesto al mio presidente, che si era

dimostrato comprensibile e me lo avrebbe permesso. Poi però ho capito

che Varese aveva il diritto di vedermi giocare un´altra volta, di

vedermi giocare per davvero: e così farò. Per i miei compagni, per

Capo d´Orlando, ma soprattutto per i tifosi Varesini che da me si

aspettano una grande partita. Darò il massimo". Gianmarco, in maglia

biancorossa, è esploso ed è diventato il numero uno. Qui ha vinto e

ha incantato, qui è ricordato come uno dei più grandi di sempre:

"Varese per me è la pallacanestro. Ho giocato in altri posti, ma da

nessuna parte ho respirato l´atmosfera che si provava lì da voi. Qui

a Capo d´Orlando sto vivendo qualcosa di simile, però non c´è

paragone: a Varese avevo venticinque anni, ora ne ho dieci di più".

Spazio ai ricordi, al cuore e alla commozione, dunque. Ma c´è

dell´altro: "Cristiano Carugati è il mio agente, ma è soprattutto il

mio amico, siamo praticamente fidanzati. Ora lui sta passando un

periodo difficilissimo, e oggi sarà sottoposto a un intervento

chirurgico piuttosto serio e delicato: stasera scenderò in campo con

il suo nome stampato sulla maglia, e giocherò pensando a lui".

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