Lucaweb Posted July 20, 2008 Share Posted July 20, 2008 di Giancarlo Pigionatti La quercia è caduta, far legna si può. Anzi no, per tener buona qualche corteccia non corrosa... L’immagine dà l’idea della Pallacanestro Varese che, già segnata nel suo domani, resta tristemente sul campo con la squadra e i tecnici (come lavoratori stagionali, costretti a finire in qualche modo la loro opera), mentre pensa a nuovi progetti dietro le scrivanie. Chi ha tempo, non aspetti... Lo sanno bene il presidente e Cecco Vescovi, se non che la famiglia Castiglioni, mossa dal puntiglio di aprirsi, per una volta e sul serio, a nuove possibilità (e potenzialità societarie), sta aspettando risposte su più fronti. Sapersi proporre ed avere i rapporti giusti dovrebbe essere il sano principio di un club che mira a diventare più solido per risorse finanziarie quali potenti garanzie di durata e di continuità, visto che nessun dottore ha ordinato ai Castiglioni di tenere la Pallacanestro. Già, i rapporti giusti, che vanno retti con persone serie e credibili per capacità contributiva e impegno nel tempo. Il presidente Claudio Maria Castiglioni, dopo aver chiesto scusa alla città e promesso un solenne impegno di riscossa da parte della sua famiglia, aveva lasciato intendere di poter considerare ogni attenzione verso la società da parte di altre persone affinché la gestione del club possa diventare meno onerosa o non spaventosa (come può accadere in alcune stagioni) e più ambiziosa nei suoi progetti. L’unione fa la forza, lo si sa, ma poche volte accade, essendoci in ogni testa... un mondo. E, siccome, bisogna scegliere più volte uomini e situazioni, che non sempre trovano condivisione di giudizi, questa benedetta unione raramente funziona, volendo ognuno far valere il proprio pensiero. Vero è che, in una società di capitale, sono le quote azionarie a stabilire la preminenza decisionale qualora non si trovi un accordo armonioso, a maggior ragione chi controlla il pacchetto di maggioranza ha sempre voce in capitolo. Nella Pallacanestro Varese, sin qui, a comandare è stata soltanto la famiglia Castiglioni la quale, si diceva, ora è disposta (ma non necessariamente) a fare un passo indietro: una semplice questione di responsabilità e di umiltà di fronte a uno storico fallimento, quindi a soggetti che siano in grado di garantire, come ha fatto questa proprietà, il basket a Varese per anni. A volte le novità, che fanno clamore, durano da Natale a Santo Stefano ed è per questa ragione che il presidente cederebbe quote (e il posto) se davvero il futuro di Varese fosse sicuro e migliore. Sennò basta e avanza la sua famiglia che, peraltro, può avvalersi dei Cimberio che sono più d’uno sponsor, visto che, in questa stagione, hanno portato fior di soldi attraverso amici e una serie di abbinamenti, tanto vale fare entrare lui e altri, già noti, in società. L’altra possibile combinazione riguarda Filippo Maggio (DiVetture), già vicino alla Pall. Varese, impegnato in tante altre realtà sportive della città ed ora, dopo un primo incontro con Castiglioni, intenzionato a balzare in società con un pool di imprenditori, tutti ancora da scoprire. Castiglioni aspetta di saperne di più, insomma di conoscere con chiarezza personaggi e interpreti in ordine di entrata e di capacità finanziaria: per questa ragione e responsabilmente, proprio per non sembrare chiuso nei fatti, dopo essersi mostrato aperto a parole, sta temporeggiando, pur di fronte a operazioni, che già incombono, aspettando peraltro coach Ramagli, e da giorni, un incontro con Cecco Vescovi. Dunque, sia presto chiara ogni definizione societaria, con la famiglia Castiglioni, ci auguriamo, al suo posto. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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